domenica 12 marzo 2006

Per caso al Ghisallo


 


Ieri pomeriggio vengo svegliata alle 15 dal mio amore che mi dice: “ c’è un tempo bellissimo vestiti che andiamo a farci un giro in moto”. Sono lì rintronata da sonno, dormito uno schifo la notte cerco di recuperare qualcosa nel pomeriggio e penso che di mettermi in sella alla Gattaccia non ne ho molta voglia. Luca mi toglie la patata bollente dalle mani: “ no dai di KM ne farai abbastanza domani, oggi fammi da zainetta”. Cos’ via solo con Fanny e per fortuna! Coi miei ritmi non saremmo mai arrivati. Sono lì mezza vestita e mi chiede “ dove andiamo” ho l’illuminazione andiamo tra Como e Lecco, e luca definisce che saremmo andati a Bellagio. Si mi piace andiamo a Bellagio prendendo la Milano Meda tagliando per Seveso e poi si va.


Scendiamo giornata stupenda però che aria (meno di quella che poi ci sarà domenica...), me la godo con la visiera aperta.


Arriviamo a  Seveso: che palle! L’avessimo saputo prima che si sarebbe trattato di una via crucis di semafori avremmo cercato un tragitto alternativo. Iniziamo a lasciarci dietro con molta fatica la civiltà di palazzine e centri commerciali con i primi timidi tornanti. Ora sembra di essere in montagna un po’ più seria: odore di legno bruciato cartello “attenzione attraversamento vacche” neve sui prati; e arriviamo ad un paese di nome “ Magreglio”. Magreglio.. Magreglio mi ricorda qualcosa, ma cosa?


Quando arriviamo su al Ghisallo mi rendo conto quanto una strada vista per la prima volta di notte con la neve sia diversissima vista di giorno. Ci fermiamo a fare qualche foto: i colori sono da puzzle della Ravensburger. Luca esordisce con” sento un leggero freschino” e come non dargli torto, saremo pochi gradi sopra lo zero. Scendiamo verso Bellagio e facciamo una sosta di una decina di minuti giusto per ricevere la telefonata del padrone di casa che mi chiede di andargli a controllare l’antifurto dell’ufficio e fare un altro paio di foto.


Decidiamo di tornare a casa via Lecco, ma prima ancora di arrivare a Lecco ci fermiamo in un bar trattoria di cui non ricordo il nome ma il fatto che fosse “specialità pesce di mare” sul lago non poteva passare inosservato per una ristoratrice tazza di cioccolata calda.


Rientriamo su una trafficata Milano Lecco tra i cauboi che van giò a Milan…

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