domenica 30 dicembre 2018

Mi ci sono volute 140 immersioni...

...per trovarlo.

Purtroppo non parlo del relitto che mi consacrerà nelle storie subacquee di Sharm, ne di un nuovo reef a cui dare il mio nome, ma LUI: il subacqueo che nessuna guida vorrebbe mai avere E IL SUO BUDDY.
Arrivano al diving e vogliono fare immersioni.
Ovviamente a parte l'italiano con forte accento regionale, non parlano una parola di inglese.
E qui entro in gioco io. Io, cliente seriale del diving, rescue Diver con ambizione a diventare DM, madrelingua italiana. No n chiedetemi come ma uno dei due mi puzza di rogna. Sarà forse per la faccia stufita che fanno quando gli chiedo quale brevetto abbiano?
Sì presentano senza attrezzatura, senza brevetti e senza passaporto. Cioè ci sono, ma in camera. Quindi mentre gli Open freschi di brevetto o da brevettare si preparano, loro vanno in camera a recuperare ovviamente solo l'attrezzatura. Il Rogna non ha gav ne muta, che vengono portati giù mentre compilano il modulo di registrazione. "Ma qui dove c'è scritto Adresse devo scrivere l'indirizzo di casa o PADI?" Capirete che è stato un lavoro di pazienza fargli compilare il modulo. Mentre scrivono, si rendono conto che non hanno chiesto quanto costa. Io sinceramente non lo so. Prendiamo a pacchetti, quindi non ho idea del costo della singola immersione, ne tantomeno del costo dell'attrezzatura, da cui segue una lunga spiegazione degli stessi condita dall'incredulità del Rogna di dover pagare xx Euro al giorno per l'attrezzatura. Forse pensava che gliela fornissero gratis. Per quanto ne so in Italia nessuno da qualcosa gratis ad uno sconosciuto.
L'ultima cosa che dice il Rogna è : " da dove si parte per l'immersione, dal pontile?"
Io rimango con la guida, che chiude sempre il gruppo e si accerta dei buddy check, e il suo Buddy, che mi racconta di quando Sharm era solo 3 alberghi nel lontano 1900 e voltes indré. Di immersioni ne ha parecchie sulle spalle, e credo anche brevetti. Insomma potrebbe essere ascrivibile nel registro dei sommozzatori. Arriviamo in fondo al pontile e il Rogna non c'è. La guida viene da me e mi dice che è già partito in immersione. Mi preparo e salto in acqua. Conosco le regole e le procedure del posto, perciò so che avvisando posso aspettare il gruppo in acqua, anche se sappiamo io e la guida che salto per tenere d'occhio il Rogna. È lì a 5 metri, alza lo sguardo gli faccio segno di risalire per 3 volte. Mi ignora per 3 volte. Salta il resto del gruppo, guida e aiuto guida compresi. Il gruppo è davvero eterogeneo: ci siamo io, l'aiuto e la guida, la buddy che avevo l'altro giorno sicuramente ow e altri due che se non sono ow freschi di brevetto, lo staranno facendo. E quei due là, che non si sa dove siano. A 5 metri faccio cenno io alla guida che faccio buddy con la tizia della volta precedente. Poco dopo vedo la guida quasi in superficie con uno dei due open e l'aiuto che tiene per la rubinetteria l'altro. Io ho per fortuna quella che muove un po' le braccia e basta. Così seguo da - 5 metri la guida e conduco la mia Buddy entro il perimetro dell' area di snorkeling, che non sarà la prima volta che faccio ras Gamila, ma non posso dire di conoscerlo così bene da poter condurre un immersione serenamente. L'Open in superficie risolve i suoi problemi con la maschera e scende, l'altro viene lasciato libero di fare lo yo-yo. Ora pare un immersione normale, solo non si vedono "i due liocorni". Che però 2 liocorni non sono e di lì a poco sbucano da non si sa dove. Il Rogna manco ci guarda, il Buddy quantomeno manda i soliti ok di rito. L'aiuto guida va cenno di stare in gruppo, il Rogna che ormai è andato oltre non li vede ma il Buddy é ancora abbastanza vicino a me per attirarne l'attenzione e spiegargli la situazione. Non mi chiedete come ma in superficie ci arriviamo tutti insieme. La guida fa uscire per primi i due open, io rimango con l'aiuto e la mia Buddy. Gli italiani, boh. Li rivedo al diving. Scambio 2 parole con la guida, che senza problemi conferma quello che immaginavo: non li vuole più avere in immersione. Vado a togliermi la mia attrezzatura e ce li ho lì davanti. Potrei farmi i cazzi miei, ma so anche che nessuno ha la competenza linguistica per spiegare come stanno le cose.
"Ragazzi io non sono nessuno ma qui non ci si immerge così. Ci sono delle regole nazionali per cui voi senza guida in acqua non ci potete andare."
" E ma figurati anni fa..."
"Anni fa. Ora la situazione è cambiata: non vai nemmeno a fare snorkeling senza la guida. L'immersione si fa di gruppo."
"Eh ma io vi ho aspettato in acqua"
"Si aspetta in superficie, non 5 metri sotto"
"Sai è che io sono un solitario, e poi ho visto che erano tutti un po' impediti".
"Non hai capito allora: qui ci sono delle regole e vanno rispettate. Non le rispetti? Allora una guida o un diving può rifiutarsi di farti scendere. Inizi con uno, lo fai con un altro, si passano parola ed hai finito di immergerti a Sharm. E no l'immersione non la inizi come ti pare a te. Il gruppo si trova in superficie, ci si scambiano i Segnali di rito, si prende il Tempo di inizio immersione, ci si Orienta, si mette l'eRogatore in bocca, si compensano le orecchie prima di iniziare la discesa e poi si inizia a scenDere. Questa è la prassi in qualsiasi parte del mondo, non come fai tu, e se esiste il buddy system un motivo c'è ed è quello della tua sicurezza."

So che il giorno dopo sarebbero stati in barca: tutta la mia stima alla guida.

Aggiornamento. A due giorni di distanza dall'accaduto, ho incontrato il Rogna al ristorante che mi ha ringraziato per quello che gli ho detto.

domenica 23 dicembre 2018

La cucina di barca sharmese

Facendo una rapida considerazione, il blog si anima quando sono in vacanza. Lontana dalle migliaia di cose da fare a casa, sono piena di tempi morti da riempire: il tempo di attesa transfer albergo-porto, porto - imbarco, imbarco-permesso di salpare, attrezzatura montata- briefing, pranzo- ritorno in porto, transfer porto- albergo. Insomma un sacco di tempo morto. Perciò scrivo. Oggi tocca alla cucina di barca sharmese. Sia chiaro: io parlo di questa non perchè abbia qualcosa di speciale, ma perché conosco solo questa. La cucina di barca sharmese è sempre buona secondo lo stesso principio della cambusa scout, lupetti o reparto è indifferente: tutto è buono perché hai fame. Anche quel coso che sembra un limone mignon uscito dalla spazzatura e dannatamente piccante. Nel pranzo di barca sharmese puoi trovare tanti piatti diversi,a seconda del cuoco ci sono: pasta al pomodoro, riso pilaf, wuerstel Al pomodoro, fagioli, ma sempre trovi 3 cose:
- il pane arabo
- le verdure condite
- le cotolette tagliate a striscioline.
Ecco direi che queste ultime sono proprio il piatto per eccellenza della cucina di barca sharmese.
Accompagnare tutto con una tazza di tè El Arosa.

martedì 20 novembre 2018

Alfa ed Omega e il dopo

Mi sono resa conto che sul blog ho scritto dell' Alfa e dell'Omega della mia parentesi al Tierheim, il rifugio per animali per dare una traduzione pertinente, ma non ho mai parlato di tutto quello che c'è stato in mezzo.
Vorrei dire che non c'è stato nulla di significativo, ma non è stato così. Ho vissuto giorni intensi ed appaganti, sia coi colleghi che con gli animali di cui mi sono presa cura. Il team delle principesse Disney, non lo è poi tanto.
Ho lavorato tanto e sodo facendomi apprezzare da tutti e tutti sono rimasti basiti alla notizia del mio licenziamento. Sono concorde con quello che mi hanno detto più persone: se stai sul cazzo al capo non c'è niente da fare, e credo che sia più o meno andata così, o che fosse premeditato fin dall'inizio che non rimanessi oltre il periodo di prova.
Mi sono fatta apprezzare dai pappagalli amazzonici temuti da tutti perchè aggredirono tempo addietro una dipendente. Mi sono fatta apprezzare da un cane ritenuto pericoloso, ma non c'è più tempo per lavorare al fine di entrare nelle sue grazie. Ho stabilito un rapporto di reciproca utilità con il gatto più stronzo di tutto il tierheim, e scusatemi ma non è poco.
Porto a casa una vagonata di sorrisi di pelo e di piume, porto a casa la stima dei colleghi.

Ho già iniziato a mandare cv a destra e a manca: mi hanno già risposto una clinica che non ha posizioni aperte da offrirmi, una collega che è in vacanza e si occuperà di me al rientro, un altra clinica che vorrebbe conoscermi meglio e mi ha offerto un hospitation (vai a gratis quando vuoi e forse ottieni un lavoro non si sa quando) e un altro tierheim, che a scatola chiusa mi ha offerto tre giorni di prova per 8 ore al giorno. E continuo comunque a cercare. Sono contenta di avere già avuto una proposta come i 3 giorni di prova, ma il posto non è vicinissimo, dall'altra parte del Reno, non in centro Colonia, ma i ponti si sa sono un delirio alla mattina. La cosa buffa ed interessante allo stesso tempo è che il tierheim e la clinica sopracitati collaborano tra di loro e mi hanno contattata in modo indipendente l'uno dall'altra. Non so ma lo vedo come una bellissima opportunità per partire da un punto ed arrivare all'altro più di quanto non potesse accadere a Bonn. Ora aspetto di vedere cosa succede tra oggi e il 3 dicembre il primo dei tre giorni di prova: il lavoro a questo nuovo tierheim mi preoccupa per la posizione in cui si trova e per l'orario di lavoro. dovrò organizzarmi parecchio bene con le bimbe per gestire le attività extra scolastiche, oppure sperare che arrivi un opportunità migliore. Intanto un opportunità c'è, e fa bene quanto meno all'umore.

venerdì 16 novembre 2018

Che ne sanno loro degli Anthias e delle Gorgonie a Tiran?

Mi hanno licenziato.
Preavviso come da contratto, 2 settimane. Motivazione? Non si sa, e nessuno dei colleghi si capacita di cosa possa essere successo. Mai un giorno di Malattia, mai un lavoro lasciato a metà, mai lasciato nessuno nelle canne. Forse dovevo solo tenere per me l'idea di cambiare le coperte di certi cani in una certa stanza almeno una volta alla settimana, detta ad una persona che forse è il nodo focale di un conflitto di interessi.
Ma questo è successo ieri.
Oggi sono forte del fatto che troverò altro, e magari di meglio. E che ci sarà solo una sorta di vacanza tra l'uno e l'altro.
Stamattina me ne sono andata a nuotare. Il Dive Master è lì che attende. Ho perso il conto delle vasche delle pause del tutto, finchè l'acqua ha fatto la sua magia, mi ha riportato un po' di pace, mi ha fatto vedere le cose da una prospettiva diversa.

"Che ne sanno loro degli Anthias e delle Gorgonie a Tiran?"

