"Non abbiamo cinture dei pesi" gli dico.
Nei suoi occhi esplode il panico, e inizia a gesticolare e dimenarsi verso il resto dello staff del diving per procurarci delle cinture. Inizio a ridere, lo guardo e gli spiego che non ne abbiamo bisogno perché abbiamo un sistema integrato. Insomma mica mi ha chiesto se ero a posto con la zavorra,mi ha chiesto se avessi una cintura dei pesi,che non ho perché non mi serve. Facciamo il Buddy Check a cazzo di cane esattamente come al nostro solito e ci avviamo alla spiaggia. La guida inizia a chiedere ai vari lavoranti sulla Promenade da dove si entra. Il promoter per la Cleo Park gli spiega cosa deve fare. Entriamo in acqua, ed in meno di 5 minuti la guida è 10 metri avanti a furia di pinneggiare efficacemente come un dannato. Io e Luca, che dopo anni di incomprensioni subacquee oggi ci intendiamo a meraviglia, senza manco accordarci andiamo piano, poi meditiamo di abbandonare la guida a se stesso, ma non lo faremo. Decide, come se si fosse ricordato di non essere da solo, di girarsi. Ne approfitto e gli segnalo di aspettare con gesto tipicamente egiziano: mano a carciofo con movimento unico deciso e lento dall'alto verso il basso. In effetti aspetta: giusto quel po' perché la distanza da 10 passi a 5 metri. È ormai chiaro che ci faremo i cazzi nostri. Veniamo che rcondati da un volo di seppie: solo per questo l'immersione non sarà del tutto uno spreco. Le seppie però sono solo il preludio. Ci porta in bici manca di un reef e si sbraccia per farci vedere una delle tante razze a macchie blu. Noi gli rilanciamo un ok distratto e disinteressato mentre ci concentriamo a cercare "cose piccole ed emozionanti nascoste tra i coralli". Stessa scena per una coppia di pagliacci, anzi cerca pure di farceli sembrare "pesci amichevoli" tendendogli la mano, quando si sa che i pagliacci per quanto sono territoriali ed aggressivi è una fortuna che siano così piccoli perché se fossero sui 2 metri i subacquei non esisterebbero. Per fortuna i pagliacci attraggono la mia attenzione perché vivono in un anemone diverso dal solito. Sotto l'anemone ci sono una coppia di gamberetti! Mentre io e Luca ci proroghiamo nel miglior assetto a testa in giù per guardarli la guida se ne va. Poco male. Continuano a goderci il reef per i fatti nostri godendoci gli spirografi gialli, i pesci domino che fanno cucù tra i rami delle acropore, in gamberetti semi invisibili grossi quanto un cent, e quel "qualcosa" tondo rosa e bianco che dovrò cercare sulla Bibbia della fauna del mar Rosso. Mentre la guida pedala farneticando sulla tartaruga da farci vedere, io e il mio buddy, ai 30 minuti ci controlliamo l'aria a vicenda come sacra prassi PADI vuole. La nostra guida è troppo lontana per accorgersi. Sì risale quel po' e chi ti compare? Un aquila di mare! Piccola, ma sempre aquila di mare! L'immersione volge al termine nel modo che odio di più: dover pinneggiare come una matta dietro ad una guida che non ha alcuna cura dei tuoi 50 bar e della profondità. Ormai siamo fuori, sulla spiaggia, e la guida decide che è ora di prendersi cura dei suoi ospiti. Mi si avvicina e mi chiede se ho bisogno che mi porti lui la bombola. La risposta è stata semplice: "sono una subacquea non una turista!". Per fortuna non mi ha chiesto se mi fosse piaciuta l'immersione, perché sì è stata un immersione memorabile per tutto quello che abbiamo visto, ma fosse per lui, beh gli auguro di non essere altrettanto veloce a letto altrimenti ho compassione per l'amata.