-Disclaimer: questo post è stato scritto su iobloggo e copia-incollato a mano, perchè non è possibile importarlo in altro modo-
Ora sono qui, con Manolo il mio angelo peloso a cui dedicai uno dei primissimi post del blog (e ritornato alla memoria proprio grazie al trasloco) a scribacchiare prendendo anche confidenza con la nuova piattaforma, ma prima ero di là, nel lettone col mio maiale di 14 kg buttato addosso e il suo gentil padre che ci forniva degna colonna sonora in re maggiore, a far riflessioni abbastanza sensate.
Inanzitutto sono contenta: tra poche ore mi libero dell'armadio a ponte, che io ho voluto 4 anni fa per rendere meno magazzino e più camera quella che adesso è la cameretta della mimi, ma che in un brevissimo giro di tempo si è rivelato essere una ciofeca ignobile: anzi da subito. Da subito perchè montarlo è stato un incubo. Poi i ganci per reggere i bastoni appendiabiti di plastica si sono rotti solo a guardarli, e fi gurarsi se in una struttura pagata poco più di 200 neuri potessero esserci dei ripiani. quelli sono venuti gatto-made l'estate che aspettavo la mimi e tutt'ora reggono. Comunque via l'armadio a ponte e bentornato Ivar! sarà scarnissimo, ma riesco a farci stare tutto e soprattutto mi dà fiducia di stabilità e luce, tanta luce. Sono preoccupata solo di quello che potrei trovare sul muro dietro l'armadio a ponte, e non si tratta di ragnatele. Al di là di quello che troverò, e che potrebbe vedermi impegnata in una mano di bianco in questi umidissimi giorni novembrini che non asciuga nulla manco a pregare, pensavo a decorare questa bella parete bianca (nella mia immaginazione bella e bianca, eh?) e al fatto che per farlo non mi dovrò far vedere dalla mimi: monkey see, monkey do. Io lì a sbattermi con matite stancil ed acrilici e mia figlia che mi vede e decide di copiarmi scarabocchiando sul muro? No no no no..... Cioè sarebbe anche accettabile che voglia " personalizzarsi" la cameretta, ma temo non possa comprendere il confine tra parete accanto al letto e altre pareti di casa. Anzi quasi quasi, (riflessione del "mentre scrivo") recupero due lastre di polistirolo da metere tra letto e parete, che è in cemento armato, freddissima, e la ricopro con carta colorata, solo che non mi capacito del come mai, pensando alla carta colorata, mi sia venuto in mente un decoro con Winnie the Puh che io detesto.
Visto, che va tirato fuori l'armadio e per farlo bisogna spostare il letto, mi sa che mi darò anche alla materasso-terapia. Detto così la prima cosa che viene in mente è una sana dormita. Sbagliato. la seconda del sano sesso. Sbagliato di grosso. La materasso terapia prevede tre attori: il materasso, me con un carico di tensioni e nervosismi più o meno grandi, e un corpo contundente, nella fattispecie un battipanni, ma adrebbe bene anche una katana da kendo, una mazza da baseball, il manico della scopa rigorosamente in legno ( quello in metallo l'ho sfasciato in tre colpi), una racchetta da tennis... qualsiasi cosa che funga da prolunga del braccio da picchiare violentemente sul materasso senza farsi male perchè NON E' il proprio braccio. Una vera liberazione credetemi!
E poi per oggi, boh, chi lo sa: sicuramente se riesco a prendere il polistirolo non riesco a decorarlo, e non riuscirò nemmeno a rendere di nuovo presentabile la cameretta della mimi, ma so per certo che mi attendono un tot di salami dolci e di teglie di tiramisù da preparare per domani, e soprattutto ripescare lo scontrino dalla spazzatura per la spesa da condividere con gli altri!
Perché, che fai domani? Una festa?
RispondiEliminaRoberta
p.s. Bella l'idea della materasso terapia, se poi ci si attacca su una bella foto della persona oggetto delle legnate potrebbe funzionare anche meglio
Domani è il 3 di dicembre, e questo è un post vecchio che ho riportato da iobloggo da cui ho già deciso di divorziare. L'armadio a ponte se n'è già andato con mia enorme soddisfazione e la cameretta della mimi sembra un posto decisamento più bello da viverci, ora.
RispondiEliminaPer la materasso terapia dovrei aprire un locale con tanti materassi e tanti battipanni, credo che potrei diventare ricca.