mercoledì 18 ottobre 2017

#metoo #quellavoltache

Sta imperversando su Fb da un paio di settimane una fervida discussione sulle molestie ed abusi sessuali, ovviamente verso le donne, scatenata o fomentata da una dichiarazione fatta da un'attrice variamente stimata.
Quando leggo queste caciare sulle molestie o violenze sulle donne, faccio sempre un passo indietro per due motivi: il primo è che tanto se ne parla e mai si fa nulla di buono, e non è una questione politica è una questione di cambiare mentalità a livello sociale e le leggi non possono farlo. Il secondo è che quando i giornali puntano a reclamizzare fatti di questo genere, stanno cercando di deviare l'attenzione dell'opinione pubblica da qualcosa di più grosso. Mi ricorderò sempre quelle 2 settimane di 10 anni fa in cui si parlava di una banda di stupratori seriali e Roma, mentre Berlusconi era intento a discutere non mi ricordo più con chi un nuovo piano per l'energia nucleare in Italia, fottendosene allegramente di un referendum anti-nucleare che sanciva il veto a questo tipo di energia.
Il tormentone di questa volta è "  se è capitato qualcosa anche a te dillo".
Vorrei fermarmi a considerare questo fatto del "dirlo".
Sono felice che per alcune donne trovarsi in mezzo ad altre che urlano i loro avvenimenti spiacevoli trovino la forza ed il coraggio di parlarne: è un modo diverso di vivere la forza del branco. Però ci sono quelle che vivono il disagio di essersi sentite vittime e colpevoli e che in questo contesto si sentono ancora più a disagio. E poi quelle come me, che di queste cose, se deve parlarne, non vuole lasciarle al vento del momento su FB, dove la foto di un gattino paffuto cancella una testimonianza sentita e forte di qualcuna. Perciò scrivo qui sul mio diario, dove domani magari metto un post sulla danza o sulla subacquea, ma non sarà sommerso ed irreperibile.

Anche a me sono capitate esperienze di molestie. E sì bisogna essere forti per andare avanti.

Mi sono sentita anch'io umiliata come se fosse stata colpa mia, quando non poteva esserlo in alcun modo ( ah, grazie catechismo, eh!)
Mi sono sentita urlare "puttana" da due perfetti sconosciuti di un altra classe per 2 anni di liceo ad ogni occasione buona, fino a che ad uno dei due non ho buttato una lattina di Sprite in faccia. E poi hanno smesso.
Mi sono anche divertita a mettere in imbarazzo i "manomortisti" sugli autobus urlando: "potrebbe spostare la mano dal mio culo che mi dà fastidio?" consapevole che se avessi fatto una denuncia non sarebbe accaduto nulla.
Mi sono sentita fortunata che un urlo abbia messo in fuga il mio "aggressore", e mi sento tutt'ora fortunata che abbia avuto incontri con esibizionisti o manomortisti. E la fortuna maggiore è che non mi sono mai lasciata a turbare più di tanto da questi episodi, di cui la maggior parte trovo ridicoli e buffi perchè davvero stupidi ed infantili. Questo però mi pone anche da un punto di vista diverso da quello di molte donne, che per magari per le stesse "attenzioni" ne sono profondamente turbate.

Ed ho raccolto le esperienze per sommi capi senza entrare nel dettaglio e dicendo quello che trovo importante: avere dignità e reagire. Reagire mettendo in pubblica croce lo stronzo di turno che ti palpa il culo sull'autobus, avere dignità lasciando due stronzi urlare e reagire quando si è faccia a faccia.
Non sono una psicologa ma talvolta queste persone sono solo bisognose di attenzioni. Ebbene dategliele: mortificandoli pubblicamente o addirittura con una bella pizza in faccia, che state tranquille non andranno a denunciarvi per aggressione. Reagite: non siate "conigliette" facilmente spaventabili, siate Gatte facilmente inacazzose e cazzute.

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