mercoledì 3 gennaio 2024

Sfida 28 giorni: giorno uno e due

I social pullulano di "sfide 28 giorni", app per un prezzo vario da una trentina ad un centinaio di euro per, dimagrire, rimettersi in forma, liberare le emozioni represse, migliorare la propria vita sessuale e  chi piè ne ha più ne metta. Presa dalla noia ho fatto il test preliminare di più app e hanno tutte le stesse domande: cosa vuoi ottenere? come mangi? quanto bevi? fumi? fai già movimento? quanto sei lata? quanto pesi? quanti anni hai? Manca solo che ti chiedano la taglia del reggiseno e delle scarpe. Ora se nella tua vita, come me, hai scelto di dimagrire facendoti seguire da un nutrizionista sai che se vuoi dimagrire devi mangiare regolarmente in modo bilanciato (per questo si va dal nutrizionista) evitando certi tipi di cibi o limitandoli a una sorta di "strappo o premio" e fare movimento. Che novità che propongono queste app, neh? Ammetto anche che ci sono caduta, ho pagato per una di queste app, che ho provato per 3 giorni, subito disdetto ed ottenuto il rimborso perché caotica e non rispettava i parametri di principiante che avevo impostato, senza tralasciare che non puoi mettere una musica nevrotica come sottofondo per lo yoga che è una riconosciuta come disciplina rilassante. Tra le tante app c'è anche 'la "sfida di ballo 28 giorni" cioè dimagrire (forse se segui tutto per bene) ballando anziché con lo yoga, il pilates o gli esercizi sensoriali che dovrebbero pure sbloccati i traumi infantili. Ora, a me ballare piace ed ho una certa qual preparazione in danza orientale, conosco le basi della bachata e della salsa, e pratico una sorta, di danza moderna. Quindi: perché non costruirmi da sola la mia routine basandomi su quello che mi è già stato spiegato dalla nutrizionista e sulle mie competenze in danza integrando con le lezioni e gli allenamenti che già faccio? Ergo inizio la mia sfida 28 giorni che faccio partire da ieri solo perché avevo lezione di danza come tutti i martedì, e poi se parte da ieri, non può partire da domani, tipico giorno che non arriva mai.
Ora però mi devo creare un piano di almeno mez­z'ora al giorno esclusi martedì e giovedì che ho circa un ora e mezza di lezione e training. 
  • Lunedì: Salsa a casa 
  • Martedì: Orientale e Tanzgarde*
  • Mercoledì: Bachata a casa 
  • Giovedì: Tanzgarde 
  • Venerdì: Orientale a casa 
  • Sabato: Tanzgarde  a casa 
  • Domenica: Orientale a casa 
* Tanzgarde. Ecco io non so proprio come spiegarla. La Tanzgarde sono gruppi che a parte in NRW** non credo esistano da altre parti. Ricordano un po' i gruppi di majorettes italiani: bambine con un costume bello e sbrilluccicoso che saltellano a ritmo di brani noti durante mani­festazioni come i cortei di carnevale e le sagre di paese ma, in questo caso, senza bastoni roteanti. Nel mio caso la Tanzgarde è costituito dalle mamme delle bimbe coi costumi sbrilluccicosi. Quindi si sgambetta in gruppo con slanci di gamba stile can-can talvolta in costume, ma meno appariscente (sigh) e si suda parecchio. 
Della mia sfida 28 giorni voglio pormi 2 Traguardi: 
  •  mantenere l'impegno quotidiano di danza malanni permettendo 
  •  perdere peso. (partendo da un un bel 80 kg tondi e morbidi)
Quest'ultimo so bene essere correlato alla corretta alimentazione in unione con l'esercizio fisico, ma per un traguardo importante come perdere peso ci vuole, come sostiene Panzallaria e io lo confermo, una forte motivazione che al momento non ho. Perciò mi concentro solo sull'impegno di movimento quotidiano, che tutto sommato qualcosa di buono lo porterà. Questa è la seconda "sfida 28 giorni" che mi creo; la prima è stata "no jeans per 28 giorni", ma è un'altra storia e merita un post tutto suo.

Aggiornamento: tra aver scritto e pubblicato il post ho fatto la mia mezz'ora di Bachata mentre cucinavo i panzerotti (che non rientrano nei cibi adatti per perdere peso). Sì sarebbe stato più divertente con la salsa: perchè avrei cucinato i panzerotti con la salsa.

** NRW= Nord Rhein Westfalen

mercoledì 27 dicembre 2023

io odio il Natale

 Mi ci é voluto un anno di terapia e un Natale solo noi 4 per capire fino a che punto odio il Natale. É un odio radicato da prima delle elementari, con altre porcate di mezzo per cui ricordarmi i natali belli diventa uno sforzo di memoria. Sono 51 Natali da ricordare: i primi due sicuramente non li ricordo, avevo rispettivamente 3 e 15 mesi e probabilmente ci metto anche quello seguente dei 2 anni. Mi ricordo che Il Natale non era sempre a casa mia, ma la maggior parte delle volte sí, perché mia nonna materna e la mia pro-pro zia non le avremmo mai schiodate e una volta defunte lo facevamo a casa di mio zio che era piú grande e aveva l'ascensore. Mi ricordo i 3 natali passati a letto: uno da piccola pre-elementari, quello dei 18 anni dopo il campo invernale a Livigno sugli sci di fondo dove ho preso la promessa, il primo con un ragazzo e quello del 2019 in cui i primi segni del quasi esaurimento si facevano vedere. Mi ricordo l'unico fatto in montagna perché mia zia entrava nel nono mese. Ma se mi fermo a pensare mi ricordo che ero da sola. I giochi erano solo per "i maschi adulti". La lavastoviglie non c'era e le faccende le sbrigavano le donne, ed io ero lasciata a giocare da sola coi giocattoli nuovi senza altri bambini perché fino a che non ho avuto 12 anni non ho avuto cugini, e quando l'ho avuta era piú un fare la babysitter che giocare con mia cugina. A parte un episodio veramente orribile in cui sono stata ingiustamente offesa ed umiliata per cui volevo andarmene a casa da sola, non ho un vero trauma che ha rovinato per sempre il Natale. Quello che non va é che se il Natale deve essere una festa della famiglia, la famiglia non c'é mai stata. Era una sagra dell'ipocrisia basata sul " si deve fare cosí perché a Natale si fa cosí" ma che senso ha stare con i nonni se non ti guardano nemmeno in faccia se non per darti dei regali che gradisci come fanno tutti i bambini, ma che comprati al risparmio, non si montano correttamente o si disfano? Che senso ha se la famiglia é divisa tra chi se ne sta seduto a farsi i cazzi suoi mentre altri sgobbano? Che senso ha sedersi alla stessa tavola e fare finta di essere tutti felici quando tutti sono incazzati l'uno con l'altro e allora si fa finta di niente perché é Natale? Oggi mi é capitata sotto il naso la foto di Natale della famiglia di una mia amica. É una famiglia veramente grande: sono 4 fratelli piú mogli e mariti, figli e non so chi altro, ma quella foto trasuda felicitá e gioia, senza raccontare nulla di eventuali scazzi e casini e mi fa invidia. Mi fa invidia di un momenti di serenitá genuino che personalmente faccio fatica a trovare in un Natale unico dei miei 51: ne trovo sprazzi qui e lá. Il Natale del 2013 la mattina con figlia grande e piccola che saltellavano felici con le ali da fatina e le bacchette magiche ad aprire i regali, mentre io e Luca in pigiama ci bevevamo il caffé in poltrona. Fu anche l'ultimo Natale di mia mamma, il primo in cui riuscimmo a farla stare seduta e lasciare l'organizzazione in mano mia. Mi ricordo una partita di scopone scientifico in cui risi davvero tanto. Ma ricordo piú momenti brutti che belli. 
Questo Natale eravamo solo noi 4. Non é il primo cosí, ma questo sarebbe stato cosí perché non ho voglia di sedermi a tavola con mio padre che non capisce o non vuole capire che il mondo non gira secondo le sue regole e che a casa degli altri si porta un po' di rispetto, e non ho voglia di fingere che vada tutto bene, peró sono riuscita a fare un cazzo di casino da sola per letteralmente niente. E allora é il caso di dare una svolta a tutto questo. Le fatine con le bacchette magiche sono cresciute, e una volta parti i pacchetti o finito il pranzo/cena/colazione si dileguano nelle rispettive camere come fanno gli adolescenti ogni giorno della loro vita, e il Natale e solo diverso perché ci sono i decori e la tovaglia a testimoniarlo.
Il primo Natale in Germania abbiamo provato a farlo tutti insieme, con i nonni rimasti. Ne venne solo fuori un casino di tensioni e cercare di risanarlo giocando con le figlie non fu di grande aiuto, anzi serví solo a nascondere il disagio e far passare il tempo. Da lí la decisione che Natale non si sarebbe piú fatto con i nonni per non fare torto a nessuno. 
Ora peró é il momento di ripartire. Casualitá vuole che siano giorni che mi compare la scritta " il passato non é una condanna per il tuo futuro". Ora che ho capito perché sto male per il Natale, perché mi prende cosí male, ho davanti a me poco meno di un anno per cambiare il mio atteggiamento e le mie aspettative verso questa festivitá che per noi non ha nulla di religioso, ma é un momento dell'anno in cui si fa cosí, e magari faccio un Natale nuovo che mi piace, che fa stare bene tutti senza togliere niente a nessuno, insomma che sia davvero un Buon Natale.

