Quando sono stata l'ultima volta a Sharm, è andato tutto liscio: ansia modesta, carte tutte a posto. Poi a 24 ore dalla partenza la compagnia aerea, che mi obbligava a fare scalo ad Istanbul, mi manda un SMS richiedendomi un PCR test che non sapevo e che non avrei potuto ottenere in tempo utile.
Il panico.
Faccio controlli, aiutata anche dal diving, per scoprire che ai passeggeri in transito, non è richiesto. Insultarli è il minimo. Però mi ricordo che sono rimasta in ansia tutto il giorno, e al check in lo steward scherzando mi dice che non mi avrebbe fatto partire scatenando un pianto isterico.
Con questa esperienza pregressa, oggi sono partita da casa in super ansia e con un sacco di anticipo. Per la verità volevo arrivare in aeroporto con circa 2 ore di anticipo, non di più: con il check-in online si fa un po' prima. Ma mio marito che oggi è in home office poteva portarmi solo per le 10 oppure avrei dovuto prendere l'autobus. Quindi super anticipo, coda al check in di sicurezza inesistente, ma colpo di scena! A quale valigia fanno il controllo antiesplosivo? La mia.
Facciamo un salto indietro al 2016 o 2017, non ho voglia di scervellarmi per ricordare esattamente quando, comunque volo charter per Sharm sa Francoforte. Una coda pazzesca, le due ore prima volano, e i check-in di sicurezza, interminabili. A chi blindano lo zaino per allarme esplosivo? A me. A meno di mezz'ora dalla partenza. La polizia che deve essere presente non arriva, l'impiegato della security non può fare niente. Panico: Luca e le ragazze sono passati indenni. Poi la polizia arriva circa un quarto d'ora dopo e l'aereo è in ritardo.
Credo che l'ansia se ne andrà prima o poi, quando la situazione sanitaria sarà tornata normale. O forse no.
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