Sono passate appena due settimane e del tempo, te ne rendi conto solo se guardi il calendario ltrimenti sembrano anni ed ore nello stesso momento.
La vita va avanti, ma adesso, e spero solo che sia il momento, ha un altro gusto: insapore. Forse per il semplice fatto che mi manca qualcuno con cui avevo una complicità speciale che mi faceva ridere ed incazzare a seconda del momento. Sapevo già 2 settimane ed un giorno fa che con mia mamma non sarei più potuta andare sul mercato a meno che non ci avessero fornito una sedia a rotelle, ma se 2 settimane e 2 gironi fa potevp raccontarle di quello che avevo visot sul mercato, spettegolare di qualcosa di buffo, raccontarle delle lezioni di danza, anche se lei non poteva venire con me, ora mi rendo che nemmeno posos andare a sedermi a piedi del suo letot e raccontargliele queste sose. Non posso raccontarle della Iaia che in un impeto di gelosia mentre cercavo le scarpe alla Mimi ha preso su una scatola di scarpe con su hello kitty taglia 30 ed era felicisisma di aver provato queate scarpe che non le facevano da letto da tanto che le erano grandi. nememno delal coreografia nuova che è già stata cambiata da un giorno con l'altro.
Mi veva detto che avrei accusato la botta tra qualche mese, ma la botta la sto sentendo già ora: Ora che per piangerla, per stare male, mi decvo rubare il tempo qui e là, che non posso scoppiare a piangere quando voglio e come voglio, che non è vero che la famiglia la casa la tua vita ti riempiono il vuoto, lo coprono soltanto facendolo diventare una trappola ancora più pericolosa, eprchè quando ci cadi dentro è solo diventato più profondo.
Ho delle magre consolazioni. Vlendo le possiamo chiamare " il lato buono della faccenda".
Mia mamma era una donna iperattiva, ferma non ci stava mai. Ha iniziato a fermarsi 6 mesi fa, credendo di avere solo una brutta bronchite che non le lasciava le forze per giocare con le mnipoti come aveva sempre fatto. Per lei stare ferma era la morte. Mia mamma se ne è andata che era ancora in grado di alzarsi e andare in bagno da sola, o spostarsi sul divano: non aveva bisogno della padella o del pannolone.
Il lato buono è che se ne è andata prima che potesse morire dentro. Se ne è andata litigando con l'infermiere che voleva metterle un catetere nasale per farla respirare meglio, un ora prima che le cessasse di batere il cuore.
Io vorrei stare da sola.
Vorrei stare da sola tra le sue cose per ricordarla e piangerla fino ad addormentarmi, per poi ripartire come si deve il giorno dopo, ma questo è un lusso che non mi posso concedere. E mi fa male.
Grazie al cielo esiste il blog, che è un angolo mio, dove se piango, nessuno può dirmi nulla. Già perchè in 2 settimane ho raccolto tante condoglianze che ho perso il conto di chi me le ha fatte e chi no, ma la cosa peggiore è stata la raccolta di frasi fatte dal "devi essere forte", al "beh hai una famiglia non sei sola pensa a tuo padre" per non parlare poi degli sconosciuti che ti chiedono la rava e la fava. A tutti questi "saggi" da settimana enigmistica e da domenica tutti bravi se andiamo a messa, direi solo 2 cose: fatevi un po' i cazzi vostri e andatevene contestualmente affanculo.
Io non sono mai andata a piangere da nessuno, perchè i propri panni sporchi ce li si lava in casa propria, perciò, davvero, fatevi i cazzi vostri: non sapete chi sono, come reagisco, se la freddezza e linearità con cui vi dico grazie o vi dò risposte che non avreste alcun diritto di avere, sia reale o la maschera che sto portando da venerdì notte di 2 settimane fa, non sapete un cazzo di me, ne tanto meno di chi fosse mia madre, perciò fatevi e fatemi un favore: già che di faccia non mi siete mai sembrati delle cime, tacete che ad aprir bocca confermate solo quello che ho sempre pensato di voi.
Mamma, mi hanno detto di parlarti perchè sei ancora qui. Io credo che nel momento in cui ti ho detto "ora ti lascio la mano perchè devi andare" tu hai preso la tua nuova strada, e quello che mi rimane qui di te è quello che voglio sentire io di te accanto a me, una mia proiezione per cercare di non guardare il vuoto che c'è, come quando ti ho visto nei miei sogni settimana scorsa, ma tu qui non ci sei. Non ti ho nemmeno "vista" martedì sera a danza nei miei movimenti, nonostante avessi la tua gonna.
Mamma la cosa che mi rimane come tarlo è l'aver deciso di provare a portarti in ospedale, ma più ci penso e più so che non solo ho fatto la scleta giusta ma che non era nemmeno il " non voglio morire in ospedale " che mi avevi sempre detto: tu non volevi finire i tuoi gironi ricoverata lontno dalla tua casa dai tuoi gatit dalla tua famiglia. Ti ho solo portato via all'ultima ora per cercare di tenerti qua ancora un po', ma non c'era niente da fare. E mamma, egoisticamente, sono contenta di averlo fatto: ho potuto passare con te gli ultimi minuti dirti tutte le ultime cose che c'erano da dire, senza dovermi chiudere in me stessa per proteggermi e risparmiarti lo strazio delle lacrime e dei "no" di chi non riesce a capire che non c'è nulla da fare e pensa a sè stesso e non a chi sta morendo ed ha bisogno di serenità e non di strazio. Vorrei tornare indietro per poterti tenere ancora la mano per quei pochi minuti.
Mamma lo sai che non verrò a trovarti al cimitero, vero? Ti porto con me dovunque, non ho bisogno di vedere una foto su un asettico marmo bianco uguale per tutti tranne che per lettere e numeri per sapere chi sei.
Ti voglio bene.