Per il calendario è questa la notte in cui di aprono le porte che ci separano dal mondo degli spiriti, ed inaugura un nuovo anno secondo la tradiziona celtica, ma per me il calendario non ci azzecca mai.
Per me, da un punto di vista strettamente personale, è un momento molto bello: Ho passato un mese di ottobre piuttosto turbolento con 2 proposte in 2 Pronto soccorso distanti una ventina di km tra di loro e con orari poco compatibili; ho passato una bella vacanza nella seconda metà del mese, e ieri per la prima volta sono andata in PSVL non a gratisse come ho fatto per parecchi mesi,ma per il mio primo giorno di lavoro. Direi che come inizio anno, secondo il calendario dei Tuatha de Danann, non è niente male.
Ma parliamo del primo giorno lavorativo.
No niente emozione da scolaretta: in realtà ieri mattina ci ho messo un po' a realizzare che non stavo andando a Gratisse in PSVL, ma che finalmente venivo pagata per essere là. La degenza era piuttosto vuota: 3 gatti, un cane e un gattino, poco da fare fortunatamente rispetto ad altre giornate che ho visto, se non fosse che il gatto Bagus ha fatto di tutto per essere star della giornata con effetti tipo l'esorcista, che comportavano il cambio della gabbia di degenza, la pulizia di quella precedentemente occupata, il lavaggio del pavimento e a mezza giornata pure il cambio del mio camice....
Per ieri mi posso ritenere fortunata: è stata una giornata tutto sommato molto tranquilla, per gli standard del PSVL. E da oggi può scatenarsi l'inferno che tanto sono pronta, dopo il gatto da esorcizzare!
Si dice "non dire gatto finchè non ce l'hai nel sacco" ma se il gatto in questione è il gatto dagli stivali e il sacco è quello che usa per la caccia essere nel suo sacco con il gatto esattamente che significa? Blog di una "mi-faccio-i-fatti-miei blogger": blog fatto di pensieri, aneddoti, fatti di vita quotidiana e scazzi vari.
venerdì 31 ottobre 2008
scambi di SMS madre figlia alle 6.56 di venerdì mattina:
Mamma GDS: Laura vuoi una Veneziana*?
LauraGDS: preferirei una tapparella.
e con questo credo di sentire mia madre dal piano di sotto che mi ci stia mandando...
(*mia mamma lavora in una nota casa dolciaria e da quando ero piccola vedo panettoni, pandori e veneziane dalla metà di settembre in poi)
Mamma GDS: Laura vuoi una Veneziana*?
LauraGDS: preferirei una tapparella.
e con questo credo di sentire mia madre dal piano di sotto che mi ci stia mandando...
(*mia mamma lavora in una nota casa dolciaria e da quando ero piccola vedo panettoni, pandori e veneziane dalla metà di settembre in poi)
mercoledì 29 ottobre 2008
Va bene, va bene , ho capito che il mio blog è visitato solo da idrofobici all'ennesima potenza e che di un tuffo in acqua non se ne parla nemmeno, quindi mentre io inizio a soffrire il mal di barriera e a desiderare dopo quattro giorni dal rientro un tuffo per vedere pesci farfalla, angelo reale , chirurgo *, pseudocromidi * , spugne, coralli e conchiglie, farò uno sforzo per parlarvi delle attività extra subacquee escludendo il mangiare e il dormire.
Dunque se non ci si tuffa, non si mangia e non si dorme, l'attività principale in barca è il cazzeggio. Attività a cui io non prendo facilmente parte, perché mi sento un po' fuori luogo, forse perché buona parte della compagnia si conosce da un sacco di tempo. Tuttavia quest'anno è venuto con noi un amico che non li conosceva affatto e si è messo a cazzeggiare con loro senza alcun problema, e se ci è riuscito lui potrei riuscirci anch'io quindi dalla prossima volta si cazzeggia! Il cazzeggio ha anche un gran vantaggio: per farlo non devi portarti nulla di pesante nel bagaglio, anche perché per quello serve il cer.. cer.. oddio non ricordo come si chiami, ma so che pesa poco.
Altri in barca Lavorano.
Io come al mio solito avevo libri e ricami, attività che sconsiglio a chiunque soffra un pelo il mal di mare. A me non fa ne caldo ne freddo, solo che in barca non riesco a ricamare come se fossi in treno pullman o macchina: troppo vento, perciò fili e schemi svolazzano rendendo il lavoro un supplizio più che un piacere. Quindi il ricamo è sconsigliato per la barca, ma ottimo in aereo: lo si può iniziare da prima del decollo e terminare quando si spengono i motori. Ovviamente non fate come me che mi sono portata dietro montagne di UFO da finire e che non hanno visto nemmeno una crocetta. Uno al massimo due UFO, o un ricamo nuovo che vi impegni per bene. Mi raccomando per l'aereo fili pre-tagliati e la forbicina nel bagaglio che va in stiva oppure preparatevi a dire addio alla vostra forbicina da ricamo quando passate dal metal detector. Ah ma volete pure sapere cosa ho ricamato? Ho portato avanti il regalo di compleanno per un'amica che ha fatto gli anni a settembre (opps!) si tratterebbe di quella tela che avete visto tempo fa divisa in 12 riquadri, e poi ho iniziato la copertina per il mio Log book, altrimenti detto registro delle immersioni. Se il primo non ve lo posso mostrare, il secondo però si!
Seguirà foto a lavoro terminato. Non nascondo che ogni volta che mmi metto dietro a qualche ricamo mi rendo conto che avrei voglia di terminare quelli che ho lì a mezzo e iniziarne di nuovi:, spero solo di riuscire a fare per bene il punto della situazione e a terminare gli avanzi e iniziare nuove cose.
Libri: portati dietro 3 finiti 2.
Terry Pratchett il tristo mietitore
Arthur Goldberg: memorie di una geisha
Lauren weisberger: al diavolo piace dolce
Partiamo dal primo: per chi non conosce Pratchett a vedere una copertina così
con sifatto titolo, viene in mente qualcosa di macrabro, gotico, vicino allo stile di Lovecraft (come mi stato detto, ma io non ho mai letto nulla di Lovecraft), ma nulla è più lontano dalla realtà pratchettiana! In Pratica La Morte, quella col mantello nero e la falce, viene licenziata e dal sul licenziamento ne scaturisce un caos che solo nel mondo disco può avvenire. Un Caos che vede protagonista il triste mietitore alla ricerca di un lavoro finendo in una fattoria dove il gallo non solo non si ricorda come si fa a cantare ma è pure dislessico e non riesce a leggere il cartello dove gli hanno scritto correttamente cosa deve cantare. Ora come è possibile che sia, questo,un romanzo gotico, o dark? Credo che chi ha giudicato male dalle apparenze se ne sia reso conto sentendomi ridere. Comunque la parte più divertente è stato spiegare alla guida elvetico egiziana che parla correttamente inglese francese tedesco spagnolo ed egiziano, capendo un po' di italiano, cosa accadeva nel libro e forse forse sono riuscita a creare un nuovo Pratchettiano interlingua, perché spiegare del mondo disco in inglese non è proprio facile facile.
Memorie di una geisha.
Questo libro non ha suscitato meraviglie o stupori alcuni: il che vuol dire che è troppo ordinario, ma bello veramente. Oddio mi sono ritrovata catupultata in due realtà esotiche: quella reale del mondo medio orientale “arabo”, e quella virtuale dell'estremo oriente nipponico, conturbata dal fascino di due realtà diverse sia in spazio che in tempo. Come ho scritto nel commento su anobii questo libro è fantastico per far nascere la curiosità verso al cultura nipponica, di cui attraverso i cartoni animati ne abbiamo ricevuto un infarinatura talvolta completamente sbagliata.
E con questo termino le cronache dal Mar Rosso, guardando al pioggerellina sottile che cade giù nella pianura padana, ripensando al fatto che pesci e subacquei hanno una cosa in comune; la curiosità: stai fermo 2 minuti in un punto e i pesci verranno ad osservarti, ma se lì attorno c'è un pesce pagliaccio lui verrà a cacciarti via dal suo territorio. Per fortuna che non sono più grossi di 10 cm!
(sta aggredendo la macchina fotografica di Luca se non si fosse capito!)
* le foto non sono presenti su wikipedia o su siti di subacquea. Mi rifiuto di mettere link a negozi di acquariologia per mostrarveli. Questi pesci non sono ne autoctoni ne domestici.
Dunque se non ci si tuffa, non si mangia e non si dorme, l'attività principale in barca è il cazzeggio. Attività a cui io non prendo facilmente parte, perché mi sento un po' fuori luogo, forse perché buona parte della compagnia si conosce da un sacco di tempo. Tuttavia quest'anno è venuto con noi un amico che non li conosceva affatto e si è messo a cazzeggiare con loro senza alcun problema, e se ci è riuscito lui potrei riuscirci anch'io quindi dalla prossima volta si cazzeggia! Il cazzeggio ha anche un gran vantaggio: per farlo non devi portarti nulla di pesante nel bagaglio, anche perché per quello serve il cer.. cer.. oddio non ricordo come si chiami, ma so che pesa poco.
Altri in barca Lavorano.
