martedì 29 agosto 2006

Tutto cominciò un giovedì di agosto con uno scambio di mail.



"caro Conte ,
Io e Luca non ci saremo: comeplanno del suocero la stessa sera....
un bacione Laura"



"cara Laura, mi spiace veramente che non ci siate.Dovete pagare con un giro assieme da qualche parte..."



E qui avrei potuto chiudere la vicenda con un: "alla prima occasione buona" ed invece....




"Caro Conte,



io sono ancora alla fase " se vieni con me preparati a fare da moto-sitter". Mi spiego vado veramente piano, in autostrada (vuoi anche per il tipo di moto) non faccio più dei 120 indicati al mio tachimetro, e sulle altre strade sono sempre almeno 10 km orari sotto il limite quando tutti sono almeno 20 sopra. E sopratutto non c'è verso che io sorpassi una colonna o una coda: io la faccio. Tutto ciò è un po' fuori tono con buona parte dei motociclisti che conosco. Non sono smanettoni, ma posso dire che hanno più confidenza col mezzo.


Mi trovo bene da sola: i miei ritmi, le mie soste in genere strette al minimo indispensabile e nessuno (o meglio non c'è Luca) che critica o giudica come vado.


Per un motogiro sono io che mi metto a fare da zaino, solo perchè sarei veramente più zavorra se fossi con la mia moto.



Laura"



Così si è scatenata una catena di messaggi che mi hanno spinto ad organizzare una motogita per la domenica successiva in cui dovevamo esserci io e Bastet, Luca e Fanny (e figurati se non veniva) a cui si è aggiunta Lavi orfana di moto come zavorrina, l'Orso e gentile signora e l'uomo con la moto a ciambella (si perché ha il buco in mezzo). Dicevo “dovevamo” esserci, ma l'orso ha paccato perchè ha fatto le ore piccole; in compenso abbiamo avuto la graditissima sorpresa di trovare Emilio conosciuto giovedì sera ad una birra tra motociclisti. ( caro Orso io c'ero allo spadino, c'ero alla motogita ma mi sa che sei tu che non vuoi uscire con me :PPP)


Così Domenica mattina ore 10.00 per un caffè insieme, ore 10.30 per partire, ci troviamo al primo autogrill della Milano Laghi decidendo lì sul posto che si va in Sfitzera.


Mi fanno partire per prima, perché sono lenta, e senza accorgermene mi sparo un paio di km a 140...emh forse è il caso che rallenti, così mi piazzo sui 100; prendo lo svincolo per Como regolare al limite di 80, e continuo sui 100. dopo Saronno arriva Luca che mi spiegherà poi essersi preoccupato che fossi andata per Varese. Va bene che sono un po' imbranata in moto e magari sbaglio una partenza, ma so la strada che devo fare visto che è la stessa che abbiamo fatto per 2 domeniche consecutive e questa è la terza! tutto prosegue abbastanza tranquillamente: in genere mi ritrovo con Luca davanti e qualcuno dietro, non rimango mai per ultima o da sola.


a Monte Olimpino mi relaziono con le prime curve e i primi sali e scendi che sono la cosa che mi preoccupa di più perché sono una motociclista di pianura…


Però c’è qualcosa che non va, nono dovevamo arrivare alla dogana di Chiasso ma a quella di Maslianico! Pazienza, Luca per la val di Muggio era giù passato di lì e sa la strada. Passiamo Chiasso ed inizia a vedere la tipica strada mostro: quella che fa “bu” e mi spavento. Ma voglio essere coraggiosa, se mi fa “ bu” le farò un pernacchio e così un po’ disconnessa in salita tra le case salgo con la mia motina che fa pot pot pot per bene, ed ecco che arriva lui “ the really big one spauracchio” ciò che molt motociclisti principianti come me temono: il tornante.


Come sugli sci in moto scopri il grande vantaggio di essere sola con te stessae con le tue capacità: nessuno che si mette a parlare per darti il consiglio giusto nel momento sbagliato rompendo la tua concentrazione.


In un manciata id metri e di secondi mi dico che:


1-     è una curva larga (tornante a sinistra) e che  lo posso prendere ben largo


2-     che in prima lo so fare: ho fatto un po’ di manovre di curve strette e lente anche se in piano


3-     che la mia motina ha tanot sterzo


4-     e che se non voglio finire per terra non devo farla spegnere e perciò non devo aver paura di aprire il gas per tenerla viva


 


Così scalo mi ritrovo quasi frema perché la KLE ha un freno motore molto forte apro delicatamente il gas ( e non chiedetemi come perché non sono mai stata brava ad aprire delicatamente) affronto il tornate, a metà do un po’ di gas e ne sono fuori cambiando in seconda! (più o meno perché non mi ricordo se ho fatto proprio così ma so che il tratto di salita non l’ho fatto in prima e sono uscita dal tornante)


Secondo tornate ma adesso a destra.