Io non avrò idea di come ottenere una macchinona di prestigio facendo la presidente di una associazione onlus, ma so quanto è dannatamente prezioso vedere un pesce falco tra le gorgonie a Jackson Reef. Pensavo fosse una frase fatta e finita di Claudio ed invece non è proprio così: l'idea di fondo è la stessa, " che ne sanno loro (per me) lei (come scritto in figli di una Shamandura)....? "
Sorvolo su fatto che non posso prendere il primo biglietto per Sharm, presentarmi in un diving e dire "fatemi diventare Dive master e lavorerò per voi", ma il succo è che se ti accontenti di vedere solo la superficie delle cose allora ti perdi tutto ciò che c'è di prezioso. 

lunedì 4 giugno 2018

Vi fo' il dito medio a tutti!!!! - Ultimo saluto di un gatto che ha fatto la sua vita.

Domenica mattina: Manolo esce dalla camera da letto, dove l'ho comodamente sistemato a 2 metri circa di distanza sabbietta- cuccia cibo acqua, sbanda in curva, cade, fa spaventare tutti, si spaventa pure lui da morire, si riprende in 3 minuti e fa il dito medio a tutti.Si alza e si sposta solo per venire a dire che ha fame o che vuole l'acqua pulita. Mi sa che più che Matusalemme devo chiamarlo Macleod. Lo tengo in braccio e ammetto che i segnali che manda e l'aritmia non mi fanno pensare bene, ma sono cose che non vuoi dargli il peso che meritano, o magari glielo is dà in virtè delle condizioni fisiche che ha. Mangia come un dannato per tutto il giorno, ocme se non ci fisse un domani. La domanda è sempre la stessa: "quanti giorni ancora? " e la risposta è: "ci piglierà per il culo tutti e camperà ancora un mese".
Ma questa volta no.
Ho trovato il mio gatto speciale, in quelle condizioni che avevo posto come limite stamattina. Inutile aggiungere altro, tranne che per il momento non ho intenzione dopo 18 anni di vita insieme di rimpiazzarlo con un altro peloso: c'è comunque ancora Shami.

giovedì 31 maggio 2018

Giorno 4

Sono le 7.57 del quarto giorno al Tierheim, che per darne la migliore traduzione in italiano è un rifugio degli animali, non un semplice canile. C'è pure una voliera per i piccioni che sono guariti.
Primo giorno gatti: ordinarie coccole, sabbiette, cibo: ho apprezzato molto la cura nella disinfezione tra uno stallo e l'altro.
Secondo giorno cani: letteralmente un lavoro demmerda. Cagano come elefanti: lavoro pesante, ma appagante. Obbligatoria la doccia post lavoro, e comunque la pizza te la senti addosso uguale.
Terzo giorno e seguenti, piccoli animali. Quando ero in università la divisione grandi e piccoli era semplicemente cani gatti e cavalli vacche e maiali. Ecco i piccoli sono quei cosi pelosi, pennuti o squamati che devono per forza stare in gabbia.
A questo seguono le persone che ho seguito. Per i gatti sono stata affiancata ad un azubo (tirocinante) debosciatissimo, che mi ha fatto cadere le palle per terra. Coi cani che di lavoro ce n'è da fare, sono stata con una energica a cui non dovevo chiedere cosa fare, me lo diceva poco prima che glielo chiedessi. Coi piccoli sto col team Delle principesse Disney: vi prego salvatemi.
In tutto questo guardo le personeche sono qua, e mi sembrano più normali di tante altre. Alcune con delle storie da raccontare, o almeno cosi sembrano. Magari anche le persone che lavorano qui sono quelle che nessuno voleva. Magari c'è posto anche per una vet che nessuno vuole. Spero domani di avere una bella sorpresa, non intesa in senso ironico.

lunedì 28 maggio 2018

Non ho il coraggio

Ho avuto poca esitazione con la Pindy, la Tabi, Lenticchia, la Farfi, il Micione, il Bu, (anche se questi due sono solo state decisioni il cui atto è stato svolto da un collega) e quelli passati in ambulatorio per "lavoro", ma con Manolo, no non ci riesco. Sono 18 anni che stiamo insieme. E ogni giorno che passa è sempre più pelle ed ossa. Da qualche giorno non salta più, non ha la forza di miagolare come ha sempre fatto, e cammina a stento. Avrei pagine da riempire di ricordi, intese, ed incazzature. So che mi rimarrà il rimorso del "che cosa avrei potuto fare che non ho fatto". L'ho dato per spacciato già un paio di volte: al ritorno dalle vacanze era bello itterico. Gli ho dato una settimana: sono passati quasi 2 mesi. Però qui credo che altri 2 mesi non li farà, perché è vero che oggi non ho il coraggio, ma vedo che si sta spegnendo.

venerdì 25 maggio 2018

Una famiglia di creative


Buon sangue non mente, anche se per la verità, questa quasi totale immersione tra paillettes perline strass e stoffe glitterate stimola la fantasia e la voglia di decorare. Funziona così: loro creano, io cucio. Ma talvolta cuciono anche loro come nel caso dei fiori abbastanza semplici da fare. Vero che nel tempo in cui loro ne fanno uno io li finisco tutti, ma almeno imparano a tenere in mano un ago, che male non fa.
Partiamo dai costumi da bagno. Semplici, anonimi, economicissimi: quindi che si fa? Si personalizzano! Marina non ci ha messo molto, trovata un idea ha deciso che andava bene, fissata con una foto (che cosa meravigliosa la tecnologia che ora ti permette di fissare un idea con una foto immediatamente riguardabile) e via: costume e decorazioni messi da parte in attesa di ago, filo e mamma.

 Poi Valeria, che non mi è chiaro se è più creativa o più confusionaria, anche se considerando me stessa, le due cose sono strettamente connesse ha sfagiolato una serie di idee, che ha dovuto poi riguardare per 5 minuti buoni per decidere quale.

I fiori di cui dicevo sopra invece glieli ho fatti creare per i costumini da danza che hanno voluto.


Ovvio che mi occupo io del taglio e del cucito delle parti grosse, ma un decoro che si fa sulla base di un semplice punto filza lo possono fare da sole.

 

 Poi i corpetti. Stessa metodologia: appoggio dei decori, piccoli aggiustamenti da parte mia, foto, da parte in attesa di cucitura. Tutto sommato un lavoro gratificante per me sotto tutti i punti di vista.

sabato 19 maggio 2018

Nuovo vicino di casa

Probabilmente è già da un po' di tempo "nuovo vicino di casa" o forse era già lì prima che arrivassimo noi, ma l'ho " incontrato" solo ieri sera. E più che incontrato, l'ho visto attraverso una finestra del mio balcone.
Ieri sera stavo tirando giù la tapparella di questa finestra, che è in un rientro, e vedo sotto una sedia una macchia marrone grossa poco più di una pallina da ping pong. La guardo un po' meglio e la macchia-pallina ha grosse orecchie e occhietti.

E'
UN
TO-PO!

Se la cosa può fare orrore e raccapriccio grazie ai cartoni animati di Tom E Gerry dove la Mami in ciabatte urlava spaventatissima, a me suscita meraviglia e stupore, perchè in un ambiente urbano come quello dove vivo io non me lo aspetto affatto, e poi dopo essere passata per le illustrazioni della Beatrix Potter, i topini come quello diventano esserini carini. Di fatto lo sono. In ambulatorio ne ho visti pochi e per lo più bianchi o maculati figli di stirpi di topi da laboratorio, e sono carini con questi lunghissimi baffi perennemente in movimento. E fanno pure il solletico in mano. Ora va da sè che un topino che se ne vive selvatico nel muro sotto la copertura esterna in finti mattoni, non è proprio la stessa cosa, sia per relazione uomo-animale, sia per sa "l'iddio che cosa si porta dietro" a parte la leptospirosi (mi tocca fare un ripassino di zoonosi e malattie infettive). E sono anche perplessa: è qui per aiutarmi a cucire i miei costumi sarebbe il benvenuto e gli lascerei tanta di quella stoffa per panciotti, o per prelevare il mio cervello per poter completare la formulazione della domanda universale ( e potrebbe andarsene afff) ? E per fortuna che assomiglia più a questo topo qui:

Immagine prelevata dal web, diritti d'autore riservati alla casa editrice.

Che a questo altro tipo di topo:

Immagine prelevata dal web, diritti d'autore riservati Disney

Che con la sua faccia bianco cadavere-scheletro è decisamente inquietante.
Preciso che ho 2 gatti. Su matusalemme non ci faccio nemmeno conto: non capisco se sta in piedi perchè tirano i 4 venti o perchè non ci sono. L'altro invece, Alzheimer, oggi è stranamente fissato a guardare da dietro la finestra l'esatto punto dove ieri sera ho visto il topo.
Comunque, per vedere se si fosse trattato di un abituè o di un tizio di passaggio ( ma credo siano animali stanziali, devo farmi una cultura) gli ho lasciato un bel pezzo di pane secco in un punto ben distante dall'ingresso della sua tana. Ecco dove ho trovato il pezzo di pane stamattina.


Nella grondaia, incastrato all'ingresso della sua "porta di casa".

Sinceramente non so che fare. Mi chiedo prima di tutto in che misura sia un problema, al di là del possibile veicolo di patologie, ma vive sul balcone, non in casa. Sicuramente non mi metterò a dargli la caccia con metodi cruenti. Magari ricorrerò a quelle trappole non cruente e a gite in riva al Reno dove la zona è tranquilla e di campagna per essere rilasciato.

Certo che il mio balcone si sta trasformando in uno zoo: domenica scorsa la lumachina. l'altro ieri la cincia a mangiare, ieri sera il topo e stamattina anche la gazza.
Che si destinata a diventare come il dottor Dolittle? ( quello vero non la cazzata cinematografica con Eddie Murphy)

AGGIORNAMENTO: visto dove abita, cioè in un muro, lo chiamerò Malìo Teleso. SE non sapete chi è chiedete a Elastigirl

venerdì 18 maggio 2018

67.8

Oggi la mia bilancia segnava questo, e no non mi piace.

Ho detto " va beh dai andiamo in vacanza non ci sto attenta (a novembre) poi è Natale, poi mi ricordo id aver letto un 62 ed esserne stata felice, ma ai 60 che mi ero proposta come traguardo non ci sono ami arrivata. Poi ho dato retta prima allo stress pre- spettacolo e pre- vacanze, alle vacanze e poi ad un malumore silente che ha spalleggiato il " bambino rompicoglioni" mettendo in un angolo la forza di volontà, e dando ampio spazio di gioco a birra, cioccolato e sopratutto, spuntini fuori orario.
Non sono diventata una fanatica del peso forma, ma mi sentivo bene e non voglio ritornare a pesare quasi 80 kg , sembrare una massa a balze quando mi siedo, e sopratutto dover riacquistare il guardaroba, ora che ho preso cose nuove carine perchè ho un culo sufficientemente piccolo da permettermi di indossarle!
Quindi da oggi, forte del fatto che ho una settimana di prova retribuita con eventuale passaggio a 6 mesi di contratto prova e poi contratto a tempo indeterminato, riprendo a tenere controllato il regime alimentare.

martedì 15 maggio 2018

Una settimana di prova

Avevo già scritto che avevo un colloquio per un posto di lavoro, no?
Ecco il colloquio si è svolto con i seguenti temi toccati: Salario mensile lordo ( più di quanto abbia mai guadagnato come veterinaria mensilmente), contributo per il trasporto casa-lavoro, "soldi per le vacanze", " soldi del Natale" ( non so se siano esattamente una tredicesima ed una quattordicesima), ore settimanali lavorative, niente turni di notte eventuale turno lungo in un altro "tierheim" un po' più lontano da casa.
E' tanto bello che non credo ancora sia vero.
Farò la Tierpflegerin.
No non lavorerò come veterinaria, ma mi curerò dei bisogni degli animali.
In questo momento credo che lavoro più bello non potessi trovarlo.
E' un lavoro, è pagato bene per quanto mi riguarda, è con gli animali.

domenica 13 maggio 2018

Lo stabilimento balneare é aperto


Quello che vedete in foto è il mio balcone.
Sotto la pioggia.
In realtà è così anche con il sole: non ho una tenda, e non ho intenzione di metterla a mie spese per la gioia di un padrone di casa che da agosto dell'anno scorso mi deve mandare un tecnico per un finestra che non si chiude. Il tecnico poi l'ho chiamato io.
Quindi il mio balcone è uno stabilimento balneare un po' naif come il ristorante di Vernazza, con ombrelloni diversi. Nel mio caso anche con un ombrello: si intravede il manico nella foto se ci fate caso.
Ed è uno stabilimento balneare aperto anche con la pioggia leggera: tra il mio giardino in vasi e la grossa aiuola con noce ippocastano ed un altro albero che non riconosco, c'è un buon profumo. E un bel suono: quello della pioggia. Per la verità mi piace anche il suono Delle gomme sull'asfalto bagnato.
Insomma a me l'acqua piace. Un po' meno se si tratta di quella di rigurgito dei tombini, ecco.
E poi fai incontri a sorpresa in posti insospettabili.