Io come al mio solito avevo libri e ricami, attività che sconsiglio a chiunque soffra un pelo il mal di mare. A me non fa ne caldo ne freddo, solo che in barca non riesco a ricamare come se fossi in treno pullman o macchina: troppo vento, perciò fili e schemi svolazzano rendendo il lavoro un supplizio più che un piacere. Quindi il ricamo è sconsigliato per la barca, ma ottimo in aereo: lo si può iniziare da prima del decollo e terminare quando si spengono i motori. Ovviamente non fate come me che mi sono portata dietro montagne di UFO da finire e che non hanno visto nemmeno una crocetta. Uno al massimo due UFO, o un ricamo nuovo che vi impegni per bene. Mi raccomando per l'aereo fili pre-tagliati e la forbicina nel bagaglio che va in stiva oppure preparatevi a dire addio alla vostra forbicina da ricamo quando passate dal metal detector. Ah ma volete pure sapere cosa ho ricamato? Ho portato avanti il regalo di compleanno per un'amica che ha fatto gli anni a settembre (opps!) si tratterebbe di quella tela che avete visto tempo fa divisa in 12 riquadri, e poi ho iniziato la copertina per il mio Log book, altrimenti detto registro delle immersioni. Se il primo non ve lo posso mostrare, il secondo però si!
Seguirà foto a lavoro terminato. Non nascondo che ogni volta che mmi metto dietro a qualche ricamo mi rendo conto che avrei voglia di terminare quelli che ho lì a mezzo e iniziarne di nuovi:, spero solo di riuscire a fare per bene il punto della situazione e a terminare gli avanzi e iniziare nuove cose.
Libri: portati dietro 3 finiti 2.
Terry Pratchett il tristo mietitore
Arthur Goldberg: memorie di una geisha
Lauren weisberger: al diavolo piace dolce
Partiamo dal primo: per chi non conosce Pratchett a vedere una copertina così
con sifatto titolo, viene in mente qualcosa di macrabro, gotico, vicino allo stile di Lovecraft (come mi stato detto, ma io non ho mai letto nulla di Lovecraft), ma nulla è più lontano dalla realtà pratchettiana! In Pratica La Morte, quella col mantello nero e la falce, viene licenziata e dal sul licenziamento ne scaturisce un caos che solo nel mondo disco può avvenire. Un Caos che vede protagonista il triste mietitore alla ricerca di un lavoro finendo in una fattoria dove il gallo non solo non si ricorda come si fa a cantare ma è pure dislessico e non riesce a leggere il cartello dove gli hanno scritto correttamente cosa deve cantare. Ora come è possibile che sia, questo,un romanzo gotico, o dark? Credo che chi ha giudicato male dalle apparenze se ne sia reso conto sentendomi ridere. Comunque la parte più divertente è stato spiegare alla guida elvetico egiziana che parla correttamente inglese francese tedesco spagnolo ed egiziano, capendo un po' di italiano, cosa accadeva nel libro e forse forse sono riuscita a creare un nuovo Pratchettiano interlingua, perché spiegare del mondo disco in inglese non è proprio facile facile.
Memorie di una geisha.
Questo libro non ha suscitato meraviglie o stupori alcuni: il che vuol dire che è troppo ordinario, ma bello veramente. Oddio mi sono ritrovata catupultata in due realtà esotiche: quella reale del mondo medio orientale “arabo”, e quella virtuale dell'estremo oriente nipponico, conturbata dal fascino di due realtà diverse sia in spazio che in tempo. Come ho scritto nel commento su anobii questo libro è fantastico per far nascere la curiosità verso al cultura nipponica, di cui attraverso i cartoni animati ne abbiamo ricevuto un infarinatura talvolta completamente sbagliata.
E con questo termino le cronache dal Mar Rosso, guardando al pioggerellina sottile che cade giù nella pianura padana, ripensando al fatto che pesci e subacquei hanno una cosa in comune; la curiosità: stai fermo 2 minuti in un punto e i pesci verranno ad osservarti, ma se lì attorno c'è un pesce pagliaccio lui verrà a cacciarti via dal suo territorio. Per fortuna che non sono più grossi di 10 cm!
(sta aggredendo la macchina fotografica di Luca se non si fosse capito!)
* le foto non sono presenti su wikipedia o su siti di subacquea. Mi rifiuto di mettere link a negozi di acquariologia per mostrarveli. Questi pesci non sono ne autoctoni ne domestici.
lunedì 27 ottobre 2008
Marsa Alam seconda parte.
La subacquea è uno sport che ti fa fare un sacco di fatica prima ancora di tuffarti in acqua, anzi una volta che sei in acqua di fatica ne fai poca, o meglio non la senti esageratamente.
Tutto incomincia dal mettere il gav (giubbetto ad assetto variabile) sulla bombola: tirare la cinghia di bloccaggio non è facile perché la devi stringere bene bene, altrimenti la bombola scivola e non è mai bello. Però in una crociera questo è un compito che fai appena arrivi in barca e poi non lo fai più perché la bombola viene ricaricata stando attaccata al gav: infatti per ricaricarla basta staccare il gruppo degli erogatori, quella serie di “tubi” che ti permettono di respirare di gonfiare il gav (altrimenti perché si chiamerebbe “giubbetto a d assetto variabile”?) sapere quanta aria hai e permettere a qualcun altro che abbia finito troppo velocemente la sua bombola di respirare un po' dalla tua.
La vera fatica per immersione sta nella muta.
Umida o semistagna, non saprei dire se c'è differenza nell'indossarla, ma a me è stata prestata una semistagna ed ogni volta che la dovevo mettere era un rosario di accidenti. La prima volta perché l'ho messa “a secco”. Ecco una cosa che una muta si rifiuta di fare, è di essere collaborativa a secco: cioè se non la bagni (e non ti bagni) col cavolo che sale! E ti fai “male” alle mani, cioè a tirarla su fai tanto di quello sforzo che poi ti fanno male. Quindi per fare meno sforzo il trucco è bagnarsi e fare il tutto il più velocemente possibile di modo che l'acqua non evapori. In barca non c'è una doccia sotto la quale ti butti tu e la muta per bagnarti, ma si fa a secchiate e quando sei quella che fa immersioni separate, che sorride e dice “grazie” all'equipaggio, le secchiate arrivano abbondanti, generose, e alla fine per divertimento più loro che reale e aiuto, ma più c'è acqua e più la muta scivola che è un piacere, quindi stai al gioco e via.
Il passo successivo è la cintura dei pesi, quella che ti permette di “affondare”. Già di affondare, perché se naturalmente per via dei polmoni galleggiamo (chi più chi meno), con la muta galleggiamo ancora di più e come fai ad andare giù se stai galleggiando? Usando un po' di piombo che nel mio caso si aggirava intorno a 10 kg: 6 in cintura, e 4 sul gav. Sei kg di piombo sulla vita non sono poi tanti, ma poi devi metterti il gav, che oltre ai 4 kg di cui sopra è gravato del peso della bombola che non è poi poco se si pensa che è un aggeggio che contiene aria sottopressione.
Infine il colpo di grazia: le pinne. Le pinne che si usano nella subaquea sono un po' più lunghe di quelle che si comprano nei bazar al mare per nuotare alla buona e un bel po' più corte di quelle da apnea, ma sono ugualmente scomode per camminarci e quel metro che devi fare per buttarti in acqua può essere la cosa più complicata del mondo. Fortunatamente sono pinne in due pezzi: una scarpetta comoda per camminare e la pinna vera e propria che si stringe con un cinghiolo dietro al tallone. Questo ovviamente ti permette di camminare meglio di quanto già stai facendo a fatica con tutto il popo' di armamentario che hai addosso.
Quindi ti rimane da mettere la maschera preventivamente sputazzata e sciacquata in acqua per evitare che si appanni, e l'erogatore in bocca, spostarti sul bordo della piattaforma e....
La subacquea è uno sport che ti fa fare un sacco di fatica prima ancora di tuffarti in acqua, anzi una volta che sei in acqua di fatica ne fai poca, o meglio non la senti esageratamente.
Tutto incomincia dal mettere il gav (giubbetto ad assetto variabile) sulla bombola: tirare la cinghia di bloccaggio non è facile perché la devi stringere bene bene, altrimenti la bombola scivola e non è mai bello. Però in una crociera questo è un compito che fai appena arrivi in barca e poi non lo fai più perché la bombola viene ricaricata stando attaccata al gav: infatti per ricaricarla basta staccare il gruppo degli erogatori, quella serie di “tubi” che ti permettono di respirare di gonfiare il gav (altrimenti perché si chiamerebbe “giubbetto a d assetto variabile”?) sapere quanta aria hai e permettere a qualcun altro che abbia finito troppo velocemente la sua bombola di respirare un po' dalla tua.
La vera fatica per immersione sta nella muta.
Umida o semistagna, non saprei dire se c'è differenza nell'indossarla, ma a me è stata prestata una semistagna ed ogni volta che la dovevo mettere era un rosario di accidenti. La prima volta perché l'ho messa “a secco”. Ecco una cosa che una muta si rifiuta di fare, è di essere collaborativa a secco: cioè se non la bagni (e non ti bagni) col cavolo che sale! E ti fai “male” alle mani, cioè a tirarla su fai tanto di quello sforzo che poi ti fanno male. Quindi per fare meno sforzo il trucco è bagnarsi e fare il tutto il più velocemente possibile di modo che l'acqua non evapori. In barca non c'è una doccia sotto la quale ti butti tu e la muta per bagnarti, ma si fa a secchiate e quando sei quella che fa immersioni separate, che sorride e dice “grazie” all'equipaggio, le secchiate arrivano abbondanti, generose, e alla fine per divertimento più loro che reale e aiuto, ma più c'è acqua e più la muta scivola che è un piacere, quindi stai al gioco e via.
