lunedì 31 luglio 2023

ciao come stai?

È una domanda semplice che apre migliaia di porte. Mi è venuta in mente nel dormiveglia, uno dei momenti più pericolosi per me, dove la ragione non ha giurisdizione e possono prendere il sopravvento diversi modi di essere. Mi sono chiesta: "quanti di coloro che ritieni amici te lo chiedono in un anno?” come dicevo il dormiveglia è un territorio pericoloso: le risposte e le considerazioni che possono nascere lì possono essere da dannose a distruttive. Non sono andata a controllare tra i Messanger chi, quando e quanto spesso, ma nel dormiveglia la risposta è stata "nessuno" nemmeno la mia migliore amica, che però c'è SEMPRE se ho un problema. Fortunatamente ho imparato a tenere un po' a bada i miei pensieri del dormiveglia e non farli straripare. Rimangono però lì come appesi in bellavista, e fortunatamente il caffè aiuta a mettere un po' d'ordine e fare nascere domande diverse che fanno vedere la questione da prospettive diverse: insomma smetti di guardare attraverso il tubo dello scottex e inizi ad osservare la situazione da diverse angolazioni girandoci attorno o girandola tra le mani. Se la prima risposta quella del dormiveglia "nessuno" può essere matematicamente valida, il passo successivo è "perché?" La rosa di risposte è molteplice, da "non c'è una vera amicizia", a "ognuno ha la sua vita, le sue priorità e i suoi problemi, perciò non è che non siete amici è che si ha ben altro per la testa". Se poi l'umore continua nel mode caffè decaffeinato, cioè depresso, e pensi di non essere abbastanza importante anche se ti vogliono bene, aspetta l'effetto del caffè-caffè per porti la domanda importante: "e tu che fai? Quante volte hai mandato un messaggio "come stai?" Senza che fosse il preludio per un altro argomento? " Quindi mi sento colpevole come tutti i miei amici di non chiedere mai a loro come stanno. Quindi da oggi mi impegno di più, perché non ci si può lamentare di una mancanza se si è artefici della mancanza stessa.

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