(lunghezza testa coda. = 1 centesimo)

giovedì 10 maggio 2018

acqua

Oggi sono stata in acqua.

Ho nuotato in apnea, per pochi metri: circa metà vasca, perchè non mi sono mai esercitata prima.
Sto bene.
Non vedo l'ora di rifarlo.
Se le cose gireranno come vorrei, potrei anche prender l'impegno di andare in piscina una volta alla settimana e continuare a nuotare sul fondo. Le piastrelle non sono il massimo, ma meglio di niente e meglio dei laghetti melmosi.
E ti dimentichi delle cose che ti fanno stare male.
E non vedi l'ora di ritornare in acqua.

martedì 8 maggio 2018

Piccole perle di positività

Ho passato, ma non sono sicura di esserne uscita del tutto, un periodo molto giù di umore post vacanze. No non è disperazione da rientro, ma cose che erano lì ad aspettarmi, cose come avere tanti progetti in testa e nessun lavoro che mi faccia sentire un po' meno merda. All'assenza di lavoro poi si allacciano come una sorta di catena magnetica, l'autostima veterinaria sempre più a terra perchè il lavoro che hai sempre fatto in Italia come veterinario qui è svolto al 90% dalle infermiere veterinarie, l'autostima danzante che nonostante un terzo posto al Contest di Aladin ti fa dubitare di essere all'altezza per provare a guadagnarci 2 soldini. Rimane stranamente alta l'autostima subacquea, nonostante lo smontaggio selettivo che ha fatto Jilly: forse perchè infondo infondo in acqua, nonostante io non sappia nuotare poi tanto bene, ci sto bene e a mio agio, anche se ho dei confini ristretti. A parte l'acqua, che come ho sempre detto mi dà serenità e peccato averci messo oltre 30 anni a realizzarlo, tutto il resto era fonte di mogezza. Ma poi ho avuto un paio di perle di positività e questo effetto me lo voglio godere finchè dura.
Sabato ho portato le nane in piscina, che non saranno grandi nuotatrici ancora, ma si difendono in acqua senza grosse ansie. Questo perchè se ci si riesce faremo il corso da sirenetta tutte e tre insieme. come ho già scritto ho provato la pinnata a delfino con mia enorme soddisfazione: ora attendo solo di mettere le mani, ops i piedi in una monopinna. Sabato sera notturna in laghetto ( ricordatevi che per me " laghetto" equivale a "posto deprimente dove immergersi peggio di una piscina") con un mio personale bilancio positivo da aspirante dive master.
Domenica poi sono andata a Düsseldorf, sotto personale auto-costrizione, per provare a vendere alcuni costumi al bazar e perchè no danzare. Ammetto che se non fosse stato per Mojgan e la sua enorme dolcezza non sarei andata. Non ho venduto niente, ma i costumi fatti da me che erano lì solo a scopo danzante hanno ricevuto enorme attenzione, ed un paio di richieste di prezzo. Mi ha fatto piacere perchè vuol dire che i miei lavori piacciono. Ed ho anche danzato, presentato prima l'eskandarani senza melaya (scandalizzatevi danzatrici, ma SI PUÒ FA-RE! e me lo hanno detto maestri egiziani) e poi un tarab, credo, perchè ormai non ci sto capendo più un cazzo, su cosa è cosa, comunque una canzone infarcita di " tesoro tesoro, amore mio amore mio", che mi ha fruttato  un giudizio positivo di Mojgan e la sua richiesta, se dovessi andare alla festa dell'estate che organizza, di danzarlo nuovamente. Peccato non aver fatto un video.
Lunedì ricevo una telefonata dal canile ( riduttivo: il tierheim sarebbe più un rifugio per animali) che incomincia con " signora lei purtroppo è troppo qualificata per il posto che abbiamo vacante". Non mi sono persa d'animo ed ho fatto presente che si lo so, che ho mandato molti cv per un posto per cui sarei qualificata ed ho ricevuto solo un offerta come "osservatrice senza retribuzione" e che a casa senza un lavoro sto impazzendo e se non ha ancora preso in considerazione nessuno per favore di tenermi presente. Mi ha fissato un appuntamento per martedì prossimo.
Ora unite queste cose con il sole che finalmente c'è ma che giovedì non sarà poi così caldo, mi tengo stretta questa sensazione di benessere.

domenica 6 maggio 2018

Gelsomina, Sirena e Cane Salato

Prima sempre e comunque Cane Salato!!!
Diventerò istruttrice OW, istruttrice mermaiding e poi mi specializzo in bubble maker, seal team e mermaiding.
Ok a parte le fantasie che fanno comunque bene, e solo la determinazione le rendono realtà, passiamo ai fatti.
Settimana scorsa Apnea. Va bene non è andata come volevo, ma non è nemmeno andata uno schifo. Da allora ho cercato per mari e per monti un corso mermaiding anche per adulti, e vi assicuro che non è facilissimo: il business lo fai sui bambini per nuotare con un culo di pesce addosso che nasconde una mono pinna. Ma l'ho trovato! E no non devo andare fino a Lecce ( che peccato,  mi scappa la vacanzina in cui magari piazzavo 2 brevetti Padi). Ad inizio Luglio a mezz'ora di macchina da casa, ed è un corso misto per età, che significa che potrebbero venire anche le bimbe, e per questo motivo ieri eravamo in piscina. Non sono istruttrice di nuoto, ma solo mamma subba e c'è molto da fare se vogliono essere pronte per fare il corso con me. Però, mai dire mai. Io così per provarci, senza mai avere avuto spiegazioni da nessuno ho provato la pinneggiata a delfino in apnea e devo dire dà enormi soddisfazioni.
Non paga anche "immersione notturna" qui.


O voi gente di terra, smettetela di pensare " wow che bello!" perchè è come l'uovo di Pasqua da cinc ghei ( espressione dialettale milanese per dire " di poco valore"): bell'incarto da vedere ma poi...
Ma poi l'acqua è così torbida che le tue pinne bianche e rosa ( si io ho delle fichissime pinne bianche e rosa) non le vedi. Ah e già che ci siamo aggiungiamoci il dettaglio acqua a 18°C: non ho mai amato così tanto la mia semistagna e il cappuccio!
Se vi state chiedendo " ma chi te l'ha fatto fare" la risposta è semplice. Io. Sono condizioni acquatiche che non mi piacciono la profondità massima di 3 metri il fondo melmoso e la perenne sospensione (poco fondo pessimo assetto e il gioco è fatto), ma è il tuo essere cane salato che ti richiama all'acqua, anche se non è "salata" e sai che ci vanno ancora mesi prima che si possa " tornare a casa".

lunedì 30 aprile 2018

Mi chiamo Gelsomina Blabla e sono...

....la sorella zoppa di Adelina e Guendalina Blabla, perchè io "l'immersione" non ci riesco proprio a farla.

Se non avete capito la citazione guardate gli Aristogatti e fatevi una cultura. Per chi invece una cultura de l'ha e vuole saperne di più ecco fatto: sabato ho fatto il corso di apnea, primo livello, stella grado o come cazzo si dice. Il perchè è semplice: curiosità e la convinzione come tanti che possa migliorare la permanenza in acqua. A me dell'apnea non interessa la profondità senza bombole, ma il potermi immergere senza attrezzatura, nuotare, giocare, danzare nell'acqua senza peso ed ingombri. Il difficile è tutto nella testa: rendersi conto che si può fare, che ce la puoi fare, e dare il senso corretto alle sensazioni che si hanno che sono davvero altre rispetto all'immersione con le bombole.
Di diverso dalle immersioni con le bombole c'è che non ti fai tirare giù dai pesi sgonfiando il gav ed espirando, ma ti tiri giù ad una cima o ti spingi giù nuotando con un colpo di pinne ed una bracciata ( la faccio semplice non me ne vogliano gli apneisti che la sanno bene). Di diverso con le bombole c'è che per scendere l'aria la butti fuori, mentre nell'apnea la tieni dentro. Di diverso c'è che con le bombole non senti mai mancarti l'aria, mentre in apnea ti senti mancare l'aria a pochi metri dalla superficie, e quello a me m'ha fregato.
" Ti senti mancare l'aria", ma il nome corretto è "senti che i tuoi polmoni vengono compressi dalla pressione dell'acqua" e la sensazione fisica è la stessa che si ha con una profonda espirazione, la stessa che faccio quando mi immergo con le bombole per scendere, e che immancabilmente mi porta a inspirare velocemente dall'erogatore, che però in apnea non ho, e le due cosa non funziona. Assomiglia molto anche alla stessa sensazione che si ha quando devi rispondere a domande ed esigenze di continuo senza avere il tempo di farle, di fermarti un attimo per te stessa, e la pausa pipì o bere un sorso d'acqua diventano un sorta di regalo concesso e nemmeno rispettato. Poi ti giri per tornare in superficie, e in pochi centimetri la sensazione cambia completamente, anche se la testa ce l'hai ancora sott'acqua, ma la reazione di tornare in superficie per respirare è più forte della presa di coscienza che stai bene. Nonostante tutto ciò non mi sono arresa al primo tentativo. Anzi mi sono pure divertita a sentirmi la sorella zoppa di Adelina e Guendalina Blabla. come ci si fa a sentire così? E' semplicissimo: basta incartarsi nel fare la manovra di discesa senza la cima. Con la cima è facile: ti trascini giù con le mani. Senza devi fare un certo movimento da combinare con la spinta delle gambe, una bracciata a rana e di nuovo la spinta delle gambe. Sbaglia la sequenza e ti trovi col culo per aria a sgambettare a vuoto con delle pinne lunge quanto te, e il gioco è fatto. Posso assicurare che i miei tentativi sono stati coronati da grassa risata ( che tra l'altro facilita la ventilazione a parer mio) perchè mi sentivo davvero pirla.
Di certo non desisto: ci va esercizio e presa di consapevolezza di tutto ciò che mi succede. E magari leggere anche qualche blog di apneisti italiani così capisco un po' più velocemente e forse descrivono un po' di più cosa accade di un succintissimo libretto di una decina di pagine in tedesco.

giovedì 26 aprile 2018

In ogni bambino si cela un bambino prodigio

Dai da non facciamola più lunga del dovuto, sono qui per fare la ruota da pavone a causa di figlia piccola.
Figlia piccola 6 anni, a breve in prima elementare, oggi è rimasta a casa accusando mal di pancia. Mal di pancia per nulla grave, forse voglia di rimanere un po' a casa e basta, e per chieder a mezzogiorno la pasta fina-fina,  ai più conosciuta come capelli d'angelo. Entrambe adoriamo i capelli d'angelo al burro.
Metto su l'acqua e le dico che vado in lavanderia.
qualche piccola precisazione: La prima è che abbiamo i fornelli ad induzione, quindi mi fido sia dei fornelli che scaldano ma non sono caldi quanto gas, piastra elettrica o vetroceramica, e del fatto che sa che l'acqua scotta, e che se dovesse bollire fuori il fornello si spegne automaticamente, e soprattutto che ci mette almeno 10 minuti per bollire. Altra precisazione quando dico " vado in lavanderia" intendo che scendo in cantina perchè la mia lavatrice purtroppo (o per fortuna) sta lì non avendo la possibilità di tenerla in casa. andare e tornare dalla lavanderia ci metto 5 minuti.
Se non fosse che ce ne ho messi più di dieci per un piccolo inconveniente tra lavatrice ed asciugatrice.
Mentre risalgo mi immagino figlia piccola in lacrime, perchè l'acqua bolle , lei non sa che fare e io non sono in casa.
Ed infatti è così, la trovo in lacrime ma.....

