domenica 29 ottobre 2017

Partire male, finire bene.

Sono sul pulmino in strada per tornare in hotel, 3 immersioni sulle spalle, mi coccolo quella felice morbidezza che ti viene dopo aver gioito appieno di qualcosa di bello. La giornata è partita un po' in salita: dimentico la felpa al ristorante, qualche altra piccola belinata, e complice l'incazzatura subacquea di ieri, non son proprio di buon umore. Qualcuno mi disse che ci possono essere differenze tra dive master che hanno 20 anni e dive master che ne hanno 40: forse vale anche per gli aspiranti DM. Il gruppo è molto misto: 3 Advance di cui 2 freschi di brevetto, 2 rescue (una sono io) e la DM di ieri. Primo tuffo, Shark e Jolanda. Prima ancora di entrare storco il naso: nel fare buddy check il compare mi dichiara candidamente che il corrugato del suo favore è un po' difettoso. La guida entra, controlla la corrente e ci fa tuffare. Non si perché ma facciamo un po' di contro corrente, e il gruppo si disgrega: i due Advance freschi di brevetto partono in contro corrente davanti alla guida, la DM e il suo buddy l'altro Advance, sono gli unici che vedono Nino dire di spostarsi dal reef al di fuori della corrente. Il mio buddy continua a scendere per far foto ed ovviamente non si è accorto di nulla. Non passa molto che io e il mio buddy veniamo presi dalla corrente, e trascinati via.
Fortunatamente non essendo la prima volta che faccio questa immersione sapevo bene o male dove mi trovavo e dove era il punto di uscita. Non mi sento tranquilla perché non so dove sia Nino, e della sub che potrebbe prendere il controllo della situazione non mi fido per un cazzo. Controllo di avere la mia boa,un po' come una copertina di Linus, e decido di segnalare al mio buddy di stare più vicini al reef . Arriviamo alla spianata sabbiosa di Shark reef e troviamo Nino che ha fatto il giro con i dispersi dall'altro lato. Non faccio in tempo a rasserenarmi per il gruppo ricompattato che uno dei due dispersi, non  so come abbia fatto ma  si è schianta sui Coralli.  Io e il mio Buddy siamo andati a recuperarlo: una picchiato a così per gradire di 5 metri. Il mio buddy continua a stare bassissimo tutto il tempo sotto i 20 metri e io con lui, come dovrebbe essere. Non ho idea di dove sia Nino, vedo in lontananza delle Pinne bianche come quelle della dispersa.  Controllo la mia aria e mi ritrovo all'inizio della Jolanda con 70 bar. Non si discute: fanculo il mio buddy e le sue foto sotto i 20 metri. Gli segnalo aria e safety stop. Risalgo all'inseguimento delle pinne bianche che fortunatamente sono ciò che penso essere e con lei Nino. Mi faccio la Jolanda a 5 metri. Prendiamo il lato buono: la vedo dall'alto.
Safety stop e superficie. Emergo per prima e non riconosco la Seagull tra tutte le barche, così non so quale chiamare per farci lanciare la cima.
Siamo alla cima: Nino, la dispersa,io sul pallone. Mi giro e vedo dietro di me il disperso. Gli allungo una mano lo afferro e lo tiro sulla cima. Poco prima della scaletta, mi mancava giusto un crampo, tanto per gradire. Sono davvero agitata quando risaliamo in barca.
Poco dopo il rais mette su della musica. Egiziana. Ritmi noti, anzi proprio musiche note, quei 10 minuti di danza che mi riportano il sorriso sulle labbra prima della seconda immersione a Jackfish alley. Cambio buddy e sto con Nino, dietro di noi  i dispersi, e i cazzari. L'immersione va decisamente meglio: non devo fare da balia ad un buddy che pensa alla sua macchina fotografica, ma dò un occhio ai dispersi, che fanno gli yo-yo ma niente di speciale. Alla fine ribattezzo il sito in jack-pot-fish alley: tonni, barracuda,milkfish, Egyptian markler, 2 eagle ray e tartaruga. E stronzo che si attacca ai coralli per fotografare meglio la tartaruga. Però questo sassolino dalla pinna me lo sono tolto e sono andata a dirglielo di persona.
Decido per la terza e sono sola con Nino a ras gozlani. Al briefing mi illustra l' immersione e rimango affascinata dalla spianata di sabbia livello open water e chiedo di andare lì. Ho visto un mondo di colori e pagliaccio di ogni misura. Ho visto il comportamento di pesci stanziali, riso per cose buffe, incantata per il tutto. Così torno a casa davvero appagata.

