mercoledì 25 luglio 2012

Blu giorno

prendete una Mimi, una Iaia e una forbice.

Paura eh?

e ne dovrete avere, perchè, la forbice, che apparentemente non doveva essere ad altezza Mimi, ma lo era, capita nelle mani della sorella sbagliata.
Sorella che era stata ben istruita sull'uso delle forbici solo con la carta, le sue forbici, quelle tutte colorate che tagliano in modo diverso, e solo la carta.
Ma queste sono altre forbici.
Belle, poco più grosse di quelle conosciute, affilate, facili da aprire, più di quelle colorate da usare solo con la carta.
Quelle forbici, nelle mani sbagliate, incontrano un labbro, innocente, ingenuo.
Ed è un urlo, del sangue, poco per la verità, il pianto, e una mamma, che va nel panico, ma non del tutto.
Non del tutto perchè realizza di tirare via le forbici dalle mani sbagliate, togliere dal box la sorella grande che ha realizzato di aver fatto una cazzata, senza sculacciarla, prende la sorella piccola e le pone prima il ghiaccio e poi un fazzoletto bagnato per tamponare il sangue.
Poi il panico sale: 2 figlie ed un che forse è da portare in ospedale. Avvisare o non avvisare il padre, che comunque non arriverebbe in tempo per essere utile, una nonna che è al mercato, il cellulare fuori uso. Rimane il nonno su cui poter contare, che non si fa pregare, e diventa un magnifico porta enfant  per la Iaia, tanto da permettere di poter osservare il taglio un po' meglio e notare che si è già coagulato, alla faccia di tutta la vitamina K che la pediatra aveva consigliato e che non è mai stata presa. Però forse è ancora da portare in ospedale, ma non ci andrà mai, perchè mentre cala l'adrenalina si valuta meglio la ferita per scoprire che è molto superficiale, che parrebbe quasi un graffio. Allora si fa la prova poppata, che viene passata egregiamente senza versi lacrime o fastidi.
Ma prima di arrivare a questa conclusione si avvisa il padre, che si agita tanto quanto la madre se non di più, e che si consulta col suo capo, padre di due figli, un po' fissato con i contorlli medici, che fa un ipotesi da serial killer in miniatura per la figlia grande: ipotesi di gelosia e di vendetta.
Ma così non è.
Lo scoprirà la madre, che nel suo essere figlia unica, non ha idee delle dinamiche tra fratelli ed opta per chiamare la psicologa infantile del consultorio dove ha seguito i gruppi mamma e va di tanto in tanto per lo spazio allattamento e pesata.
La psicologa chiede com'è il rapporto tra sorelle, che è davvero carino: la Mimi gioca tranquilla con la Iaia, e non ha problemi ad esternare le sue richieste di attenzione, pur essendo solo una bimba di poco meno di 3 anni. Conclude quindi che l'incidente, non ha nulla a che fare con meccanismi di ritorsione per gelosia, ma che si tratti di uno spiacevolissimo incidente, finito molto bene, nel contesto del gioco di coppia, della scoperta, dell'esplorazione, e perchè no del trasgredire, perchè si sa che quelle forbici non sono da usare.
Così rimane una bimba di quasi sei mesi con un piccolo taglio sul labbro, una sorella di quasi 3 anni a cui è stato spiegato ( si spera in modo comprensibile) che ha fatto una cazzata e che fortunatamente è finita bene, e una mamma più esausta di prima per la scarica di adrenalina.

Paura eh?

4 commenti:

  1. Mi hai fatto ricordare due avvenimenti tra me e mio fratello: io, da piccola, senza una motivazione cattiva (me lo ricordo bene) ho testato la resistenza del capezzolo di mio fratello maggiore sotto i miei incisivi nuovi di zecca, e simpaticamente seghettati!Non ha retto, gliel'ho dolorosamente squarciato...e non sono diventata Hannibal Lecter! E lui invece una volta mi chiuse nell'armadio simulando il gioco dell'ascensore, ma che si "bloccava" quindi impedendomi di uscire (ci rimasi finchè mia madre tornò da una faccenda che sbrigò, affidandomi fiduciosa al figlio maggiore...infatti): le spiegazioni che diede a mia madre che si impegnò per placare il mio attacco di panico da claustrofobia, erano che cercava di insegnarmi che non c'era nulla da aver paura dell'ascensore rotto, perchè all'epoca io ci entravo solo con mio padre, o addormentata perchè ne ero terrorizzata...
    Complimenti per il self control comunque!!

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  2. Ti assicuro che ho vissuto un quarto d'ora di panico. Forse la mia fortuna è aver lavorato in pronto soccorso da sola.

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  3. Che brava che sei stata... Hai gestito benissimo la cosa... Io sarei andata nel panico e avrei chiamato i carabinieri! Però, davvero, a volte sembra ma non è. E poi tutto è bene quel che finisce bene!
    Certo che anche tu sei nelle mie stesse condizioni: puoi spiegarglielo millemila volte... Ma se non ci sbattono il muso, loro non lo capiscono!

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  4. Bello spavento, non c'è dubbio. Ecco perchè le mamme invecchiano inesorabilmente mentre i figli crescono :/

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