venerdì 6 ottobre 2023

subacquei da 300 immersioni

Sono per la verità 200 e polenta, no  ricordo il numero preciso: ho un limite alla  mia pignoleria. E non tutti i subacquei da 300 immersioni sono così, ma lo sono io e questo mi basta. Sono il sub che alla frase "no ma l"attrezzatura gliela facciamo trovare pronta noi" ride in faccia a chi gliel'ha detto (non letteralmente) e inizia a porsi dei dubbi sulla serietà del posto. Quando andavo in moto un istruttore di guida sicura disse:  “ la sicurezza in moto dipende da tre fattori: tu,la tua moto e l"ambiente. 2 li puoi controllare uno no “  riportando il tutto nella subacquea, l' ambiente, una volta che hai un'attrezzatura tua, lo riduco a pochi fattori: manutenzione delle bombole e del compressore. Il numero è esiguo ma l' importanza è letteralmente vitale. Nessun diving ti porterà a fare immersioni col mare mosso, perché le barche costano. Mala manutenzione del compressore si può rimandare? E quella delle bombole si può fare in un centro non certificato? Purtroppo o per fortuna di cose così ne ho sentito solo pettegolezzi: per fortuna pettegolezzi purtroppo li ho sentiti. Ora son in fase botta di insonnia da... compressore e bombole. Se sono responsabile della mia attrezzatura per quelli devo dipendere da altri che rimangono sbalorditi alla richiesta di una check dive per un owj che non si immerge Da un anno. 

domenica 10 settembre 2023

50 e non sentirli

Oggi è il mio ultimo giorno ufficiale per dichiararmi quarantanovenne. In realtà è già da qualche mese che mi dichiaro cinquantenne con un "quasi" davanti e mi sento felice come se ne stessi per compiere diciotto. È come se stessi per aprire una nuova pagina della mia vita piena di nuove opportunità e sfide. Le mie figlie sebbene ancora minorenni sono super indipendenti e mo lasciano spazio per fare e mio marito talvolta è lui a spingermi oltre i limiti da mamma che mi impongo e che ogni giorno che passa si disfano in po' di più. Ho un buon lavoro esattamente quello che volevo, la mia famiglia, intendo mio marito e le mie figlie mi amano, anche se per capirlo sono caduta in un baratro e tornata su, quindi ho tutto in regola per vivere serenamente le novità che mi aspettano e mi sento completamente distante  da quei coetanei che si sentono tristi e alla frutta. A loro vorrei dire che dopo la frutta c'è il dolce, il caffè e il limoncello: direi che c'è ancora molto ed io ho intenzione di godermelo.

mercoledì 6 settembre 2023

W.I.P. or U.F.O

Mi ero ripromessa di creare un post con tutti gli ufo, in modo da tenerli un po' sott'occhio, perché di lavori in corso non se ne ha mai abbastanza e contemporaneamente non si vede l'ora di finirli tutti. Quindi da dove inizio? Dai ricami che non vedono la luce da AAANNNIIII, dai lavori a maglia/uncinetto, che vengono fatti, disfatti e rifatti quando non mi convincono, o dai costumi da danza che, visto l'andazzo, non ho idea se mai li terminerò. Scelta difficile che comunque mi mette di fronte al fatto che sono tanti, e non sono gli uni­ci progetti che lo, perché ce io : sono parchi altri nella mia testa: migliorare il tedesco, terminare il Science of Diving e iniziare il dive guide, versione smez­zata del Dive master, riprendere la danza orientale, riprendere a suonare la chitarra ed imparare perché no, l'ukulele, che figlia piccola ha voluto forse più per invidia che per reale interesse. Insomma di WIP o UFO che poi sono la stessa cosa, ne ho abbastanza. Per il momento sono molto soddisfatta di aver completa­to un progetto non del tutto mio. La Betty l'anno scorso a Pasqua mi ha dato un filato acrilico poco per farci qualcosa di utile e odioso da lavorare. Così ho trovato una "lana" di sostegno ed ho creato uno "Schallpulli" come lo chiama figlia piccola, prendendo idea da una designer e da vari tutorial all'uncinetto trovati su you tube gratis. E questo è il risultato: 


questo però è il secondo Schallpulli che creo. dal primo ho capito che le maniche non funzionavano bene quindi con questo ho lavorato in modo diverso per ottenere delle maniche con una migliore vestibilità e mi pare di esserci riuscita. Il rovescio della medaglia  è che ora dovrò mettere mano al mio Schallpulli disfare le maniche e rifarle.
Poi ci sono tutti gli altri che attendono solo di essere presi in mano e finiti.

lunedì 31 luglio 2023

ciao come stai?

