martedì 12 maggio 2009

Istinto Materno

Questo è un piccolo sfogo di una cosetta che mi balla dentro da un po' ed altre riflessioni.

Capita che qualche settimana fa, mi sono fiondata da Prenatal, non per un esigenza, per casualità: ci sono passata davanti e mi ha incuriosita. Così sono uscita con un paio di calzini deliziosi per la grumetta, la prenatal card, un botto di omaggi cartacei (ed io che credevo si trattasse di campioni di crema antismagliature visto che vendono anche quelli!) e con la notizia che prenatal organizza degli incontri per future mamme. Caspita che bell'idea! Incontri per future mamme, un modo per conoscersi, per condividere le paure che abbiamo tutte e magari sentirci meno sole. Perchè tutte voi che leggete e che siete mamme mi confermerete che si ha un bel senso di smarrimento, e cara grazia che il corpo sa fare il suo dovere per questi nove mesi.
Questo per me è lo scopo principale di questi incontri: incontrare altre mamme.
Per Prenatal quello di venderci qualche cosa, con la scusa "vi insegnamo a cambiare il pannolino". Beh ora non metto in discussione che qualcuna possa effettivamente averne bisogno, ma personalmente credo di poterne fare a meno avendone cambiati già a sufficienza partendo da mia cugina quando avevo 11 anni e completando l'opera quando facevo la tata.
Però l'idea di sentirmi meno sola con la mia pancia mi piace davvero: è tutto da vedere se poi alzerò le chiappe per andare ad uno di questi incontri.
La sera stessa incontro una conoscente che non vedo da molto: è una persona deliziosa, che non si fa problemi a dire ciò che pensa, anche se a volte forse lo dice in modo un po' brusco.
Così salta fuori l'aneddoto prenatal: entri per curiosare, stai per uscire con un paio di calzini deliziosi, ma ti trattieni per farti intortare un po'. E salta fuori il discorso "organizzano incontri per future mamme".

Il suo commento è stato: "eh, non esiste più l'isitnto materno."

Sul momento sono rimasta di sasso: personalmente a me dell'istinto materno del "saper cambiare un pannolino" poco m'importa, è una voce dal mio curriculum di "cose da saper fare per diventare mamma" posso spuntare beatamente insieme a tante altre, ma ci sono rimasta male per la durezza con cui questa frase, di cui potrei discuterne per ore, è caduta dall'alto (sia idealmente che realmente visto quanto è alta questa persona).
Non credo ce l'avesse con me, e cara grazia che non me la sono presa personalmente, permalosa come sono; credo che ce l'avesse con qualcosa di generalizzato, colpevolizzando non so se le persone o la società, ma sul momento ho pensato alle persone e la cosa non mi è piaciuta.
Sul momento ho pensato: "eh si OVVIO che non esiste più l'istinto materno! Non si fanno più figli, non ci sono più amiche, sorelle, cugine che hanno figli di cui puoi prendertene cura per un po' facendo un briciolo di esperienza, ed è OVVIO che se passi la vita tra libri di studio e lavoro, attendendo il principe azzurro con cui far marmocchi, di marmocchi non ne nascono più, e chi ci riesce è VERAMENTE abbandonata a se stessa e un aiuto, anche fosse una parola di conforto, fa comodo!"

Ma questo non è istinto materno.

E ci sono arrivata qualche giorno fa a capire cosa sia l'istinto materno, e se è veramente un istinto è probabile che sia più o meno assopito in ogni donna. Non so se aver tirato grande il gatto Gigi arrivato tra le mie mani a 10 giorni di vita sia stato promosso dal mio istinto materno, ma va da sé che se ci sono gatte e cagne che adottano gattini/cuccioli allattanti di altre mamme e cagne che adottano gattini e tigrotti, forse forse la nostra parentela mammiferesca con loro potrebbe aiutarci a ricordare che abbiamo anche noi un istinto, e che bisogna solo saperlo ritrovare ed ascoltarlo nel marasma chiassoso di convenzioni educative e mediche di cui siamo schiave, non da decenni, ma direi anche da qualche migliaio di anni.
Forse per uscire da questo marasma non ce la si fa da sole, c'è bisogno di un aiuto. Parlare con persone che si occupano della questione, o leggere un libro può dare la spinta nella direzione giusta. Si può arrivare intuitivamente a realizzare che il ragionamento: "Eh ma è solo un bambino, cosa vuoi che capisca!" sia una cagata pazzesca più delle stesse "monumentali opere" create dagli stessi bambini nei pannolini. Forse ho avuto solo la grande fortuna di poter interagire con tanti bambini come tata per poter vedere che hanno un cervello e che lo usano, talvolta meglio di molti adulti e degli stessi genitori. Per parafrasare un concetto che ricorre nella subaquea, si può dire che non esistono persone più brave o meno brave, esistono persone più esperte e meno esperte e che sta a quelle più esperte (gli adulti) aiutare le meno esperte (i bambini) a crescere nelle loro esperienze.
Quindi i bambini capiscono, fin dalla pancia, altrimenti non mi spiegherei come la grumetta stia buona e tranquilla quando lavoro, e non ci si spiegherebbe tutte quelle mamme che parlano con il loro grumetto/a nella pancia e questi rispondono muovendosi o con un calcetto.
Sto leggendo un libro (questo è il mio aiuto), molto bello e rasserenante nel modo in cui è scritto. Il messaggio è che i bambini ci parlano da subito, solo che non sappiamo ascoltarli, e finchè non impariamo a fare questo non sapremo capire le loro esigenze. Certo non è immediato ci va il suo tempo, ma riuscirci è la cosa migliore per noi e per loro.
E forse è proprio questo il succo dell'istinto materno: quando migliaia e migliaia di anni fa non esistevano medici a dirci che i bambini devono mangiare tot ogni tot ora, quando non esistevano convenzioni "sociali" per cui i bambini fin dalla culla non dovevano comportarsi così e cosà e gli adulti non fare questo e non fare quello, le mamme ascoltavano i loro cuccioli  e sapevano esattamente cosa fare senza che nessuno glielo dicesse.

