martedì 20 gennaio 2009

Io adoro questa citazione:

"il signore* mi conceda la serenità di accettare le cose che non posso cambiare,il coraggio di cambiare le cose che posso, e la saggezza per capirne la differenza"
Questo passo l'ho conosciuto attraverso un film, che non ha nulla di religioso (anzi!), l'erba di Grace. Poi cercando su google ho trovato che è parte di una preghiera composta nel 1782 da Friedrich Christoph Oetinger che ignoro completamente chi sia,  e che nella sua versione integrale recita:

"signore, concedimi la serenità
di accettare le cose che non posso cambiare;
la forza ed il coraggio di cambiare le cose che posso cambiar
e la saggezza di conoscerne la differenza.
Vivendo un giorno alla volta;
godendo di un momento alla volta;
accettando le avversità come la via alla pace;
prendendo questo mondo
com’è, e non come lo vorrei io;
fidandomi che io sia ragionevolmente felice in questa vita"


Io non sono per nulla religiosa, sebbene come molti ho seguito da bambina il mio iter di catechismo comunione e cresima alla pecorona, per poi avvicinarmi alla religiosità, forse in modo più consapevole, verso i sedici anni ed allontanarmene attorno ai venti disguatata dall'ipocrisia e finto perbenismo che purtroppo aleggia in certi ambienti. Tuttavia da queste esperienze ne ho tratto del buono, ed il buono è che ci sono concetti che ti aiutano a vivere meglio anche estrapolati dal contesto di incensi, riti, segni, e privati di parole o figure strettamente religiose. In pratica diventano parole sagge e massime di vita che non hanno bisogno si essere cadute dall'alto dei cieli, o avere dentro un "signore" per essere considerate valide ed importanti. Almeno non da me. Parafrasando la cioccolata buona è buona, anche se non ha la carta di una famosa casa produttrice.

E così ho avuto la fortuna di accettare poco tempo fa qualcosa che non posso cambiare o quanto meno è molto difficile, ma troppo spesso mi dimentico che ci sono molte altre piccole cose che non posso cambiare e che mi fanno perdere le staffe sperando di poterle cambiare, come ad esempio le persone che non sanno rispondere solo al mittente, o chi appare buonista e cancella tutto ciò che non gli importa. Ed ora mi chiedo queste ultime persone, hanno la serenità di capire che non si possono cambiare certe cose o semplicemente si fanno calpestare dagli altri?

Ma questo non è un problema mio, ho il mio cambiamento da affrontare per poter vivere meglio.




* Come ho detto non sono religiosa. la minuscola è voluta, non è un errore. Poichè questo è un mio atto di ribellione contro certi atteggiamenti clericali assolutistici (non fideistici si badi bene la differenza) chiedo scusa a chi per una lettera minuscola possa sentirsi offeso nella sua fede, ma non critico essa, poichè ognuno è libero di avere fede in ciò che vuole, quanto più la strumetalizzazione che viene fatta di concetti e saggezze antiche.

3 commenti:

  1. Io sono credente, neo-ri-convertita dopo più di 20 anni (23) di rifiuto totale. Non sono migliore di quando mi sentivo atea. Sono diversa e faccio riflessioni e cose diverse ma io sono io, i miei valori sono quelli, cambia il sottofondo, la ricerca. Il fideismo, cioè l'atteggiamento di chi ha fede a prescindere, non è poi così auspicabile perchè appunto si traduce in un, come dici, seguire alla pecorona: vado a messa perchè oggi è di precetto, faccio quaresima ma non mi chiedo il senso, va sempre bene se lo dice un consacrato.. No. La fede richiede una valutazione critica, la ragione, e naturalmente anche il fidarsi di una Parola in cui crediamo. Ecco, io sono orgogliosa di natura e non mi sono avvicinata alla fede in un momento di bisogno (anzi il tutto mi è capitato mio malgrado..), ma poi, nel momento di fatica, di dolore, la fede mi ha aiutata ad accettare quello che non si può cambiare e a trovare la forza di reagire a quello che invece si può cambiare. Ma non mi sento migliore di nessuno, non mi sento neanche peggiore, superstiziosa, avere fede non è un motivo di imbarazzo e non è un vanto. E' un modo di essere, e ognuno ha i propri motivi per essere in un modo o nell'altro. Purtroppo trovi chi è sicuro di essere nel giusto in ogni ambiente, e giudicano.. gli altri.. beati loro, ma sciocchi forse. E il rispetto reciproco prescinde da minuscole e maiuscole..

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  2. mi piace trovare persone come te che non si limitano a prendere per oro colato ciò che gli viene detto da un uomo di fede, ma che desiderano capire. Perchè poi è proprio con persone come te che mi sento vicina.

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  3. Oddio, io magari esagero con la voglia di capire, visto che la cosa è diventata studio! :-)
    No è che c'è bisogno di un'apertura mentale un po' diversa, i nostri nonni avevano bisogno di quel fidarsi alla cieca che oggi non esiste più, non può bastare. La ragione non può essere messa nel cassetto.. e ci sono realtà diverse da conoscere e avvicinare con rispetto e curiosità, ecco la cosa più difficile. E' che anch'io sono stata lontana dalle fede anche a causa di un pregiudizio nei miei confronti, ero sposata solo civilmente (mi piace la coerenza) e quando ho portato i bambini al catechismo mi sono sentita "scartata" e ho pensato: evviva il buon cuore cattolico! Ovvio che non posso proprio essere d'accordo con questa chiusura mentale!

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