" mamma io mi sono spaventata perchè ho messo la pasta dentro, ma poi l'acqua è venuta fuori ed io ho tirato fuori la pasta, ma non so cosa fare!"

Scusate ma senza pensare a tutto quello che sarebbe potuto andare storto, vorrei fare la ruota di pavone per figlia piccola che prima pensa di portare avanti la preparazione del pranzo da sola, poi di fronte ad un problema inatteso trova comunque una soluzione, ed infine si preoccupa di non sapere come portare a termine la missione che aveva deciso da sola di compiere.
Non so voi ma io una così la premio, per l'intraprendenza e il coraggio di risolvere un problema da sola con le sue competenze. E così è stato.
Dopo pranzo capita che figlia piccola nota che il papà ha una medaglia (riconoscimento del carnevale) io ho una medaglia ( terzo posto al Marhaba 2017) e figlia grande ne ha una per aver partecipato ad una corsa di beneficenza, ma lei non ne ha. Mi viene in mente che ho la medaglia perfetta per lei con una fragola che nelle cose di cucina ci sta bene, così facciamo la proclamazione e la consegna:

" per l'intraprendenza di cuocere la pasta da sola e il coraggio di risolvere un problema inaspettato ricevi questa medaglia"


e detto tra noi per fortuna che ha tolto la pasta dall'acqua altrimenti benvenuta colla!

mercoledì 18 aprile 2018

Jackson, Gordon, Shark, Jolanda

Questo post l'ho iniziato a scrivere in vacanza, ma dal cellulare mettere i link non è facilissimo.
Non ho molta voglia di spiegare che sono 4 siti d'immersione 2 a Tiran e 2 a Ras Mohammed. ma l'ho appena fatto. Si tratta sempre di Sharm. L'ho già scritto " non avrai altro mare all'infuori di me", che poi per estensione, fatta eccezione per il mar morto che non ha contatti con altri mari, sono tutti i mari e gli oceani un unica grande pozza. Comunque Il post originale diceva: 

"E niente, ti senti in dovere di rileggere "certi" libri.

 Oggi aggiungo: " in questa precisa sequenza se siete subacquei, altrimenti non ci capirete nulla". Se non siete subacquei leggete solo l'ultimo, augurandomi che vi si apra un mondo.

martedì 17 aprile 2018

Senza plastica? Magari!

Appartengo a quella vasta fascia intermedia tra gli eco-ambientalisti duri e puri, e quelli che "chissenefrega". Ho conosciuto virtualmente un tizio che viveva senza automobile e senza frigorifero. Ho visto con i miei occhi e ci ho litigato, persone che gettavano l'immondizia dove gli pare o che non si curava di differenziarla, "perché anziché abbassarmi la tassa sui rifiuti me l'hanno alzata". Ed ora vi faccio una confessione: sebbene in Germania si faccia la differenziata nello stesso modo su tutta la nazione, compresa la frazione umido, io l'umido lo butto nell'indifferenziato, perché nel mio condominio ho dei menefreghisti ignoranti che nel bidone dell'umido ci buttano anche plastica, carta e qualsiasi cosa gli pare. Vorrei prenderli a sberle.
Il 2018 é l'anno della coscienza eco-ambientalista per me. Quello del "posso fare qualcosa di più per l'ambiente" e sinceramente non trovo che sia così facile come decantano vari blog eco-bio-amb-sasticazzi-isti per tre motivi:

  1. ridurre l'impatto ambientale dell'immondizia a partire dal come fare la spesa non sempre si concilia con soluzioni economiche valide tipo pagare 3 euro al litro il latte per prenderlo in bottiglia di vetro anzichè a 70 Cent/litro, e no non divento vegana per risparmiare del tutto.
  2. le abitudini sono dure a morire: se una abitudine personale é difficile da cambiare immaginatevi farlo per tutta una famiglia. Sì può ma ci va del bello e del buono.
  3. capire effettivamente cosa è meglio per l'ambiente. Quando scelgo di prendere lo jogurt in plastica che in vetro, entrambi riciclabili, mi chiedo sempre quale dei due materiali, nel essere riciclato abbia il minor impatto ambientale, anche nel lungo termine. Io sono già scettico-diffidente di mio, figuratevi quindi la mia posizione di fronte al cosa sia meglio/peggio senza un adeguato studio. Dei "sentito dire" nati da "non ho capito un cazzo ma lo dico lo stesso a parole mie che non si sa mai", il mondo ne è pieno e ne potrebbe fare volentieri a meno.
Detto questo come scaturisce questo anno della coscienza eco-ambientalista? Casualmente. Per caso ti capita di leggere un articolo o un racconto senza fronzoli. Poi casualmente fai un po' più caso a quanta roba inutile si porta a casa con la spesa. Andare a fare la spesa non al supermercato è sempre più difficile. Intanto qui in Germania non ho visto il mercato come in Italia una o 2 volte la settimana, quindi la frutta e la verdura la prendi per forza in vaschette o in sacchetti rigorosamente di plastica, anche quella con la tanto elogiata scritta "Bio". Settimana scorsa per la prima volta in un supermercato, purtroppo no vicini a casa ma della stessa catena di quello vicino a me, ho visto coni di carta per la frutta e la verdura. Spero arrivino presto, ma è anche vero che sono per gli articoli sfusi: se vuoi le fragole, le prendi comunque in vaschetta rigorosamente di plastica, con tappetino in plastica a bolle e rivestite di cellophane.
Basta passare ad altri reparti salumi carni e formaggi e siamo alla stessa stregua: se non vuoi spendere 5 volte tanto prendi la trita per le polpette in vaschetta porzionata da mezzo chilo, oppure la paghi molto di più e la prendi al banco macelleria che te la mette in un sacchettino di plastica a volte doppio. Idem per i salumi, i formaggi e per il pesce, salvo qualche rara eccezione in cui usano l'alluminio. Insomma senza plastica è difficile poter acquistare qualcosa. E se non è plastica è tetrapak, di cui tanto ho sentito parlare di raccolta differenziata e riciclo ma non ne so più nulla ( vero anche che me ne sono un po' disinteressata).
E' davvero frustrante, e non ti mettono nella condizione di poter scegliere di acquistare senza o con meno plastica: se vuoi spendere poco o il giusto devi assolutamente portarti a casa la plastica. Pensavo infatti di passare all'acquisto di mastellini da kilogrammo di jogurt magro, pensando che almeno avrei avuto meno plastica da buttare, ma santo cielo, da 50 centesimi al kilo nella confezione da mezzo, si passa a 2 euro nella confezione da kilo!
Per vincere la battaglia con la plastica e segnare un punto per l'ambiente, non si deve mettere i 2 centesimi di costo sul sacchetto, ma far ragionare chi crea gli imballi, aiutare le persone a smettere di ossessionarsi con l'igiene, che tanto poi la frutta e la verdura la lava lo stesso prima di mangiarla, potersi portare i contenitori da casa e non parlo delle borse della spesa: parlo del sacchetto per le mele e del contenitore per la carne trita.
Poi potremo pensare di togliere l'elastan dal tessuto per mutande che le rende più comode e abolire il tessuto di pile che è tanto caldo ma che contribuiscono a creare il fenomeno della microplastica.

lunedì 16 aprile 2018

combattere il senso di inutilità

Il senso del post precedente e questo è "vomitare" il disagio personale e il senso di inutilità che mi sta attanagliando.
Spero sempre che tutto questo sia dovuto ad uno squilibrio ormonale: insomma ho 44 anni e un ciclo che fa le bizze, per quanto ne so la menopausa potrebbe essere dietro l'angolo, e non mi spiacerebbe se si sbrigasse.
Intanto però il senso di inutilità permane.
Ho messo in vendita 4 dei miei costumi di danza, perchè so che non li userò: non ho occasioni per danzare in privato, e sul palco avrò per lo più i costumi che acquisterò di gruppo, e quelli che taglio e cucio per me. Li ho messi in vendita su vari mercatini su Fb perchè e-bay è un pullulare di negozianti cinesi ed egiziani che vendono roba nuova a prezzi bassissimi. Per quei costumi non ho ricevuto nemmeno un "mi piace".  Saranno sciocchezze, ma non viene facile tirarsi su il morale così.
Come veterinario ho qui le mie carrette: Limone e Smemo ( i nuovo nomi di Manolo e Shami) che mi fanno davvero dubitare delle mie capacità veterinarie. Tra l'altro sta notte ho sognato di dover fare il tanax ad un coniglio che nonostante il mezzo litro di eutanasico non moriva, quando ai fatti in genere basta metà della dose consigliata, però schiatta perchè mi cade dalle mani.
Ho la sensazione che qualsiasi cosa io voglia fare per uscire da questa situazione sia una sorta di vicolo cieco.
Domani torno in clinica. Non mi aspetto niente di più di quello che mi stanno offrendo: la possibilità di ascoltare. Proverò a chiedere se conoscono strutture che possano avere interesse in un medico come me.
Oggi per combatter il senso di inutilità, cercherò la tessera col codice delle chiavi di casa, così faccio fare il duplicato per la Mimi e mi tolgo un pensiero. Non è molto, ma sempre meglio di niente.

