Vorrei avere abbastanza creatività per trasformare le mie magagne in storie leggibili, più che in pagine di diario, ma non è un desiderio così impellente da farmi stare male o perdere il sonno di notte, comunque...
Scrivere mi serve, mi fa stare meglio. Mi piace farlo al pc dove posso leggere e correggere e spostare senza dover copiare 3 o 4 volte come accadrebbe su carta: "bei" ricordi dei tempi che furono.
Sto auto aiutandomi, ascoltandomi, non più nei deliri che erano la disperazione dell'essere ignorati dagli altri e soprattutto da se stessi, e questo mi aiuta parecchio: riesco a vedere "il peso" di determinate cose e quindi collocarle nel posto giusto, riesco a trovare le origini di sensazioni e pareri che spiegano perchè reagisco in un determinato modo a determinate situazioni. No non parlo direttamente di quello che mi passa per la testa: sarebbe come spiegare la teoria con un esempio pratico e si perderebbe il punto focale, il succo del discorso. La teoria la applichi in più occasioni, l'esempio pratico è limitato a se stesso.
Ieri sera sono stata partecipe di una discussione che mi ha fatto incazzare, mi ha fatto stare male, probabilmente mi ha tenuta sveglia più del dovuto e sempre probabilmente mi ha fatto pure venire acidità di stomaco. Ora perchè si è azionata questa reazione a catena?
Beh il contesto/le persone prima di qualsiasi altra cosa.
Poi i ricordi di esperienze pregresse di vario tipo.
Non si tratta di rinfacciare con cattiveria, (o voglia di incolpare) errori del passato magari nemmeno troppo recenti, ma di riportarli alla luce e analizzarli, per spiegare soprattutto a se stessi perchè di fronte a determinate situazioni si reagisce male e il proprio punto di vista è quasi diametralmente opposto a quello di una seconda figura.
Sono convinta che un una presa di coscienza di questo tipo si possa trovare un pacifico dialogo il cui scopo non è ottenere ragione ma far conoscere il proprio punto di vista, in una posizione neutrale, di dialogo non di imposizione. Il litigio, la discussione furente, nascono quando non si riconoscono i presupposti che scatenano i sentimenti, che sono sacrosanti e corretti, ma in un litigio viene facile barricarsi nelle proprie convinzioni e smettere di ascoltare l'altro, rimanendo ognuno convinto di aver ragione. A cosa porta tutto ciò? Personalmente a nulla, se non ad una putrefazione delle emozioni che portano solo a una lenta morte, a scelta, del rapporto interpersonale tra i soggetti coinvolti o interiore della persona stessa.
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