Dive master e dive master

Il tesserino è uguale, ma come in tutte le cose sono le persone che fanno la differenza. Quando sono arrivata qui settimana scorsa, sono andata da Curly,guida ee istruttore del nostro amatissimo diving dichiarandogli che sto studiando per diventare dive master. Il mio scopo era quello di poter immergermi con i corsisti open e Discovery, ed invece lui mi guarda tutto felice e mi dice:" bene sono contento della tua scelta: come dive master il tuo scopo principale é quello di essere un modello di riferimento per gli altri subacquei. Inoltre tutte le mattine ti presenti al counter e fai il controllo dell'ossigeno e delle borse del pronto soccorso."  "Wow figata!" Penso, e organizzandomi con le figlie riesco a mantenere questo piccolo impegno e tutte le mattine. L'altro giorno mi dice che non c'è possibilità per immergermi, ma che l'indomani riesco a farne due e che ci sarà una dive master con noi. Sono stata entusiasta dell'idea fino a che non l'ho incontrata. Sott'acqua. Manuale dive master PADI, capitolo uno pagina 2: " i subacquei brevettati si aspettano due caratteristiche principali dal dive master PADI: professionalità e comportamento modello". Ora se non stai lavorando come DM sulla professionalità si può anche chiudere un occhio, ma sul comportamento modello no. O almeno io a vedo così. Educare in qualsiasi campo è soprattutto un atto imitativo: se ho un DM che non segue le direttive dell'istruttore/ guida, ma fa quello che pare a lei/lui, che cosa sta insegnando agli altri?
Ora mi faccio un esame di coscienza e cosa ho fatto io ieri sott'acqua per migliorare la situazione con una DM che se ne stava per i fatti suoi lontana dal gruppo è che per poco non danneggiava la gorgonia gigante di ras Gamila? Poco. Se per i primi 10 minuti le sono stata affiancata come buddy, lontana dal gruppo, dopo lo scampato pericolo per la gorgonia, mi sono compattata al gruppo seguendo la guida e lasciando a lui il compito di richiamarla in gruppo. Cosa che avrei potuto fare io? dirle di ricompattarsi con gli altri.
Oggi me la sono ritrovata in barca. Come avevo chiesto, non ero la sua buddy, ma di un altro. Ho cercato di dare del mio meglio con quest'altro buddy e spero di aver fatto un lavoro migliore. Ma di quest' immersione ne parlerò, forse, un'altra volta.

venerdì 27 ottobre 2017

Lettera a mr. Thistlegorm

Egregio mr. Thistlegorm,

Ieri sono finalmente andata a trovarla. Forse non è più come l'hai lasciata tu, ma sappi che é 2 volte bellissima. Ci ho messo solo 10 anni quasi esatti, dalla prima volta che andai a shaab Alì da snorkelista italiana che accompagnava il non ancora marito fresco di brevetto per su una safari boat. Quel giorno Bahira si è presentata con profusione di ochette. A me che allora l'acqua mi faceva paura ( o forse ne ero solo fin troppo convinta) il mare così mi inquietava, e non capivo come si potesse accettare di buttarsi in acqua così serenamente.
Il giorno dopo eravamo da un altra parte, o forse era il pomeriggio stesso, ed una guida mossa a compassione mi porto con il gommone in un area stupenda di acqua bassa fondo a pochi metri, riparata dalle onde. Lì Bahira mi regalò la compagnia di una tartaruga, e si portò via quasi tutta la mia paura lasciandomene quel pizzico che basta per non commettere imprudenze. Da allora sono passati 10 anni, 6 brevetti, 2 figlie, 1 trasloco, 4 viaggi a Sharm e uno a Marsa e solo 85 immersioni di cui buona parte nel Mediterraneo dove a ochette non si scherza: entri senza ed esci con, che risalire sul gommone diventa la parte più impegnativa di tutta l'immersione.
Soprattutto ho aspettato di sentirmi pronta.
Ieri sono andata a trovarla e l'ho trovata 2 volte bellissima, grazie anche a Jilly che é una guida fantastica, che nel briefing ha incluso storia e miti della SS Thistlegorm. Quando siamo arrivate sul posto Bahira ci ha accolto a braccia aperte, serenamente. Dicono che sia raro trovare un mare così piatto là. Ed era mille volte più luminoso dei tanti filmati che circolano su di lei.
Se normalmente sarei in grado di far fuori una bombola nel guardare il dettaglio di un pinnacolo, con lei che è dettaglio di relitto e di reef insieme dovrei davvero farmi spuntare le branchie. Cosa ho visto, lo sai meglio di me, come ne sono uscita lo avrai già capito. Salutami Thomas e digli che non mi convince molto la storia del canyon, a meno che non mi ci porti lui.

