Dunque se non ci si tuffa, non si mangia e non si dorme, l'attività principale in barca è il cazzeggio. Attività a cui io non prendo facilmente parte, perché mi sento un po' fuori luogo, forse perché buona parte della compagnia si conosce da un sacco di tempo. Tuttavia quest'anno è venuto con noi un amico che non li conosceva affatto e si è messo a cazzeggiare con loro senza alcun problema, e se ci è riuscito lui potrei riuscirci anch'io quindi dalla prossima volta si cazzeggia! Il cazzeggio ha anche un gran vantaggio: per farlo non devi portarti nulla di pesante nel bagaglio, anche perché per quello serve il cer.. cer.. oddio non ricordo come si chiami, ma so che pesa poco.
Altri in barca Lavorano.
Io come al mio solito avevo libri e ricami, attività che sconsiglio a chiunque soffra un pelo il mal di mare. A me non fa ne caldo ne freddo, solo che in barca non riesco a ricamare come se fossi in treno pullman o macchina: troppo vento, perciò fili e schemi svolazzano rendendo il lavoro un supplizio più che un piacere. Quindi il ricamo è sconsigliato per la barca, ma ottimo in aereo: lo si può iniziare da prima del decollo e terminare quando si spengono i motori. Ovviamente non fate come me che mi sono portata dietro montagne di UFO da finire e che non hanno visto nemmeno una crocetta. Uno al massimo due UFO, o un ricamo nuovo che vi impegni per bene. Mi raccomando per l'aereo fili pre-tagliati e la forbicina nel bagaglio che va in stiva oppure preparatevi a dire addio alla vostra forbicina da ricamo quando passate dal metal detector. Ah ma volete pure sapere cosa ho ricamato? Ho portato avanti il regalo di compleanno per un'amica che ha fatto gli anni a settembre (opps!) si tratterebbe di quella tela che avete visto tempo fa divisa in 12 riquadri, e poi ho iniziato la copertina per il mio Log book, altrimenti detto registro delle immersioni. Se il primo non ve lo posso mostrare, il secondo però si!
Seguirà foto a lavoro terminato. Non nascondo che ogni volta che mmi metto dietro a qualche ricamo mi rendo conto che avrei voglia di terminare quelli che ho lì a mezzo e iniziarne di nuovi:, spero solo di riuscire a fare per bene il punto della situazione e a terminare gli avanzi e iniziare nuove cose.
Libri: portati dietro 3 finiti 2.
Terry Pratchett il tristo mietitore
Arthur Goldberg: memorie di una geisha
Lauren weisberger: al diavolo piace dolce
Partiamo dal primo: per chi non conosce Pratchett a vedere una copertina così
con sifatto titolo, viene in mente qualcosa di macrabro, gotico, vicino allo stile di Lovecraft (come mi stato detto, ma io non ho mai letto nulla di Lovecraft), ma nulla è più lontano dalla realtà pratchettiana! In Pratica La Morte, quella col mantello nero e la falce, viene licenziata e dal sul licenziamento ne scaturisce un caos che solo nel mondo disco può avvenire. Un Caos che vede protagonista il triste mietitore alla ricerca di un lavoro finendo in una fattoria dove il gallo non solo non si ricorda come si fa a cantare ma è pure dislessico e non riesce a leggere il cartello dove gli hanno scritto correttamente cosa deve cantare. Ora come è possibile che sia, questo,un romanzo gotico, o dark? Credo che chi ha giudicato male dalle apparenze se ne sia reso conto sentendomi ridere. Comunque la parte più divertente è stato spiegare alla guida elvetico egiziana che parla correttamente inglese francese tedesco spagnolo ed egiziano, capendo un po' di italiano, cosa accadeva nel libro e forse forse sono riuscita a creare un nuovo Pratchettiano interlingua, perché spiegare del mondo disco in inglese non è proprio facile facile.
Memorie di una geisha.
Questo libro non ha suscitato meraviglie o stupori alcuni: il che vuol dire che è troppo ordinario, ma bello veramente. Oddio mi sono ritrovata catupultata in due realtà esotiche: quella reale del mondo medio orientale “arabo”, e quella virtuale dell'estremo oriente nipponico, conturbata dal fascino di due realtà diverse sia in spazio che in tempo. Come ho scritto nel commento su anobii questo libro è fantastico per far nascere la curiosità verso al cultura nipponica, di cui attraverso i cartoni animati ne abbiamo ricevuto un infarinatura talvolta completamente sbagliata.
E con questo termino le cronache dal Mar Rosso, guardando al pioggerellina sottile che cade giù nella pianura padana, ripensando al fatto che pesci e subacquei hanno una cosa in comune; la curiosità: stai fermo 2 minuti in un punto e i pesci verranno ad osservarti, ma se lì attorno c'è un pesce pagliaccio lui verrà a cacciarti via dal suo territorio. Per fortuna che non sono più grossi di 10 cm!
(sta aggredendo la macchina fotografica di Luca se non si fosse capito!)
* le foto non sono presenti su wikipedia o su siti di subacquea. Mi rifiuto di mettere link a negozi di acquariologia per mostrarveli. Questi pesci non sono ne autoctoni ne domestici.
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