giovedì 12 aprile 2018

sentirsi senza aria e con l'acqua alla gola

Questa era una sensazione reale in piscina quando ero piccola, perchè nessuno mi aveva mai spiegato come si galleggiasse e come tanti ero abituata a stare fuori dall'acqua esattamente quanto braccioli o salvagente permettessero.
Ma non sono qui a parlare di acqua o subacquea, sebbene in questi giorni non abbia fatto altro.
Ieri ho ricevuto 2 belle notizie, una riguarda il Nemo, ma non ve lo posso dire nemmeno sotto tortura, l'altra è la disponibilità di un posto in un corso di apnea che mi interessa fare. Inutile l'acqua mi fa stare bene. Anche la danza mi fa stare bene, sono 2 sensazioni diverse: come ho scritot da un altra parte, una mi dà serenità l'altra gioia. E Martedì sera ho avuto la mia razione di gioia: nonostante mi sentissi dannatamente in colpa per gli errori commessi sul palco, nessuno a lezione ne ha parlato, come se fosse una cosa normale commetterne o come se non fosse il caso di dargli più importanza di quella che hanno avuto. Poi ieri sera ho visto le foto dello spettacolo dal pc e non dal cellulare, per rendermi conto che beh, forse poi tanto male non me la sono cavata. Tuttavia non riesco ancora a focalizzare cosa cazzo o sbagliato nel baladi.
Ma torniamo a quella grande sensazione di disagio con cui ho aperto il post.
Ecco quella mi attanaglia ma non per la danza, non per la subacquea, per il lavoro.
Ho ottenuto un certificato di competenza linguistica del grado richiesto, ho fatto riconoscere la mia laurea, ho mandato credo una cinquantina di curriculum per ricevere 2 telefonate di interesse ed una di queste non aveva nemmeno letto il mio cv. L'altra è quella della clinica dove vado come ospite non pagante e non pagato e che nonostante sia grasso che cola per migliorare la mia competenza linguistica mi hanno detto chiaramente di non crearmi alcuna aspettativa. Tra l'altro lì posso confrontare le mie competenze, ed ho scoperto che in Italia ho sempre e solo lavorato come un infermiera veterinaria tedesca. Certo ci sono cose che avrei potuto fare meglio di alcune colleghe retribuite, ma quel poco che so fare scompare di fronte a quelli che per me sono errori gravi, come aver dimenticato la dispnea di un gatto. L'ho visto dispnoico e miagolante con un catetere di drenaggio ed ho pensato fosse toracico. Invece dalla scheda era un ostruzione uretrale, e da lì poi mi sono scordata del gatto dispnoico, quando potevo avvisare una collega farlo mettere sotto furosemide e ossigeno. Magari ad alcuni colleghi sembrerà una sciocchezza da " eh dai può capitare", per me no.
Al di là di questo inconveniente, sono comunque alla ricerca di un lavoro, e spesso mi prende davvero la voglia di mandare di nuovo curriculum per fare la cassiera o altro lavoro senza una particolare qualifica: mi piace il lavoro in clinica, ma mi sento più spesso di quanto non vorrei, un pesce fuor d'acqua. Capisco il problema, ma poi non so come trattarlo, oppure tutto ciò che proporrei io è già stato fatto, o addirittura è fuori dalla prassi. E' una clinica dagli standard elevati questo mi è stato chiaro fin dall'inizio, e se può essere un bene per riprendere contatto con il mio ambiente lavorativo, dall'altro è avvilente sentirsi quella che non si ricorda un cazzo delle malattie infettive del cane e del gatto perchè in università ha visto solo quelle del bovino, del maiale ( se volevi preparare e passare l'esame velocemente, non c'era bisogno di studiare cane e gatto, perchè non venivano richiesti) e del pollo.
Il tempo passa e sono combattuta tra il volermi riscattare trovando un lavoro e avere l'angoscia di mandare curriculum che nella migliore delle ipotesi riceveranno un "no, grazie". Depressa no, ma con una gran voglia di piangere sì. Perchè nel malumore parliamoci chiaro: per sentirmi dire " puoi venire in clinica ma non ti paghiamo e non è detto che ti assumiamo" potevo rimanermene in Italia, senza dover affrontare corsi di lingua per sentirmi dire che purtroppo la lingua non la conosco a sufficienza per condurre una visita ( sai com'è ti insegnano a prenotare una vacanza nei corsi di lingua per stranieri, non a chiedere da quanto tempo il suo cane non piscia) e riconoscimenti di sorta.
Affronterò di nuovo la questione curriculum, che tanto peggio di così non può andare. Ci ho creduto in quella clinica, ed ho sperato di poter imparare qualcosa oltre alla lingua. Ma la formazione vera e propria è riservata ai neolaureati, non a chi si suppone che nonne abbia bisogno.
Intanto ho un gatto con l'Alzheimer che mette a dura prova i nervi, e l'altro che è diventato itterico, ma si comporta come se niente fosse: ed io come veterinaria mi sento brancolare nel buio nell'impossibilità di dare una terapia al primo, e nella consapevolezza che qualsiasi terapia al secondo sarebbe più lo stress per lui del fargliele ( fluidi, antibiotico ed epato-prottetori in un gatto di 18 anni che pesa si e no 2 kg?) che il beneficio del riceverle. E tutto questo mi fa solo sentire ancora più incompetente ed ignorante.
Che posto di lavoro ci può essere per una come me? Mi sento semplicemente totalmente ignorante o dannatamente mediocre in quel poco che credo di sapere un po'.
Mi rianima un po' sapere che so stare in acqua ferma quasi come un pesce, che se viene detto di muovere il bacino coi piedi ben appoggiati a terra e senza muovere le spalle lo so fare, che so riconoscere la dimensione del catetere da usare e che non va picchiato selvaggiamente nell'uretra a meno che non vuoi creare un'altra infiammazione oltre al problema che già quel cane ha. Ma non basta per essere assunta in un negozio di subacquea come commessa, per lavorare come insegnante di danza o danzatrice, ne come veterinario. Insomma mi sento semplicemente una sorta di tuttologa che non ha nemmeno un gruppo di ignoranti a cui spillare qualche soldo per sopravvivere, o meglio ho troppa coscienza per poter essere disonesta a questo modo.
Sentirsi inutile, è un attimo.
Sentirsi come la cicala che ha cantato tutta l'estate, pure.
Vorrei potermi sentire felice di essere quella che fa le lavatrici, che pulisce a casa ( che poi non lo faccio così spesso e tanto meno bene) ma no non è così. Vorrei fare qualcosa di più per la mia famiglia, ed invece mi sento per lo più un peso.
E forse questo sentirmi un peso che mi fa sentire senza aria e con l'acqua alla gola, e non ho idea di come galleggiare e stare meglio.

martedì 10 aprile 2018

immersioni in Germania e avventure del Nemo

Domenica siamo rientrati con un clima italianamente primaverile, sebbene fossimo in Germania: 24°C. Ieri il clima è stato parimenti benevolo. Oggi ha deciso di ritornare nei canoni teutonici: 20°C, forse, se c'ha voglia, coperto. Ad essere sinceri il " coperto" non è poi tanto tipico, ma giusto giusto ci sta per dire " non fatevi illusioni".
Come anime erranti, Qui in 3 anni non abbiamo trovato ancora un punto di riferimento valido per quello che è la subacquea.
Il primo centro a cui ci siamo appoggiati si è rivelato essere un po' stronzo, e ce ne siamo liberati.
Prima di questo, c'era un posto dove andare a fare immersioni: abbandonato. Dapprima la compagnia si è un po' disgregata: far pagare quota adulto per un open water junior è un po' esagerato, poi una serie di divieti di balneazione nel laghetto per una serie di agenti inquinanti che potevano provocare reazioni di vario genere e addio stagione 2017.
Rimane la fish bowl, come la chiamo io: una sorta di garanzia un po' cara che offre 20 metri verticali d'acqua con visibilità ottima, doccia non troppo calda per i miei gusti, macchinetta che fa la cioccolata ed uso dell'asciugacapelli gratis. problema della fishbowl, il costo e ci vai su prenotazione.
Ora stiamo cercando di "aggregarci" ad un altra "situazione" che ha due vantaggi: un laghetto non troppo distante da casa, la piscina dietro casa è convenzionata con loro.
Parlavo di " situazione" perchè altrimenti non saprei come definirla.
Si parte da un negozio.
Questo negozio ha una convenziona con la suddetta piscina e il sopracitato laghetto.
Però non sono ne un club ne un associazione.
Vuoi immergerti?
Bene se vuoi andare al laghetto c'è una sorta di abbonamento: tot bombole per tot euro.
Se vuoi andare in piscina non c'è nessun abbonamento. Non c'è nemmeno la certezza di poter andarci quando sarebbe la serata, perchè non sempre la piscina è aperta.

Questo è quello che mi è parso capire dalla chiacchierata che ci ho fatto oggi.
Il negozio è gestito da un Lui ed una Lei: probabilmente moglie e marito. Lui è uno che ci azzecca. Lei se le porti una bombola della cucina da ricaricare e le dici che ti immergi con quella potrebbe pure bersela. Questo per dirvi che Lei a me non piace nemmeno un po': è un palese pesce fuor d'acqua in un negozio di articoli subacquei: non so se mi spiego.

Non l'ho incontrata oggi per la prima volta, l'avevo già incontrata l'anno scorso e avevo già avuto questa impressione. Mentre ci andavo in macchina mi auguravo di non trovarla, ed invece, me la sono andata chiamare. Entrata nel negozio ero restia a tirare fuori il Nemo, motivo principe per cui si sono andata. Però l'ho fatto e la prima cosa che sta qui ha cercato di fare è stato dissuadermi dal mandarlo in assistenza dicendo che costa parecchio la spedizione, e che non ne vale la pena, e bla e bla. Esattamente quello che mi aspettavo facesse un qualsiasi negoziante. Purtroppo per lei questo atteggiamento da " ti consiglio io cosa è meglio fare perchè tu non capisci un cazzo" non mi è piaciuto affatto e la mia risposta secca e tedesca, perchè ormai certi modi perentori li ho presi, è stata " meine Computer meine Bescheid" ( è il mio computer è la mia decisione) e per renderle la vita più facile e non farmi venire il mal di stomaco di fronte ad una che non aveva alcuna intenzione di aiutarmi, le ho detto che le scrivevo una lettera di accompagnamento in italiano per il computer.
Speranze di salvezza per il Nemo ce ne sono poche: ammesso che riparta, potrei non trovare il vetro. Una veloce ricerca su google tra i maggiori on line shop subacquei lo danno per " non più disponibile".
Sinceramente speravo di trovare il marito. Almeno avrei potuto parlarne senza sentirmi trattata da idiota.


