martedì 17 marzo 2009

Vene, prelievi e figure di me'.

Dal punto di vista umano, parlare di "esami del sangue" a qualcuno che li deve fare ,vien male perchè magari è uno di quei soggetti dalle "vene difficili" a cui spaccano sempre le vene per finire poi a prenderla sul dorso della mano dopo essere stati bucherellati come un puntaspilli. Personalmente  da quel punto di vista posso dirmi fortunata: ho una vena bella larga come un'autostrada a quattro corsie e i prelivi me li fanno senza rompermi nulla, a parte una idiota che aveva evidentemente le palle girate e ci è riuscita facendomi pure svenire per l'incazzatura. Dopo questa esperienza, unica nel suo genere, maturai la decisione di far notare all'infermiera/e di turno quanto sono fortunati a prendere le vene agli umani: a noi possono dire "stia fermo,  stringa il pugno....", ma vallo a dire al gatto con le palle girate, o al ciuaua (senza H il nome è dimensionato alle proporzioni del cane) - barracuda allergico a tutti gli anestetici, o al bassotto con le vene talmente tanto contorte da sembrare il cavatappi di Laguna Seca! E nemmeno i cani di taglia grande vanno sempre via lisci come l'olio....
 Sabato ero di turno, e mi preannunciano che sarebbe venuto un cane per fare un prelievo per un test.
 Il cane, una patatosissima golden retriever, arriva, e commetto il fatale e tragico errore di prendere una siringa e una butterfly, dicendomi: " beh tanto è una golden: avrà delle belle vene grosse no?"
 Eh si col cavolo!
 Le sue vene erano visibili come la striscia di mezzeria in pieno nebbione padano, e per di più la ragazza era bella cicciotta da far saltare via il laccio emostatico appena le sfioravo la zampa.
 Così ho fatto fuori una cosa come 6 butterfly (e relativi sforacchiamenti) prima di bloccare il laccio con una klemmer (pinza che si blocca per i non addetti ai lavori) e riuscire a fare questo benedetto prelievo. Al terzo tentativo temevo che il proprietario iniziasse ad urlarmi dietro: per fortuna che era una persona di gran classe e non lo ha fatto. Io Ovviamente mi sono prodigata in miliardi di scuse: mi sentivo troppo cacca.

Trastullarsi in prelievi difficili è una cosa che può capitare a chiunque: un mese fa nella mia innocenza di veterinario in crescita chiesi al capo con pluridecennale esperienza: "Capita anche a te di non prendere una vena di tanto in tanto, o con la tua espereinza non ti capita più?" Fu onesto e disse che di tanto in tanto gli capita di non prenderle,e giusto per confermare ciò che aveva appena detto, lisciò per tre volte la giugulare in un gatto.
Fortunatamente tra le tante cose che possono andare storte di fronte ai proprietari questa sicuramente è una delle meno peggio, e delle altre non voglio nemmeno prenderle in considerazione.

questo post è stato scritto con la partecipazione della mia amica Francyvete a cui raccontavo via chat la figuraccia fatta sabato e da questa è nato il post.

3 commenti:

  1. Mi hai fatto tornare in mente quando il mio vete di fiducia una volta tentò di infilare un ago nella pelle della cara ed amabile lulù, che, ovviamente, non era molto predisposta a stare ferma e subire, tant'è che si divincolò come una tarantolata e lui si infilzò l'ago tra l'unghia ed il polpastrello....potei solo immaginare il dolore agghiacciante che provò, ma io ero intenta a cercare di afferrare una lulù volante, e lui a tamponare il sangue che gli usciva a manetta!!
    Ammirai la sua classe nel non imprecare a voce alta!

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  2. La domanda sorge spontanea.....
    ma il capo con pluridecennale esperienza non è che ha pensato ad un tuo "gufamento"?? :D
    Ciao
    PS: credimi,a volte ci sono degli umani che potrebbero mordere per un prelievo!

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  3. @nevepioggia: se non lo ha pensato lui l'ho pensato io!

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