Il passo successivo è la cintura dei pesi, quella che ti permette di “affondare”. Già di affondare, perché se naturalmente per via dei polmoni galleggiamo (chi più chi meno), con la muta galleggiamo ancora di più e come fai ad andare giù se stai galleggiando? Usando un po' di piombo che nel mio caso si aggirava intorno a 10 kg: 6 in cintura, e 4 sul gav. Sei kg di piombo sulla vita non sono poi tanti, ma poi devi metterti il gav, che oltre ai 4 kg di cui sopra è gravato del peso della bombola che non è poi poco se si pensa che è un aggeggio che contiene aria sottopressione.
Infine il colpo di grazia: le pinne. Le pinne che si usano nella subaquea sono un po' più lunghe di quelle che si comprano nei bazar al mare per nuotare alla buona e un bel po' più corte di quelle da apnea, ma sono ugualmente scomode per camminarci e quel metro che devi fare per buttarti in acqua può essere la cosa più complicata del mondo. Fortunatamente sono pinne in due pezzi: una scarpetta comoda per camminare e la pinna vera e propria che si stringe con un cinghiolo dietro al tallone. Questo ovviamente ti permette di camminare meglio di quanto già stai facendo a fatica con tutto il popo' di armamentario che hai addosso.
Quindi ti rimane da mettere la maschera preventivamente sputazzata e sciacquata in acqua per evitare che si appanni, e l'erogatore in bocca, spostarti sul bordo della piattaforma e....
SPLASH!
domenica 26 ottobre 2008
Sono tornata!
Non avrei mai pensato di dirlo, ma una vacanza mi ci voleva proprio!
Ho staccato la spina, mi sono rilassata, divertita, ho dormito e come al solito, non mi sono abbronzata. Si perché a me di essere abbronzata non m'importa poi tanto: ci sto un po' al sole e poi quando, nonostante la protezione solare, sento la pelle scottare preferisco trasferirmi all'ombra, che comunque non essendo ottenuta con una copertura in piombo, un po' di sole passa sempre, quel po' che basta per ustionarsi se non metti la crema o abbronzarsi appena appena, se te la sei messa.
Sono stata a Marsa alam.
Prima della partenza credevo che marsa alam fosse una città, piccola o grande che fosse, ed invece ho scoperto che in pratica è il nome di una regione, e che quella che potrebbe essere la “città di marsa alam” che trovate sulle cartine è un piccolo agglomerato di case senza nemmeno un porto, ma con appena una rada dove attraccano le barche che caricano e scaricano i turisti via gommone.
Perciò vengo subito alla nota dolente: per chi si aspetta un souvenir o una cartolina, mi duole dire che non ce ne saranno, per il semplice fatto che:
A - siamo scesi a terra poco prima di essere messi sul pullman per andare all'aeroporto
B - non esistendo un paese turistico non esistono nemmeno negozi per turisti.
C – in aeroporto trovo sigarette profumi cammelli di peluche souvenir a prezzi esorbitanti ma niente, e sottolineo niente, cartoline.
Poi angolo della confessione: non è la prima volta che vado in Egitto. Ci sono stata l'anno scorso sharm el sheik, ma non ho mai scritto niente, tranne forse qualche accenno poco prima di partire questa volta. Comunque Sharm, a differenza di marsa alam, è studiata per i turisti: tant'è che la vera sharm el sheik, altrimenti detta sharm vecchia, è tipica, ed ha la sua succursale da “lungomare” che si chiama Naama Bay, piena di locali negozi e qualche albergo, ma in pratica un certo di svago e divertimento per turisti. Marsa Alam al di fuori di quello che possono offrire i villaggi non mi pare abbia molto, a parte il deserto e la vita tipica del posto.
Come dicevo sono stata sbarcata, il che è in aperto contrasto con la mia conoscenza del villaggio turistico: il fatto è che prima di essere imbarcati, per una serie di disguidi che ci hanno portato alla non lieta sorpresa del cambio barca (insomma ne avevamo scelta una figa ed avevamo pagato qualcosa in più per avere quella e ci hanno rifilato una ciofeca rugginosa e scrostata dicendoci che era migliore solo perché aveva televisore e frigo in cabina oggetti che non si potevano usare contemporaneamente perché c'era una sola presa di corrente per entrambi), siamo stati parcheggiati in un villaggio turistico a Port Ghalib (o Ghaleb) al cui interno oltre al ristorante e al ber c'era il diving center (che non può mancare visto che sul Mar Rosso non ci si va per il sole, ma per i pesci) 2 negozi di souvenir e un parrucchiere. Solo al ritorno ho compreso che quella era l'unica opportunità per poter acquistare cartoline (brutte per la verità: ci avevamo pensato di assolvere all'incombenza “cartoline” mentre eravamo lì ma non ci ispiravano poi molto) e quant'altro.
Quindi mentre vi sarete già persi nei meandri dei dettagli vi richiamo alla mente che ero in crociera per fare immersioni e le ho fatte! Altrimenti a cosa ho fatto a fare il brevetto Open Water e le ripetizioni in piscina prima di partire?
Cercherò di non limitarmi a un semplice “bellissimo!” reale, ed altrettanto inefficace a spiegare la situazione, perciò con parole adatte a comuni mortali fuori dal gergo dei subacquei cercherò di spiegare a tutti anche a chi ha, con l'acqua, l'affabilità di un gatto idrofobico, il bello del tutto.
Partiamo dallo stendere un velo pietoso sulla prima immersione, durata forse 5 minuti dacché sono entrata in acqua a quando sono risalita in barca con una profondità massima raggiunta di un metro. Dalla piscina, dove si impara, al mare il passo è notevole: e lo sgomento e il senso di smarrimento che si prova può essere notevole ed è ciò che il primo giorno mi ha impedito di scendere, però non è stato sufficientemente spaventevole per farmi desistere. Infatti il giorno dopo sono scesa e portata in giro per mano dal mio istruttore in un posto bellissimo chiamato Malahi. Immaginatevi di essere dentro a un tempio con tante colonne, che però sono disposte in modo casuale e non sono dritte, ma sono piramidali, a otto, a fungo, a albero frondoso, e per nulla lisce piene di cose strane a ventaglio bucato, a coppa a tubi contorti, a vaso dal bordo frastagliato che le ricoprano tutte, con sciami di “cose che si muovono più o meno freneticamente” tutt'attorno, e che soprattutto non stiate camminando sul pavimento ma stiate sospesi a mezz'aria sdraiati sulla pancia. Ecco questo è quello che si vede immergendosi in un posto come Malahi, un posto ottimo per la prima immersione della propria vita in mare dove sei talmente distratto dalle cose belle da vedere che all'assetto, all'aria nella bombola e ai metri d'acqua sopra di te non ci pensi, ti diverti e ti appassioni e vualà! il gioco è fatto si è creato un nuovo appassionato di subacquea. Se poi ti avvicini ad una di queste colonne, che in gergo si chiamano pinnacoli, ne vedi di ogni: è come guardare un acquario dal di dentro solo che ci sono 100 volte più cose e più pesci da vedere in immersione che in un acquario che abbia la stessa capacità di litri d'acqua del tuo campo visivo là sotto.
Fine del primo resoconto, altrimenti sto qua tutto il giorno a scrivere ed ho tutta la roba da lavare e sistemare col fatto che fuori c'è già la nebbia (se penso che ieri mattina mi sono svegliata con un bel sole caldo :( !!!) e farla asciugare sarà un dramma!
E poi devo pure fare i conti con il mal di terra. Cosa non sapete cos'è? Beh quella sensazione che ti fa sentire di essere in barca e che tutto ondeggi anche se in realtà non è affatto possibile!
Non avrei mai pensato di dirlo, ma una vacanza mi ci voleva proprio!
Ho staccato la spina, mi sono rilassata, divertita, ho dormito e come al solito, non mi sono abbronzata. Si perché a me di essere abbronzata non m'importa poi tanto: ci sto un po' al sole e poi quando, nonostante la protezione solare, sento la pelle scottare preferisco trasferirmi all'ombra, che comunque non essendo ottenuta con una copertura in piombo, un po' di sole passa sempre, quel po' che basta per ustionarsi se non metti la crema o abbronzarsi appena appena, se te la sei messa.
Sono stata a Marsa alam.
Prima della partenza credevo che marsa alam fosse una città, piccola o grande che fosse, ed invece ho scoperto che in pratica è il nome di una regione, e che quella che potrebbe essere la “città di marsa alam” che trovate sulle cartine è un piccolo agglomerato di case senza nemmeno un porto, ma con appena una rada dove attraccano le barche che caricano e scaricano i turisti via gommone.
Perciò vengo subito alla nota dolente: per chi si aspetta un souvenir o una cartolina, mi duole dire che non ce ne saranno, per il semplice fatto che:
A - siamo scesi a terra poco prima di essere messi sul pullman per andare all'aeroporto
B - non esistendo un paese turistico non esistono nemmeno negozi per turisti.
C – in aeroporto trovo sigarette profumi cammelli di peluche souvenir a prezzi esorbitanti ma niente, e sottolineo niente, cartoline.
Poi angolo della confessione: non è la prima volta che vado in Egitto. Ci sono stata l'anno scorso sharm el sheik, ma non ho mai scritto niente, tranne forse qualche accenno poco prima di partire questa volta. Comunque Sharm, a differenza di marsa alam, è studiata per i turisti: tant'è che la vera sharm el sheik, altrimenti detta sharm vecchia, è tipica, ed ha la sua succursale da “lungomare” che si chiama Naama Bay, piena di locali negozi e qualche albergo, ma in pratica un certo di svago e divertimento per turisti. Marsa Alam al di fuori di quello che possono offrire i villaggi non mi pare abbia molto, a parte il deserto e la vita tipica del posto.
