lunedì 28 maggio 2012

Sentirsi dannatametne Pirla

A volte credo che la mia vita sia davvero vuota.

Lo credo quando non paga dell'essere mamma, del cercare di barcamenarmi come veterinaria, del cercare di mandare avanti la casa (che tra un po' mette le gambucce e va avanti da sola) , vado a cercarmi delle rogne, dal sistemare il file di un agenzia immobiliare con cui sei in trattativa, allo spiegare ad un collega che tecnicamente è abilitato a fare una determinata operazione, al dover discutere con, purtroppo, gente di scarso intelletto su banali e basilare regole di buona educazione e pacifica convivenza.

Energia e tempo sprecata.

Lo testimonia il fatto che è già passata mezzanotte, ed io per l'adreanlina addosso sono qui a scrivere al pc anzichè essere nel letto a rigirarmi.
Poi il sonno e le energie mancherà a me, non agli altri. Sarebbe bello se fosse un "mal comune mezzo gaudio", ma il collega che non ha capito un cazzo e si è difeso squallidamente, se ne fotterà, ed altrettanto farà lo scemo del villaggio.

E allora ti fermi e ci pensi. Ma ne vale veramente la pena?

Pensi all'amica che ha lottato contro il cancro, all'amica che lotta per i suoi figli e si fa un culo a capannello per dover chiedere aiuto per il minimo indispensabile, pensi all'amica che si fa un culo lavorativamente parlando per gli altri e che avrebbe bisogno di una vacanza coi contro coglioni e realizzi che agenzia, collega, scemo del villaggio, non ne valgono davvero la pena.

Gandhi diceva "sii tu stesso il cambiamento che vuoi nel mondo", e forse avrebbe dovuto aggiungerci "ma prendila con calma, perchè tanto mettendoci troppa energia non lo ottieni prima comunque".

Adesso avrei voglia di cambiare solo me stessa, e capire alla veloce che ci sono un sacco di cose più importanti e cambiabili in modo soddisfacente, mentre tantissime altre non ne valgono affatto la pena.

Ma prima ancora vorrei che mi saltasse addosso un bel sonno, che mi faccia riposare davvero e non che mi lasci agitata tutta la notte e con così poche forse da essere già stremata mezz'ora dopo la sveglia.

6 commenti:

  1. queste d'altronde sono delle conclusioni a cui si arriva solo passandoci attraverso; quindi lo scemo, il collega squallor e l'agenzia farlocca...sennò poi come fai a renderti conto di dover filtrare le priorità e le vere cose importanti? L'unico problema è l'embolo che vorrebbe partire e non ti da tregua (detto da una rimurginatrice olimpica)...ti auguro che Morfeo arrivi presto...e spero che si ricordi di passare anche da stè parti!;-)

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  2. Ma che sia un sonno ristoratore, non da sfinimento.
    Roberta, che non ha ancora del tutto imparato a filtrare cose e persone. Soprattutto persone.

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  3. Tiz, mi hai rubato le parole dalla tastiera. Manco fosse la prima volta :D

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  4. grazie. solo che adesos ho addosso sonnolenza e nervo residuo sufficienti per prendermela con qualcuno e so che non ne vale la pena.

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  5. Ci sono i giorni in cui ti sembra che tutto quello che fai si trasformi in vento...
    Ti capisco
    Un abbraccio
    Sonia

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  6. No Sonia, non si tratta di questo. Non è la sgradevole sensazione di aver fatto qualcosa in cui credevi e vedere che i tuoi sforzi sono vanificati. Si tratta proprio di ridimensionare le priorità, di smetterla di dare energie per cose che effettivamente hanno poco conto o non sono affari tuoi.
    Solo che il disagio con cui ho scritto ieri notte questo post, che non mi ha fatto prendere sonno fino alle 2.30, che mi ha fatto saltare nel letto ad ogni minimo rumore e cedere tutte le ore della notte, non mi sta abbandonando poi tanto. E questo è pesante, perchè ti rendi conto che non ne vale la pena, ma è come se addosso avessi l'appicicaticcio del sudore di una giornata intensa di lavoro fisico, il sale e la sabbia di una giornata al mare, l'odore di fritto di un ristorante cinese e non c'è doccia che aiuti.

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