martedì 12 febbraio 2019

Carletto

Mish mumkin

Questo è quello che voglio continuare a pensare, fino a che non arrivano notizie inobiettabili. Mish mumkin significa "non è possibile".
Questa mattina apro FB e trovo in bacheca tre messaggi di persone che non conosco, ma che hanno taggato un mio amico, lo stesso in tutti e 3 i post.
Disperso in vacanza durante un immersione in un cenote nella Repubblica Domenicana.
Al Carletto devo molto. Purtroppo su nessuno dei miei brevetti c'è il suo nome, ma è grazie a lui alle 2 ore al porticciolo di Levanto se ora sono qui a pensare al dive master. E c'è il suo like sul post in cui pubblico la foto del mio dive master crew pack. Quel giorno al porticciolo ha strapazzato me e le mie paure che non erano mai state affrontate durante L'Open water: uno dei tanti rilasciato per fare cassa e gente con brevetto, ma non subacquei. Quel giorno ho rifatto l'ow in un crash course iperconcentrato. I'll giorno dopo mi ha portato al Canyon. Non posso dimenticare quell'immersione: la prima nel Ligure degna di essere chiamata tale. Avevo paura di andare a sbattere, rompere qualcosa o rimanere incastrata, ma l'immersione era più facile di quanto m'immaginassi. Mi sono anche tagliata con una conchiglia rotta: il mio assetto non era un granché e per impedirgli di uccidere un mollusco per attirare pesci da farmi vedere mi sono tenuta ad uno scoglio. Pungendomi. Da quell'immersione sono tornata con 2 consigli che mi hanno stravolto in meglio il mio stare in acqua: "cambia GAV che è piccolo, cambia le pinne che sono troppo grandi per te".
Il mio advance e il mio dry suit, dovrebbero avere il suo nome (e anche quello di Alberto per la verità), ed invece riportano quello del dive Center per cui lavorava allora. Mi ha seguita, aiutata, ed anche presa in giro durante i brevetti: alla prova di navigazione si è appeso alla mia bombola perché "pedalavo tanto". Poi le immersioni: canyon, spaccata, maniscalco. Sono tutte tra le mie prime 50 immersioni, un sacco di ricordi in cui bene o male c'è il Carletto. Mi ricordo ancora la prima volta che in superficie al termine di un immersione a Santa Rosolia, guardo Massimo sul gommone e gli dico "non mi si gonfia il GAV" e poi c'era lui dietro di me che mi teneva la valvola della spalla aperta. E non fu l'ultima volta che me lo fece. Anche la prima e l'ultima volta che io e Luca riuscimmo ad immergerci nell'amp e c'era una visibilità tipo "nebbia in val Padana" c'era il Carletto a guidare il gruppo. Era contento di noi che per non perderci, fedeli alle regole ow, ci tenevamo per mano, e ci poteva riconoscere facilmente.
Poi ha lasciato quel diving, e poco dopo noi ci siamo trasferiti qui in Germania. Sapevo che con tutti questi km diventa difficile incontrarsi di nuovo. Le notizie che ho è che lo danno disperso e le ricerche sono sospese per scarsa visibilità. Come altri voglio sperare in un miracolo, e che questo post faccia la stessa figuraccia del coccodrillo per il principe Filippo, pubblicato la scorsa estate. Ma se non dovesse accadere, voglio ricordarlo con le 2 bottiglie di vino sulle spalle a mo' di Bibo che Luca gli regalò perché aveva ritrovato e messo in salvo il suo computer abbandonato nel carrello delle bombole.

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