sabato 7 aprile 2018

Ultimo giorno di vacanza

Ore 8.44 dell'ultimo giorno di vacanza: son già in spiaggia. Se vi state chiedendo cosa ci faccio già sveglia, la risposta è molto semplice: é difficile che dorma oltre un certo orario, a quest'ora il resto della famiglia dorme ed io mi godo silenzio rotto dalle onde e dai passeri e relax. E scusatemi se é poco. Concludo la vacanza con 3 squali, un eagle Ray, uno scorpion fish che ho visto io, una manciata di nudibranchi, uno sting ray (o come diavolo si chiama) un certo qual numero di intimidazioni da parte dei pesci pagliaccio, una tartaruga con cui la mia guida, Jilly ci ha fatto un frontale, altri 2 spirografi rosa, un Napoleone, murene che potevano tenere testa a Notte da che erano grosse, stelle marine piumate e ricciolute, ed un sacco di altra roba piccola che é per me motivo principale di immersione. Tutti vogliono le cose grosse; a me piacciono quelle piccole perché c'è ne sono di più e mi permettono di "entrare" nella loro vita. Capisco che non sia gentile puntare la torcia sulla stella Marina riccioluta, che deve essere foto sensibile, visto che si arriccia, ma é affascinante. Così com'è affascinante osservare in modo in cui il pesce palla mascherato muove le pinne.
Il lato negativo di apprezzare un osservazione così dettagliata é che inizi a capire che quel grigio che vedi tra un corallo e l'altro, non è roccia: é corallo morto. Fiabescamente si pensa a dare la colpa alla corona di spine: se ne vedono ancora ed é un peccato che non ci sia un autorizzazione permanente per le guide subacquee di raccoglierle. Ma é inutile raccontarsela: l'inquinamento c'è e si vede negli effetti che produce. Però davvero se si andasse di più in acqua, snorkel, apnea, subacquea forse si potrebbe davvero fare la differenza.
Scetticamente mi chiedo quanto nel mio piccolo possa migliorare la situazione, e la risposta è una sola: il numero. Se il maggior numero di persone facesse del suo meglio per migliorare la situazione allora cambierebbe qualcosa. Per la verità credo anche che ci sia poca informazione scientifica e troppa diceria: penso a quanto i siti "Green" esaltino i poteri pulenti del bicarbonato di sodio, e penso alla spiaggia bianca di Rosignano, che non é un fenomeno naturale. Certo é che se devi farti uno scrub, meglio col bicarbonato che con un preparato a base di microsfere di plastica, che a differenza del bicarbonato, galleggiano e sono così piccole che non le riesci a tirar fuori dall'acqua (insieme al restante fenomeno della microplastica di cui tutti siamo coautori indossando qualsiasi capo contenente fibre elastiche).
Ma basta parlare di ambiente ed ecologia: é importante, ma il troppo stroppia e sono convinta che meglio parlarne poco e ben informati che troppo da farne venire nausea e rifiuto.
Dicevo "venite sott'acqua é bellissimo!" Cosa c'è di più bello di osservare un mondo di meraviglia (come lo chiama figlia grande) sospesi senza peso e senza rumori fastidiosi nelle orecchie?
Dicevo ultimo giorno di vacanza: sono arrivate figlie e marito. Una acida, una frignosa, e l'ultimo isterico, che per un "scusa non posso" s'incazza.
É stato bello.

giovedì 5 aprile 2018

Nemo, Bruto e Randa

Dopo oltre 10 anni di glorioso servizio, il Mares Nemo appartenuto a mio suocero e che mi ha seguito in quasi tutto il mio percorso subacqueo, a causa di un urto che ha scheggiato il vetro, oggi alla prima immersione a partire da tre metri ha iniziato ad imbarcare acqua. Nonostante la respirazione bocca vetro che lo ha tenuto in vita per il primo quarto d'ora, le condizioni si sono aggravate. Ora è in terapia intensiva con acqua dolce. La prognosi è riservata. Però a Yolanda Reef ho visto 2 squali. (E se non sono uscita dalla mia comfort zone, tra aria finita alla svelta e computer in avaria, mi ci sono avvicinata)

Ma poi..

... mi basta un abbraccio mezzo minuto di pianto a lacrimoni e due paroline di conforto sensate, che tutto prende una luce un po'diversa.

autostima

Talvolta cola a picco. Talvolta di poco altre di tanto.
Ieri sera mi sono addormentata con queste tre cose in mente:
- in clinica mi hanno detto che non posso lavorare perché il mio tedesco é scarso. Io ci aggiungo che il mio lavoro in Italia é stato pari quello di un infermiera veterinaria. Quando si tratta di orientarsi in un anamnesi mi perdo ignorando dove andrebbero a parare certe domande.
- danza che in genere è ciò che mi tira su: vero sta volta mi sono piazzata terza su 4 concorrenti, ma più c'è stato lo spettacolo. Primo pezzo buono, secondo non so dove ho perso un passo e mi sono incasinata,terza coreografia, un disastro, con caduta del bastone dove non sarebbe mai dovuto cadere. Non sentirsi all'altezza dello show Gruppe è un attimo.
- subacquea: a quello già scritto ieri, aggiungiamo che il mio inglese è scarso per essere un DM in un centro di lingua inglese.

Questa vacanza ha preso una brutta piega, da cui non riesco ad uscirne. Mi sento uno schifo, che la famosa maledizione egiziana del cagotto, in confronto non è nulla.
Ieri sera a letto sono crollata d'umore (ed ora non è meglio): il marito dapprima si è avvicinato per consolarmi, poi quando gli ho elencato i motivi per cui non sono buona in nulla, mi ha girato le spalle. Non posso biasimarlo, d'altronde gliel'ho detto io di lasciarmi perdere.
Tutto questo mi fa solo pensare che a 44 anni, mi sono sempre sopravvalutata, e che forse se avessi scelto di fare la cassiera al supermercato, e come hobby la collezione dei bollini Delle banane, non solo avrei avuto un lavoro, ma forse sarei stata più serena.

mercoledì 4 aprile 2018

Il dive master non s'ha da fare (per ora)

Mi ci sono voluti un discorsetto di tutto rispetto, Jackson Reef, lo spuntino tra la prima e la seconda immersione a base di torta appena sfornata, Woodhouse e il pranzo, per accettare la situazione e trovare un piano B che mi soddisfacesse: diventare il miglior Advance open water sul globo terracqueo. Per la verità sono brevettata rescue, ma come tutte le cose, se non ti tieni in esercizio,le perdi, esattamente come la trigonometria, la ruota e il prelievo venoso.
In primis devo ringraziare Jilly di Ocean College: ha anteposto standard, serietà e professionalità al "fare cassa", e di questi tempi a Sharm i diving se la vivono male dopo lo spiacevole episodio aereo del 2015 e potrebbe essere importante se non fondamentale "fare cassa". Ho avuto spesso l'idea in altri centri PADI anche premiati dall'associazione, che ammettessero a corsi di livello sempre più alto gente che non ne aveva i requisiti, pur di:
1- accontentare il cliente
2- fare cassa.

Risultato? Una Laura che si illude di poter diventare DM dopo aver visto un sacco di DM che, insomma, meglio di lei in acqua non sapevano poi tanto starci.

Tutto incominciò ieri, dove per motivi molto discutibili, non mi é stato possibile fare nemmeno un immersione. Ero così nera che ho accettato l'idea di Luca: "iscriviti ora qui per fare il dive master" motivandolo con "così non ti possono tenere fuori dall'acqua". Ecco, detto sì a questa idea impulsivamente, hanno iniziato a risuonare quel miliardo e tre quarti di campanellini che annunciano il "si sta avverando la più grande cazzata della tua vita".
È così é stato.
Oltre ad una valutazione sulla mia capacità subacquea, buona ma non sufficiente per diventare DM, mi è stato ripetuto quello che già mi é stato detto: ci vuole tempo a disposizione e 2 settimane di vacanza con famiglia appresso non bastano.
Inoltre mi é stato spiegato che un DM in corso non ha affatto quelle possibilità e disponibilità che non so come ci siamo immaginati io e Luca: per averle non solo devi essere DM belliche finito, impacchettato ed infiocchettato ma pure essere loro dipende.
Così mi é stato consigliato di stare di più in acqua, eventualmente fare qualche specialità come la ppb di cui parrebbe pure che non ne abbia strettamente bisogno, ma che mi servirebbe per spingermi oltre la mia "comfort zone" subacquea ed avvicinarmi di più agli standard non ufficiali richiesti per quello che non é un brevetto ricreativo, ma il primo professionale, quello con cui potrei trovare un lavoro.

Poi c'è sempre il piano pre-B: master scuba diver, che di fatto comporterebbe prendere altre 2 specialità PADI, che 3 Delle 5 richieste le ho già, insieme al numero minimo di immersioni.

domenica 1 aprile 2018

5 minuti di gloria

Essere sul Mar Rosso per me vuol dire avvicinare le mie 2 passioni: la subacquea e la danza orientale, giusto per chi non l'avesse ancora capito. Solo per questo motivo non avrei desiderio di immergermi in nessun altro mare ad eccezione del Rosso che bagna le coste egiziane. Insomma, non avrai altro mare all'infuori di me. Ieri è stata una giornata pressoché perfetta: dico "pressoché" perché sono una stracciapalle, ma una giornata così capita molto di rado. 4 immersioni, Gordon Reef, Jackson Reef, Fiddle Garden, e Ras Gamila in notturna con la luna piena e una corrente tipo Thistlegorm, ma che spettacolo la luna piena da sotto. Vorrei scrivere "che spettacolo la luna mentre fai la safety stop alla cima", ma vorrei incuriosire chi sott'acqua non ci é mai stato, o con quei subacquei che hanno riserve sul fare una night dive, non parlare solo con chi é cane salato, dentro fuori e tutt'intorno come me. E dopo 4 immersioni che si fa? Sì mangia mezzo buffet del ristorante, si spediscono le figlie alla Minidisco e si accompagna il marito a farsi una Shisha, solo Che.... Meraviglia! Ci sono un suonatore di darbouka (percussioni arabe) e di Ud (liuto tipo mandola ma più grosso). Il ritmo è famigliare, ti prende dentro, di pancia, ballare è un attimo. Lì nell'angolo per non disturbare,come siamo abituati noi europei. Ma si accorgono di me, e il negoziante lì vicino che mi conosce e parla italiano mi dice che mi stanno aspettando. Mi presta una cinturino di quelle che ha in vendita, e mi avvicino ai suonatori. E sono 5 minuti, da diva di gioia pura, di condivisione e complicità con percussionista. Loro felici di avere qualcuno che danzasse, io felice di averlo fatto senza essere inopportuna.
C'è un video che però non  è venuto benissimo: tuttavia un prezioso ricordo.

lunedì 26 marzo 2018

Ritorno a casa

Se state pensando: "oh che bello vieni a fare la Pasqua in Italia! Dai che magari ci vediamo" avete sbagliato di grosso. per me casa é dove c'è acqua con una salinità tra il 3 e il 5% . Per farvela romanticamente più complicata, i cani salati tornano a casa in mare.
Però vuacca che frecc!
Ho sbagliato, ed ho portato umida e shorty per un totale di 4,4 mm anzichè la semistagna da 7 mm e complice il nuvolo e il vento mi sono gelata le chiappe partendo dal di dentro.
Prenderò a nolo una shorty, oppure shopping.

lunedì 12 marzo 2018

"devi essere più sicura dei tuoi passi"

" e per farlo devi solo esercitarti un po' di più".

