lunedì 27 ottobre 2008

Marsa Alam seconda parte.

La subacquea è uno sport che ti fa fare un sacco di fatica prima ancora di tuffarti in acqua, anzi una volta che sei in acqua di fatica ne fai poca, o meglio non la senti esageratamente.
Tutto incomincia dal mettere il gav (giubbetto ad assetto variabile) sulla bombola: tirare la cinghia di bloccaggio non è facile perché la devi stringere bene bene, altrimenti la bombola scivola e non è mai bello. Però in una crociera questo è un compito che fai appena arrivi in barca e poi non lo fai più perché la bombola viene ricaricata stando attaccata al gav: infatti per ricaricarla basta staccare il gruppo degli erogatori, quella serie di “tubi” che ti permettono di respirare di gonfiare il gav  (altrimenti perché si chiamerebbe “giubbetto a d assetto variabile”?) sapere quanta aria hai e permettere a qualcun altro che abbia finito troppo velocemente la sua bombola di respirare un po' dalla tua.
La vera fatica per immersione sta nella muta.
Umida o semistagna, non saprei dire se c'è differenza nell'indossarla, ma  a me è stata prestata una semistagna ed ogni volta che la dovevo mettere era un rosario di accidenti. La prima volta perché l'ho messa “a secco”. Ecco una cosa che una muta si rifiuta di fare, è di essere collaborativa a secco: cioè se non la bagni (e non ti bagni) col cavolo che sale! E ti fai “male” alle mani, cioè a tirarla su fai tanto di quello sforzo che poi ti fanno male. Quindi per fare meno sforzo il trucco è bagnarsi e  fare il tutto il più velocemente possibile di modo che l'acqua non evapori. In barca non c'è una doccia sotto la quale ti butti tu e la muta per bagnarti, ma si fa a secchiate e quando sei quella che fa immersioni separate, che sorride e dice “grazie” all'equipaggio, le secchiate arrivano abbondanti, generose, e alla fine per divertimento più loro che reale e aiuto, ma più c'è acqua e più la muta scivola che è un piacere, quindi stai al gioco e via.
Il passo successivo è la cintura dei pesi, quella che ti permette di “affondare”. Già di affondare, perché se naturalmente per via dei polmoni galleggiamo (chi più chi meno), con la muta galleggiamo ancora di più e come fai ad andare giù se stai galleggiando? Usando un po' di piombo che nel mio caso si aggirava intorno a 10 kg: 6 in cintura, e 4 sul gav. Sei kg di piombo sulla vita non sono poi tanti, ma poi devi metterti il gav, che oltre ai 4 kg di cui sopra è gravato del peso della bombola che non è poi poco se si pensa che è un aggeggio che contiene aria sottopressione.
Infine il colpo di grazia: le pinne. Le pinne che si usano nella subaquea sono un po' più lunghe di quelle che si comprano nei bazar al mare per nuotare alla buona e un bel po' più corte di quelle da apnea, ma sono ugualmente scomode per camminarci e quel metro che devi fare per buttarti in acqua può essere la cosa più complicata del mondo. Fortunatamente sono pinne in due pezzi: una scarpetta comoda per camminare e la pinna vera e propria che si stringe con  un cinghiolo dietro al tallone. Questo ovviamente ti permette di camminare meglio di quanto già stai facendo a fatica con tutto il popo' di armamentario che hai addosso.
Quindi ti rimane da mettere la maschera preventivamente sputazzata e sciacquata in acqua per evitare che si appanni, e l'erogatore in bocca, spostarti sul bordo della piattaforma e....


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pg4pg5pg6SPLASH!

1 commento:

  1. che invidia.....pure io, pure io...un bel tuffo!Io adoro il mare e tutte le cose ad esso correlate..tranne il pesce...preferisco la carne!Era solo x informarti che sbavo per la tua vacanza...;-)

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