Come dicevo sono stata sbarcata, il che è in aperto contrasto con la mia conoscenza del villaggio turistico: il fatto è che prima di essere imbarcati, per una serie di disguidi che ci hanno portato alla non lieta sorpresa del cambio barca (insomma ne avevamo scelta una figa ed avevamo pagato qualcosa in più per avere quella e ci hanno rifilato una ciofeca rugginosa e scrostata dicendoci che era migliore solo perché aveva televisore e frigo in cabina oggetti che non si potevano usare contemporaneamente perché c'era una sola presa di corrente per entrambi), siamo stati parcheggiati in un villaggio turistico a Port Ghalib (o Ghaleb) al cui interno oltre al ristorante e al ber c'era il diving center (che non può mancare visto che sul Mar Rosso non ci si va per il sole, ma per i pesci) 2 negozi di souvenir e un parrucchiere. Solo al ritorno ho compreso che quella era l'unica opportunità per poter acquistare cartoline (brutte per la verità: ci avevamo pensato di assolvere all'incombenza “cartoline” mentre eravamo lì ma non ci ispiravano poi molto) e quant'altro.
Quindi mentre vi sarete già persi nei meandri dei dettagli vi richiamo alla mente che ero in crociera per fare immersioni e le ho fatte! Altrimenti a cosa ho fatto a fare il brevetto Open Water e le ripetizioni in piscina prima di partire?
Cercherò di non limitarmi a un semplice “bellissimo!” reale, ed altrettanto inefficace a spiegare la situazione, perciò con parole adatte a comuni mortali fuori dal gergo dei subacquei cercherò di spiegare a tutti anche a chi ha, con l'acqua, l'affabilità di un gatto idrofobico, il bello del tutto.
Partiamo dallo stendere un velo pietoso sulla prima immersione, durata forse 5 minuti dacché sono entrata in acqua a quando sono risalita in barca con una profondità massima raggiunta di un metro. Dalla piscina, dove si impara, al mare il passo è notevole: e lo sgomento e il senso di smarrimento che si prova può essere notevole ed è ciò che il primo giorno mi ha impedito di scendere, però non è stato sufficientemente spaventevole per farmi desistere. Infatti il giorno dopo sono scesa e portata in giro per mano dal mio istruttore in un posto bellissimo chiamato Malahi. Immaginatevi di essere dentro a un tempio con tante colonne, che però sono disposte in modo casuale e non sono dritte, ma sono piramidali, a otto, a fungo, a albero frondoso, e per nulla lisce piene di cose strane a ventaglio bucato, a coppa a tubi contorti, a vaso dal bordo frastagliato che le ricoprano tutte, con sciami di “cose che si muovono più o meno freneticamente” tutt'attorno, e che soprattutto non stiate camminando sul pavimento ma stiate sospesi a mezz'aria sdraiati sulla pancia. Ecco questo è quello che si vede immergendosi in un posto come Malahi, un posto ottimo per la prima immersione della propria vita in mare dove sei talmente distratto dalle cose belle da vedere che all'assetto, all'aria nella bombola e ai metri d'acqua sopra di te non ci pensi, ti diverti e ti appassioni e vualà! il gioco è fatto si è creato un nuovo appassionato di subacquea. Se poi ti avvicini ad una di queste colonne, che in gergo si chiamano pinnacoli, ne vedi di ogni: è come guardare un acquario dal di dentro solo che ci sono 100 volte più cose e più pesci da vedere in immersione che in un acquario che abbia la stessa capacità di litri d'acqua del tuo campo visivo là sotto.
Fine del primo resoconto, altrimenti sto qua tutto il giorno a scrivere ed ho tutta la roba da lavare e sistemare col fatto che fuori c'è già la nebbia (se penso che ieri mattina mi sono svegliata con un bel sole caldo :( !!!) e farla asciugare sarà un dramma!
E poi devo pure fare i conti con il mal di terra. Cosa non sapete cos'è? Beh quella sensazione che ti fa sentire di essere in barca e che tutto ondeggi anche se in realtà non è affatto possibile!
venerdì 17 ottobre 2008
giovedì 16 ottobre 2008
mercoledì 15 ottobre 2008
Un Post sull'amicizia.
vado mi sparo le mie 11 ore e mezza di PSV torno e cosa mi trovo sul blog di Krishel? questo premio qua.
Il premio sull'amicizia.
Ora, non c'ho voglia di spiegare il meccanismo del gioco, ma elenco i miei bloggers Amici, di cui la maggior parte sono Amiche da prima che si aprissero un blog, ma se siamo diventate amiche è tutto merito di internet che ci ha fatte incontrare.
Fantasy meg. Una la pensa e l'altra la dice: questo è il riassunto della nostra amicizia. Storia nata da uno scambio rapido di battute.
"fantasymeg: ho un coniglio che si chiama Benjamin
Laura GDS: e Peter?
fantasymeg: purtroppo è morto."
Se non capite il riferimento Benjamin, Peter e coniglio, vi consiglio prima una ricerca su google e poi un salto in una libreria ben fornita.
Mamigà: quando non sono acida io lo è lei per tutte e due, ma non sono sicura lo vorrà mai ammettere. C'è una frase che ripeto spesso a mamigà quando voglio prenderla in giro perchè anche se ormai non è più un rinfacciare la punzecchia nel suo animo.
Krishel: l'incontro si potrebbe definire "maggico". Se leggete il mio blog e il suo starete li a chiedervi " beh, ma ste due che c'hanno in comune?" Forse niente, o forse quello che abbiamo in comune non è dato sapere ai oiù.
Sicuramente a loro tre va dato il premio amicizia.
Poi ci sono una svalangata di blog bloggers e persone non legate a questo mondo che andrebbero menzionate, ma non c'ho tempo!!!!!
vado mi sparo le mie 11 ore e mezza di PSV torno e cosa mi trovo sul blog di Krishel? questo premio qua.
Il premio sull'amicizia.
Ora, non c'ho voglia di spiegare il meccanismo del gioco, ma elenco i miei bloggers Amici, di cui la maggior parte sono Amiche da prima che si aprissero un blog, ma se siamo diventate amiche è tutto merito di internet che ci ha fatte incontrare.
Fantasy meg. Una la pensa e l'altra la dice: questo è il riassunto della nostra amicizia. Storia nata da uno scambio rapido di battute.
"fantasymeg: ho un coniglio che si chiama Benjamin
Laura GDS: e Peter?
fantasymeg: purtroppo è morto."
Se non capite il riferimento Benjamin, Peter e coniglio, vi consiglio prima una ricerca su google e poi un salto in una libreria ben fornita.
Mamigà: quando non sono acida io lo è lei per tutte e due, ma non sono sicura lo vorrà mai ammettere. C'è una frase che ripeto spesso a mamigà quando voglio prenderla in giro perchè anche se ormai non è più un rinfacciare la punzecchia nel suo animo.
Krishel: l'incontro si potrebbe definire "maggico". Se leggete il mio blog e il suo starete li a chiedervi " beh, ma ste due che c'hanno in comune?" Forse niente, o forse quello che abbiamo in comune non è dato sapere ai oiù.
Sicuramente a loro tre va dato il premio amicizia.
Poi ci sono una svalangata di blog bloggers e persone non legate a questo mondo che andrebbero menzionate, ma non c'ho tempo!!!!!
Un Post sull'amicizia.
vado mi sparo le mie 11 ore e mezza di PSV torno e cosa mi trovo sul blog di Krishel? questo premio qua.
Il premio sull'amicizia.
Ora, non c'ho voglia di spiegare il meccanismo del gioco, ma elenco i miei bloggers Amici, di cui la maggior parte sono Amiche da prima che si aprissero un blog, ma se siamo diventate amiche è tutto merito di internet che ci ha fatte incontrare.
Fantasy meg. Una la pensa e l'altra la dice: questo è il riassunto della nostra amicizia. Storia nata da uno scambio rapido di battute.
"fantasymeg: ho un coniglio che si chiama Benjamin
Laura GDS: e Peter?
fantasymeg: purtroppo è morto."
Se non capite il riferimento Benjamin, Peter e coniglio, vi consiglio prima una ricerca su google e poi un salto in una libreria ben fornita.
Mamigà: quando non sono acida io lo è lei per tutte e due, ma non sono sicura lo vorrà mai ammettere. C'è una frase che ripeto spesso a mamigà quando voglio prenderla in giro perchè anche se ormai non è più un rinfacciare la punzecchia nel suo animo.
Krishel: l'incontro si potrebbe definire "maggico". Se leggete il mio blog e il suo starete li a chiedervi " beh, ma ste due che c'hanno in comune?" Forse niente, o forse quello che abbiamo in comune non è dato sapere ai oiù.
Sicuramente a loro tre va dato il premio amicizia.
Poi ci sono una svalangata di blog bloggers e persone non legate a questo mondo che andrebbero menzionate, ma non c'ho tempo!!!!!
vado mi sparo le mie 11 ore e mezza di PSV torno e cosa mi trovo sul blog di Krishel? questo premio qua.
Il premio sull'amicizia.
Ora, non c'ho voglia di spiegare il meccanismo del gioco, ma elenco i miei bloggers Amici, di cui la maggior parte sono Amiche da prima che si aprissero un blog, ma se siamo diventate amiche è tutto merito di internet che ci ha fatte incontrare.
Fantasy meg. Una la pensa e l'altra la dice: questo è il riassunto della nostra amicizia. Storia nata da uno scambio rapido di battute.
"fantasymeg: ho un coniglio che si chiama Benjamin
Laura GDS: e Peter?
fantasymeg: purtroppo è morto."
