Se come me siete un po' "Biancaneve" e credete che il Boot sia una fiera solo per la subacquea vi sbagliate di grosso. Al Boot, di Duesseldorf, alla subacquea hanno riservato un padiglione piccolo ed un pezzettino. Tutto il resto barche di ogni tipo, che ho visto di sfuggita e che sinceramente non mi interessano.
Arrivati, ho peso il mio gruppo in 4 e 4 8: 3 uomini subacquei a cazzeggiare sulle barche. Io mi sono diretta e fermata allo stand di sensibilizzazione al problema dell'inquinamento marino ed oceanico della plastica e micro plastica. Quando si pensa alla plastica inquinante si pensa alla bottiglia, al flacone dello shampoo al sacchetto di plastica, ma non si pensa ad un problema più subdolo non visibile all'occhio umano, la microplastica, che produciamo in continuazione anche non volendolo fare. Allo stand sono arrivata "preparata" all'argomento grazie al post di
Claudio per Imperial Bulldog e ad altri post correlati che potrete trovare su quel blog. Non voglio stare qui a parlare del problema, ma vi invito ad informarvi: potete scegliere di cambiare qualcosa nella vostra vita oppure no, ma essere consapevoli (anche del fatto che ve la ritrovate nel sale da cucina) , per me è la cosa importante.
Comunque Boot.
Io ci sono andata per compagnia e curiosità, Luca per parlare con la Padi, Marco per cercare una muta stagna, e Cris non lo so. So che ho perso gli uomini in un battibaleno ed io mi sono goduta le cose che piacciono a me. Innanzitutto i libri. Per la verità ho trovato poco come editoria: forse ero nella sezione sbagliata, ma ho acquistato 2 libri per le nane, in tedesco, uno di invito alle immersioni l'altro di invito all'apnea basato sul " come diventare una perfetta sirena" e probabilmente quel corso andrò a farlo io: sapete che figata immergersi con il culo da pesce? Ho anche recuperato un depliant per un futuro libro di sensibilizzazione dei bambini agli squali, demonizzati da registi idioti e sconosciuti ai più: sappiate che in un anno le tanto care mucche ammazzano più persone degli squali. Perciò andare in montagna non è più "sicuro" che fare surf, nuotare, fare apnea o immersioni. Ed anche le Api ne ammazzano di più, quindi anche la scampagnata non è poi tanto più sicura. Dico questo solo per fare un po' di terrorismo naturalistico, ecco.
Saltata la sezione "macchine fotografiche subacquee" che al momento non mi importa, varco il portale tra "pezzettino di padiglione" e "padiglione tutto dedicato alla subacquea", e mi sento a casa.
Salto tutti gli stand turistici, perchè da affezionata Sharm/ocean college non vedo altre alternative, e vado diretta verso Mares e Padi. Mares ha riservato una parte del suo enorme stand (forse il più grosso) a vari diving del mediterraneo, dove guarda caso mi sono fermata a chiacchierare in.... Italiano! ecco al Boot ho passato la giornata a saltare da una lingua all'altra, tra uno stand e l'altro. Mettendo anche in croce le persone.
Miei cari che fate uno stand turistico vendendo peluches, fate in modo che il vostro personale sia informato su quali siano gli animali marini. Non gli serve una laurea in biologia marina, ma se si permettono di dire :"abbiamo tutti gli animali marini" assicuratevi che, se arriva una stronza come me e fa notare alla povera-crista-che-è-lì, "ma non avete i coralli", la tizia in questione non cada dal pero perchè non sa che i coralli sono animali. Si tratta inoltre di uno stand per subacquei non per casalinghe annoiate: fa parte della cultura minima di base, ecco.
Però ho fatto anche figure de me', scordandomi la precisa ubicazione di Shark Bay, collocandola più a nord di quello che è in realtà, e dimenticandomi che "buona sera" si dice "Masr al kir" e per gli egiziani inizia presto.
Ho fatto delle bellissime esperienze ieri in tutti gli stand in cui mi sono fermata. Ho provato a secco un gav nuovo: forse sono un po' troppo cliente fidelizzata
mares (sarebbe il quarto gav) e l'unico motivo per cui cambierei marca è il peso del gav in sè. Allo stand
Padi ho incontrato una course director che potrebbe venderti qualsiasi cosa, e che con 2 parole è riuscita a catturare la mia attenzione e stima su una questione per me rimasta in sospeso. Allo stand
Dan abbiamo dato il nostro contributo trovando le magliette più belle del mondo, queste:
Perfette per 2 cani salati come noi.
Un grande abbraccio ai ragazzi di
Ossidabile dai quali non ho comprato nulla, ma che sono stati carinissimi e che ammetto tra tutta la gioielleria presente, quella più piccola e portabile (per i miei gusti) era quella con la migliore definizione nei dettagli.
Finiti gli stand "famigliari", abbiamo girovagato tra quelli turistici dove ho raccolto informazioni su mete alternative all'Egitto, che " non si può mai sapere". Per la verità il mio criterio di scelta è stato: " vado da quelli che sembrano più ignorati". Così ho scoperto che in Svezia ci sono punti di immersione e che organizzano finesettimana e i bambini sono bene accetti, che l'acqua non è poi tanto più fredda del mediterraneo; in Croazia il campeggio con diving organizza attività acquatiche e subacquee per i bambini; che ci si immerge anche a Maiorca, a Cipro ( stand dove il tizio ha cercato di convincermi a fare il dive master da lui), in Corsica ed anche in un paio di laghi in Austria ed in Baviera.
Per il momento sappiamo dove andare prossimamente, ma magari, se mi assumono in clinica, un finesettimana in Svezia o in Baviera per fare immersioni, potrebbe anche capitare.