È una domanda semplice che apre migliaia di porte. Mi è venuta in mente nel dormiveglia, uno dei momenti più pericolosi per me, dove la ragione non ha giurisdizione e possono prendere il sopravvento diversi modi di essere. Mi sono chiesta: "quanti di coloro che ritieni amici te lo chiedono in un anno?” come dicevo il dormiveglia è un territorio pericoloso: le risposte e le considerazioni che possono nascere lì possono essere da dannose a distruttive. Non sono andata a controllare tra i Messanger chi, quando e quanto spesso, ma nel dormiveglia la risposta è stata "nessuno" nemmeno la mia migliore amica, che però c'è SEMPRE se ho un problema. Fortunatamente ho imparato a tenere un po' a bada i miei pensieri del dormiveglia e non farli straripare. Rimangono però lì come appesi in bellavista, e fortunatamente il caffè aiuta a mettere un po' d'ordine e fare nascere domande diverse che fanno vedere la questione da prospettive diverse: insomma smetti di guardare attraverso il tubo dello scottex e inizi ad osservare la situazione da diverse angolazioni girandoci attorno o girandola tra le mani. Se la prima risposta quella del dormiveglia "nessuno" può essere matematicamente valida, il passo successivo è "perché?" La rosa di risposte è molteplice, da "non c'è una vera amicizia", a "ognuno ha la sua vita, le sue priorità e i suoi problemi, perciò non è che non siete amici è che si ha ben altro per la testa". Se poi l'umore continua nel mode caffè decaffeinato, cioè depresso, e pensi di non essere abbastanza importante anche se ti vogliono bene, aspetta l'effetto del caffè-caffè per porti la domanda importante: "e tu che fai? Quante volte hai mandato un messaggio "come stai?" Senza che fosse il preludio per un altro argomento? " Quindi mi sento colpevole come tutti i miei amici di non chiedere mai a loro come stanno. Quindi da oggi mi impegno di più, perché non ci si può lamentare di una mancanza se si è artefici della mancanza stessa.

sabato 29 luglio 2023

poi l'ho fatto

Ho creato il sacchetto delle attività. L'idea è semplice: un sacchetto e dei bigliettini di carta con scritto le idee per fare qualcosa che in genere mi piace. Creato e al momento lasciato lì. "Scrivi" è forse al momento l'attività che mi attira di più, perché mi lascia "parlare", senza che mi venga l'ansia di essere una lamentosa per niente ed annoiate chi mi ascolta. Scrivendo, lascio andare anche tanta frustrazione: sono giorni che, complice il clima piovoso ed umido, mi sento a disagio un po'con tutto,quel disagio che mi fa venire voglia di andare in vacanza o quando è davvero pesante mi fa venire voglia di scappare da tutto e da tutti. Ieri ho notato che oltre ai problemi concreti, ho la testa piena di messaggi poco motivanti, e questo deriva da fondamentalmente il bombardamento mediatico offerto da..... Istagram! Per quanto Istagram sia fonte di cose belle come gattini, lavori a maglia, cucina, ogni 2 o 3 messaggi che hai scelto tu di vedere arriva la "pubblicità". Una frequenza pari ai peggio momenti dei canali Mediaset, solo che queste pubblicità sono mirate alla persona e fanno male. Sì ho 50 anni e sono in sovrappeso ma: non ho problemi con il mio pavimento pelvico, non ho problemi con la mia vita sessuale, non voglio fare yoga seguendo una app e no non voglio dimagrire con la stessa modalità dello yoga. Inoltre: beneficienza la faccio a chi mi pare e piace quando mi pare e piace o per meglio dire "se avete i soldi per pagare la pubblicità su Instagram, potete smetterla di farvi pubblicità e usare quei soldi per la vostra beneficenza". È abbastanza snervante, perché se ti stai prendendo una pillola di gioia guardando gattini che sbadigliano, ti ritrovi subito dopo la pubblicità er comprare oggetti vari a prezzi ridicoli, pubblicizzati da donne che palesemente mangiano il meno possibile, o che mangiano senza farsi problemi ma la natura le ha dotate di quei  20 cm in altezza che a me mancano. La frustrazione complessiva, problemi concreti, clima, stanchezza, e messaggi subliminali deprimenti, mi portano più a nascondermi e a consolarmi con il cibo che a reagire. Ma non adesso. Il sacchetto delle attività può essere utile anche per questo, la noia a me è indotta spesso da questo insieme di cose, perciò si può combattere anziché soccombervi sul divano con un Kinder cereali guardando l'ennesima pubblicità.

domenica 16 luglio 2023

Trans

 L'altro giorno pensavo a crearmi un sacchetto delle idee, un sacchetto con bigliettini con scritto sopra cosa fare per rilassarmi o per tirarmi su un po' il morale. Tra le idee ci sarebbe stato anche: "scrivere" perchè a me piace passare di qua e mettere giù le mie idee, addirittura meglio che su un diario: qui anche se non so come vada, condivido e magari serve a qualcuno oltre che solo a me.
Sta sera ho fatto il punto che devo scrivere, devo scrivere di una cosa che mi occupa la testa da mesi e che non è possibile cambiare. 
Io sono una mamma trans.
Sì ho un figlio transgender, non me ne vergogno, anzi vado fiera che me lo abbia detto, che lo sia a testa alta nonostante alcuni compagni di classe stupidi con atteggiamenti trans-omofobici probabilmente dettati dalle famiglie.
Sì sono dalla sua parte la suo fianco o quel passo indietro che deve essere per lasciarlo libero di essere chi è, in questo mondo che anche se non è quello della mia adolescenza non è ancora pronto ad accettare la comunità LGBTQIA+ per quella che è: normalissime persone. 
Ora ho un figlio, che sta affrontando con un coraggio da leone una serie di problematiche legate alla pubertà, alla fisiologia di un corpo che non vuole e che cambia, al suo non sentirsi a suo agio; ho un figlio che nonostante tutto mi pare essere molto più sereno e sicuro di se stesso di quando era figlia. 
Sì ho pensato e sperato nei primi momenti che si trattasse du una "fase", perchè ero preparata all'omosessualità, ma non avevo mai preso in considerazione il transgendering.
Sì sono stata male perchè questo mondo non mi dà fiducia a partire dalle "sentinelle in piedi" in Italia che sono comunque innocui fino a tutte quelle nazioni di stampo religioso o ateo che vietano a determinate persone di essere chi sono solo perchè per secoli la popolazione doveva essere Cis ed eterosessuale.
Sì sono stata felice di essere stata settimana scorsa al Pride di Colonia con mio figlio, dove lui si vergognava per una mamma che saltava e ballava con tutti contagiata da quel gran clima euforico che urlava "ehi mondo noi siamo qui e non ci arrendiamo!!!!"
Sì mi sto facendo in quattro per trovare il professionista in zona che possa dichiarare che è effettivamente transgender e potergli fare iniziare le terapie ormonali perchè parrucchiere, abiti e binder non bastano per sentirsi a proprio agio.
Sì non me ne importa una bella cippa secca se qualcuno mi crede pazza, perchè sono pazza d'amore per mio figlio e come la maggior parte delle madri farei qualsiasi cosa per lui: dico la maggior parte perchè so che ci sono madri che ripudiano i figli trans quanto quelli cis, ma gay.  
Sì sto male quando lo vedo stare male, quando lo vedo soffire perchè quel corpo non lo vuole e non lo sente suo.
Sì sto male perchè non si fa più abbracciare perchè quel contatto fisico gli ricorda più di altri chi vorrebbe essere e non è.
Sì vorrei tenerlo stretto tra le mie braccia e ripetergli che " ci vuole tempo ma le cose cambieranno", e che sono dalla sua parte, anche se lo sa e glielo ripeto ogni volta che serve.
Sì sto male a sapere che anche lui come tanti altri Trans per il disagio pensa anche al suicidio, anche se non mi è chiaro quanto radicato e profondo sia questo pensiero.
Sì sto male a pensare a quanti altri Trans come lui hanno tenuto nascosto la loro identità per anni per paura di essere rifiutati dalla società e dalla famiglia.
Sì non vivo benissimo questa lunghissima attesa, che durerà anni per poter vedere mio figlio in un corpo da figlio.