6 commenti:

  1. Ti dirò di più. Ho scoperto anche che è una balla quello che la maggior parte delle donne vogliono farti credere riguardo all'amore per il proprio figlio: "aaaaah... io me ne sono innamorata dal primo momento in cui l'ho visto, tutto sporco dopo il parto, e come si fa a non innamorarsene subito, tutte le mamme lo fanno...". Balle. Per me era un perfetto estraneo, e lo è rimasto per una buona manciata di giorni. Perlomeno finchè non mi sono resa conto che solo io riuscivo a capire la differenza tra un pianto da fame e un pianto da incazzatura totale.
    Poi un bel giorno hai il coraggio di rivelare questa "cosa orrida che ti è successa" e scopri che non sei l'unica mamma a cui è capitato, e ti senti più normale. Mandando ovviamente affanzum le nonne il cui solo sentirne parlare le rende viola in viso come se si trovassero di fronte al mostro rosso di BugsBunny...

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  2. Nel libro che sto leggendo dice esplicitamente che "l'amore a prima vista" è una cosa rara.
    Per quello che mi riguarda, molto cautamente dico che farò sapere al momento: per ora dire che "me ne innamorerò appena vista" mi sembra decisamente fiabesco, tanto quanto inorridisco a pensare a frasi tipo: "e quel brutto topo bagnato sarebbe mio figlio?"

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  3. Ciao Laura,
    a proposito di questo ti dico ciò che è capitato a me. Io non sopportavo i bambini degli altri, sì, carini, ma non riuscivo a fare complimenti e smancerie più di tanto. Mi ricollego a Mamiga che dice che per un po' di giorni dopo la nascita di suo figlio, lo vedeva quasi come un estraneo... è successo anche a me e mi ci è voluto un po' per sentirmi "mamma", sembra un brutto discorso, ma ciò che facevo nei primi giorni era quasi come se fosse solo un dovere. Poi è scattato qualcosa... non te lo so spiegare, ma tanto lo capirai anche tu, e adesso guai a chi lo tocca. Vally

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  4. @Vally: quando leggo commenti come il tuo mi rincuoro :)

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  5. vi dirò, inizio a sospettare che mia madre o sia stata una miracolata dell'innamoramento a colpo di fulmine o mi stia mentendo da 36 anni....

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  6. detto dalla meno mamma di tutte qui dentro... quella che segue è un'opinione strettamente personale non supportata da nessuna base che non sia altro che il mio pensiero.
    io penso che con tutta questo "essere moderni" ci si sia dimenticati tanto che le cose le si imparano tantissimo sul campo, non nei libri.
    non voglio con questo dirti che non devi leggere libri in materia, per carità!
    però mamme non si nasce. si diventa come hanno detto Mamigà e Vally sul campo: ci si trova lì, nei casini o no, con le conoscenze "pratiche" o no, con la preparazione mentale o no... con tutto o con niente... si comincia, si sbaglia, si impara e si va avanti.
    genitori si cresce, così come si cresce come figli.
    in giro noto troppa "presunzione", troppa rapidità a giudicare le incapacità e i difetti altrui (e non solo nel fare i genitori, anche in tante altre sfacettature della vita quotidiana) e poca umiltà, poca voglia di mettersi in discussione ogni minuto, per riuscire a capire i propri difetti e cercare di migliorare...
    l'istinto in quanto tale lo si è perso per molte cose secondo me... si sta mettendo in discussione tutto ciò che è stato "certo" fino a ieri e si è convinti di essere nel vero in ogni cosa... e torno al discorso di prima: troppa presunzione e poca umiltà.
    nella vita umana non ci sono formule matematiche sicure che ti possono garantire il successo...

    la paura davanti alle future responsabilità secondo me è normale e pure giusta: alla larga dalle troppe sicurezze ;)
    e in questo senso sono benvenuti gli aiuti dei libri: per cercare di individuare un percorso nei pensieri, per capire nuovi punti di vista, per supportarsi con le opinioni e le conoscenze altrui.

    e qui la chiudo :)

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