Si dice "non dire gatto finchè non ce l'hai nel sacco" ma se il gatto in questione è il gatto dagli stivali e il sacco è quello che usa per la caccia essere nel suo sacco con il gatto esattamente che significa? Blog di una "mi-faccio-i-fatti-miei blogger": blog fatto di pensieri, aneddoti, fatti di vita quotidiana e scazzi vari.
martedì 30 maggio 2017
La settimana dell'ansia
lunedì 29 maggio 2017
15 minuti
Poi sono passata all'esercizio di galleggiamento 15 minuti divisi in 13 minuti normali e gli ultimi due minuti con le mani fuori dall'acqua. Non devono essere sollevate per aria, ma appena fuori. Il problema è quando vuoi vedere l'orologio e sollevando la mano vai giù. Ecco quello non è divertente, ma sicuramente è fastidioso. Sinceramente non so quale sia lo scopo di questo esercizio: credo sia valutare il grado di tranquillità e benessere della persona in acqua. Se sei rilassato 15 minuti passano velocemente; se hai ansia e paura di andare giù, insomma lo sforzo si vede. Per me indubbiamente, che sono una persona che non sa aspettare, è un grandissimo esercizio di concentrazione e di rilassamento sia del corpo che della mente: devi rilassarti, altrimenti ti senti sprofondare anche se non è vero. I primi 1-2 minuti passano velocemente: si ha una sensazione di benessere. Poi inizia a intervenire l'ansia del "ma quanto ci vuole?" e inizia a farsi difficile. A quel punto inizia un po' di lavoro mentale a pensare che se stavi bene prima, puoi stare bene anche adesso; a pensare che d'altronde in acqua ci sei stato per i primi 9 mesi della tua vita e quello è il tuo elemento. Comunque ieri i 15 minuti li ho fatti: ora rimangono come esercizi i 400 metri nuoto semplice qualsiasi combinazione di stili, e 800 con pinne maschera e boccaglio. Il primo traguardo è farli senza interruzione.
domenica 14 maggio 2017
di tutto un po'st
La domenica passa tranquilla a ribaltare stoffe che verranno smistate in vari progetti tra cui un sacco di gonne che dovrò allestire per Bibì e Bibò e un paio di progetti veloci come 2 porta tovaglioli, uno per me ed uno per Luca che quelli di Marina e Valeria esistono già dai tempo della scuola materna italiana in cui venivano usati come porta bavaglie ( ma che dovrei riassemblare perchè li volevo trasformare in astucci porta penne)
Quello di Luca è stato assemblato con un ricamo ed un stoffa arrivati anni fa per uno swap a tema mare credo, se non ricordo male, da Tittiz. Il mio invece è una confezione veloce con un sacco di bottoni presi chi si ricorda più quando su un porta tovagliolo ricamabile che non ho per nulla voglia tempo di ricamare.
In pratica il mio cervello è un fermento di idee, pensieri e quant'altro tra subacquea, danza, costumi, creatività varia e corso di tedesco e la cosa mi fa sentire terribilmente bene e viva.
Lunedì, causa zip rotta sulla giacca di Valeria mi tocca andare al negozio di stoffe, dal quale ne eosco con lo chiffon per fare la gonna da abbinare a questo completo preso a Sharm
un pezzo di lycra spalmata in tinta perchè la cintura mi è corta, e un pezzo di ciniglia verde per fare un bolero da abbinare a questo costume
il cui reggiseno non solo non si chiude ma mi è dannatamente piccolo di coppa: mancano almeno 4 cm di coppa per parte.
Ovvio che non sono ancora riuscita a mettere mano a nulla, ma non dispero. Mi sento forte!
Martedì torno al negozio sub per cambiare un acquisto sbagliato, e torno a casa con: il manuale open water ed emergency first response in tedesco e l'iscrizione al corso e la prenotazione del Dive Master Crew Pack.
Ah e con l'acquisto sbagliato nuovamente sbagliato.
Facciamo che Mercoledì e giovedì passano incasinati per motivi connessi a lavandini da sturare e impegni da spostare e far coincidere, il tutto condito da " devo preparare qualcosa da danzare Venerdì sera all'apertura dello shisha bar". Penso tutto il tempo fino alle 17 di venerdì a qualcosa pieno di movimento nello spazio e di arabesque, ma poi vedo il locale e stramazzo! Non ho spazio per muovermi! Mi gioco il baladi, ma appena parte la musica capisco che a nessuno importerà vedere un baladi secondo criterio, e cerco di arrabbattare qualcosa di più orientale su una musica che non c'entra. L'esibizione non piace in primis a me, agli astanti non è importato un cazzo, tranne che ai vicini di casa, una signora iraniana che pratica anche lei danza orientale ma solo in casa perché il marito non vuole che balli in pubblico e a Luca, ma poco.
