Memorial Spadino.
Eccomi qui dopo tanto tempo a fare un motoracconto di un motoviaggio.
Beh non è che sia stata ferma dal moto befana ad oggi, ma non ho avuto voglia di parlare del mio primo motoviaggio da pilota con la mia KLE, per andare a vedere come procedono i lavori della casa, o di parlare del motoviaggio a Bergamo per andare a trovare l’Asparaga. In tutto, sommati l’uno all’altro, 240 km molto meno di quelli fati ieri come zainetta.
Aprile ogni goccia un barile, e per non smentirsi proprio il primo del mese ne abbiamo presa tanta ma tanta che quella di pasqua dell’anno scorso ci ha fatto una pippa.
Ma partiamo dal principio.
Quelli di Iri ne parlano da un po’ del memorial Spadino al monte Bianco. La faccio breve. Il 24 marzo 1999 Pierlucio Tignazzi detto “Spadino” perde la vita sul posto di lavoro andando al di là dei suoi doveri probabilmente. Scoppia l’incendio nel tunnel, lui inforca la sua moto che usava anche per lavoro per ispezionare il tunnel, ed inizia a fare avanti indietro a portare fuori gente, fino a che entra e non ne esce più. Lo ritrovano nella cabina di sicurezza con la persona che stava salvando.
Decidiamo di andarci forse più per uscire in compagnia di alcuni motociclisti di Iri dopo averne conosciuti alcuni al ristorante.
Ma ieri da passeggera ho avuto tempo di rifletterci e pormi qualche domanda. Che sto andando a fare là a commemorare una persona che ha perso la vita, quando io non commemoro mai nessun defunto? Poi ho visto il tunnel d’ingresso ed ho capito di essere là per dire grazie a Spadino. Grazie per aver lasciato una lezione di vita che pochi, che nessuno, sa: frequento altre ML ma nessuno che abbia detto “bah”, a parte Iri. Aspetto che mi vengano a parlare di fratellanza motard, gli altri.
Ma fino ad adesso ho fatto solo considerazioni niente cronaca.
Ieri mattina ore otto becco la Lucy on line in messenger che mi chiede “Allora ci vai oggi allo spadino?”
Cado dal pero, credo che sia domenica e non sabato, così recupero il numero di cell del conte che mi conferma che è oggi (cioè sabato) e che ci si ritrova a Carisio per le 10-10.30.
8.15 vado da Luca che dorme e lo sveglio: “ tesoro, che programmi hai per oggi?”
“Nessuno perché?”
“Perché è oggi lo Spadino”
Luca si catapulta fuori dal letto ci prepariamo prendiamo Fanny e partiamo.
Ci fermiamo al primo autogrill sulla Milano-Torino; benzina, pipì, il caffè si salta e sentiamo da un tizio con la Gran Canyon che dice “ su c’è neve: è caduta sta notte”. Il tizio lo ri–incontriamo a Carisio per caso; è Schwarz che però ha altri itinerari. Siamo i secondi, ma il primo non lo conosco e lo ignoriamo (e tutt’ora non ricordo come si chiama però è quello col V-Strom) per trovare il bar e farci il caffè saltato all’autogrill. Tornando al parcheggio vediamo la madama che ferma di tanto in tanto qualcuno, ma riparte prima che il branco si muova.
Il conte è arrivato durante il nostro caffè, e mi sento tranquilla: una faccia nota. In una mezz’oretta abbondante arrivano anche gli altri: 13 moto 16 caschi: un gruppo abbastanza misto come moto. Il clima meteo fa schifo, quello di gruppo è bello e si parte alla volta del Bianco per stradine che non so nemmeno se riuscirei a ritrovare tutte.
