Non ho mai raccontato del mio parto.
Ogni tanto ho pure paura di dimenticarmelo, ed invece credo che sia stata una delle più belle e ricche esperienze che abbia vissuto, perchè non mi sono mai messa così tanto in gioco.
Ho rotto le acque in piena notte: erano da poco passate le 2, e forse ero a letto da 3 ore dopo aver mandato affanculo mia zia che se lo meritava appieno. Comunque non sono qui per parlare di mia zia.
Tutte ti raccontano che quando ti si romponomo le acque non puoi non accorgertene perchè è come uno scroscio tipo sciacquone del water.
Io ovviamente no.
Mi sono svegliata perchè avevo una leggera sensazione di bagnato. E non scherzo quando dico leggera. Avevo anche un leggero mal di pancia, ma avevo preso freddo e la pizza che ho mangiato per cena non era poi un granchè. Penso che sia un po' di pipì, quindi mi alzo e di pipì ne viene fuori poca. Mi ristendo e di nuovo la sensazione, mi rialzo, ma stavolta controllo e noto che come pipì è piuttosto particolare, trasparentissima con un velo di rosino.
Sveglio Luca. "Tato credo che mi si siano rotte le acque".
Reazione del maschio istruito al corso pre parto che conosce bene quanto sia ansiosa la sua dolce metà: "Ma nooooo, non può essere.... al corso ti hanno detto che è così e così e cosà...."
Mi metto quindi l'animo in pace che non è ancora giunto il momento: sarà la Mimi che mi pigia sulla vescica.
Però cavioli i reni non ne producono così tanta in pochi minuti. Così mi alzo prendo il quaderno degli appunti del corso e controllo.
Allora...
"Il liquido amniotico è trasparente..."c'è.
"e/o lievemente rosato..."c'è
"ed è a scroscio."no non c'è, ma questo
è liquido amniotico.
Quindi risveglio Luca. "Guarda che si tratta proprio di Liquido amniotico. Portami in ospedale."
Si alza nella plantigradità che solo un uomo può avere e mi dice: "Beh tu stai bene, non è tinto (che vuol dire "corri in ospedale" n.d.r.), quindi io mi faccio ancora una mezz'ora di sonno, poi mi svegli e ti ci porto."
Tutt'ora non mi è chiaro se stesse scherzando o fosse serio.
So che ci sono rimasta male e poco prima di scoppiare a piangere l'ho guardato così truce che ha ben pensato di sorridere ed abbracciarmi.
Non si rimette a dormire però prepara il caffè e si veste mentre io mi faccio una doccia: al corso preparto mi hanno detto che se non è tinto ci si può muovere in tranquillità e senza fretta.
Sono le tre circa del mattino, Luca ha la mia borsa io il pannolone della nonna indosso, e suono al piano di sotto a casa dei miei. "Io vado". Questo è quello che dico, e mentre sono in macchina mando i messaggini a Mamigà, meg ed Emmel: "Sono le 3 del mattino: indovina un po' dove sto andando?" E poco dopo inizio a sentire le prime contrazioni, un po' come fitte, belle regolari.
Arrivo al PS perchè l'accettazione si fa lì. L'infermiere mi guarda. Vede pancione, realizza: "minchia una grana". Nella mia magnanimità, conoscendo l'angoscia del turnista di PS gli sorrido e rassicurante gli dico: "Mi si sono rotte le acque", che suona come: "yo brother stai tranqui che non sono qui per te". Mi fa il foglio di accettazione e mi indica il mio ascensore. Arrivo in reparto col sorriso: eccheca' finalmente ci siamo!
Incontro una delle ostetriche di turno con una faccia sconvoltissima che mi guarda esattamente come se fossi una grana, e potevo esserlo. Spiego che "credo" di aver rotto le acque, visto che lo scroscio non c'è stato. Quindi mi guarda come se fossi la super ansiosa di turno, mi attacca al ecotocografo, firmo le carte e scrivo il mio birth plan con richiesta di parto in acqua. Le mie contrazioni sono prodromiche e la Mimi dorme, questo quello che dicevano i tracciati. L'ostetrica è sempre scettica sulla mia rottura delle acque, fino a che non arriva la ginecologa di turno, per visitarmi. Mi spoglio, tolgo il pannolone della nonna, e in coro ginecologa ed ostetrica esclamano: "è liquido amniotico!" Eccheca' l'avevo detto io, ma niente sciacquone! La ginecologa mi guarda, non sono nervosa, sono felice ed ho voglia di scherzare come sempre, e si sbilancia ad un: "vero che tiene duro fino dopo le sette?" leggasi: "vero che mi smarmocchi dopo lo smonto notte?"
