Complice il fatto che devo stare a letto, ho deciso di mettere mano al mio google drive per sistemare e buttare via documenti inutili. Visto che non posso sistemare la casa, sistemo comunque uno spazio, anche se virtuale, mio. Tra un foglio di calcolo e un pdf trovo la bozza di un messaggio che mandai qualche anno fa a Matteo Bussola. ho deciso di pubblicarlo qui, non tanto per lo scrittore ma per quello che ho scritto nell'augurio di ricordarmelo più spesso.
"Ciao Matteo, l’altro giorno ti ho mandato dei banali auguri di buona Pasqua ringraziandoti di aver messo su carta molte storie, perché per la verità “notti in bianco e baci (e lecconi) a colazione” è un libro a scrittura continua. Però c’è una differenza che a me ha colpito parecchio tra il diluito su fb e il raggruppato su e-book (ho preferito la versione salva alberi e meno ingombrante). Nonostante si sia nel 2000 da un pezzo, si è ancora legati allo stereotipo del padre distaccato. In linea teorica o pratica. Io ne sono stata un esempio teorico, perché credevo che mio marito fosse distaccato e pratico perché ho agito come se lo fosse. E l’ho fatto fino all'altro ieri. Poi ho letto ed ho realizzato che non era fantasia ciò che leggevo e che avevo un mio “Matteo Bussola” che però si chiama Luca, fa l’informatico e lavora fuori casa. Però é in grado di creare un suo mondo fantastico con Figlia Grande e Figlia Piccola una complicità basata sulla pasta al tonno con le olive, e una tecnica tutta sua per asciugare i capelli. Grazie perché mi hai aiutato a vedere che ho un uomo fantastico accanto a me."
Ecco, grazie di essere così Luca, anche se me ne dimentico troppo spesso.
"Ciao Matteo, l’altro giorno ti ho mandato dei banali auguri di buona Pasqua ringraziandoti di aver messo su carta molte storie, perché per la verità “notti in bianco e baci (e lecconi) a colazione” è un libro a scrittura continua. Però c’è una differenza che a me ha colpito parecchio tra il diluito su fb e il raggruppato su e-book (ho preferito la versione salva alberi e meno ingombrante). Nonostante si sia nel 2000 da un pezzo, si è ancora legati allo stereotipo del padre distaccato. In linea teorica o pratica. Io ne sono stata un esempio teorico, perché credevo che mio marito fosse distaccato e pratico perché ho agito come se lo fosse. E l’ho fatto fino all'altro ieri. Poi ho letto ed ho realizzato che non era fantasia ciò che leggevo e che avevo un mio “Matteo Bussola” che però si chiama Luca, fa l’informatico e lavora fuori casa. Però é in grado di creare un suo mondo fantastico con Figlia Grande e Figlia Piccola una complicità basata sulla pasta al tonno con le olive, e una tecnica tutta sua per asciugare i capelli. Grazie perché mi hai aiutato a vedere che ho un uomo fantastico accanto a me."
Ecco, grazie di essere così Luca, anche se me ne dimentico troppo spesso.