Oggi ho fatto questo.
L'altro ieri ho scritto un post su Fb in cui ho chiesto aiuto a tante persone. Molte mi hanno risposto, altre non so se hanno letto. Ho un problema con me stessa e questo problema lo potrò risolvere con l'aiuto di uno psicologo: ho già un appuntamento on line.
Sono giorni che pensavo di smaltarmi le unghie dei piedi. Non è un lavoro ben fatto ma avevo voglia di vedere del rosso brillante lì dall'altra parte del mio corpo. Magari poi prenderò appuntamento da un estetista per farmelo fare bene anche se voglia di attendere settimane non ne ho.
Mentre prendevo fuori gli smalti mi sono venute in mente tante cose che hanno fatto la Laura che sono ora e spesso non sono eventi felici.
Combatto continuamente tra il voler essere elegante e, perchè no, sexy e l'essere pratica. E mi chiedo quanto in tutto questo non abbiano giocato frasi dette quando ero piccola.
So che c'è chi riesce a farsi scorrere via frasi sentite quando si era piccoli, io invece no; continuo a portarmele dietro come ferite ancora aperte. Beati voi che ci siete riusciti: ho una coagulazione fantastica a livello sanguigno, ma non per il resto, sono un disastro.
Per gioco da bambina mia mamma mi permetteva di mettermi lo smalto. Una volta andai a scuola e la supplente di turno mi disse che i miei genitori erano pazzi che mi avrebbero fatto marcire le unghie. A casa non avevamo acetone e nascosi le mani il giorno dopo in classe per paura di essere sgridata di nuovo. No mi sono mai più messa lo smalto fino all'età di 37 anni, ed ho deciso che se le mie figlie vogliono indossarlo per gioco possono ma con alcune regole.
Avrò avuto 9 o 10 anni quando per gioco mi tirai su i capelli come una signora della bell'epoque. Per me era un gioco che mi faceva solo sentire bene, bella e felice con me stessa. Mia madre non ebbe nulla di meglio da fare che apostrofarmi con "vanitosa", quando la vanità grazie a quei bei precetti cattolici che a quasi tutti della mia generazione erano inculcati, era una cosa sbagliata e per questo da evitare.
Qualche anno più tardi, da adolescente acquistai 2 magliette: non le classiche t-shirt, ma una a canottiera attillata con un volant infondo ed una con uno scollo ampio che lasciava le spalle scoperte. Le feci vedere a mio padre, non so come mai, ma il suo commento fu senza tanti giri di parole che indossare quelle magliette per uscire di casa equivaleva a dire "sono una squaldrina da 4 soldi, il primo che passa mi prende". quella canottiera non l'ho mai indossata.
Le frasi dei miei genitori mi umiliano ancora, nonostante siano passati dai 30 ai 40 anni dall'accaduto. Mi fanno male mi feriscono e sentirsi bella, sexy, forte e Donna è un atto di ribellione a due idioti che non mi hanno sostenuta nel mio essere femminile sperando di trasformarmi in una macchina dedita solo ai libri. Non lo ero, non lo sono mai stata (e non mi hanno mi saputo dare gli stimoli a parte dire "leggi" o "studia") e no lo sarò mai. Cari mamma e papà grazie per essere stati due incredibili teste di cazzo, per aver soffocato la mia adolescenza ed averla ritardata a quando legalmente potevo fare quel cazzo che mi pareva, ma ormai troppo grande per potermi godere certe stupidaggini. Il vostro guinzaglio corto ha solo creato un persona insicura di sè che li lascia facilmente prendere ed influenzare dagli eventi. Grazie di niente.
Ero una ragazza come tutte che voleva sentirsi bene con se stessa e scoprire chi fosse. Ho quasi 50 anni e talvolta non so ancora chi sono. So cosa sono diventata, non chi sono. Non ci trovo nulla di male nel voler stare bene con se stessi anche se vuol dire fare i conti con il passato, e fare i conti con chi è talmente idiota da giudicarmi se lo faccio. A tutti quelli che possono farlo e a "mostro nero" che il giudizio altrui ha piantato dentro di me, andate a farvi fottere: è la mia vita e ci devo convivere ancora un po' e voglio farlo al meglio.
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