mercoledì 27 dicembre 2023

io odio il Natale

 Mi ci é voluto un anno di terapia e un Natale solo noi 4 per capire fino a che punto odio il Natale. É un odio radicato da prima delle elementari, con altre porcate di mezzo per cui ricordarmi i natali belli diventa uno sforzo di memoria. Sono 51 Natali da ricordare: i primi due sicuramente non li ricordo, avevo rispettivamente 3 e 15 mesi e probabilmente ci metto anche quello seguente dei 2 anni. Mi ricordo che Il Natale non era sempre a casa mia, ma la maggior parte delle volte sí, perché mia nonna materna e la mia pro-pro zia non le avremmo mai schiodate e una volta defunte lo facevamo a casa di mio zio che era piú grande e aveva l'ascensore. Mi ricordo i 3 natali passati a letto: uno da piccola pre-elementari, quello dei 18 anni dopo il campo invernale a Livigno sugli sci di fondo dove ho preso la promessa, il primo con un ragazzo e quello del 2019 in cui i primi segni del quasi esaurimento si facevano vedere. Mi ricordo l'unico fatto in montagna perché mia zia entrava nel nono mese. Ma se mi fermo a pensare mi ricordo che ero da sola. I giochi erano solo per "i maschi adulti". La lavastoviglie non c'era e le faccende le sbrigavano le donne, ed io ero lasciata a giocare da sola coi giocattoli nuovi senza altri bambini perché fino a che non ho avuto 12 anni non ho avuto cugini, e quando l'ho avuta era piú un fare la babysitter che giocare con mia cugina. A parte un episodio veramente orribile in cui sono stata ingiustamente offesa ed umiliata per cui volevo andarmene a casa da sola, non ho un vero trauma che ha rovinato per sempre il Natale. Quello che non va é che se il Natale deve essere una festa della famiglia, la famiglia non c'é mai stata. Era una sagra dell'ipocrisia basata sul " si deve fare cosí perché a Natale si fa cosí" ma che senso ha stare con i nonni se non ti guardano nemmeno in faccia se non per darti dei regali che gradisci come fanno tutti i bambini, ma che comprati al risparmio, non si montano correttamente o si disfano? Che senso ha se la famiglia é divisa tra chi se ne sta seduto a farsi i cazzi suoi mentre altri sgobbano? Che senso ha sedersi alla stessa tavola e fare finta di essere tutti felici quando tutti sono incazzati l'uno con l'altro e allora si fa finta di niente perché é Natale? Oggi mi é capitata sotto il naso la foto di Natale della famiglia di una mia amica. É una famiglia veramente grande: sono 4 fratelli piú mogli e mariti, figli e non so chi altro, ma quella foto trasuda felicitá e gioia, senza raccontare nulla di eventuali scazzi e casini e mi fa invidia. Mi fa invidia di un momenti di serenitá genuino che personalmente faccio fatica a trovare in un Natale unico dei miei 51: ne trovo sprazzi qui e lá. Il Natale del 2013 la mattina con figlia grande e piccola che saltellavano felici con le ali da fatina e le bacchette magiche ad aprire i regali, mentre io e Luca in pigiama ci bevevamo il caffé in poltrona. Fu anche l'ultimo Natale di mia mamma, il primo in cui riuscimmo a farla stare seduta e lasciare l'organizzazione in mano mia. Mi ricordo una partita di scopone scientifico in cui risi davvero tanto. Ma ricordo piú momenti brutti che belli. 
Questo Natale eravamo solo noi 4. Non é il primo cosí, ma questo sarebbe stato cosí perché non ho voglia di sedermi a tavola con mio padre che non capisce o non vuole capire che il mondo non gira secondo le sue regole e che a casa degli altri si porta un po' di rispetto, e non ho voglia di fingere che vada tutto bene, peró sono riuscita a fare un cazzo di casino da sola per letteralmente niente. E allora é il caso di dare una svolta a tutto questo. Le fatine con le bacchette magiche sono cresciute, e una volta parti i pacchetti o finito il pranzo/cena/colazione si dileguano nelle rispettive camere come fanno gli adolescenti ogni giorno della loro vita, e il Natale e solo diverso perché ci sono i decori e la tovaglia a testimoniarlo.
Il primo Natale in Germania abbiamo provato a farlo tutti insieme, con i nonni rimasti. Ne venne solo fuori un casino di tensioni e cercare di risanarlo giocando con le figlie non fu di grande aiuto, anzi serví solo a nascondere il disagio e far passare il tempo. Da lí la decisione che Natale non si sarebbe piú fatto con i nonni per non fare torto a nessuno. 
Ora peró é il momento di ripartire. Casualitá vuole che siano giorni che mi compare la scritta " il passato non é una condanna per il tuo futuro". Ora che ho capito perché sto male per il Natale, perché mi prende cosí male, ho davanti a me poco meno di un anno per cambiare il mio atteggiamento e le mie aspettative verso questa festivitá che per noi non ha nulla di religioso, ma é un momento dell'anno in cui si fa cosí, e magari faccio un Natale nuovo che mi piace, che fa stare bene tutti senza togliere niente a nessuno, insomma che sia davvero un Buon Natale.