martedì 29 marzo 2016

E anche quest'anno ci si prova.

Col trasloco ho abbandonato molte piante. Ho portato con me le rose di montagna di mia mamma e il mio potos che sopravvive da ormai più di un decennio. Volevo portarmi anche il rosmarino, ma quella settimana senza di me in Italia gli è stata fatale: nessuno, pur avendolo chiesto, gli ha dato un goccio d'acqua.  Non sono una brava con le piante, ma mi piacciono e ci provo. quando ho detto a Luca che ci provavo anche quest'anno mi ha preso per il culo. Non è gentile, ma ci sta: ho sulla coscienza l'anima di molte piante.
Talvolta ho delegato la questione anche a mia suocera ma ho capito una cosa: lei ha culo di avere quelle due o tre piante che c'è poco da fare per farle sopravvivere e che non ci capisce molto. me le travasa perchè "così si deve fare", butta via l'acqua dai sottovasi " perchè così si deve fare", ma non ragiona su quello che fa. Ad esempio se la terra è molto secca l'acqua scivola subito via (così come il deserto insegna e quando piove è un disastro) senza fare il suo dovere, è il risultato è lo stesso del non innaffiare affatto. inoltro non sopporto la politica " la pianta è brutta allora buttiamola": se così fosse, "sei vecchia allora ti butto cara suocera"!
Mia mamma ci sapeva fare un po' con le piante, ma non ho imparato da lei. Colgo in giro quello che sento, cerco di capire perchè una cosa si fa così ed una cosà, non mi limito a fare "perchè è così che si fa".
Ho seminato e travasato narcisi e violette (che mia suocera considera erbacce, saranno belle le sue piante che fanno un fiore ogni morte di papa) e ci riprovo. Soprattutto perchè qui piove spesso, non sempre, e così non mi posso dimenticare poi tanto d'innaffiarle.




Oggi travaso la mia menta che è un po' sofferente, e il potos che ha bisogno di un po' di terra nuova.

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