Se non capite il riferimento Benjamin, Peter e coniglio, vi consiglio prima una ricerca su google e poi un salto in una libreria ben fornita.
Mamigà: quando non sono acida io lo è lei per tutte e due, ma non sono sicura lo vorrà mai ammettere. C'è una frase che ripeto spesso a mamigà quando voglio prenderla in giro perchè anche se ormai non è più un rinfacciare la punzecchia nel suo animo.
Krishel: l'incontro si potrebbe definire "maggico". Se leggete il mio blog e il suo starete li a chiedervi " beh, ma ste due che c'hanno in comune?" Forse niente, o forse quello che abbiamo in comune non è dato sapere ai oiù.
Sicuramente a loro tre va dato il premio amicizia.
Poi ci sono una svalangata di blog bloggers e persone non legate a questo mondo che andrebbero menzionate, ma non c'ho tempo!!!!!
martedì 14 ottobre 2008
lunedì 13 ottobre 2008
K hai scritto K?
Come tutti i lunedì mattina mi vedo recapitare nella casella e-mail il "Settimanale Salute" publbicazione firmata dal ministero stesso. E come primo titolo cosa leggo?
"Okkio alla salute: mappa sull'obesità infantile"
Scusate ma c'è scritto VERAMENTE "occhio" con 2 k?
Si è così: "occhio" con 2 k.
No questo è troppo: questa non è evoluzione della lingua questo è rimbambimento. Quindi scrivo e protesto.
"Egregia Redazione,
Sono un umile medico veterinario, non una letterata dell'accademia della crusca, ma vorrei esporre il mio disappunto per aver letto il titolo: "Okkio alla salute: mappa sull'obesità infantile" Riportato del recente numero Settimanale Salute, arrivatomi per posta elettronica.
La prima Parola del titolo si scrive "Occhio" come ci è stato ben insegnato alle elementari e come è parimenti riportato in un qualsiasi dizionario della lingua italiana. Il mezzo posta elettronica non giustifica l'uso di un linguaggio da SMS o adolescenti che usano lettere non proprie alle nostra lingua per abbreviare parole troppo lunghe per la presenza di una "h". Inoltre questo settimanale non è un giornaletot per ragazzini, in cui per essere "alla moda" si scrive in modo scorretto, ma è un settimanale firmato "ministero della salute" da cui ci si aspetta quantomeno la correttezza nei contenuti e nella forma. Tuttavia se s'incomincia a perdere credibilità nella forma, tra quanto bisogna aspettarsi la perdita di credibilità nei contenuti?
Immagino che si tratti di una svista, nemmeno di un licenza letterale, e che prossimamente ci sarà una maggior attenzione verso una forma adeguata al tipo di pubblicazione.
Grazie della cortese attenzione,
Laura .... Medico Veterinario"
E sapete che è successo subito dopo aver cliccato su invia?
"La richiesta non è andata a buon fine per problemi tecnici.
La preghiamo di riprovare più tardi grazie. "
Sarò anche maliziosa, ma non mi stupirebbe fosse la risposta standard.
Come tutti i lunedì mattina mi vedo recapitare nella casella e-mail il "Settimanale Salute" publbicazione firmata dal ministero stesso. E come primo titolo cosa leggo?
"Okkio alla salute: mappa sull'obesità infantile"
Scusate ma c'è scritto VERAMENTE "occhio" con 2 k?
Si è così: "occhio" con 2 k.
No questo è troppo: questa non è evoluzione della lingua questo è rimbambimento. Quindi scrivo e protesto.
"Egregia Redazione,
Sono un umile medico veterinario, non una letterata dell'accademia della crusca, ma vorrei esporre il mio disappunto per aver letto il titolo: "Okkio alla salute: mappa sull'obesità infantile" Riportato del recente numero Settimanale Salute, arrivatomi per posta elettronica.
La prima Parola del titolo si scrive "Occhio" come ci è stato ben insegnato alle elementari e come è parimenti riportato in un qualsiasi dizionario della lingua italiana. Il mezzo posta elettronica non giustifica l'uso di un linguaggio da SMS o adolescenti che usano lettere non proprie alle nostra lingua per abbreviare parole troppo lunghe per la presenza di una "h". Inoltre questo settimanale non è un giornaletot per ragazzini, in cui per essere "alla moda" si scrive in modo scorretto, ma è un settimanale firmato "ministero della salute" da cui ci si aspetta quantomeno la correttezza nei contenuti e nella forma. Tuttavia se s'incomincia a perdere credibilità nella forma, tra quanto bisogna aspettarsi la perdita di credibilità nei contenuti?
Immagino che si tratti di una svista, nemmeno di un licenza letterale, e che prossimamente ci sarà una maggior attenzione verso una forma adeguata al tipo di pubblicazione.
Grazie della cortese attenzione,
Laura .... Medico Veterinario"
E sapete che è successo subito dopo aver cliccato su invia?
"La richiesta non è andata a buon fine per problemi tecnici.
La preghiamo di riprovare più tardi grazie. "
Sarò anche maliziosa, ma non mi stupirebbe fosse la risposta standard.
domenica 12 ottobre 2008
Come si fa a vincere la paura dell'acqua.
Questo post lo scrivo pensando al commento lasciato da Tittiz e a tutte quelle altre persone che vorrebbero magari provare il piacere di una nuotata o di immergersi sott'acqua ma che rimangono frenate perchè hanno paura dell'acqua.
Io non so nuotare, o meglio quel poco che so, imparato a malapena in un anno e mezzo di piscina, lo faccio malissimo. Il piacere dell'acqua lo affronto di norma con le pinne che mi permettono una certa permanenza e sicurezza in acqua senza un esagerato sforzo, visto che sono pure una di fiato breve. Il piacere di mettere la testa sotto per vedere ciò che c'era sotto mi venne a quasi 18 anni quando per un desiderio di mia madre andammo 2 settimane all'isola d'elba col la motivazione "Laura sta per diventare maggiorenne e questa è l'ultima occasione che abbiamo per fare una vacanza di famiglia". Così attrezzandomi di maschera, pinne, boccaglio, e una cima di 5 metri con legato un salvagente (copia rudimentale di una boa di sicurezza per sub e specie di copertina di Linus per una che non sa nuotare) andavo a vedere cosa c'era sugli scogli di Marciana Marina. Mi ricordo poco dei fondali, tranne un mini pesce pietra di circa 2 centimetri che vidi nello stesso posto per 2 giorni consecutivi, e il terranova addestrato al salvataggio in un'altra spiaggia che mi riportò a riva contro il mio parere.
Poi niente più mare per un sacco di tempo, e le rare volte che andavo in acqua per me era panico se mi si fosse avvicinato qualcuno per giochi o scherzi.
Qualche anno fa in Sardegna ci proposero di fare un "discovery", in pratica una immersione di prova che a me non andò affatto bene: mi diedero l'attrezzatura sbagliata e nel tuffarmi persi una pinna, ritrovandomi sotto sopra (mi mancava il peso di quella pinna per avere la stabilità minima), spaventandomi quindi a morte. Fermandomi a quell'esperienza la subacquea non sembrava affatto cosa per me.
L'anno scorso per una serie di eventi che non è il caso di rivangare, Luca fa il brevetto open water, che è il primo passo per la subacquea ricreativa prima di partire per un viagigo sul mar Rosso. Io non lo faccio: non tanto per la paura dell'acqua, ma per stress. Stavo concludendo la tesi ed ero appena uscita da una mazzata morale motociclistica al primo GSSS. Ero a pezzi, e di buttarmi sott'acqua non ne avevo poi molta voglia. Credo che di quel mio stress Luca se ne ricordi ancora la risposta, più urlata che detta, al suo: " Ma davvero non vuoi provarci?"
A novembre si parte per il Mar Rosso: lui col suo brevetto, io con le mie pinne arancioni della Mares, le stesse comprate all'Elba. In barca collezziono una serie di oscenette che riguardano me e il contatto con l'acqua, oscenette che vanno in calando e che mi vedono uno degli ultimi giorni a fare snorkeling (la stessa cosa che facevo all'isola d'Elba) in una specie di piscina naturale di pochi metri con una delle guide subacque che ci hanno accompagnato per tutto il viaggio. Una delle cose che vedi più spesso è il così detto "fritto misto di barriera" cioè tutti quei pesciolini colorati che vivono a ridosso della barirera corallina e che hanno fatto la fortuna del mar rosso perchè anche chi non fa immersioni può andarseli a vedere con pinne maschera e boccaglio.
Venne la folgorazione. Sotto di me ho visto una tartaruga, bella enorme e pacifica: la quinta essenza della serenità e desideravo toccarla. Per farlo però hai bisogno dell'attrezzatura da sub se non sei un apneista. E dopo la prima, una seconda, ed una terza tartaruga, e il sortilegio è fatto: devo assolutamente prendere il brevetto.
Su come sia stato preso il mio brevetto sorvolo, perchè non è mistero che non sia contenta dell'approccio che mi hanno riservato i miei istruttori, ma ho abbastanza testa per prendere qualche ripetizione prima della pertenza. La piscina non è la stessa cosa del mare, ma almeno ho un po' più di sicurezza in me stessa ed è quello che conta.
Questo post lo scrivo pensando al commento lasciato da Tittiz e a tutte quelle altre persone che vorrebbero magari provare il piacere di una nuotata o di immergersi sott'acqua ma che rimangono frenate perchè hanno paura dell'acqua.
