mercoledì 5 ottobre 2011

Secondo Tempo

Il ticker qua sopra dice che sono incinta da 24 settimane, che diviso 4 vuol dire sesto mese.
Bene per me sesto mese, alla seconda gravidanza, vuol dire che è ora di fare il certificato di gravidanza da mandare all'enpav per l'assegno di maternità. Certo anche per la prima l'ho fatto, ma....
Ma la seconda è tutt'altra cosa.
Sai che sei incinta perchè hai le nausee, perchè quando scompaiono quelle senti lo stomaco rigirarsi e non è per un virus gastrointestinale, piangi come una fontana per delle cagate e soprattutto quando ti girano le palle sei più propensa a lasciare un lago di sangue alle tue spalle di quanto non faresti in tutt'altra situazione. E tutto quel mare di entusiasmi ed aspettative della prima gravidanza non ritorna, anzi non c'è proprio. E non c'è nemmeno tutta quell'attenzione e ligità ( si porà dire?) a cosa mangiare e non mangiare. Semmai ti assale il dubbio del " come cavolo farò una volta che è nata anche la seconda?" E allora ti rendi conto di una cosa. Per diventare genitori sia una che due volte ( se non di più, ma non sto prendendo in considerazione la cosa, nemmeno nei più arditi sogni) ci vuole una gran bella dose d'incoscienza. Se ti fermi a pensare allo sgomento, alle fatiche, ai costi, alla stanchezza, ai bisogni che hai e che non riesci ad esprimere, ecco ti fermi al numero uno, o forse non ci arrivi nemmeno.
Penso che nella seconda metà di gennaio arriveremo a quota due. Un sogno che si realizza. Penso che sarà bellissimo ri-avere una cosa così piccina e morbida tra le braccia senza nulla togliere al mio attuale mostro tossente da 12,5 kg per 89,5 cm. Ma penso che sarà dififcile gestire tutto tutto, soprattutto per me che non delego mai niente a nessuno.
Penso che vorrei fermarmi per un po', una giornata intera per esempio, senza pensare alla casa sporca, al lavoro, alle mille cose da fare e che non sono per diletto. Senza che nessuno mi rivolga la parola se non per chiedermi cose dalla risposta facile, tipo: " vuoi una tazza di the?", Senza dover sentire " mamma" ogni secondo, interrompendomi anche mentre sono in bagno, che, per quanto sia bello essere cercati dai propri figli, spesso è logorante.
Una giornata per me, ecco.
O per me e il pancione, una giornata a cui dedicarmi alle coccole per me stessa e perchè no alle cose che vorrei fare per "la figlia del lupo" come l'ha definita la mia dottoressa di base, che è una donna fichissima (quella che ho cambiato un anno fa per intenderci) che ha 2 figli pure lei. La copertina, il fiocco di nascita, il sistemare i vestitini... Tutte cose che mi tartassano tutti i giorni perchè è un angolo ovattato che vorrei e che di rifa o di rafa non riesco mai a fare, perchè devo fare quella tal telefonata e non va mai al primo botto, perchè dovrei cercare questa o quell'altra cosa, perchè la casa fa schifo, perchè il tempo che potrei avere per fare quella cosa lo uso per sedermi e non ho poi più voglia di rialzarmi.....

2 commenti:

  1. Alla parte finale della ventesima riga ("che non delego mai niente a nessuno") devi aggiungere "e lasciar correre e perdere qualcosa".
    Sulla prima hai delle possibilità in più rispetto a me, provaci, anche solo una volta, pensa che a caval donato non si guarda in bocca, che se l'ha fatto qualcun altro anche se non come l'avresti fatto tu è comunque cosa fatta. E concediti una minifuga di mezza giornata da qualche parte, senza Mimi, lasciata al nido o al papà, nasconditi anche solo nel parco del paese vicino, vai dal parrucchiere e fatti portare dal bar quella tazza di tè mentre ti cambia la pettinatura.
    Roberta

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  2. E allora delega. Non muore nessuno e non vali di meno. Tu però ci guadagni in salute mentale.  "Far tutto da sè" deve essere motivo di orgoglio tanto quanto saper cedere quando è doveroso verso sè stesse.

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