Arriviamo a Nus per la pausa pranzo e il gruppo si scinde: alcuni non si sono accorti ed hanno tirato dritto di quel gruppo rivedo davdesmo sul Bianco. Però noi mangiamo, e bene, per uscire ed essere accolti dalla pioggia. Le tute reggeranno l’acqua fino a casa come a Pasqua dell’anno scorso, ma i guanti non reggono più di un paio di minuti e saranno il nostro supplizio.
Teniamo duro, arriviamo a Curmayeur e non possiamo tirarci indietro: sono pochi km ad arrivare su anche se sta nevicando.
Fanny è una grande: siamo sul Bianco lei è parcheggiata le faccio il nome della precedente proprietaria ed è come se si animasse da sola per farle il gesto dell’ombrello… povera tata c’ha pure ragione se avessimo continuato a darle retta nei suoi deliri, forse ora sarebbe un rottame. Ed invece era lì: se una moto può essere felice lei lo era.
Rimaniamo circa una mezz’ora, non assistiamo alla commemorazione, non si sente nulla, ma siamo lì a ricordare con affetto una persona che nessuno dei presenti, o quasi, non hanno mai conosciuto; una persona che ha fatto un grande gesto riconosciuto con una targa davanti al monte Bianco. Torniamo verso valle lasciandoci dietro la massa delle moto alla ricerca di un bar, che io e Luca troveremo parecchi km dopo una volta finita la pioggia per poter indossare dei guanti asciutti che ci riscalderanno dentro più di mille cappuccini.
Il percorso fino a casa senza pioggia ( che al ritorno ci ha accompagnato fino ad Ivrea) passa in un baleno.
Fanny riposa fino a domenica mattina quando alle 12 viene svegliata per un bagnetto meritato.
Una bellissima esperienza che spero vivamente di poter riaffrontare l’anno prossimo con la mia motina.
Che be blog !! complimenti !!
RispondiEliminaChe be blog !! complimenti !!
RispondiEliminaFosse stato un raduno come altri probabilmente avremmo fatto inversione molto prima.. magari non a 500 metri dal piazzale del tunnel come altri.. chissa.
RispondiEliminaSolo non era un raduno come gli altri... il problema è diventa davvero un raduno diverso solo quando vedi quel tunnel da vicino... e quando sei lì davanti, sotto la neve o l'acqua poco importa, ti rendi conto che sei li per dire Grazie.
E che le nostre "sofferenze" per farlo non sono nulla....
Luca
Fosse stato un raduno come altri probabilmente avremmo fatto inversione molto prima.. magari non a 500 metri dal piazzale del tunnel come altri.. chissa.
RispondiEliminaSolo non era un raduno come gli altri... il problema è diventa davvero un raduno diverso solo quando vedi quel tunnel da vicino... e quando sei lì davanti, sotto la neve o l'acqua poco importa, ti rendi conto che sei li per dire Grazie.
E che le nostre "sofferenze" per farlo non sono nulla....
Luca
Un gran bel racconto... Spadino se lo è meritato davvero. Ciascuno di noi vive solo se è nella mente di altri, e oggi Spadino è vissuto ancora un po'
RispondiEliminaFantastico! Sembrava di essere lì con te! :-)
RispondiEliminaGrazie di essere passata a trovarmi... sono un po' latitante... sarà la primavera? ;-)
Fantastico! Sembrava di essere lì con te! :-)
RispondiEliminaGrazie di essere passata a trovarmi... sono un po' latitante... sarà la primavera? ;-)
Mi spiace che ci siamo persi ad un certo punto.
RispondiEliminaBah, capita...
vi state comportando da veri IRIsti, contento veramente che ci siate.
Restate sulle frequenze, ci saranno molti altri incontri, sicuramente meno bagnati.
un salutone
Conte Bruno
Mi spiace che ci siamo persi ad un certo punto.
RispondiEliminaBah, capita...
vi state comportando da veri IRIsti, contento veramente che ci siate.
Restate sulle frequenze, ci saranno molti altri incontri, sicuramente meno bagnati.
un salutone
Conte Bruno