Io sono una trans mamma e sono orgogliosa di esserlo, anche se non è facile perchè è un processo lungo che devi accettare anche se non lo hai mai immaginato e lo devi accettare perchè non è tuo ma non hai alternative accettabili per la persona che sei. 

lunedì 26 giugno 2023

Sapere che ci sei

 tempo fa mi sentivo sola, solissima, perchè chi avevo fisicamente vicino sembrava a mille miglia impercorribili di distanza. Stavo male: avevo bisogno di raccontare le mie ansie, le mie frustrazioni e non potevo farlo.
Le cose sono tracollate, degenerate, con un effetto, fortunatamente, "araba fenice", ed ora so che le miglia sono diventate la distanza di un abbraccio.
Ora quindi posso scegliere se non raccontare per lasciare in pace temporaneamente il miglior abbraccio della mia vita, o se raccontare sapendo di trovare un buon ascolto.
Ho scelto di rimandare il racconto: non cadrà il mondo sicuramente oggi.

sabato 24 giugno 2023

76.7

 Questi sono i miei kg letti sulla bilancia poco fa. Cosa significano? di fatto poco o nulla. Vanno preso in considerazione di molti fattori, tra cui l'altezza, l'età, lo stile di vita che si ha. Io sono la tipica persona che del peso non se ne è mai curata più di tanto, sebbene nelle foto vedo una specie di palla pronta a rotolare e non mi piaccio perchè non corrispondo minimamente all'immagine che ho di me. Sì sono anchìio vittima di tutto quel bombardamento mediatico che propone app per dimagrire, per fare ginnastica e quant'altro, ma non credo nel loro potere realizzante. In vita mia ho fatto una sola volta la dieta con successo: sono passata da 78 kg a 62 in una cosa come sei mesi o poco più. Il segreto? 2 fattori: Essere seguita da una nutrizionista, avere una forte motivazione. La forte motivazione è fondamentale secondo me ( e secondo anche altre persone): senza avere uno scopo davvero forte da raggiungere non vai da nessuna parte. Insomma avere come scopo " voglio dimagrire" non è sufficiente. Il mio era " voglio avere meno kg in cintura", che tradotto per i non addetti ai lavori è: 2 quando vado a vare immersioni vorrei non dover indossare tutti quei kg di piombo, ma uno o 2 in meno". La motivazione ha retto, fino ai 62 kg e al primo maritozzo della mia vita: quello ha bloccato la discesa ai 62. No non è vero: ma il maritozzo me lo ricordo perchè fu un super strappo alla regola. E' che purtroppo il duro lavoro fatto non ha sortito gli effetti desiderati: ritorno in acqua, come al solito sul mar rosso, e la mia zavorra era la stessa di sempre. Delusione bruciante, soprattutto perchè ne parlai con Jilly e mi disse che sì il peso corporeo può influire sui kg di piombo, ma è la tua attitudine in acqua che fa la differenza.
La mia forte motivazione era stata bruciata, perciò il secondo giro che feci dalla nutrizionista quando iniziai il nuovo lavoro fu catastrofico anche per altri motivi.
Ora mi chiedo quale motivazione potrebbe essere così forte da riportarmi in careggiata e ricordarmi di non mangiare fuori pasto, limitare il consumo di alcolici, e soprattutto fare attività fisica giacchè non ho più 4 km da fare a piedi tutti i giorni per portare figlia piccola all'asilo, ne tanto meno l'ora e mezza di danza con Aladin, che era davvero impegnativa?
L'unica motivazione che trovo è: "fallo per te stessa" e mi chiedo è forte abbastanza? Sono riuscita ad imparare finalmente ad amarmi così tanto da rendere sufficiente questa motivazione? 
Lo scoprirò alla prima difficoltà. 

domenica 18 giugno 2023

La vita dovrebbe essere una partita a carte scoperte con occhi ed orecchie ben aperti

 Vorrei avere abbastanza creatività per trasformare le mie magagne in storie leggibili, più che in pagine di diario, ma non è un desiderio così impellente da farmi stare male o perdere il sonno di notte, comunque...

Scrivere mi serve, mi fa stare meglio. Mi piace farlo al pc dove posso leggere e correggere e spostare senza dover copiare 3 o 4 volte come accadrebbe su carta: "bei" ricordi dei tempi che furono.
Sto auto aiutandomi, ascoltandomi, non più nei deliri che erano la disperazione dell'essere ignorati dagli altri e soprattutto da se stessi, e questo mi aiuta parecchio: riesco a vedere "il peso" di determinate cose e quindi collocarle nel posto giusto, riesco a trovare le origini di sensazioni e pareri che spiegano perchè reagisco in un determinato modo a determinate situazioni.  No non parlo direttamente di quello che mi passa per la testa: sarebbe come spiegare la teoria con un esempio pratico e si perderebbe il punto focale, il succo del discorso. La teoria la applichi in più occasioni, l'esempio pratico è limitato a se stesso. 
Ieri sera sono stata partecipe di una discussione che mi ha fatto incazzare, mi ha fatto stare male, probabilmente mi ha tenuta sveglia più del dovuto e sempre probabilmente mi ha fatto pure venire acidità di stomaco. Ora perchè si è azionata questa reazione a catena?
Beh il contesto/le persone prima di qualsiasi altra cosa.
Poi i ricordi di esperienze pregresse di vario tipo. 
Non si tratta di rinfacciare con cattiveria, (o voglia di incolpare) errori del passato magari nemmeno troppo recenti, ma di riportarli alla luce e analizzarli, per spiegare soprattutto a se stessi perchè di fronte a determinate situazioni si reagisce male e il proprio punto di vista è quasi diametralmente opposto a quello di una seconda figura.
Sono convinta che un una presa di coscienza di questo tipo si possa trovare un pacifico dialogo il cui scopo non è ottenere ragione ma far conoscere il proprio punto di vista, in una posizione neutrale, di dialogo non di imposizione. Il litigio, la discussione furente, nascono quando non si riconoscono i presupposti che scatenano i sentimenti, che sono sacrosanti e corretti, ma in un litigio viene facile barricarsi nelle proprie convinzioni e smettere di ascoltare l'altro, rimanendo ognuno convinto di aver ragione. A cosa porta tutto ciò? Personalmente a nulla, se non ad una putrefazione delle emozioni che portano solo a una lenta morte, a scelta, del rapporto interpersonale tra i soggetti coinvolti o interiore della persona stessa.  

sabato 13 maggio 2023

se non sai con chi parlare....