Mi assegnano un letto: nella stanza c'è una mamma con il suo fantolino e non voglio svegliarli, ma in realtà sono svegli di loro.
Piano piano le contrazioni aumentano di intensità, ed inizio a sentire male, ed ansimare.
Sono le 8 del mattino e sono spaventata.
Chiamo un ostetrica che è giovanissima sembra una ragazzina, ma che sa il fatto suo, e mi dice "l'ottanta per cento del dolore è paura: respira come ti hanno insegnato al corso e stai tranquilla e vedrai che starai meglio"
Respiro, mi rassereno un po' e voglio alzarmi dal letto: in piedi mi pare che mi faccia meno male, ed effettivamente è così, solo che quando ho le contrazioni mi devo appoggiare ed ho paura di cadere per terra. Vado comunque a fare 4 passi; tutto il reparto è dotato di un corrimano: ci sarà un perchè, no? Cammina cammina vado a trovare la Vale, comare del corso preparto che ha partorito il giorno prima. No mi scorderò mai la faccia sorpresa che ha fatto a vedermi barcollare nella sua stanza. Due chiacchiere, una contrazione e torno a cuccia nel mio letto 2 camere più in là.
Intanto ritorna Luca che dopo il ricovero era stato spedito a casa che tanto non si sarebbe mosso nulla. Gli dò il mio orologio: sono stanca vorrei dormire e vedere quanto tempo passa tra una contrazione e l'altra m'innervosisce terribilmente, e non è bene. Mi innervosisce ancor di più il fatto che mentre cerco di riposare un po', Luca mi prende i tempi e me lo dice pure. Si sa le partorienti sono piuttosto nervose, gli chiarisco IMMEDIATAMENTE che non è proprio il caso che me lo dica.
A mezzogiorno il reparto immerso nel silenzioso sforchetito del pranzo, viene destato da un urlo beluino. Ero io. Si precipitano in camere due, non una, due ostetriche che prima mi guardano come a dire "ma che è successo?" e subito dopo "toh, al solita esagerata".
Si solita esagerata un cazzo! La Mimi aveva deciso di uscire e me ne dà ben ragione l'ecotocografo, così la dolce ostetrica che pare una ragazzina chiede che venga preparata la vasca, mentre mi visita per scopire che sono piuttosto indietro con la dilatazione e mi consiglia di non spingere, cosa che mi veniva dannatamente naturale.
Così inizia il percorso stanza-sala parto, che è in pratica una via crucis: ogni contrazione mi fermavo dicendomi " no no no!" per cercare di non spingere e non era facile. Ero convinta che l'avrei mollata lì sul pavimento.
Arrivo in sala parto, la vasca non è pronta, ma non c'è pronto niente di quello che dovrebbe esserci e non è bello dover trattenere le contrazioni. L'ostetrica mi visita e dice all'infermiera che se vado avanti così in vasca non ci arrivo. Bello mi piace è un buon segno!
Entro in acqua e la sensazione di benessere che ne ricevo è bellissima, tanta, anzi, troppa. Talmente tanta che si abbassano tantissimo le contrazioni, non riesco a spingere bene, e diciamolo sono pure un po' scomoda perchè la vasca è quel pelo troppo grande per me. L'ostetrica dice al papà di "stimolarmi i capezzoli" perchè mi aiutano nelle contrazioni. Mi gioco la carta e spezzo la tensione con: "tesoro poi me lo devi rifare esattamente allo stesso modo a letto!" Però per quanto il papi si sia impegnato, non è servito a molto.
Sto ammollo per circa un ora, poi decidono di tirarmi fuori perchè così non si può andare avanti.