 


Stesse regole ma è un po’ più complicato perché è più stretto: la regola d’oro o almeno quella che io mi dipingo come precetto aureo è: “tienila più larga che puoi senza andare contromano”.  Così cerco di fare sento che devo aprire un po’ di più il gas e  anche da questa esco!


 


La salita continua, un’altra coppia di tornanti e qualche curva che mi spaventa. Le curve mi spaventano perché è non so quanto stringano, quanto salgano (aggravante della montagna)  e se ci sono ostacoli dietro. In pratica mi fido di ocme sale luca e cerco di stargli dietro alla meglio che posso ed inizio a divertirmi un po’, anche se non è facilissimo, sono un po’ tesa. Arriviamo la bivio per Brucella e facciamo una piccola sosta.


Emilio mi guarda e mi dice: “Sei brava credevo saresti caduta sui tornanti”. Sul momento l’ho presa male perché mi sono sentita dare della pirla che cade ( beh oddio sono uan principiante e poi anche chi ha decenni di  moto sulle spalle cade, vabbè diciamo ferito il mio istinto di sopravvivenza ) poi ho capito che era un complimento che vale come una medaglia d’oro  vista l’esperienza che parla.


Tiziano mi consiglia di prenderli un po’ più veloci per maggior stabilità della moto solo che sono una che è lenta nell’apprendere e non sarà in questa motogita che li prenderò più veloci e nemmeno nella prossima.


Al bivio ci dividiamo: Io scendo (e poi risalgo) verso Sagno, dove andremo a pranzare a “ul furmighin” (Conte ti ci devo portare) e mi rendo conto di una cosa: Cazzo salire è facile è scendere che è difficile!


Però mi diverto, sono completamente sola e mi rendo conto che in gruppo vado un po’ più spigliata, rilassata ritmata e veloce.


Pazienza imparerò ad andare meglio, però ci devo andare mica stare qui al PC a raccontarvi le mie motogite!


Se fosse per me non mangerei. Temo l’abbiocco post prandiale, il mal di testa e l’ottundimento che ne consegue; non credo siano buoni per andare in moto. Però faccio un po’ di onore alla cuoca (che è la serenità e la felicità fatta persona) con un po’ di antipasti misti, gnocchi e mezza fetta di torta alle mele. I miei compagni ne faranno molto di più prendendo polenta e brasato, polenta e osso buco, e chi indeciso prende sia gli gnocchi che polenta e latte. Il caffè ci riserva un momento di generale risata collettiva grazie alle bustine di zucchero con gli aforismi. A Lavinia arriva: “ tu puoi avere pace soltanto se la dai”. Ovviamente a nessuno è passato per la mente che ciò che sia da dare sia la pace…


Si riparte?


E via si riparte.


Adesso la discesa.


È ben più difficile di quello che sembrava nel primo tratto fatto. Tiziano ed Emilio mi sono dietro modello angeli custodi.


Va tutto bene fino al dare una precedenza per immettersi sulla strada che porta a Maslianico. Vedo una macchina arrivare mi fermo per dare la precedenza mi sbilancio di poco rimango in piedi ma mi spavento. Risultato mi innervosisco e la discesa non mi viene facile, fortunatamente la moto in seconda scende da sola senza prendere troppa velocità ne salire eccessivamente di giri. I tornanti in discesa fanno un po’ paura ma li affronto in prima come in salita e sembrano anche essere un pelo più facili.


Poco prima della dogana a un incrocio perdo tutti che, vista la tranquillità dell’ultimo pezzo, mi sorpassano perché lì se cado sono veramente pirla dopo aver fatto discesa tornanti e curve: sono praticamente in piano. Vedo una moto svoltare dalla parte sbagliata ma c’è del rosso che non era di nessuno di noi, così continuo verso la dogana, la passo non vedo nessuno ed inizio a preoccuparmi di aver preso io la strada sbagliata.


Luca di nuovo mi recupera e mi rassicura che sta volta io ho preso la strada giusta e loro no, però a me il nervoso della precedenza dove ho rischiato di cadere mi rimane addosso e me lo porterò dietro per il resto del viaggio.


Arrivano gli altri che Luca è andato a recuperare. Si mette in testa alla fila e gira a sinistra quando “Milano” statale è indicata a destra! Passiamo così per Cernobbio, un po’ di lungo lago col timore che mi cresceva per eventuali code, poi il sali e scendi di Como per giungere all’ingresso in autostrada di Como Sud tutto per farmi evitare l’ingresso a Como nord dove c’è una salita in galleria che fa praticamente una curva a 360° completamente buia. Odio farla anche in macchina.


Al casello succedono un po’ di contrattempi. Io ho uno straniero che si infila nella corsia carte e non ha voglia di tirare fuori la Visa, gli altri hanno ritardi, con l’alzo della sbarra, fatto sta che parto per prima e convinta che mi avrebbero raggiunto se fosis andata piano mi piazzo a 80 sulla corsia di destra. I km passano a Fino Mornasco prima ancora dell’autogrill ubno decide di sorpassarmi nella mia corsia ( che occupavo nel mezzo) per poi tagliarmi a pochi centimetri dall’anteriore ed uscire 100 metri davanti. Dopo questo bel numerino ho deciso di preoccuparmi solo di me stessa e non della compagnia ed ho aumentato al velocità a 120 trovando comunque degli “intelligenti” che pur occupando io la corsia di destra nel mezzo non trovavano di meglio da fare che spostarsi lo stretto necessario per superarmi rientrandomi sull’anteriore.