 .... scrivi.
Causalmente i casini mi spuntano fuori quando mio marito non c'è, la persona che più di chiunque altro mi conosce e si avvicina alla comprensione di alcuni miei problemi, o per lo meno se non li comprende ha per me un abbraccio pronto per farmi stare un bel po' meglio.
Ho avuto una settimana pesante, ne ho avute altre così e questa volta sto sopravvivendo molto meglio di prima per 2 fattori:
Il primo è che non mi sto schiacciando in un angolo sentondomi impotente, incapace ed inadeguata come ho fatto per molto tempo, ma capace e con tutte le carte in regola per risolvere la situazione;
Il secondo è che la vita perfetta in cui tutto fila liscio in cui tutti sono perfetti non esiste e se io ho periodi non perfetti nemmeno gli altri li hanno e non oso pensare come sono o siano stati i loro periodi no. Se si dimenticano di questo, beh li compatisco e basta, perchè perdono una parte del senso dell'umanità.
Non voglio soffermarmi sui problemi che hanno reso questa settimana psicologicamente difficile per me: sono problemi noti e ricorrenti per cui in passato si è fatto poco, quindi l'unica soluzione è cambiare rotta. Oh niente di drammatico, ma ci saranno dei sacrifici da fare e questo costeranno un po' e non in termini di soldi, ma di tempo ed organizzazione. Sarà un po' come fare quella bracciata extra per raggiungere i 25 metri in apnea dinamica a stile libero senza pinne": se sono riuscita lì allora si riesce anche in altro.
Una volta scrivevo queste frasi motivazionali per me stessa senza crederci poi molto. Ora invece ci credo di più. Qualcuno mi ha detto che la rabbia è una potente energia che si può usare. E' esattamente potente quanto l'acqua contenuta in una diga, e proprio per questo motivo va rilasciata in modo controllato, altrimenti la storia ci insegna cosa succede quando le dighe crollano, o quando per incomprensione del territorio, le dighe rimangono su ma mezza montagna cade nel bacino. Nell'augurio che non mi cada mezza montagna dentro doso la mia rabbia come energia per costruire qualcosa di nuovo. 

mercoledì 19 aprile 2023

Fissare i punti

 Ho abbandonato un po' il blog. Di fatto sono passata in una fase molto più introspettiva, meno divertente e certamente più personale. Dopo gli avvenimenti di Natale, certi rapporti non si sono ripresi e non faccio nulla per riprenderli: mi stanno bene così. Ma ci sono molti pensieri e considerazioni che mi sono passati per la testa, con la forma di una pillola compressa, da deglutire senza masticare, cioè: pensieri condensati in poche parole difficili da districare in un discorso articolato. Pensieri sulla morte, legato al decesso di un congiunto; pensieri su come personalità tossiche e su come sono riuscite ad influire pesantemente e negativamente sulla mia vita; visioni distorte che mi hanno fatto soffrire; riscoprirsi una persona dalle mille qualità dispersa chissà come chissà quando, ritrovarsi di fronte a novità ineluttabili che ti portano in una specie di altalena-giostra-ottovolante emotivo non tuo ma su cui ti ci ritrovi a farci il giro e quando tutto sembra andare serenamente ti fotte con una curva-caduta improvvisa che ti fa stare male e non puoi fare nulla per cambiarlo, perchè come mi è stato detto, "possiamo fare tutto sulla nostra vita, ma siamo impotenti sulla vita degli altri".
E detto così suona come se stessi vivendo un periodo di merda.
Fortunatamente non è così.
Sto vivendo un periodo meraviglioso in cui sto riscoprendo me stessa e rivalutando punti che avevo dato per dispersi. Un periodo di accettazione non passiva ne remissiva, ma attiva, anche se faticoso.
Sono riapprodata qui e non so quando scriverò la prossima volta, che tanto i blog non sono più di moda ora c'è Tik tok, e non sto a dire cosa ne penso.
Un anno fa parlavo di danza, e casualmente, o forse inconsciamente condizionato, avrei voluto parlarne anche in questo post, perchè a me la danza orientale manca o meglio quelle lezioni massacranti con la corsa all'ultimo per completare le coreografie con mille combinazioni di passi, mi mancano dopo aver partecipato ieri sera alla prima lezione in un nuovo gruppo dai passi e combinazioni che al momento mi sembrano semplici e la musica troppo conosciuta. Però raggiungo il posto dove si tengono le lezioni a piedi e magari ci scappa qualche nuova conoscenza vicino a casa.
Come dicevo ho abbandonato un po' il blog, semplicemente un radicale cambio di priorità: giacchè qui  comunque ho sempre parlato di me soprattutto in modo frivolo e superficiale per appagare fondamentalmente un cronico bisogno di attenzioni (e a parte rare eccezioni tutti i blog sono nati per questo motivo in modo più o meno consapevole), le attenzioni  ho smesso di cercarle fuori, rivolgendole a me stessa con questo post un po' difficile fatto esclusivamente per fissare concetti e pensieri.  

sabato 24 dicembre 2022

il senso del Natale

"Natale con i tuoi pasqua con chi vuoi" "il Natale si fa a casa dei vecchi" " la tradizione vuole che..." Ma anche basta. Ho passato un anno a rivedere e riconsiderare le mie priorità i miei desideri a riscoprire me stessa dopo in inizio davvero turbolento. Ora tiro le somme della questione "Natale" al 24 di dicembre: il Natale deve essere in piacere non un dovere. Questo l'ho realizzato a novembre, ma non l'ho applicato a tappeto. Ho detto a marito figlie e padre che io quest'anno non mi sarei smazzata anche i loro regali da acquistare ma i miei, e che loro si sarebbero dovuti impegnare. Tutto questo perché tutti gli anni io mi sono sempre sbattuta per rendere il Natale speciale per tutti ma poi al momento di tirare le somme ero quella che non riceveva manco un grazie contornato da delusione. Quest'anno ho detto "smazzatevela", ed è stato un buon inizio, ma ho fatto un errore: ho ceduto al dovere di inviare mio padre. Parliamoci chiaro: non volevo invitarlo, ma ho ceduto a quei meccanismi sociali malati per cui "si fa così". Non mi fa piacere vederlo: i suoi meccanismi di interazione sociale sono quelli che si possano trovare in in bar di un quartiere molto popolare, intrisi di superficialità e battute di pessimo gusto spesso dalle connotazioni razziste. Non si accorge se qualcun'altro sta parlando, interrompe con discorsi fuori luogo, se provi a fare un discorso serio inizia a fare il pagliaccio facendo smorfie e prendendoti per il culo. Forse piacerà ai suoi amici del bar, ma a me semplicemente ripugna. L'anno scorso si è lanciato in una filippica contro gli immigrati, a Natale, a casa mia in Germania dove sono a tutti gli effetti un immigrata. Perché l'ho inviato? Perché sono stata così stupida da non seguire i miei sentimenti e la mia ragione, scegliendo di rispettare un usanza sociale. Ed ora mi chiedo: perché ho scelto di farmi del male ospitando una persona sgradevole? Non lo so ma l'anno prossimo Natale alle Maldive solo noi 4, o a Sharm dove c'è la possibilità di stare con amici a cui vogliamo bene, o a Puerto Escondido che è sempre una gran meta.

mercoledì 14 settembre 2022

ma cos'ha di così affascinante l'apnea per me?

A 10 giorni dalla fine del corso senza brevetto (per i mancati 10 metri di profondità), nonostante vari dubbi sulle modalità con cui il corso di apnea si sia svolto, non riesco comunque a togliermi dalla testa questa disciplina. Nasco subacquea e tale rimango: ma allora perché mi affascina l'apnea? Ci sarà forse la complicità del mermaiding, l'assoluta sensazione di sentirsi completamente naturali a nuotare  a delfino con una monopinna e girarsi nell'acqua senza peso?  Rimango ancora disinteressata a quelle pratiche di apnea di profondità: capisco che chi le pratichi lo faccia per sfidare se stesso, ma a me non interessa sfidarmi in un tuffo giù-su della durata di "pochi" eterni minuti: io voglio godermi la meraviglia dell'acqua della vita marina rimanendo il più a lungo possibile appena sotto il pelo dell'acqua dove lo snorkel non serve a nulla. Al di sotto posso usare le bombole in sicurezza lentezza e calma. Perciò voglio capire di più, fare di più, perché è facile al corso parlare di corretta respirazione, di meditazione, rilassamento e concentrazione come se fosse recitato una specie di mantra magico per cui tutti i partecipanti riescano a raggiungere i traguardi dell'apnea statica, della dinamica e dell'assetto costante in capo a 2 giorni. E se poi sei una persona di testa come me che vuole capire perché accade questo e quell'altro, non ti accontenti di un istruttore che dice "proviamo a fare così e cosà" ma vuoi qualcuno che capisca ciò che accade e te lo spieghi. Oppure devo solo andare in acqua per i fatti miei e ascoltare il mio corpo e capirsi meglio.

