Sempre per continuare l'argomento uncinetto...
Ieri sera ho provato ad impostare un lavoro a filet ( con uncinetto del 7) con quella lana infeltritissima che però ha un colore stupendo. In realtà è un maglione a filet con sfondo marino: delizioso, ma arrivata a solo metà dele catenelle che mi servono per partire era già sufficientemente largo per tenerci dentro me, Luca e i 4 gatti! Senza contare che come lana è decisamente irregolare, quindi il coefficiente di dififcoltà si innalza.
Così mi sono buttata sul progetto "gilet della suocera fatto con la sua lana verde marcio" (stesso colore del font). Orbene ho trovato un quadratino abbastanza veloce da fare quasi tutto catenella e che ora mi da un unica preoccupazione: avrò sfficiente lana per finirlo? anche perchè non è che posso fare solo i quadratini e vedere dove arrivo, ma vanno legati insieme mano mano che si procede. Per il monento parto e vedo come va: poi sono sempre in tempo a recuperare il lavoro facendo una seconda fila di un altro colore e tramutandolo in sciarpa.
Però ci penso e mi chiedo: quanto questa volgia di creare qualcosa di rapido e veloce come un quadratino all'uncinetto sia un modo per manifestare il disagio dell'ultimo esame?
Mi ocnsolo al pensiero di " ultimo esame", che come dice Ottobre 77 non è un arrivo, ma una partenza. Io la vedo semplicemente, e anche un po' più ottimisticamente, come l'arrivo di una tappa di cui non ne posso veramente più.
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