Io non so nuotare, o meglio quel poco che so, imparato a malapena in un anno e mezzo di piscina, lo faccio malissimo. Il piacere dell'acqua lo affronto di norma con le pinne che mi permettono una certa permanenza e sicurezza in acqua senza un esagerato sforzo, visto che sono pure una di fiato breve. Il piacere di mettere la testa sotto per vedere ciò che c'era sotto mi venne a quasi 18 anni quando per un desiderio di mia madre andammo 2 settimane all'isola d'elba col la motivazione "Laura sta per diventare maggiorenne e questa è l'ultima occasione che abbiamo per fare una vacanza di famiglia". Così attrezzandomi di maschera, pinne, boccaglio, e una cima di 5 metri con legato un salvagente (copia rudimentale di una boa di sicurezza per sub e specie di copertina di Linus per una che non sa nuotare) andavo a vedere cosa c'era sugli scogli di Marciana Marina. Mi ricordo poco dei fondali, tranne un mini pesce pietra di circa 2 centimetri che vidi nello stesso posto per 2 giorni consecutivi, e il terranova addestrato al salvataggio in un'altra spiaggia che mi riportò a riva contro il mio parere.
Poi niente più mare per un sacco di tempo, e le rare volte che andavo in acqua per me era panico se mi si fosse avvicinato qualcuno per giochi o scherzi.
Qualche anno fa in Sardegna ci proposero di fare un "discovery", in pratica una immersione di prova che a me non andò affatto bene: mi diedero l'attrezzatura sbagliata e nel tuffarmi persi una pinna, ritrovandomi sotto sopra (mi mancava il peso di quella pinna per avere la stabilità minima), spaventandomi quindi a morte. Fermandomi a quell'esperienza la subacquea non sembrava affatto cosa per me.
L'anno scorso per una serie di eventi che non è il caso di rivangare, Luca fa il brevetto open water, che è il primo passo per la subacquea ricreativa prima di partire per un viagigo sul mar Rosso. Io non lo faccio: non tanto per la paura dell'acqua, ma per stress. Stavo concludendo la tesi ed ero appena uscita da una mazzata morale motociclistica al primo GSSS. Ero a pezzi, e di buttarmi sott'acqua non ne avevo poi molta voglia. Credo che di quel mio stress Luca se ne ricordi ancora la risposta, più urlata che detta, al suo: " Ma davvero non vuoi provarci?"
A novembre si parte per il Mar Rosso: lui col suo brevetto, io con le mie pinne arancioni della Mares, le stesse comprate all'Elba. In barca collezziono una serie di oscenette che riguardano me e il contatto con l'acqua, oscenette che vanno in calando e che mi vedono uno degli ultimi giorni a fare snorkeling (la stessa cosa che facevo all'isola d'Elba) in una specie di piscina naturale di pochi metri con una delle guide subacque che ci hanno accompagnato per tutto il viaggio. Una delle cose che vedi più spesso è il così detto "fritto misto di barriera" cioè tutti quei pesciolini colorati che vivono a ridosso della barirera corallina e che hanno fatto la fortuna del mar rosso perchè anche chi non fa immersioni può andarseli a vedere con pinne maschera e boccaglio.
Venne la folgorazione. Sotto di me ho visto una tartaruga, bella enorme e pacifica: la quinta essenza della serenità e desideravo toccarla. Per farlo però hai bisogno dell'attrezzatura da sub se non sei un apneista. E dopo la prima, una seconda, ed una terza tartaruga, e il sortilegio è fatto: devo assolutamente prendere il brevetto.
Su come sia stato preso il mio brevetto sorvolo, perchè non è mistero che non sia contenta dell'approccio che mi hanno riservato i miei istruttori, ma ho abbastanza testa per prendere qualche ripetizione prima della pertenza. La piscina non è la stessa cosa del mare, ma almeno ho un po' più di sicurezza in me stessa ed è quello che conta.
sabato 11 ottobre 2008
Ieri sera ho fatto la seconda ripetizione in piscina dei principi base della subacquea. Simone l'istruttore che mi hanno assegnato ha detto senza complimenti che questa volta sono andata molto meglio della precedente. Anch'io mi sento molto più tranquilla in effetti, ed anche questa volta mi sono divertita.
Poi Pizza: si perchè usciti dalla piscina un lupo ci fa un baffo, anzi due, per la fame che si ha, e a tavola il capo del dive center, il Beppe o Bepi, mi ha dato 3 consigli: 1 rilassati ( ca77o! ma è lo stesso che mi ha dato Corsetti in moto!) 2 per l'assetto dai il tempo all'aria di espandersi, di capire cosa succede e quando lo capisci anticipa col respiro; 3 e chi se lo ricorda.
Però ammetto che le cose stanno andando per il verso giusto dal punto di vista subacqueo: ho fatto bene a seguire il mio istinto e a cercare qualcuno che mi aiutasse un po' prima della partenza.
Poi Pizza: si perchè usciti dalla piscina un lupo ci fa un baffo, anzi due, per la fame che si ha, e a tavola il capo del dive center, il Beppe o Bepi, mi ha dato 3 consigli: 1 rilassati ( ca77o! ma è lo stesso che mi ha dato Corsetti in moto!) 2 per l'assetto dai il tempo all'aria di espandersi, di capire cosa succede e quando lo capisci anticipa col respiro; 3 e chi se lo ricorda.
Però ammetto che le cose stanno andando per il verso giusto dal punto di vista subacqueo: ho fatto bene a seguire il mio istinto e a cercare qualcuno che mi aiutasse un po' prima della partenza.
venerdì 10 ottobre 2008
giovedì 9 ottobre 2008
Le sorprese del Basilico.
Lunedì sera sono andata a vaccinare il gatto alla viicna id casa e mi sono portata a casa oltre al compenso una bella sacchettata di basilico. La sera l'ho lavato e la mattina mentre stavo approntandomi a metterlo via cedo una cosa che sembra uba pallina su una foglia. Prendo la foglia e....
aspettate vi spiego meglio quanto era grande...
Quella cosa rosa là dietro è il mio dito e dista si e no mezzo centimetro dalla chiocciolina che ora spero viva felice nel prato sotto casa.
Lunedì sera sono andata a vaccinare il gatto alla viicna id casa e mi sono portata a casa oltre al compenso una bella sacchettata di basilico. La sera l'ho lavato e la mattina mentre stavo approntandomi a metterlo via cedo una cosa che sembra uba pallina su una foglia. Prendo la foglia e....
aspettate vi spiego meglio quanto era grande...
Quella cosa rosa là dietro è il mio dito e dista si e no mezzo centimetro dalla chiocciolina che ora spero viva felice nel prato sotto casa.
mercoledì 8 ottobre 2008
lunedì 6 ottobre 2008
esistono due categorie di problemi a mio parere. quelli superficiali e quelli penetranti.
Quelli superficiali possono essere dal fazzoletto dimenticato a casa al mutuo da pagare senza avere un lavoro decente; quelli penetranti sono quelli che minano il tuo amor proprio. I problemi penetranti a seconda della scorza che hai, possono rimanere per un tempo variabile superficiali, ma quando rompono la scorza diventano profondi e spesso lasciano passare anche quelli superficiali, "ammalandoti" un po' come i batteri di seconda irruzione, cioè quelli che da soli non sono in grado di combinare nulla, ma se li si aiuta fanno disastri.
Ho chiesto ieri maggiori speigazioni sul fatto che non sarei più la persona solare di una volta. Mi è stato deto che una volta quasiasi problema lo affrontavo con un sorriso. In realtà spesso li affrontavo con un sorriso ed altre tacevo quello che ora dico: cioè che se hai a che fare con un problema "recidivo" dififcilmente lo risolvi, anche se la consapevolezza della recidività dovrebbe aiutrarmi ad andare avanti. Ma fa male, e a volte non hai la forza per combattere il dolore.
Comunque sono stanca di farmi carico dei problemi altrui: cazzo strigateveli. Non avete tempo? Beh neanche io che ho solo una giornata e mezza per riposarmi, e in quella giornata e mezza devo badare alla casa, ai gatti e ad un uomo che richiede la sua dose di attenzioni e forse se mi rimane qualche briciola di tempo da misurarsi con il contagocce, nemmeno con la bilancia da orefice, vorrei farmi beatamente i cazzi miei. Volete sapere cosa faccio la sera? Beh se riesco a sedermi due ore dopo essere rientrata è un successo, perchè tra cucinare rasettare e compagnia bella di sedersi dopo 10 ore di pronto soccorso di cui 9 e 3/4 passate in piedi possibilità di sedersi e tiorare il fiato non ce n'è.
Quelli superficiali possono essere dal fazzoletto dimenticato a casa al mutuo da pagare senza avere un lavoro decente; quelli penetranti sono quelli che minano il tuo amor proprio. I problemi penetranti a seconda della scorza che hai, possono rimanere per un tempo variabile superficiali, ma quando rompono la scorza diventano profondi e spesso lasciano passare anche quelli superficiali, "ammalandoti" un po' come i batteri di seconda irruzione, cioè quelli che da soli non sono in grado di combinare nulla, ma se li si aiuta fanno disastri.
Ho chiesto ieri maggiori speigazioni sul fatto che non sarei più la persona solare di una volta. Mi è stato deto che una volta quasiasi problema lo affrontavo con un sorriso. In realtà spesso li affrontavo con un sorriso ed altre tacevo quello che ora dico: cioè che se hai a che fare con un problema "recidivo" dififcilmente lo risolvi, anche se la consapevolezza della recidività dovrebbe aiutrarmi ad andare avanti. Ma fa male, e a volte non hai la forza per combattere il dolore.
