martedì 1 febbraio 2011


venerdì, sabato domenica e lunedì.

no no non parlo del film della Wertmuller, che sarebbe, tra l'altro "sabato domenica e lunedì", ma del mio fine ed inizio settimana.

Venerdì.

Tardo pomeriggio, mi arriva su FB tramite una collega questo appello:
Ugo* è un simpatico cane meticcio di taglia media cerca urgentemente casa. Non so cosa mi è preso, ma ho mandato l'appello a Luca. Non per noi, ma per mia mamma che comunque non si è arresa all'idea di non avere altri cani. Perchè lo voglia non lo so, ma ero riuscita a metterle il cuore in pace del tipo "lo prendi quando vai in pensione", quand'ecco che mi capita questo appello. Intanto chiamo il numero che c'è,  qualche informazione in più e, soprattutto, "va d'accordo coi gatti?" Non si sa: o almeno la volontatia delle ENPA che ha creato l'appello non lo sa, c'è da chiederlo al padrone, che però è all'estero per lavoro, e bisogna attendere sabato.
Intanto la voglia di cane, mia, s'accresce e vorrei proprio saperne di più.

Sabato.

In tarda mattinata riesco a parlare con il proprietario che mi dice che Ugo ha avuto solo 2 contatti con dei gatti. Il primo in mezzo alla strada abbaiandogli, il secondo a casa di amici dove però "i padroni dic asa" erano stati chiusi in una stanza,  ed Ugo, in quell'occasione,
non ha dimostrato alcuna curiosità di andare a capire cosa fosse qull'odore nuovo e sconosciuto. Ci pare un buon inizio, così decidiamo di partire alla volta di città X. Già perchè Ugo sta là, a 180 km, impossibile per fare una prova di qualche ora, deve venire qui e starci per forza.

L'incontro con la Mimi è stato affettuosissimo: ci dicono che Ugo non ha mai avuto contatti ravvicinati con un bimbo, e così ha potuto lavarsela a modo e ricevere le Mimi carezze.
Decidiamo di caricarcelo in macchina e tornare a casa per una settimana di prova.
Il viaggio va meglio di quanto potessimo immaginare: non c'è stato bisogno di usare il sedativo che mi ero portata dietro. Solo qualche minuto di un contenuto e dignitoso piagnucolio.
A casa di mia mamma si è trovato da subito: c'era un invitantissimo odore di risotto con la salsiccia ed ha trovato la cosa interessante. Al primo incontro con uno dei gatti ha fatto il giro largo, al secondo naso-naso, al terzo gli ha abbaiato in segno di "facciamo conoscenza", al quarto si è acquattato per invitarlo a giocare. Tutti segnali positivi, ma obbiettivamente non basta per dire che è cosa fatta.
Anche a mio padre, che è il più indifferente ai cani in famiglia, ha fatto una buona impressione.
Forse è un po' troppo esuberante: dopotutto è un cucciolone di 19 mesi, e la Farfi era tutto il contrario. Temo che questa cosa non vada molto a genio.

Domenica.

Passo in po' di tempo al piano di sotto, mangiamo lì ed osservo. I gatti hanno deciso di non muoversi dalla camera da letto, Ugo può andarci quando vuole ed io ce lo accompagno un paio di volte per dirgli " gatti, non si abbaia". Però ci va del tempo, soprattutto se si è un po' zucconi, e lo è, o ci fa.
Vedo qualche muso lungo e un po' di scetticismo. Ugo è molto esuberante. Inoltre continua a salire sul divano, non sappiamo se gli è permesso e non vogliamo dargli vizi che magari poi non possiamo mantenere perchè torna casa sua, perciò è un continuare ad invitarlo a scendere dal divano.
Il pomeriggio passa più velocemente di quello che pensassi, forse anche troppo con tutto quello che avevo da fare.
Sul tardi vengono su entrambi i miei genitori, e sentiamo molto bene le proteste di Ugo per essere stato lasciato in casa da meno di un minuto. Va bene ansia da separazione ma questo è un po' troppo. Mio padre decide di scendere subito. E così scambiamo dubbi e perplessità com mia mamma, che si è già affezionata.
Non passano nemmeno 10 minuti che torna su mio padre, dicendo che quel cane non lo vuole più vedere in casa. Ugo sgridato perchè sul divano, gli è saltato addosso ed ha mostrato i denti.
Questo è sufficiente perchè l'avventura Lodigiana di Ugo si concluda alla svelta. Minacce, atto di dominanza, vattelapesca, non si sa cosa sia successo, sta di fatto che la fiducia tra Ugo e mio padre, che ci avrebbe passato la maggior parte del tempo, si è incrinata in modo irreparabile.
Porto su Ugo: non voglio avere altre storie. Dopotutto sono io l'artefice di questa situazione.
Luca mi guarda, so cosa vuole dirmi e purtroppo devo dire di no: non me la sento di tenerlo. Si mi piace, ma l'appartamento è piccolo per 4 gatti 2 adulti una bimba di 16 mesi ed un cane. Non credo fisicamente di farcela a correre dietro agli ultimi 2. Senza contare che vorrei riprendere a lavorare, cosa che vorrebbe dire lasciarlo solo in casa e non mi pare proprio il caso, se per meno di un minuto ha abbaiato piuttosto intensamente.

Lunedì.

Sono le 7.30, e mi trovo costretta a mandare questo SMS: "la situazione purtroppo è insostenibile fino a fine settimana: per chè ora tornate a casa sta sera?"
La prova gatti quassù è stata rapida e netta. I miei per nulla abituati ai cani non solo hanno fatto quello che qualsiasi gatto fa, gonfiarsi e soffiare, hanno iniziato una manovra di accerchiamento ai danni di Ugo. Stupefacente da vedere il comportamento di branco, ma per nulla confortante. Risultato: da abbaiare per giocare si è passati al ringhiare poco cordiale. Chiudo i gatti nella zona notte in modo da evitare spiacevoli incontri, ma al momento di andare a dormire la situazione diventa insostenibile. Non posso chiudere la porta sapendo che Ugo soffre di ansia da separazione, e sebbene possa vedere la camera da letto attraverso il cancelletto per bimbi chiuso, Ugo piange ugualmente. D'altra parte non posso buttare i miei gatti fuori dalla camera da letto per permettere a Ugo di dormire con noi, perchè insomma, è casa loro, e se lo facessi accrescerei solo le tensioni. Sta di fatto che Luca ha dormito sul divano per rasserenarlo.
Cerco alternative al tornare a Città X la sera, ma sono vane.
Inoltre la Mimi non da tregua a Ugo, ed io non mi sento serena. Non è il mio cane che conosco da una vita, che ha visto il mio pancione e nascere mia figlia, e di certo qualcosa di strano al piano di sotto lo ha fatto, come posso stare tranquilla? Forse sono troppo apprensiva,  ma non sono un educatrice cinofila che sa riconoscere ogni minimo movimento del pelo, ma solo una veterinaria, ed ognuno ha le sue competenze. Ugo ci prova a fare dominanza sulla Mimi e più di una volta. inoltre volontariamente o no la chiude più volte in un angolo. No non mi sento affatto tranquilla.
ore 18: si parte. Ugo mi spiace ma torni a casa tua.

*nome di fantasia.

2 commenti:

  1. E' davvero difficile prendere un cane già "grandicello", già solo fare un tentativo è un segno di grande amore verso gli animali !

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  2. no, Ugo non è nome di fantasia... è una citazione!

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