lunedì 5 settembre 2022

freediving 1

Corso di apnea terminato, ma niente brevetto. Avrei dovuto raggiungere i 10 metri di profondità ma ho avuto problemi di compensazione e non ho voluto continuare: le mie orecchie son più importanti di un brevetto che tecnicamente è "congelato"; l'istruttore è disposto a dare a me e ad un altro tizio il tempo per migliorare un po' e riprovare i 10 metri. Io ho comunque ottenuto ciò che volevo: migliorare le mie competenze in materia. Nonostante ciò esco con una sensazione di scontentezza ed anche un po' di rabbia e sì che a me stare in acqua piace. Forse troppe parole per spiegare cose semplici che mi hanno creato frustrazione, disagio, e un senso di "stanno dicendo qualcosa pur di dire qualcosa ma non sanno cosa stanno dicendo". Adesso non ho voglia di pensare alla giornata. Ho voglia di ricordarmi quanto è stato bello sentirsi rilassata alla boa guardando il fondo e non una piastrella a un metro e venti. Non mi piace sentire la mano di qualcuno sulla mia schiena mentre faccio apnea statica e non mi piace scendere tenendomi appiccicata ad una cima e guardando quella. A me il computer incoraggiava a fare meglio, ma vai a spiegarlo all'istruttore convinto che mi distraesse e mi mettesse ansia. Sono uscita dalla piscina con la decisione che le bombole sulla schiena sono meglio: lentezza e pacatezza sott'acqua e non dover scendere il più velocemente possibile sperando di compensare le orecchie con la poca aria che hai in bocca. Dopo qualche ora posso dire che devo solo trovare il mio ritmo. Il primo corso da un giorno non mi ha dato nulla se non un certificato rilasciato alla falalà; il mermaiding che ha comunque una base freediving limitata a 5 metri mi ha dato lo spunto per migliorare, questo corso mi ha lasciato gli strumenti per farlo da sola. Sono fisicamente stanca: una sensazione di torpore corporale diffuso. Ci sono molte differenze tra la subacquea e l'apnea ed è importante conoscerle anche a livello solo teorico quando hai un allievo con esperienza nell'altra disciplina.  Il computer per un subacqueo è il primo miglior amico sott'acqua, non una distrazione. Un subacqueo è abituato a muoversi lentamente da che mette la testa sott'acqua a quando la tira fuori. Non necessariamente un subacqueo pinneggia solo a rana. E possiamo andare oltre i 20 metri, secondo standard ow, con le dovute certificazioni fino a 40, secondo tecnica un bel po' più in giù, ma chiedo ad un amico che lo sa meglio. Ah sì gli apneisti sembra che facendosi trascinare da un peso e non mi è ben chiaro come tornino su, vadano anche più in giù dei tecnici, ma che senso ha entrare ed uscire in una manciata di minuti senza godere quello che c'è sotto la superficie? Oggi sono stanca e senza l'entusiasmo che mi aspettavo perciò sono un po' delusa dal esperienza fatta.

mercoledì 16 marzo 2022

danza

 Ieri sera dopo tanto tempo mi sono rimessa a pensare alla danza, alle coreografie da creare, a quelle che avevo già fatto, portate sul palco e scordate, e anche a mio marito che nella sua infinita sincerità e mancanza di tatto, mi fa notare che " dopo esserci stata dietro per tanto tempo avrei potuto fare di meglio" senza rendersi conto che quell'ultima volta sul palco nel 2019, correndo tra una figlia a casa di amici, una al corso di mermaiding , le prove e il suo viaggio-vacanza aziendale a Palma di Maiorca, avevo dedicato il tutto a lui.
Ringrazio il covid e la prima quarantena che hi ha impedito di andare in scena nel 2020 e fare una figura oltremodo pessima. Ma da allora io mi sono lasciata andare. Ho completato il percorso di "Ausbildung" senza aver mai praticato come insegnante, ma senza un esame ed un pezzo di carta perchè il mio insegnante è troppo orgoglioso e attaccato ai suoi modi di fare, per capire che di fronte alle difficoltà imposte dalle quarantene, alla malattia di una delle partecipanti, delle eccezioni si sarebbero anche potute fare. 

La ripresa della danza è lontana da quello che era il 2019. Aladin come scuola non esiste praticamente più. Io studio in una altra scuola dove dovrò imparare un sacco di cose che sono state trascurate perchè non attinenti con l'idea di danza portata avanti da Aladin, come gli shimmies di ginocchia il releveè e le contrazioni che fanno la differenza tra un movimento e un altro. ah ed anche basi di salsa perchè non guastano. Però sento un certo bisogno della musica del muovermi del trucco dei costumi. Ci ho creduto per molto tempo e mi sono esibita pochissimo, non sapendo dove cercare le possibilità. Per pensare anche vagamente di tornare anche ad un festival devo rimettermi in pista, che esibirmi con le "star" non se ne parla, ma avrei anche molto da rimettere in sesto solo per partecipare ad un contest. Perchè il palco è pur sempre una bella emozione. 

Or non so più dove sono finite tutte le mie musiche, a parte disperse sui miei drive. Proverò a relazionarmi con spotify che però credo non mi dia possibilità di modificare accorciare e salvare i brani come mi potrebbero servire per le mie coreografie. 

martedì 15 marzo 2022

bisogna fissare i pensieri

 Arriva un momento, durante l'arco della giornata in cui mi sale la tristezza. Non accade tutti i giorni, ma accade, e sono quei momenti in cui inizio a sentirmi sola, in genere capita tra il rientro a casa dal lavoro e la cena. C'è la mia famiglia, ma le ragazze se non sono impegnate fuori casa tra scout o ginnastica, si fanno gli affari loro, e Luca spesso lavora oltre orario. Se poi sono malaticcia a letto il senso di solitudine è anche più forte, perchè il resto della famiglia cucina o prepara la tavola, mentre io sono a letto troppo debole per fare, troppo in forze per dormire. Allora in questi momenti vorrei chiacchierare con amici e non lo faccio, pur avendo sia Whazzapp che Telegram per chiacchierare in tutto il mondo. Forse dovrei semplicemente fare più primi passi. Ed occupare il mio tempo in modo utile per me per non sentire questa solitudine mentre il resto della famiglia è impegnato e non possiamo stare insieme.

lunedì 14 marzo 2022

Essere Positiva?