Saluti da uno dei tanti saltydogs.

mercoledì 18 ottobre 2017

#metoo #quellavoltache

Sta imperversando su Fb da un paio di settimane una fervida discussione sulle molestie ed abusi sessuali, ovviamente verso le donne, scatenata o fomentata da una dichiarazione fatta da un'attrice variamente stimata.
Quando leggo queste caciare sulle molestie o violenze sulle donne, faccio sempre un passo indietro per due motivi: il primo è che tanto se ne parla e mai si fa nulla di buono, e non è una questione politica è una questione di cambiare mentalità a livello sociale e le leggi non possono farlo. Il secondo è che quando i giornali puntano a reclamizzare fatti di questo genere, stanno cercando di deviare l'attenzione dell'opinione pubblica da qualcosa di più grosso. Mi ricorderò sempre quelle 2 settimane di 10 anni fa in cui si parlava di una banda di stupratori seriali e Roma, mentre Berlusconi era intento a discutere non mi ricordo più con chi un nuovo piano per l'energia nucleare in Italia, fottendosene allegramente di un referendum anti-nucleare che sanciva il veto a questo tipo di energia.
Il tormentone di questa volta è "  se è capitato qualcosa anche a te dillo".
Vorrei fermarmi a considerare questo fatto del "dirlo".
Sono felice che per alcune donne trovarsi in mezzo ad altre che urlano i loro avvenimenti spiacevoli trovino la forza ed il coraggio di parlarne: è un modo diverso di vivere la forza del branco. Però ci sono quelle che vivono il disagio di essersi sentite vittime e colpevoli e che in questo contesto si sentono ancora più a disagio. E poi quelle come me, che di queste cose, se deve parlarne, non vuole lasciarle al vento del momento su FB, dove la foto di un gattino paffuto cancella una testimonianza sentita e forte di qualcuna. Perciò scrivo qui sul mio diario, dove domani magari metto un post sulla danza o sulla subacquea, ma non sarà sommerso ed irreperibile.

Anche a me sono capitate esperienze di molestie. E sì bisogna essere forti per andare avanti.

Mi sono sentita anch'io umiliata come se fosse stata colpa mia, quando non poteva esserlo in alcun modo ( ah, grazie catechismo, eh!)
Mi sono sentita urlare "puttana" da due perfetti sconosciuti di un altra classe per 2 anni di liceo ad ogni occasione buona, fino a che ad uno dei due non ho buttato una lattina di Sprite in faccia. E poi hanno smesso.
Mi sono anche divertita a mettere in imbarazzo i "manomortisti" sugli autobus urlando: "potrebbe spostare la mano dal mio culo che mi dà fastidio?" consapevole che se avessi fatto una denuncia non sarebbe accaduto nulla.
Mi sono sentita fortunata che un urlo abbia messo in fuga il mio "aggressore", e mi sento tutt'ora fortunata che abbia avuto incontri con esibizionisti o manomortisti. E la fortuna maggiore è che non mi sono mai lasciata a turbare più di tanto da questi episodi, di cui la maggior parte trovo ridicoli e buffi perchè davvero stupidi ed infantili. Questo però mi pone anche da un punto di vista diverso da quello di molte donne, che per magari per le stesse "attenzioni" ne sono profondamente turbate.