Comunque sono stanca di farmi carico dei problemi altrui: cazzo strigateveli. Non avete tempo? Beh neanche io che ho solo una giornata e mezza per riposarmi, e in quella giornata e mezza devo badare alla casa, ai gatti e ad un uomo che richiede la sua dose di attenzioni e forse se mi rimane qualche briciola di tempo da misurarsi con il contagocce, nemmeno con la bilancia da orefice, vorrei farmi beatamente i cazzi miei. Volete sapere cosa faccio la sera? Beh se riesco a sedermi due ore dopo essere rientrata è un successo, perchè tra cucinare rasettare e compagnia bella di sedersi dopo 10 ore di pronto soccorso di cui 9 e 3/4 passate in piedi possibilità di sedersi e tiorare il fiato non ce n'è.
domenica 5 ottobre 2008
sabato 4 ottobre 2008
venerdì 3 ottobre 2008
giovedì 2 ottobre 2008
Parliamo di tempo...
Argomento molto "British" ma visto il grigio che c'è fuori direi che l'autunno è arrivato e che sia il caso di fare il cambio degli armadi.
Cambio
degli
Armadi....
La cosa non mi manda in panico per la mole di vestiti perchè sia per me che per Luca si riduce ad una scatola che d'estate contiene i maglioni e d'inverno i pantaloncini corti, ma mi rendo conto che oltre a questo sarebbe il caso di considerare ciò che indosso e ciò che non indosso ed eventualente dargli una nuova casa, e sinceramente non ne ho voglia. Non ne ho voglia perchè è comunque un segno di cambiamento e non ho voglia di cambiare: è passata un estate che mi lascia il sapore del "beh ma c'è stata? e se c'è stata io dov'ero?" un estate dove i pantaloncini corti non li ho praticamente mai indossati, dove le mie scarpe di corda e tela le ho usate pochissimo soppiantate da un paio di scarpe da barca freschissime, ma che mi obbligavano all'uso del calzino, un estate in cui le gonne che tanto mi piacciono sono state ancora una volta lasciate nell'armadio sia per praticità che per un piccolo problema di ciccietta "là sotto" e di sudore.
Vedo l'armadio pieno di cosettine pure belle e alla fine tutte le mattine jeans e maglietta. E' vero che in più di venti anni di questa specie di uniforme, è difficile pensare di passare ad altro, e soprattutto pensare che si può star comodi in cose un po' più in misura di quelle cose extra larghe che ho sempre portato da quando avevo 12-13 anni e mi sentivo culona perciò portavo le magliette ad effetto burka per nascondere quello che sette anni dopo mi venne spiegato non essere un culone ma un bel-vedere.
Dififcile si, ma non impossibile. Infatti da qualche anno sto cercando di capire e trovare la mia taglia. E non è facile. Se ho dovuto fare i conti con l'allargamento del bel vedere ( che grazie al cielo è semplicemente diventato un bel vedere più panoramico!) La scoperta della taglia della maglietta mi ha permesso di valorizzare meglio le spalle (che mi sono sempre piaciute e che mettevo in mostra anche a da ragazzina) ma anche quello che sta poco sotto le spalle e che grazie a san push-up urlano "presente!" come all'appello a scuola.
Ecco, con la ricerca della taglia giusta salta fuori giusto un po' di pancetta che si vede di più quando sto seduta, però ad onore del vero non mi posso lamentare. E' verò mi sono incicciottellita nel corso degli anni, sarà anche che non abitando più al quarto piano senza ascensore mi manca molta ginnastica, però dicevo non mi posso lamentare: non rotolo come certe quindicenni che vedo in giro e non sto su nemmeno perchè tirano i quattro venti come certe trentenni ossessionate dalla dieta. Facendo un paragone con le strade se le prime sono circonvallazioni e le seconde autostrade, ecco io sono contenta di essere una morbida e sinuosa strada di montagna.
Argomento molto "British" ma visto il grigio che c'è fuori direi che l'autunno è arrivato e che sia il caso di fare il cambio degli armadi.
Cambio
degli
Armadi....
La cosa non mi manda in panico per la mole di vestiti perchè sia per me che per Luca si riduce ad una scatola che d'estate contiene i maglioni e d'inverno i pantaloncini corti, ma mi rendo conto che oltre a questo sarebbe il caso di considerare ciò che indosso e ciò che non indosso ed eventualente dargli una nuova casa, e sinceramente non ne ho voglia. Non ne ho voglia perchè è comunque un segno di cambiamento e non ho voglia di cambiare: è passata un estate che mi lascia il sapore del "beh ma c'è stata? e se c'è stata io dov'ero?" un estate dove i pantaloncini corti non li ho praticamente mai indossati, dove le mie scarpe di corda e tela le ho usate pochissimo soppiantate da un paio di scarpe da barca freschissime, ma che mi obbligavano all'uso del calzino, un estate in cui le gonne che tanto mi piacciono sono state ancora una volta lasciate nell'armadio sia per praticità che per un piccolo problema di ciccietta "là sotto" e di sudore.
Vedo l'armadio pieno di cosettine pure belle e alla fine tutte le mattine jeans e maglietta. E' vero che in più di venti anni di questa specie di uniforme, è difficile pensare di passare ad altro, e soprattutto pensare che si può star comodi in cose un po' più in misura di quelle cose extra larghe che ho sempre portato da quando avevo 12-13 anni e mi sentivo culona perciò portavo le magliette ad effetto burka per nascondere quello che sette anni dopo mi venne spiegato non essere un culone ma un bel-vedere.
Dififcile si, ma non impossibile. Infatti da qualche anno sto cercando di capire e trovare la mia taglia. E non è facile. Se ho dovuto fare i conti con l'allargamento del bel vedere ( che grazie al cielo è semplicemente diventato un bel vedere più panoramico!) La scoperta della taglia della maglietta mi ha permesso di valorizzare meglio le spalle (che mi sono sempre piaciute e che mettevo in mostra anche a da ragazzina) ma anche quello che sta poco sotto le spalle e che grazie a san push-up urlano "presente!" come all'appello a scuola.
Ecco, con la ricerca della taglia giusta salta fuori giusto un po' di pancetta che si vede di più quando sto seduta, però ad onore del vero non mi posso lamentare. E' verò mi sono incicciottellita nel corso degli anni, sarà anche che non abitando più al quarto piano senza ascensore mi manca molta ginnastica, però dicevo non mi posso lamentare: non rotolo come certe quindicenni che vedo in giro e non sto su nemmeno perchè tirano i quattro venti come certe trentenni ossessionate dalla dieta. Facendo un paragone con le strade se le prime sono circonvallazioni e le seconde autostrade, ecco io sono contenta di essere una morbida e sinuosa strada di montagna.
mercoledì 1 ottobre 2008
Eccomi qui alle quattro del mattino.
Una volta per me era la regola essere già sveglia a rigirarmi nel letto a quest'ora, ma oggi è un eccezione e so perchè. O meglio so perchè sono nervosa.
Ieri mi è stata fatta una proposta più seria e concreta in PSVL. Wow! congratualzioni! Era quello che volevi, no? Direte voi.Ecco io non son più tanto certa di volerlo. Non ho paura, sono semplicemente terrorizzata di non essere all'altezza. Fino ad adesso colleghi e non mi hanno detto di non preoccuparmi, che è normalissimo averne e che sarebbe preoccupante ed anormale il contrario, perchè nessuno nasce imparato. Già ma sono io che devo fare i conti con me stessa a quasi un anno dalla Laurea.
Mi hanno proposto di fare la degenza e not-turni in due. Sorvoliamo la questione not-turni: troppo lunga e complessa da spiegare. La degenza l'ho vissuta molto con Merlino, quando sono in PSVL passo molto tempo tra le gabbie della degenza e non mi faccio problemi a raccattare pipì e cacche perchè di tutto il lavoro che ci può essere da fare lì dentro, quello è sicuramente il meno oneroso. Ma mi spaventa la competenza che dovrei avere dal punto di vista della clinica medica e che più passa il tempo e più mi is palesa non averne e la mia auto stima medica vaccilla in modo preoccupante (poi qualche botta di culo mi aiuta a ritirarmi su). Non sono poi tanto brava ad interpretare esami biochimici e citologici dle sangue: si ok so capire se un parametro è fuori norma, ma capire che significa è un altro paio di maniche. E' vero che non inizio da domani da sola con tutto il carico di responsabilità, ma quello che sono gli "sconti" che mi fanno gli altri non sono gli stessi di cui credo di aver bisogno. Comunque mi hanno chiesto per tutto questo mese di donare il maggior numero di fettine di culo per poter apprendere ancora un bel po' di cose che mi servirebbero per gattonare in degenza da sola. Ho anche ricevuto qualche complimento: E' bello sentirsi dire che per me dovrebbero ritoccare le schede degenza aggiungendo dei fogli perchè io scrivo più informazioni degli altri, e che sono attenta e scrupolosa, detto poi dal chirurgo, che sembrava quello che meno mi avrebbe voluta tra i piedi, mi fa star bene. No non riesce a riempirmi d'orgoglio, ma mi da la speranza che forse mi sbaglio a non sentirmi la persona adatta per il posto.
E questo è il problema, o meglio il motivo di irrequietezza, più recente.
Poi c'è la chiropratica. Ok in questa me la cavo, disciplina denigrata dai più per ignoranza e per il "mal" costume della medicina ultraconservatrice in cui l'innovazione è solo "male" e null'altro, ma la mia crescita sta per avere una brutta batosta. In facoltà hanno deciso di "regoalrizzarla" non so con che termini, ma so che in questi termini c'è quello secondo il quale i medici laureati non potranno accedervi. Quindi tra poco ciao ciao scricchiolamenti. Ed anche in questa avrei bisogno di andare avanti, perchè ci sono sublussazioni più rare di altre e che nonostante i 20-40 cani al giorno in 4 anni avrò visto si e no 4-5 volte.