 Vorrei tanto che queste due parole messe insieme avessero lo stesso significato di 2019, ma ora significa solo che sei infetto.
Lo sono da domenica scorsa, ormai una settimana.
Martedì è risultato positivo mio marito, mercoledì figlia grande. Figlia piccola ha una situazione strana e la scuola a titolo precauyionale ci ha chiesto di tenerla a casa.
Io ho iniziato con  un raffreddore leggero, più leggero di altri raffreddori avuti in precedenza, sentomi piuttosto bene, quel piuttosto bene da poter fare i mestieri in casa senza strafare, perchè il naso era comunque tappato e pruriginoso e 2 rampe di scale dalla lavanderia alla camera da letto con la biancheria pulita da smistare e stirare mi accorcia un po' il fiato. Da ieri invece mi sento stanca: non ho più il prurito al naso ma ho la tosse e un peso sui bronchi e la cosa mi fa stare male di testa. Mi fa pensare a tutto quello che ultimamente mi sta stretto. Ho un buon lavoro una bella famiglia e una bella casa, ma sento che mi manca qualcosa, qualcosa che mi crea un vuoto dentro e mi fa stare male. Questo vuoto lo identifico come una " mancanza di amici", ed è reale. Certamente essere in quarantena in casa non aiuta affatto: se di certo non so può uscire di casa e dire al primo che passa " ehi vuoi essere mio amico", non aiuta nemmeno non poter vedere altre facce, magari conosciute con cui scambiare 2 parole.
In questo senso di desolazione, ci mettiamo il carico-non carico: il nostro gatto Shami si è addormentato e non si è più risvegliato. Aveva 20 anni. Se per me è stato una liberazione perchè le sue magagne me le gestivo io, per mio marito e per le mie figlie è stato traumatico, soprattutto per le ragazze con cui hanno condiviso la vita da che sono nate.
No, non ho intenzione di prendere in casa altri animali, per 2 motivi: se vogliamo andare in vacanza è sempre problematico trovare una soluzione, prendermi un altro impegno per 20 anni non mi va.
Oltre a questo carico di testa, come se non bastasse, ho ben presente le nuove linee guida del DAN per quello che riguarda la ripresa dell'attività subacquea. Le vacanze di Pasqua a Sharm sono decisamente saltate. Un mese di stop dal primo tampone negativo se asintomatico, 2 mesi per i sintomi lievi e visita medica specialistica.
Se settimana scorsa complessivamente stavo bene, e le sofferenze era no legate al non interagire con le figlie, stare sempre attenti a rispettare distanze di sicurezza e soprattutto far passare il tempo, da sabato mi sento piuttosto debole e far passare il tempo diventa difficile, quindi mi sto buttando sul lavoro a maglia, ma di tanto in tanto mi stanco faccio errori e passo più tempo a disfare che a sferruzzare.

domenica 13 marzo 2022

solo un po' di rosso

 Oggi ho fatto questo.


L'altro ieri ho scritto un post su Fb in cui ho chiesto aiuto a tante persone. Molte mi hanno risposto, altre non so se hanno letto. Ho un problema con me stessa e questo problema lo potrò risolvere con l'aiuto di uno psicologo: ho già un appuntamento on line.
Sono giorni che pensavo di smaltarmi le unghie dei piedi. Non è un lavoro ben fatto ma avevo voglia di vedere del rosso brillante lì dall'altra parte del mio corpo. Magari poi prenderò appuntamento da un estetista per farmelo fare bene anche se voglia di attendere settimane non ne ho.
Mentre prendevo fuori gli smalti mi sono venute in mente tante cose che hanno fatto la Laura che sono ora e spesso non sono eventi felici.
Combatto continuamente tra il voler essere elegante e, perchè no, sexy e l'essere pratica. E mi chiedo quanto in tutto questo non abbiano giocato frasi dette quando ero piccola.
So che c'è chi riesce a farsi scorrere via frasi sentite quando si era piccoli, io invece no; continuo a portarmele dietro come ferite ancora aperte. Beati voi che ci siete riusciti: ho una coagulazione fantastica a livello sanguigno, ma non per il resto, sono un disastro.

Per gioco da bambina mia mamma mi permetteva di mettermi lo smalto. Una volta andai a scuola e la supplente di turno mi disse che i miei genitori erano pazzi che mi avrebbero fatto marcire le unghie. A casa non avevamo acetone e nascosi le mani il giorno dopo in classe per paura di essere sgridata di nuovo. No mi sono mai più messa lo smalto fino all'età di 37 anni, ed ho deciso che se le mie figlie vogliono indossarlo per gioco possono ma con alcune regole.

Avrò avuto 9 o 10 anni quando per gioco mi tirai su i capelli come una signora della bell'epoque. Per me era un gioco che mi faceva solo sentire bene, bella e felice con me stessa. Mia madre non ebbe nulla di meglio da fare che apostrofarmi con "vanitosa", quando la vanità grazie a quei bei precetti cattolici che a quasi tutti della mia generazione erano inculcati, era una cosa sbagliata e per questo da evitare.

Qualche anno più tardi, da adolescente acquistai 2 magliette: non le classiche t-shirt, ma una a canottiera attillata con un volant infondo ed una con uno scollo ampio che lasciava le spalle scoperte. Le feci vedere a mio padre, non so come mai, ma il suo commento fu senza tanti giri di parole che indossare quelle magliette per uscire di casa equivaleva a dire "sono una squaldrina da 4 soldi, il primo che passa mi prende". quella canottiera non l'ho mai indossata.

Le frasi dei miei genitori mi umiliano ancora, nonostante siano passati dai 30 ai 40 anni dall'accaduto. Mi fanno male mi feriscono e sentirsi bella, sexy, forte e Donna è un atto di ribellione a due idioti che non mi hanno sostenuta nel mio essere femminile sperando di trasformarmi in una macchina dedita solo ai libri. Non lo ero, non lo sono mai stata (e non mi hanno mi saputo dare gli stimoli a parte dire "leggi" o "studia") e no lo sarò mai. Cari mamma e papà grazie per essere stati due incredibili teste di cazzo, per aver soffocato la mia adolescenza ed averla ritardata a quando legalmente potevo fare quel cazzo che mi pareva, ma ormai troppo grande per potermi godere certe stupidaggini. Il vostro guinzaglio corto ha solo creato un persona insicura di sè che li lascia facilmente prendere ed influenzare dagli eventi. Grazie di niente.

Ero una ragazza come tutte che voleva sentirsi bene con se stessa e scoprire chi fosse. Ho quasi 50 anni e talvolta non so ancora chi sono. So cosa sono diventata, non chi sono. Non ci trovo nulla di male nel voler stare bene con se stessi anche se vuol dire fare i conti con il passato, e fare i conti con chi è talmente idiota da giudicarmi se lo faccio. A tutti quelli che possono farlo e a "mostro nero" che il giudizio altrui ha piantato dentro di me, andate a farvi fottere: è la mia vita e ci devo convivere ancora un po' e voglio farlo al meglio.