Ed ho raccolto le esperienze per sommi capi senza entrare nel dettaglio e dicendo quello che trovo importante: avere dignità e reagire. Reagire mettendo in pubblica croce lo stronzo di turno che ti palpa il culo sull'autobus, avere dignità lasciando due stronzi urlare e reagire quando si è faccia a faccia.
Non sono una psicologa ma talvolta queste persone sono solo bisognose di attenzioni. Ebbene dategliele: mortificandoli pubblicamente o addirittura con una bella pizza in faccia, che state tranquille non andranno a denunciarvi per aggressione. Reagite: non siate "conigliette" facilmente spaventabili, siate Gatte facilmente inacazzose e cazzute.

lunedì 16 ottobre 2017

Lezioni Private

A fine novembre sarò a Roma per uno dei più importanti (se non il più importante) festival di danza orientale nel panorama italiano: il Marhaba.
Per tale occasione ho deciso di presentarmi al contest Miss Bellydance con 2 pezzi in 2 categorie distinte, il cui livello, è, almeno sulla carta, non è quello professionale, a cui decisamente non ci arrivo. Quindi mi sono iscritta per l'oriental nella categoria over 40, livello open, e per il folklore livello intermedio-avanzato. Per questo progetto altisonante ho anche deciso di farmi aiutare da Aladin, perchè serve. Se il mio insegnante, dopo avermi ammessa allo showgruppe dice che comunque devo fare molto esercizio, vuol dire che un aiuto anche per presentarmi come solista serve, fosse anche per re-impostare le braccia che continuo io stessa a vedere deboli. Comunque volavo in alto con la fantasia e mi sentivo leggera, fino ad oggi dopo aver passato le ultime due settimane a creare coreografie: o forse è meglio dire a mettere passi su una musica, e lo dico senza falsa modestia.
Oggi ho avuto la prima lezione privata, e speravo mi bastasse. Ne sono tornata a casa con tante lezioni utili, ma anche con la coreografia rivalutata, ricontesualizzata, e l'umore sotto i piedi, perchè di lavoro ce n'è davvero tanto da fare che spaventa e fa venire quel tipo nodo in gola, anche perchè le lezioni private di Aladin non sono proprio economiche.
Di positivo c'è che posso presentare le stesse coreografie a Bonn, e questo un po' mi risolleva.
Però se fino a qualche ora fa volavo in alto con la fantasia, sentendomi leggera, perchè consideravo il lavoro fatto questa volta di un livello superiore a quelli passati e buono di per sè per essere portato ad un contest, ora mi assalgono infiniti dubbi, infinite sicurezze ed una domanda sopra tutte le altre: 4 anni di pratica di questa danza non sono un po' pochi per poter proporre un diploma da insegnante di danza medio orientale di primo livello cioè insegnante per principianti? Qualcuna potrebbe pensare che le due cose non hanno attinenza, ma la questione è personale. Io ho questo diploma, ma di fatto se non sono in grado di comprendere una musica, e trasformarla in danza, come posso pensare di insegnare danza a qualcuno? Quindi un po' per la rabbia che viene dalla frustrazione nel vedermi completamente messa in discussione in ciò che credevo aver fatto bene, mi chiedo non è che si creano diplomi d'insegnante di danza medio orientale in Italia un po' troppo facilmente?

O forse studiando con un maestro egiziano gli obbiettivi e le metodiche sono di tutt'altro livello ed io mi trovo solo un po' confusa.
Sono 3 anni ormai che studio con Aladin e non ho visto veli, fan veil, poi veil, tamburelli o spade tirati in ballo nelle sue coreografie. Ho visto bastoni saidi di quelli in bambù che se te lo tiri in testa di fa male, niente cazzate dorate con il manico ricurvo. Ho visto melaye e vestiti da eskandarani. Ho visto vassoi in testa ed anfore. Ho visto un mondo di passi e di coreografie fatte con niente in mano o in testa. Ho visto tenere ben presente la differenza tra oriental e folklore, anche se fosse solo per il fatto che le mani no superano mai il livello della testa, ed ho visto un mondo di cose da imparare, sapendo che c'è ancora altrettanto da imparare.
Ho visto non portare sul palco gruppi principianti, intermedi o avanzati, ma solo gruppi di livello superiore, o comunque costituiti da danzatrici, che oltre al livello tecnico per potersi permettere di salire sul palco, ne avevano il desiderio.

Forse in fin dei conti mi sto solo scontrando con due modi molto diversi di concepire l'insegnamento e la conduzione di una scuola di danza, e questo mi porta anche a rivalutare le mie competenze.

spero di ottenere al più presto un lavoro decente in modo da potermi permttere e dedicare a questa danza con Aladin più tempo.