E' indubbio una delle cose che mi sta più a cuore è la mia "quasi" professione.

Ci sono già parenti, amici e conoscenti che ogni tanto mi chiamano per sapere "cosa devono fare" e sebbene conosca la risposta non posso dargliela perchè se lo facessi commetterei un "abuso di professione".

Così non mi posso sbilanciare a dire a Tiziano che la sua Zara ha qualcosa di brutto e triste, ha  una miasi, e quindi mi devo limitare a dirgli " via al pronto soccorso più vicino".

Stando al fatto che avrebbe dovuto farlo ma non lo ha fatto, e non voglio sapere il perchè, chiama un quasi collega, cioè un veterinario laureato con tanto di esame di stato e qualche anno di esperienza sulle spalle che  PER TELEFONO gli dice:" è una semplice tenia gli dia la milbemicina"

Tenia?!?!?!!?

Ma come cazzo fai a dire Tenia, se tu manco lo hai visto il cane? c'hai la sfera di cristallo?

Questa è una cosa che avevo imparato già tempo fa: MAI dare una diagnosi sul racconto telefonico del proprietario. Perchè? perchè alcuni ti nasconodono la verità, altri non hanno un corretto uso dell'italiano, è tutti non sono medici veterinari da poterti descrivere una sintomatologia chiara. Inoltre mettici dall'altra parte del telefono un veterinario che ha in medicazione pre-operatoria un cane o un gatto o un paziente particolarmente eccitato: quali attenzioni puoi dare al telefono?

Se a Zara succede qualcosa vado io dal quasi collega a dirgli di ripassarsi la parassitologia e la clinica medica...

E adesso so perchè talvolta non mi sento pronta a fare il medico veterinario: perchè io non voglio giocare con la vita di cane, gatto, coniglio o sarchiapone esso sia. Voglio essere sicura di quello che faccio e se non sono sicura voglio farlo vedere a colleghi che ne sanno più di me, perchè la vita  è un bene prezioso e il fatto che non parlino o non siano come gli esseri umani ( e forse è solo un bene!) non vuol dire che siano di categoria B.