Avevo voglia di scrivere sul blog, ma non avevo voglia di scrivere un noioso post sulle mei paturnie e sulla mia insicurezza e bassa autostima cronica, perciò mi serviva un buon argomento: il lessico famigliare. No non parlo del libro della Ginzburg, che ho letto almeno 20 anni fa e di cui mi sono rimasti impressi il the fatto sul fornellino ad Alcool durante le scampagnate in montagna, metre el altre famiglie si fermavano in Baita o ad un Rifugio e il fratello irriverente che si dilettava ad irritare il padre durante le sue lezioni in università o in casa a recitare " il baco del calo del malo" e relativi cambi di vocale. Parlo di quel modo di parlare di quelle espressioni che si sviluppano negli anni all'interno di una coppia e di una famiglia, e per questo vorrei parlarvi dell'Opussum.
L'opussum è l'ultimo arrivato in una serie di espressioni famigliari, di cui non so nemmeno l'ammontare preciso di quante siano, e potrei anche non ricordarmi più come sono nate.
L'opossum è la bilancia. E come è accaduto ve lo vado subito a raccontare.
Tutto è accaduto sabato mentre ero stesa dall'ultima di vaccinazione (antirabbica, mica chissà che!). Il marito, che sta cercando di fare qualcosa per calar di peso come sto cercando di farlo io ( ma con la Pasqua ogni piccolo traguardo è stato vanificato) ha pensato di pesarsi. Va in bagno, tira fuori la bilancia, fa per accenderla ma non si accende. Semplice batteria scarica. Entra in camera da letto e si svolge il seguente dialogo:
Marito: " Niente peso, la bilancia è morta, si è scaricata la batteria"
Io: "La bilancia è un opossum"
M: " un opossum?"
io: "si ti ha visto, si è spaventata, e si è finta morta"
la battuta seguente del marito ve la lascio immaginare.
Oggi ho comprato la batteria nuova, da domani si riprende la dieta ( altrimenti la stagna mi diventa stretta) e l'opossum non potrà più fingersi morta.
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