Questo è quello che mi ha detto il mio insegnante di danza Aladin El Kholy poco più di un mese fa. Non è stato facile iniziare ad avere un dialogo con il mio insegnante, fondamentalmente per un problema di lingua, ma devo ringraziare il Marhaba, perchè è stato il punto di svolta. Una mezz'ora di chiacchiere e racconti su un festival lontano e diverso da quello che facciamo "a casa", ed ho iniziato a parlare e a chiedere al mio insegnante.
Così ho fatto quello che mi ha detto: mi sono esercitata un po' di più, non molto per la verità, e le coreografie hanno iniziato a scorre i dubbi a svanire e l'interpretazione ad uscire fuori, ed ho scoperto che non sono affatto scarsa come pensassi. C'è molto da fare, da lavorare, da pulire, da apprendere, ma quel poco esercizio extra mi ha dato più fiducia in me stessa, smettendola di ritenermi la  "scarpona" del gruppo, capendo che è più importante fare i miei personali errori che seguire gli altri facendo gli errori degli altri perchè ritenuti più bravi. Non è più brava una che ha una tecnica superiore alla mia ma si inventa i pezzi di coreografia, perchè  non ha tempo ( o è tanto brava) da non studiarla. E non ne nemmeno più brava quella che danza nello stesso gruppo da più tempo di me ma non fa altro che dire ad ogni coreografia nuova " è troppo difficile". Ho imparato in pochi mesi una coreografia che le altre conoscono da più di un anno: non è una coreografia facilissima ha un sacco di passi. Non posso più pensare di essere una scarpona. Ho studiato passaggi che mi risultavano difficili da capire in tutte le 4 coreografie presentate, ed ora li so fare. E tutto questo perchè volevo essere all'altezza di una troupe amatoriale ( forse semi-professionale è pretenzioso, ma parlando in termini di standard italiano siamo effettivamente tra un livello avanzato e il professionale) andando oltre quegli spettacoli saggio scolastico che mi hanno sempre lasciato l'amaro del dubbio.
Lo spettacolo è tra 12 giorni.
Avremo parecchie prove in sala.
Sono fiduciosa di potercela fare senza sbagliare sul palco.
E devo creare una coreografia per il contest. Improvvisare forse è un po' troppo, almeno offrire qualcosa di piacevole da vedere. Piazzarmi? Non saprei: poche categorie con livelli troppo differenti tra le partecipanti.

mercoledì 7 marzo 2018

Regali inaspettati e divertenti letture

Ieri mi è arrivato per posta questo:


No non " Io sono il mare" quella è solo la cartolina, ma "Subacquelogia", che tra tutti i Libri di Di Manao, è forse il più "di settore": se non hai visto la gente andare in acqua e non ti sei chiesto " ma che cazzo fa questo qui?!?!?!!?" allora Subacquelogia è un libro incomprensibile per i più,  subacquei compresi. Per farvela facile, se ti immergi solo in posti di affluenza turistica autoctona, come Levanto ad esempio, non vedrai molti esemplari di altre " specie subacquee"  a parte gli italiani, e quei pochi che vedrai non ti aiuteranno a capire.
Se invece sei stanziale ma non autoctono come me, e ti immergi a Sharm li vedi eccome, e fai parte dello "zoo". Il problema è riconoscersi a quale specie appartieni.
Si parla di Ibridi fertili tra le varie specie subacquee ricreative, ma non essendo io figlia di subacquei, mia mamma aveva una paura assurda dell'acqua tanto che odiava mettersi in vasca da bagno, faccio enorme difficoltà a riconoscermi un una specie.
Mi spiego meglio.
All'apparenza sono una  " diver yankii", il passaporto dice che sono una "mandolino Coralli" il mio comportamento in generale mi definisce una " Kaisediver Maximum" e il mio atteggiamento ha forti accenti " Scubatulipan duik". A questo punto per capre di cosa sto parlando non vi rimane da fare altro che andare q.... eh no, purtroppo non ho trovato il link diretto per farvi acquistare l'e-book, ma potente andare qui: www.claudiodimanao.com  e chiedere insistentemente per acquistare la copia e-book, che è ambientalmente più sostenibile del cartaceo e soprattutto ingombra di meno. Segue la spiegazione del perchè sarei questo o quell'altro, che suona un po' di spoiler, ma io ve l'ho detto, poi arrangiatevi.
La femmina di Diver Yankii si distingue per essere variopinta, ed io faccio o non faccio eccezione. Ho le Mares x-stream limited edition bianche e.. ROSA, la semistagna ha le bande fucsia, le umide, lunga e shorty, sono una viola e l'altra lampone e nera, e per non confonderle con quelle di altri (difficile ma non si sa mai) sono marchiate con zampette feline rosa. Le stesse zampette sono anche su calzari (taglia 36, sempre difficile confonderli, ma non si sa mai), guanti e cappuccio che, essendo coordinato con la semistagna, ha anche una banda fucsia. Detto questo apparterrei a questa specie ma la permanente, me la fa il sale (cane salato in-out side e per tre giri tutt'intorno) e non un costoso parrucchiere da cui se ci vado accade una volta l'ano per togliere qualche centimetro troppo logoro.
Il passaporto, dicevo, mi classifica come "mandolino coralli" ma la femmina di questa specie ama ciò che io disprezzo: tanga a filo interdentale e topless. Tecnicamente quindi non produco lo stesso disturbo ambientale in barca che produrrebbe tale abbigliamenti, ma lo compenso esibendomi in baladi, saidi, eskandarani e shaabi, altamente apprezzati, meglio se in bikini.
Come dicevo il passaporto mi definisce come "mandolino coralli" ma per comportamento in acqua ed in barca sono tendenzialmente più simile, fin dalle immersioni con una cifra sola, a quella del Kaiserdiver maximum (se non fosse per i consumi e i baffi) tanto da essermi valso più di una volta sentirmi domandare: "Are you italian? Seriously?".
Ed in ultima analisi ci va quel pizzico di scubatulipan duik che ti fa sempre avere per la testa quel pensiero ronzante di quale impatto ambientale abbiano le tue attività e decisioni.

Così ho chiesto lumi a chi di dovere, ma non potendo essere io un ibrido, come supposto dal sommo Luminare, siamo giunti, io e il Luminare ad una sola conclusione: siamo Cani Salati.

mercoledì 28 febbraio 2018

Se deve essere sia ma con lo chiffon!

Ed ecco a voi l'epilogo alla questione spacco sì, spacco no. Ieri sera avevo lezione e mi sono portata dietro il costume da far vedere all'insegnante e discuterne insieme così ho scoperto svariate cose.
1- si lo spacco è troppo alto per i suoi standard e perciò va modificato
2- la schifezza di chiusura utilizzando i manicotti e 3 pietre è stato arbitrario all'interno del gruppo e non appartiene all'insegnante
3 - si farà con dello chiffon in tinta (che personalmente trovo più elegante)
Ora a prescindere che mi fa peccato comunque chiudere quello spacco, sono contenta della svolta che ha avuto la situazione.
1 - si fa elegantemente, in stile ed uguale per tutte con lo chiffon senza dover sacrificare i manicotti anti ala di pollo.
2 - lo ha deciso l'insegnante e coreografo e non chi che sia del gruppo senza parlarne con chi di dovere
3 - accetto di più la motivazione idealista al posti di un "va fatto" senza spiegazioni.
Ammetto che basandomi sulle mie personali supposizioni su chi sia stata la promotrice della manovra sono pure felice che si becchi una bastonata tra i denti. Se é la stessa persona che é stata oltremodo sgarbata perché ho proposto pubblicamente una soluzione di costume, dicendomi " l'insegnante ha già deciso così no vedo perché devi proporre altre soluzioni inoltre io ho già speso troppo per i costumi" sarà interessante vedere la sua idea clandestina venire bocciata dall'insegnante perché lui ha deciso altrimenti.
Lo so sono una bruttissima persona.

martedì 27 febbraio 2018

Io lo spacco non lo chiudo!


Lasciatemi sfogare, e sperare che possa andare così, ma temo che per uniformità di costume dovrò farlo
E
MI
PIANGE
IL
CUORE!!!!

Non avrei mai scelto il turchese, ma così è perchè non era ancora chiaro che avrei fatto parte dello show Gruppe quando è stato deciso. Però, nonostante il selfie allo specchio e la mancanza di trucco e parrucco sto da dioh.
Fatto è che purtroppo non quando e non so chi, e spero non sia stato il mio insegnante, è stato deciso che quello spacco sale troppo e va chiuso.
Chi l'ha chiuso per prima ha fatto un lavoro di merda secondo me, utilizzando per di più i manicotti che completerebbero il vestito e aiutano le vegliarde come me a contenere l'effetto "ala di pollo". Se chiudessi il mio spacco nello stesso modo, rovinerei la gonna, che verrebbe tirata da parte. Io per chiudere quello spacco devo usare almeno una pezza 10 x 15 cm. E no perdonatemi ma non è consolatorio sentirsi dire " lo puoi sempre togliere", mi suona di presa per il culo, già che ho pagato un vestito fatto su misura per averlo uguale alle altre, metterci una pezza mi rode parecchio.
Preferirei mille volte mettere un pannello fino in fondo in chiffon in tinta, che è più elegante che una pezzetta in lycra con tre pietre sopra.
Mi rode anche il fatto che proprio voi 4 che avete deciso per questo costume, lo avete visot ed approvato COSI' COM' E' sul catalogo: potevate chiedere prima di farlo senza spacchi o con uno spacco più chiuso.
Lo spacco parte 10 cm sotto il cavallo, è in piena coscia, e sotto indosseremo le calze. Ma che cazzo di problemi vi fate " di quelli in prima fila vedono tutto e di più"?!?!?!!? Così come sale, scende, con le calze.
Tra l'altro il costume non l'a mica fatto la sarta di Colonia che fa solo vestiti sexy, ma è stato fatto in Egitto, dove il senso di " coperto ed appropriato" lo conoscono bene. E se non bastasse, su commissione del mio insegnante che è egiziano e musulmano, e non ci farà mai danzare per lui a pancia scoperta, testuali parole sue, quindi che problemi vi state facendo?
E soprattutto avete mai visto i costumi di Soheir Zaki o della Tahia Carioca? Pancia coperta e spacco a tutta gamba, e no la bernarda non si vede.

La mia unica speranza è che Aladin mi dica che non è obbligatorio chiuderlo.

mercoledì 21 febbraio 2018

L'altro lato

Si parla sempre di "altro lato della medaglia" per avere sempre una prospetitva bidimensionale delle cose. Spesso si può considerare una faccenda come bidimensionale, ma la vita non lo è mai. La vita è poliedrica, non c'è sempre una contrapposizione diretta bianco/nero o sì/no ma ci sono i grigi, i forse e tutte le implicazioni varie. Scoperta dell'acqua calda? Sì, ma questo è il mio blog e ci scrivo quello che mi pare.
Ieri ho scritto un post sulle preoccupazioni " da primo mondo" legate all'ultimo fine settimana di Marzo.
Però avrei altre preoccupazioni più importanti a cui pensare e a cui fosse penso troppo poco.
Da qualche tempo, sono ospite in una clinica piuttosto grossa per migliorare il tedesco medico, prendere famigliarità con il programma gestionale della clinica ( figata pazzesca altro che Pongo!) e magari imparare qualcosa che non so come le piccole chirurgie di routine, come le sterilizzazioni, e l'anestesia iniettabile (vista troppo poco in Italia).
Mi sono resaconto che rimanendo in clinica, molte cose come farle e non farle me le ricordo, ma sono consapevole di non saperne altre, e questo significa una cosa sola: impararle.
Ci vuole tempo e dedizione che talvolta non so dove andare a prendere sia l'uno che l'altro.
Non so quanto tempo potrò essere ancora ospite, spero fino alle vacanze di Pasqua e poi spero di ottenere un posto di lavoro, perchè quello è lo scopo dello essere in clinica 3 volte alla settimana contrattempi ( asilo chiuso, neve e mal di pancia) permettendo, e mi chiedo se non sono troppo lenta nell'apprendimento.
Nessuno mi è venuto a chiedere " allora, come va?" per avere un polso della mia situazione. Ma è anche vero che io parlo coi colleghi, anche se non sono le due cariche più importanti in clinica, e in quella clinica a me pare che la gente parla tra di loro e non sparla.
Non ho paura del turno di notte o del fine settimana ogni non so quanto: ho paura del criceto roborowsky, che non so nemmeno come tenerlo in mano, ho paura dell'ecografo che non so riconoscere le sonde, ne tantomeno usarlo, ho paura dell'enucleazione che mi cade addosso di punto in bianco. Ho paura di sparare le cifre che ho visto girare a cui non sono abituata: gatto in visita per caduta dal 4 piano, 300 euro come se niente fosse. Ecco ho paura di sbagliare a fare questi preventivi.
Sinceramente, non sono convinta di avere abbandonato le paure che avevo quando mi è stato proposto di andare in clinica, ma sono cambiate. Ero abituata al " sei da sola e devi fare tutto da sola, inoltre sei anche intellettualmente da sola, perchè il tuo confronto con un collega per un dubbio non è visto come segno di professionalità ma debolezza culturale".
Qui no.
Ci sono infermieri, aiutanti, paramedici, figure di riferimento come la Chefärztin o la Oberärztin, colleghi con cui parlare. Si può lavorare, e crescere professionalmente. E' un bel posto, spero proprio di avere un occasione per lavorarci.

martedì 20 febbraio 2018

23-24-25 Marzo

Sì lo so è un po' presto, ma io c'ho il tarlo che mi tarla, e allora per farlo smettere bisogna stanarlo, punto.
Allora nell'arco di questo fine settimana avrò momenti molto intesi che se gestiti bene mi daranno enormi soddisfazioni personali, tipo che ho fatto qualcosa di davvero impegnativo a cui ci tengo tanto e sono sopravvissuta al resto.