Sono arrivata alla barriera di Milano e nessuno mi ha raggiunta, perché si sono fermati all’autogrill, cosa di cui io nel mio nervosismo mi sono completamente scordata. Per fortuna esistono i telefoni cellulari così ho avvisato Luca e ci siamo accordati per trovarci poi a casa.


 


Una volta arrivata ci ho messo mezz’ora buona e una doccia per allentare il nervosismo, poi dopo sono stata veramente felice di aver portato da sola la mia motina in montagna e tutt’ora a pensarci non mi sembra vero!


Lamps  il gatto in moto



8 commenti:

  1. E brava la nostra motociclista!
    Insomma piano piano stai diventando una vera esperta.
    Anche se non motociclista, ho letto con gusto l' "avventura". Mi immagino quante madonne per chi ti è rientrato troppo presto ;)))))
    Ma lo sai che mi hai fatto venire voglia di farmi un giretto tra i tornanti con la Puffa?

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  2. Riporto, con il consenso dell'autore, una mail che mi è arrivata sulla ML di motociclisti a cui sono iscritta riguardo al mio motoracconto.
    -----------------
    - Aldo -

    Brava brava brava!! :-)))

    Mi ricordi me ed il mio GiPinoZetino (Kawasaki GPz 500s, al PRA), alle prime uscite, quando ancora non conoscevo nessuno che andasse in moto.

    Terrore, puro terrore per qualsiasi cosa.. dal vedere i sassi che scorrono tra strumentazione e forcelle, alle curve, le salite, le discese.. fermarsi e ripartire.. tutto faceva paura! Non parliamo dei tornanti!!!! Quasi sempre con il piede fuori, qualche volta scalciando il terreno temendo di cadere.

    Tutto questo tra il '97 ed il '98.. praticamente ieri!! Poi, nel '99, ho incontrato tale Neuro da Genova (Luca, all'anagrafe) che col suo BMW K100 storto (ma proprio storto!!) andava come una fucilata.. pulito, liscio, senza mai frenare e senza accelerare briscamente.. quello stile di guida mi ha subito attratto.. macinare km su km (è lui che mi ha insegnata che per meno di 500 km non vale la pena di accenderla una BMW :-)) ) in piena sicurezza.. bellissimo. E così ho iniziato a stargli dietro.. di giorno è facile e lo fai solo quando ne hai voglia.. altrimenti lo lasci andare.. ma una notte, verso Curmayeur, sulla statale che conoscevo poco o nulla è scattato qualcosa.. andavamo a circa 100, puliti, per me era davvero tanto più del mio standard ed ho realizzato che se lo perdevo ero nel muro! E così, cercando di non perderlo, ho imparato qualcosa..

    Poi a novembre del 2000 è arrivata Lei.. un amore a prima vista.. e tutto è stato più semplice!! ;-))

    Per gli scemi in sardostrada.. guarda, è una pianta che mette sempre frutti!! L'unico modo è .. essere sempre i più veloci.. ed anche così ne trovi di potenziali assassini..perchè è questo che sono, per noi! Il consiglio è di evitare la sardostrada per quanto più puoi!!! Io cerco di farlo e mi trovo bene.. poi con l'esperienza di un 140/150 mila km inizi a fregartene abbastanza e a minacciarli (con gli stivali, per lo più, ma anche con borse.. ed io pure coi cilindri!!)

    Lampeggi e infinite curve!! ;-))))

    p.s. sai consa indica quel cartello tringolare, bordato di rosso, con una "esse" nera disegnata in campo bianco? Motociclisti Felici!! :-))

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  3. Fantastico. Post fantastico davvero. Non mi intendo per niente di moto ma mi sono sentita come se fossi accanto a te. Grazie.

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  4. A quando un usicta tu e io sulle nostre rispetive motine ???
    un Ca' san Marco un Tonale insomma un po di curvette io te ????

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  5. facciamo che mi impratichisco un po' in modo da prendere la ZZR che altrimenti dietro a un 750 4 cilindri con una 500 bicilindrica non ce la fo?

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  6. guarda che un bicilindrico in salita da la paga a un 4 cilindri ^___^
    Facciamo la prova ???

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  7. credo che in questo caso la differenza la faccia il manico ed io quello che ho è di scopa!

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  8. Scrivi sempre in maniera unica.
    E quello che è più bello è che mi sembra di sentire i pensieri che passano sotto il casco a molti motociclisti... solo che tu hai il coraggio di esternarli con l'umiltà e a simpatia che ti contraddistinguono
    Brava!!

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