Però penso di non arrendermi. Anche se quest'esibizione non mi è piaciuta, il posto è comodo per ballare in pubblico, già che dista 20 gradini da casa, i proprietari mi sembrano più interessati al "gratis" che a una performance ben riuscita, e il gratis mi pare un buon compromesso se mi permette di ballare in pubblico una volta alla settimana. Di fatto sto già pensando a musiche che si sposano meglio con gli spazi a disposizione.
Sabato! cioè ieri, concretizzo la questione Dive Master e torno a casa con questo:
sabato 6 maggio 2017
Ricordi di Famiglia
La Zizì era del 1903, conosciuta in famiglia come Zia Gina all'anagrafe si chiamava Regina, e quando era piccola, e c'era la monarchia si permise di scrivere alla Sovrana Maria Josè dicendo che si chiamava Regina proprio come lei. Questa lettera comportò l'arrivo a casa dei carabinieri, una sberla da sua mamma, e una lettera di riconoscimento da parte della Sovrana Maria Josè, di cui purtroppo non ne ho traccia.
Della Zizì ho tanti ricordi come fotografie, forse qualcuno di più di quelli di mia nonna, che all'epoca lavorava, ed io ero in laboratorio con loro tra macchine da cucire e stoffe sportive (mia nonna ha fatto le maglie di parecchie squadre di calcio di serie A negli anni 60 e 70). Per me era una donna alta e magra, con gli occhiali i capelli corti e ricci, ma ricci da bigodino. Tutte le sere andava a letto con una tazza di acqua per la notte ed io glie ne prendevo sempre un sorso. Fumava le nazionali senza filtro ed aveva 2 posaceneri: una conchiglia ed uno in bronzo con topino, che io amavo e che attualmente è a casa di mio padre. E con me aveva una pazienza infinita: potessi tornare indietro da adulta, mi darei un paio di sberle per come mi sono comportata con lei un paio di volte. La Zizì appena potè andare a lavorare venne assunta nella sartoria della Scala come Piccinina, e mia mamma ha raccontato più volte che in casa quando lei era piccola, non si poteva ascoltare l'opera lirica in radio o oin televisione senza che la Zizì non anticipasse le battute ( ma si potrà parlare di battute nel canto lirico?) .
Della Zizì mi ricordo ocmunque due cose più di ogni altra: la Saccarina, e il minestrone. La Zizì era diabetica e prendeva il caffè con la saccarina, che era in una piccola scatoletta di latta turchese: ho cercato l'immagine su google, ma non l'ho trovata. Il minestrone invece è una specie di segreto che si è portata nella tomba. Lei era la cuoca di famiglia e a quanto pare solo lei riusciva a farmi mangiare: ero una bambina capricciosa a tavola ed inappetente, ma del suo minetrone,il brodol le patate e quanche altra verdura le mangiavo volentieri.
Ieri alla ricerca di nuove ricette a base di verdure per la mia dieta ( che sì sta portando risultati) ho messo mano al libro di cucina tradizionale milanese ed ho tirato fuori la ricetta del Minestrone milanese classico, in cui ci va una marea di verdura.
foto tratta dalla mia copia di "La cucina Milanese" di Laura Rangoni, ed. Newton & Compton |
E la saccarina? Ebbene, per quanto i primi tè senza zucchero sembravano essere interessanti e piacermi, nel giro di qualche giorno li ho abbandonati, per insapore. Così ieri ho ceduto: avendo scelto di eliminare quasi totalmente lo zucchero dalla mia alimentazione eccetto quello del caffè al mattino, ho azzardato 85 centesimi di saccarina da usare una tantum per il tè.
mercoledì 3 maggio 2017
Il bambino rompicoglioni 2
martedì 2 maggio 2017
Sogni
L'altra notte ho fatto un sogno bellissimo sulla danza. In questo sogno però mi è apparsa una persona che mi dava una brutta notizia sul suo conto.
Mi sono svegliata con un senso d'angoscia, perché non sono capace di considerare un sogno come una semplice rielaborazione mentale, anche a cazzo di cane, di pensieri ed avvenimenti, perciò in un caso come questo ti viene da chiederti se la persona in questione stia davvero bene. La conseguenza sarebbe informarsi appena possibile, ma non l'ho fatto. Perché? Perché nel dormiveglia ho riflettuto su quanto questa persona contasse ancora per me o no, e no nonostante le possa augurare tutto il bene di sto mondo, non ho più nulla da spartire.
Cosa c'è di importante in tutto questo? Capire quanto le proprie energie contino, e quando vale la pena spenderle per altri. Così al posto di svegliarmi angosciata per una persona di cui non ho nessuna notizia da tempo, mi sono svegliata serena per affrontare la mia vita.