Le date coincidono con quelle dell' Oriental Festival di Bonn organizzato da Aladin il mio insegnante. delle 3 date quella che mi riguarda di più è il 24, perchè ci saranno sia il contest che lo spettacolo serale a cui, quest'anno, prendo parte. Il 23 e il 25 sono giorni di Workshop, ma questo mi riguarda marginalmente. Il 23 è anche giorno di prove generali a partire dalle 21.00 a cui farò precedere un ws per amicizia, e il 25 per me è giorno di viaggio, che significa niente workshop. 
detto così suona tutto semplice, ma se analizziamo nel dettaglio gli orari da 3 giorni si riduce tutto a 48 ore più o meno tirate.
da dove parto? dal punto di arrivo, perchè volente o nolente non posso fare nulla per cambiarlo.

Domenica 25 marzo ore 7.15 o 8.15 (io mi ricordo una cosa il sito dell'aeroporto ne dice un altra, inoltre ci sarebbe di mezzo il cambio dell'ora) Volo per Sharm. Da Düsseldorf. un ora di macchina da casa. quindi vuol dire in piedi alle 3.30 o alle 4.30 per essere in macchina alle 4 o alle 5. Certamente andare a letto vestiti o semi vestiti aiuta. Per Dormire bene bisognerebbe andare a letto alle 20?
Impossibile.
Alle 20 di sabato incomincia lo spettacolo a cui prendo parte, e di cui non ho idea del termine. So che siamo 4 gruppi, il mio, lo Show gruppe presenta 4 pezzi, di cui 2 insieme all'ensamble. L'ensamble sicuramente ne ha altri 3. Quindi 7 pezzi più quelli degli altri 2 gruppi, più eventuali assoli degli insegnanti dei workshop intercalari ed intervallo. 2 ore di spettacolo se va bene. Quindi se va bene attorno alle 22 saluti finali e il pubblico a casa. Vuol dire che Luca e le bimbe per le 23 possono mettersi a letto. 
Io no.
Dopo lo spettacolo ci sarà da mettere a posto le mie cose che avrò seminato in giro tra un cambio e l'altro. Non so nemmeno se ci sarà una cena tutti insieme, cosa che mi porterebbe a stare fuori ancora più a lungo. Comunque devo essere a casa per le 3 o le 4, perchè i costumi sudati devo quantomeno stenderli, non potendoli lavare e non lasciarli in valigia.

La giornata di Sabato però non comincerà per me sul tardi, tipo le 17 o le 18: ma prima.
dalle 10.30 alle 12 c'è un Ws a cui vorrei partecipare perchè l'insegnante è una persona davvero deliziosa oltre ad essere una brava danzatrice. questo vuol dire che devo essere in macchina alle 10. vuol dire che alle 9 devo essere in piedi. E sarebbe già buona cosa se riuscissi davvero ad alzarmi alle 9, ma ne dubito; è sabato: conoscete figli in età scolare che al sabato e alla domenica si alzano tardi?
Poi c'è il contest che inizia alle 16.30. Non sarò la prima a salire sul palco sta volta: Aladin mi ha proposto di portare un assolo di folklore, al posto dell'Oriental. Di fatto a parte avermi incasinato perchè una coreografia non ce l'ho a parte riprendere qui e là quella che ho preparato per il Marhaba, ma senza melaya, mi ha tolto l'imbarazzo id essere il " rompighiaccio" al contest. 
Questo significa che dalle 12 alle 16.30 sarei libera, però....
Ws e contest non sono nella stessa sede: ci sono 15 minuti in auto almeno.
Poi trucco, parrucco, e cambio d'abito.
Quindi conoscendomi al Brückenforum ci dovrò essere per le 15.30 almeno. Già mangiato possibilmente. Per fortuna che posso portarmi qualcosa da casa, anzi sarà da organizzare.
Se ho culo, dalle 12 alle 15 potrò ronfare sul divano che c'è nello spogliatoio di Aladin. E non mi farebbe schifo. 
Tutto questo sempre che non ci siano prove extra alla mattina pre ws in teatro.
Facendo ora il punto della situazione degli orari, penso che anche il resto della famiglia possa prendersela con calma, avrebbe anche il tempo per un pisolo pomeridiano: loro saranno impegnati nel recupero di un auto a noleggio che useremo per lo spostamento casa-aeroporto, e potranno raggiungermi con calma al teatro per le 17, che tanto il contest negli scorsi anni non è mai incominciato puntuale. Poi una volta che hanno visto me ballare, possono, clima permettendo, andare al parchetto lì vicino, cenare e tornare a teatro per le 19.45 giusto in tempo per sedersi e guardare lo spettacolo.
Il venerdì è la giornata in cui tutto deve essere pronto per domenica mattina, perchè tempo per "quella cosa dell'ultimo minuto" non ce ne sarà.
Se tutto va come deve, le nane saranno a scuola la mattina, ed avrò il tempo per controllare e completare le borse entro le 15.00 : 2 borse sub, il vestiario e tutto quanto il resto, condendo il tutto con ansia e nervosismo pre-spettacolo. Poi arriva la prima nana, da preparare per le lezioni di danza, poi si ritira la seconda nana, poi si ritira la prima nana dalle lezioni di danza per le 17.30 ed ho 2 ore prima di essere in studio per l'altro ws che vorrei fare e le prove generali.

Insomma un fine settimana impegnativo. Mi devo ricordare di mettere i tappi per le orecchie in borsa così in aereo dormo un po'.

Pensatemi, già da adesso, che oltre alle 4 coregrafie di gruppo che devono essere perfette, devo metere in piedi l'eskandarani ( e il costume) per il contest.

domenica 18 febbraio 2018

Star wars, ultimo Jedi

Attenzione contiene spoiler diretti o indiretti.

Finalmente ce l'ho fatta e l'ho visto.
Bah, mah, boh.
Continua sulle ripetizioni: il primo maestro che si scontra con l'allievo e muore, l'allievo che si sente perculato dal secondo maestro e si ribella facendolo fuori ( e stavolta non c'è pericolo che ritorni), il secondo maestro che vuole un nuovo adepto che però non ci sente. Il film in se mi pare essere perfettamente ambientabile in un liceo: il ragazzo di famiglia bene, viziato che però decide di frequentare una banda di teppisti, la ragazza cresciuta senza famiglia, arrabattandosi, che però è intelligente e ha le carte in regola per fare qualcosa di buono, il professore che nonostante veda le potenzialità di quest'ultima la osteggia, il preside che fa la ramanzina al professore, il nuovo caposcuola in conflitto col vecchio e poi alla fine si fa valere, e per concludere il panorama adolescenziale, il bimbominkia che trova l'intesa con la piccola fiammiferaia ma poi lei gli dà il 2 di picche, perché lui decide di usare il "protocollo Malaguti" cioè "a cazzo duro contro il muro". Ah c'è anche la bruttina ma intelligente che si innamora, riesce a baciare il suo amato, ma poi finisce male o quasi. Manca il ballo di fine anno per essere un perfetto film liceale.
Per arricchire il panorama depressogeno, c'è anche la ramanzina animalista sia con la liberazione Fathiers, sia con il povero Chubaka che prima s'arrostisce un paio di Porgs un incrocio tra un pinguino ed un criceto, e poi lo fanno desistere guardandolo con occhioni da gatto dagli stivali, (che però non gli riescono bene) ed infine gli colonizzano il Millennium Falcon. e questa manfrina animalista su due fronti diversi, scusate ma mi pare un po' messa per fare "moda". 
Tuttavia però il film si arricchisce di svariate scene comiche: la stessa scena coi Porg di Chubaka è comica, ma la vera protagonista comica è lei BB8, che è la degna erede per comicità ed intraprendenza di R2D2.

Mo attendo il terzo è l'ultimo che spero non riprenda la tematica adolescenziale- liceale con " al college un anno dopo".

Fa però male sapere che Leia, il generale Organa non ci potrà più essere.

giovedì 15 febbraio 2018

Arricchimento culturale e quotidianità

Ieri era san Valentino.
Scrivere un posti sull'amore e gli innamorati il 14 di febbraio è scontato, così lo scrivo il 15 e faccio la figura di quella che arriva in ritardo, ma poco mi importa: dell'amore e di altri fattori umani meno piacevoli se ne dovrebbe parlare tutti i giorni e non uno in particolare.
Settimana scorsa mi sono fermata una mezz'ora dopo la lezione di danza a Chiacchierare con Aladin,il mio insegnante, di danza, contest e coreografie. In quell'occasione ho potuto fare una "gita" (odio usare latinismi ed altri termini dal suono esotico, come "excursus" se non sono sicura del significato, sento e leggo troppo spesso parole usate a cazzo di cane solo perchè fa figo) nella lingua e cultura araba: non si usa dire "ti amo". 
La cosa detta così suona scioccante, lo so, ma è il perchè che è poetico e romantico. Quando vuoi dire ad una donna che la ami, non vai da lei e le butti 3 parole secche come io-ti-amo, e bon finita lì. Assolutamente no! se la ami significa che lei è tutto per te quindi, le dici " tu sei il mio fiore che sboccia," se il mio mattino" se il mio sole che sorge " e così via, inventandosi immagini poetiche e romantiche se se nono sei scema lo capisci. Per dire " ti amo" nel mondo arabo si creano poemi e canzoni il cui " tu sei il vento che soffia sul mio fuoco e le fiamme diventano più alte" ( citazione spannometrica del testo Eddala ala kefak) equivale alle 3 parole riassuntive che conosciamo in svariate lingue. Certo anche gli italiani sanno fare cose simili ce ne sono alcuni che sono diventati capolavori letterari, ma nel quotidiano preferiamo un sintetico " ti amo" "ti voglio bene" con tanto di "io" sotto inteso per fare prima, ad una frase più poetica ed articolata. Insomma frase spiccia pratica e "fredda", contro calore della poesia e del sentimento.
Questa particolarità lessicale e culturale mi ha aperto il cuore. Certo dico ancora io ti amo, ma mi ha anche fatto riflettere sul fatto che "io ti amo" lo diciamo anche coi gesti, tipo appaiare i calzini. Sembra sciocco? no. Appai i calzini, svuoti la lavastoviglie, prendi il krapfen a forma di cuore, o un mazzo di tulipani? Sono gesti che dicono la stessa cosa, solo che alcuni talvolta passano in sordina perchè visti come rituale della quotidianità, e non come gesti d'amore, verso la persona amata, verso se stessi verso la famiglia. Guardati da un angolo diverso, anzichè essere freddi gesti routinari, diventano caldi e colmi di significato. Declassarli come "obbligo, ringraziato solo per buona educazione" ci fa solo pretendere di avere gesti più ecclatanti per sentici amati.