Sul lettino le contrazioni riprendono un po' ma io sono bollita e faccio fatica. Decidono anche di spostarmi di Sala parto perchè "se dovesse succedere qualcosa" sul letto della sala parto acqua i medici non lavorano bene. Mi alzo ed ho una bella contrazione che mi fa crollare sulle tette della ginecologa (che poi è la stessa che mi visitò quando andai in para per l'amniocentesi). Arriviamo nell'altra sala parto. Sono stanca, che non sento affatto le gambe, mi dicono di puntare e spingere, ma non ce la faccio. La Mimi è già impegnata nel canale del parto, l'ho sentita fare "stoc" mentre passava dal collo dell'utero quand'ero ancora in acqua.
Mi sento solo molto stanca e mi danno la maschera dell'ossigeno: cavoli il mio erogatore da sub è decisamente più comodo: se avessi avuto quello l'ossigeno l'avrei tirato molto meglio.
La ginecologa decide che provano con la manovra. In pratica ti strizzano come un tubetto per farti uscire il bebè come se fosse l'ultimo goccio di dentifricio.
Si è svolto tutto in uno o due minuti in cui io spingevo, rompevo un timpano alla ginecologa con uno degli acuti più acuti che abbia mai fatto, sentivo il bruciore dell'episiotomia e qualcosa di grosso che usciva da me. Marina era quasi fuori, seconda spinta con strizzata e fuori il resto del corpo.
La vedo per un istante ed esclamo:"E' bellissima". Forse ero in preda ad un delirio da stanchezza, visto che sembra che il 99% delle madri hanno una sorta di rifiuto e che non è "amore a prima vista". Tuttavia subito dopo realizzo: "Se sapevo che eri così grossa col cavolo che spingevo così tanto!"
E' uscita è finita, posso rilassarmi: il papà è di là che assiste al bagnetto.
No col cavolo! Non è finita: e il secondamento?
Intanto la Mimi è pulita e vestita e il papi me la porta.
"Ciao Amore, cavoli quanto pesi". Mi sento veramente esausta e la ri-dò al papà.
Sono talmente tanto stanca che ci metto un eternità ad espellere la placenta, anzi me la strattonano fuori,e per uno sputo non raggiungo nemmeno il peso minimo per la donazione del sague cordonale.
Iniziano quini le manovre di pulizia e di ricucitura, mentre cazzeggio con la ginecologa che sa che sono una vete.
Un infermiera mi dice: "Signora ora le verso dell'acqua: potrebbe sentire del bruciore dove ha la ferita"
Macchè! sento una magnifica frescura, anzi non ce ne sarebbe ancora un po'?
Dopo poco mi sento che qualcosa non va: sto per perdere i sensi.
Mi attaccano al volo a non so più quante flebo, un paio di intramuscolo e la testa bella in giù. Chiamano a consulto anche l'anestesista che c'ha un paio d'occhi azzurri da favola. Ma li usa per l'ipnosi come tecnica analgesica?
Comunque mi sento uno straccio.
Sto per ritornare in camera da letto, quando un'ostetrica guarda la collega che mi ha fatto scendere da lettino e le fa notare che vista la mia condizione forse è meglio portarmici in barella che a piedi o sulla sedia a rotelle. Mi mettono su una barella ma non mi riportano subito. Mi rendo conto che non sto per niente bene: beh non ci voleva molto per capirlo quando hanno chiamato l'anestesista, così finisce che mi mettono anche un bel catetere vescicale oltre a quello venoso, per non farmi alzare dal letto e mi cambiano un paio di flebo, poi mi portano in stanza. Solo il giorno dopo scopro di aver perso un litro di sangue.
Marina è alla Nursery perchè siamo già in orario parenti, e ci sono tutti quelli che contano della mia famiglia. Compresa la zia sfanculata la sera prima.
Sono stanca, bianca come un cencio fresco di bucato, ma non riesco a fare a meno di cazzeggiare. Alle mie amiche, mentre attendo e spero che mi diano qualcosa da mangiare, dico solo che mi sembra che mi sia passato sopra un tir via SMS: non voglio farle preoccupare sapendo che qualcosa non è andato per il verso giusto.
Poi me la portano ed è veramente bellissima come quando l'avevo vista ancora sporca e nuda come l'avevo fatta. Amore a prima vista? forse si dopotutto c'è sempre un 1%...