giovedì 11 marzo 2010

parto? si parto... per un posto lontano!

Interno notte, stanza da letto. La luce si accende, piedi che camminano, pausa. Rumori dal bagno, la luce si spegne.
La luce si accende, rumori dal bagno, pausa. La luce si spegne...
"Amore... mi sa che dobbiamo andare"
sgrunt.
"AHO SVEGLIA!"
"Uhm, ehm, ci siamo?"
Lei "Si"
"Sicura?"
"Si"
"C'e' fretta?"
"No"
"Beh, fatti una doccia io dormo un altro po'"

Lo sguardo fulminante mi ha fatto capire che non era cosa. Si prospettava una giornata lunga, meglio preparare il caffé.

Viaggio breve e tranquillo fino all'ospedale, una dozzina di chilometri vola a quest'ora di notte. Scarico le fanciulle-matrioska all'ingresso del pronto soccorso e cerco un posto per parcheggiare la macchina. L'ultima occasione per strafarsi di nicotina, meglio approfittarne. Arrivo nel pronto soccorso e vengo indirizzato con un sorriso verso gli ascensori. Fortuna che l'ospedale lo conosciamo: fa una certa impressione di notte con tutto più buio e più silenzioso.

Arrivo di sopra e Laura è attaccata ad una macchina che da un punteggio ad ogni contrazione, dopo il secondo vaffa sospetto ci sia qualcosa che non quadra con i punteggi ma vabbeh :) dopo un oretta attaccata lì decidono per il ricovero. E io? :/

"Vada a casa tanto qui non succede nulla e se succede la chiamiamo"

-_-' ah.

:/ ormai sono le cinque.

Torno a casa e cerco di dormire, ma mi remano contro pure i gatti. Alle 10 inzia l'orario di visita e siamo di nuovo lì con si e no un'ora di sonno alle spalle.

Il tempo passa tra una contrazione e l'altra: bar, caffè, stritolata alla mano, giro, altra strizzata, urlo. -_o

urlo? o_O

A quanto pare si muove qualcosa. si va in sala parto. Premesso che fino a quel momento non avevo comunque la piu pallida idea (quantomeno consciamente) se ci sarei effettivamente andato o meno, mi ci ritrovo. Sedia/lettone-girevole, vasca, altra sedia, la cosa si tira per le lunghe (nel frattempo la macchina fotografica mi ha pure dato picche), bradicardia, manovra del dentrifricio e la pupattola è fuori.

Un po' troppa gente che si affanna intorno, c'e' del nervosismo ma è ben controllato.

Intanto vedo Marina per la prima volta: livida, testa storta, sguardo incazzato. Beh ti credo dopo nove mesi al caldo trovarsi in quel casino sarei stato incazzato pure io.
La lavano-pesano-misurano mi dicono che è normale sembri storta (passa tu da un tubetto del dentrifricio e vediamo come stai messo con la testa) mentre io faccio avanti indietro tra mamma e bimba. Me la piazzano in braccio mentre ci si occupa della mamma. Ci va oltre un'ora, alla fine Marina viene portata al nido e noi restiamo lì, ormai è tutto a posto. mamma bollita, papi sopravvissuto, è ora di uscire per spedire qualche SMS e fare qualche telefonata. :)

6 commenti:

  1. fantastica la versione bilaterale dell'esperienza smarmocchiamento!

    grazie ad entrambi (avevo già letto la versione lunga vista da... non posso dire dentro, però sicuramente più da vicino! ma non sapevo come commentare...)

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  2. ah ah, anche il mio compagno mi chiamava matrioska!
    sempre sensibili voi uomini ;)
    polly

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  3. Ad onor del vero quella è una delle pochissime variazioni sul mio testo.. :P quindi per la sensibilità c'è da lamentarsi con la mami a questo giro ;-) 

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  4. Confermo: fanciulle-matrioska è stata una mia modifica insieme alle faccine sgomente. Il Baule ha un pessimo rapporto con la punteggiatura, quindi gli faccio da revisore delle bozze ;)

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  5. Baule hai reso l'idea, e francamente era UNA VITA che attendevo di leggere la vera storia del papi/parto ;)

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  6. spettacolare il punto di vista di entrambi!!!:-DDD

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