Una volta pensavo alla scuola di specializzazione di Hannover, ma mi è stata sconsigliata; ho anche pensato a Bristol, ma sono 4 anni che non me la sento di affrontare perchè vorrebbe dire perdere Luca, e sinceramente vorrei che fossero ben altri i motivi per perderlo piùttosto che la carriera: credo che sia la cosa più squallida perdere la persona che si ama per la carriera.
Comunque con la prospettiva che già domani mattina mi dicano "saluti e baci" in facoltà, la chiropratica non la affronto più con lo stesso entusiasmo che avevo fino a 3 settimane fa.
PSVD: Solo un ora fa mi sono resa conto che lì effettivamente non ho nulla di definitivo. Insomma c'è questo turnmo del giovedì notte, che non è mio è di uno che da luglio ha problemi con la macchina, e che sia il capo del PSVD che altri colleghi sono disposti a vederla più come una scusa che altro, e che copro fino alla partenza delle mie vacanze, ma che potrebbe essere mio. Ed è un buon posto. Mi sento meno sotto pressione e la paga è buona. Inoltre sono d'accordo col capo per iniziare a fare un po' di chirugia non più come secondo.
La casa: la casa va a ramengo. Non venite a parlarmi di "donna delle pulizie" per l'amor del cielo! Una donna delel pulizie è un osldato specializzato nelal guerra con pavimenti da lavare e mobili da spolverare, non è assolutamente qualuificata a combattere ocntor il vero problema id questa casa: il disordine da pigrizia! Perchè IL VERO PROBLEMA QUI non è il pelo di gatto, non è la polvere, non è il pavimento da pulire o la pila da un metro e mezzo di roba da stirare, ma con il mal costume mio e di Luca di lasciare in giro le cose. Cosa? di tutto: dalla giacca da moto alle borse da sub che campeggiano in casa da quasi due mesi ormai la sua, e da due settimane la mia. Abbiamo un tavolo della cucina molto grosso sui cui ci sono in pianta stabile il mio portatile ( emh... trasportabile) e il suo ad orari fissi, poi il resto della superficie non è agibile per carte cartacce oggetti vari.... e questo è pesante perchè se prima facevio fatica a stare dietro al mio e al suo disordine ora ci impazzisco, e se non sbraito è solo perchè so che facendolo non otterrei nemmeno la più piccola collaborazione.
I gatti: non riesco nemmeno a guardarli in faccia. Sebbene Lenticchia con la sua ostruzione al pisello di quasi un anno fa sia più o meno l'artefice delle mie attuali fortune e nervosismi corollari alle fortune, non mi consola affatto, perchè so di trascurarli. Manolo in due giorni l'avrò visto in faccia si e no dieci minuti e in quei dieci minuti mi pare di non avergli visto sta bella cera. Quindi mettete le mie insicurezze da medico, con il mio gatto che forse sta male, e la totale mancanza di tempo perchè devo corredere da un PSV all'altro per fare pratica di vario genere, in che stato vengo fuori.
E in tutto questo spero solo che le mie ansie da subaqueo se ne vadano a farsi benedire perchè di quelle non ne ho proprio bisogno.
Una volta per me era la regola essere già sveglia a rigirarmi nel letto a quest'ora, ma oggi è un eccezione e so perchè. O meglio so perchè sono nervosa.
Ieri mi è stata fatta una proposta più seria e concreta in PSVL. Wow! congratualzioni! Era quello che volevi, no? Direte voi.Ecco io non son più tanto certa di volerlo. Non ho paura, sono semplicemente terrorizzata di non essere all'altezza. Fino ad adesso colleghi e non mi hanno detto di non preoccuparmi, che è normalissimo averne e che sarebbe preoccupante ed anormale il contrario, perchè nessuno nasce imparato. Già ma sono io che devo fare i conti con me stessa a quasi un anno dalla Laurea.
Mi hanno proposto di fare la degenza e not-turni in due. Sorvoliamo la questione not-turni: troppo lunga e complessa da spiegare. La degenza l'ho vissuta molto con Merlino, quando sono in PSVL passo molto tempo tra le gabbie della degenza e non mi faccio problemi a raccattare pipì e cacche perchè di tutto il lavoro che ci può essere da fare lì dentro, quello è sicuramente il meno oneroso. Ma mi spaventa la competenza che dovrei avere dal punto di vista della clinica medica e che più passa il tempo e più mi is palesa non averne e la mia auto stima medica vaccilla in modo preoccupante (poi qualche botta di culo mi aiuta a ritirarmi su). Non sono poi tanto brava ad interpretare esami biochimici e citologici dle sangue: si ok so capire se un parametro è fuori norma, ma capire che significa è un altro paio di maniche. E' vero che non inizio da domani da sola con tutto il carico di responsabilità, ma quello che sono gli "sconti" che mi fanno gli altri non sono gli stessi di cui credo di aver bisogno. Comunque mi hanno chiesto per tutto questo mese di donare il maggior numero di fettine di culo per poter apprendere ancora un bel po' di cose che mi servirebbero per gattonare in degenza da sola. Ho anche ricevuto qualche complimento: E' bello sentirsi dire che per me dovrebbero ritoccare le schede degenza aggiungendo dei fogli perchè io scrivo più informazioni degli altri, e che sono attenta e scrupolosa, detto poi dal chirurgo, che sembrava quello che meno mi avrebbe voluta tra i piedi, mi fa star bene. No non riesce a riempirmi d'orgoglio, ma mi da la speranza che forse mi sbaglio a non sentirmi la persona adatta per il posto.
E questo è il problema, o meglio il motivo di irrequietezza, più recente.
Poi c'è la chiropratica. Ok in questa me la cavo, disciplina denigrata dai più per ignoranza e per il "mal" costume della medicina ultraconservatrice in cui l'innovazione è solo "male" e null'altro, ma la mia crescita sta per avere una brutta batosta. In facoltà hanno deciso di "regoalrizzarla" non so con che termini, ma so che in questi termini c'è quello secondo il quale i medici laureati non potranno accedervi. Quindi tra poco ciao ciao scricchiolamenti. Ed anche in questa avrei bisogno di andare avanti, perchè ci sono sublussazioni più rare di altre e che nonostante i 20-40 cani al giorno in 4 anni avrò visto si e no 4-5 volte.
Una volta pensavo alla scuola di specializzazione di Hannover, ma mi è stata sconsigliata; ho anche pensato a Bristol, ma sono 4 anni che non me la sento di affrontare perchè vorrebbe dire perdere Luca, e sinceramente vorrei che fossero ben altri i motivi per perderlo piùttosto che la carriera: credo che sia la cosa più squallida perdere la persona che si ama per la carriera.
Comunque con la prospettiva che già domani mattina mi dicano "saluti e baci" in facoltà, la chiropratica non la affronto più con lo stesso entusiasmo che avevo fino a 3 settimane fa.
PSVD: Solo un ora fa mi sono resa conto che lì effettivamente non ho nulla di definitivo. Insomma c'è questo turnmo del giovedì notte, che non è mio è di uno che da luglio ha problemi con la macchina, e che sia il capo del PSVD che altri colleghi sono disposti a vederla più come una scusa che altro, e che copro fino alla partenza delle mie vacanze, ma che potrebbe essere mio. Ed è un buon posto. Mi sento meno sotto pressione e la paga è buona. Inoltre sono d'accordo col capo per iniziare a fare un po' di chirugia non più come secondo.
La casa: la casa va a ramengo. Non venite a parlarmi di "donna delle pulizie" per l'amor del cielo! Una donna delel pulizie è un osldato specializzato nelal guerra con pavimenti da lavare e mobili da spolverare, non è assolutamente qualuificata a combattere ocntor il vero problema id questa casa: il disordine da pigrizia! Perchè IL VERO PROBLEMA QUI non è il pelo di gatto, non è la polvere, non è il pavimento da pulire o la pila da un metro e mezzo di roba da stirare, ma con il mal costume mio e di Luca di lasciare in giro le cose. Cosa? di tutto: dalla giacca da moto alle borse da sub che campeggiano in casa da quasi due mesi ormai la sua, e da due settimane la mia. Abbiamo un tavolo della cucina molto grosso sui cui ci sono in pianta stabile il mio portatile ( emh... trasportabile) e il suo ad orari fissi, poi il resto della superficie non è agibile per carte cartacce oggetti vari.... e questo è pesante perchè se prima facevio fatica a stare dietro al mio e al suo disordine ora ci impazzisco, e se non sbraito è solo perchè so che facendolo non otterrei nemmeno la più piccola collaborazione.
I gatti: non riesco nemmeno a guardarli in faccia. Sebbene Lenticchia con la sua ostruzione al pisello di quasi un anno fa sia più o meno l'artefice delle mie attuali fortune e nervosismi corollari alle fortune, non mi consola affatto, perchè so di trascurarli. Manolo in due giorni l'avrò visto in faccia si e no dieci minuti e in quei dieci minuti mi pare di non avergli visto sta bella cera. Quindi mettete le mie insicurezze da medico, con il mio gatto che forse sta male, e la totale mancanza di tempo perchè devo corredere da un PSV all'altro per fare pratica di vario genere, in che stato vengo fuori.
E in tutto questo spero solo che le mie ansie da subaqueo se ne vadano a farsi benedire perchè di quelle non ne ho proprio bisogno.
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