martedì 1 marzo 2022

Non sei da sola

 Questo post lo scrivo un po' per me e un po' per qualsiasi donna passi di qua. Sì questo è un post per donne, perchè la menopausa riguarda in prima linea noi e poi il resto della famiglia. Io no mi ricordo mia mamma quando ci è passata, perchè forse io vivevo già fuori di casa. Non so se è così per tutte ma questa è a mia esperienza e potrebbe essere anche quella di qualcun'altra, già passata, da avvenire o che sta capitando proprio adesso come a me.
A partire da gennaio, e per la verità anche da prima avevo notato che il mio umore peggiorava a ridosso del ciclo, fino a che tra la fine di Gennaio e l'inizio di febbraio mi sono ritrovata a letto in pieno attacco da panico piangendo, con difficoltà a mantenere un respiro regolare e conseguentemente tremori diffusi. La situazione mi ha spaventato parecchio e la coincidenza del premestruo mi ha fatto decidere di parlarne col ginecologo che ha sentenziato: premenopausa. Alla diagnosi la terapia. Una pillola per il controllo ormonale: non è come la pillola anticoncezionale, così mi è stato detto e non mi sono impegnata a cercare la rava e la fava: chi ne ha voglia può farsi un giretto su pubmed. Mi ha detto che per il primo mese gli effetti potrebbero non essere quello desiderati. Di fatto qualcosa c'è stato: ho perso un po' di dolori da ciclo per strada, e non ho avuto gli attacchi di panico del mese precedente, ma... la sindrome depressiva c'è stata. Non so se più leggera, so che ho avuto più momenti di lucidità, ma lo sconforto è stato pesantissimo alternato a momenti di ira a dir poco distruttiva ed con tendenze di pensiero autolesioniste. 
Non mi nascondo perchè penso che forse c'è qualcuna come me che si sente sola in questa battaglia impari tra la vita normale e gli ormoni che ti si rivoltano contro, perciò sono qui per dire " non sei sola", " non siamo sole". 
La famiglia può avere paura di noi, non ci riconosce, non sa cosa fare. Nemmeno io mi riconosco: di fronte alle difficoltà normalmente trovo una soluzione ci rido su provo a mantenere la calma e la lucidità, ma in questi momenti di tempesta ormonale non ce la faccio. Il battito cardiaco accelera, anche il respiro e mantenersi lucide è tra il super difficile e l'impossibile. Di fronte a cose che normalmente butterei sul ridere o non mi danno problemi mi incazzo da fare terra bruciata o mi deprimo da voler non essere mai nata. Non è facile per noi che la stiamo vivendo e che spesso non riconosciamo che è per colpa di qualcosa dentro di noi non per circostanze al di fuori, ma non è nemmeno facile per chi ci sta vicino. Io mi ritengo fortunata: mio marito mi ama e ha fatto ricorso a tutta la sua pazienza per starmi vicino e non abbandonarmi a me stessa mentre tiravo fuori il peggio di me nei suoi confronti. Perciò per chi ci sta passando per che ci è già passata e per chi dovrà passarci auguro solo di avere persone speciali come mio marito e la mia migliore amica che riescano a prenderci per la collottola e rasserenarci fino a che la tempesta non si sarà calmata.

domenica 23 gennaio 2022

Cassetti

Mio marito dice che devo fare dei cassetti, con serratura. Cassetti mentali in cui mettere dentro le cose e non farle uscire se non servono. E´ una bella immagine, ma ora in questo momento in cui il mio malessere fisico è molto probabilmente solo il riflesso di un malessere interiore, è davvero complicato. Non ho ancora trovato il mio punto d'appiglio come ho fatto altre volte, per venirne fuori.
So cosa dovrei fare, ma c'è una grossa differenza tra sapere cosa fare e riuscire a farla.
Dovrei concentrarmi su me stessa, fottermene dell'approvazione degli altri, smetterla di farmi sopraffare dalle cose che devo o che vorrei fare.
So che c'è chi ha una scarsa considerazione di me e che è diventato pregiudizio di base nel rapporto tra chi ce l'ha e me. Forse è pure esteso a più di una persona, almeno 2 se non 3. So anche che non sono riuscita a far cambiare quest'idea, e di fatto cercando di "alleggerire la situazione" l'ho peggiorata.  Situazione che non mi piace, ma che comunque di fatto non mi riguarda. Non sono io che penso male di me, ma qualcun altro, ed è un suo problema, così come tutte le porcate che mi ha riversato addosso, ma è una persona maligna. Professionale, ma maligna, ed ho il sospetto che non stia cercando affatto di aiutarmi, ma di manipolarmi.
Il giusto comportamento sarebbe quello dell'asino anziano, che buttato nel pozzo dal padrone iniziò a ricevere badilate di terra addosso per venire sepolto vivo, ma l'asino iniziò a scrollarsi addosso quella terra e a calpestarla, fino a che non fu in grado di uscire dal pozzo. L'unica cosa che mi chiedo è: ne avrò la forza? In questo momento no e sono terrorizzata che dal badile si passi al camion ribaltabile.
Intanto attendo i risultato di un PCR-test vinto perchè il test rapido era poco chiaro. Dicono risultato in 24-48 ore. Non ho idea di quando arriverà. L'attesa è snervante.

mercoledì 19 gennaio 2022

Ho bisogno di una pausa

Da tutto da tutti e forse più che altro da me stessa.
Accumulo stress per qualsiasi cosa in qualsiasi situazione.
Stress per il menage famigliare
stress per il lavoro 
stress per quello che dovrebbero essere i miei hobbies e rilassarmi.

sono crollata a letto lunedì sera alle 20. ho dormito per oltre 24 ore. E non mi sento tutt'ora assolutamente bene. Ma sono stanca di dormire/non dormire: il corpo è immobile, ma la testa vaga e ritorna sulle stesse problematiche come se fosse un video in loop. 
Non sono quel tipo di persona che dice "ok me la/le faccio scorrere", perchè ci rimango sempre male, finchè col tempo un po' sbiadisce e fa meno male, e quando credi che una situazione sia risolta, ecco che recidiva.
Alla base di tutto ciò comunque ci sono io, con le mie insicurezze, con le mie paure, la mia stupidità di riuscire a fare la cosa perfettamente sbagliata nel momento più perfettamente sbagliato che ci possa essere. Sono sempre le stesse cose di quando giocavo in cortile con gli altri bambini e l'incapacità di costruirmi una fortezza interiore in cui so che lì ci sono le mie certezze le cose intoccabili. Da bambina quando qualcosa mi feriva mi allontanavo, "perdevo" gli amici; quando facevo una cosa esageratamente stupida mi allontanavo io in preda alla vergogna.
Ed ora avrei solo voglia di fuggire dai miei errori e dalla mia insicurezza. Ogni errore mi pesa. Dal più piccolo al più grande. Sto facendo una grande fatica ora e per ora intendo nell'ultimo anno a lasciare scorrere i piccoli errori. Ma non riesco ad uscire ancora dal fatto che se qualcuno mi spande merda addosso mi terrorizza il fatto che venga vista così da tutti senza possibilità di venirne fuori, senza che qualcuno possa dire "ma non è vero", "o è cambiata". 
Se fossimo nell'epoca della santa inquisizione probabilmente sarei già stata bruciata viva da bambina. 

O forse dovrei semplicemente smettere di cercare di interagire più del necessario con persone che non meritano di conoscermi.

giovedì 13 gennaio 2022

quando i desideri si avverano

Settimana scorsa, proprio il giorno della Befana, dopo aver avuto la solita crisi "sono un asociale e per questo non riesco a farmi amici", mi arriva un messaggio: "hai voglia di festeggiare il mio compleanno mercoledì prossimo? Andiamo al cinema". La mia amica Betty lo ha saputo per prima, anche perché quando c'ho ste paturnie e lei che mi ricorda che non sono asociale, sono solo molto selettiva. Ieri sera quindi sono andata al cinema, la prima uscita con amici nuovi, senza Luca da quando ci siamo trasferiti. Non solo mi sono divertita, ma mi sono anche sentita  e stata molto bene. La verità è che i desideri non si realizzano da soli, vanno un po' aiutati. La festeggiata l'ho conosciuta grazie al gruppo scout che frequentano le nostre figlie, e siamo andate d'accordo subito. Alla prima crisi esistenziale "asociale sena amici" ho preso il toro per le corna e l'ho inviata a prendere un the/ caffè da noi ammettendo senza giri di parole che avrei avuto piacere di conoscerla meglio. La mia schiettezza le è piaciuta, e il risultato è che ieri sera sono stata al cinema con lei e il suo compagno e a seguire a bere qualcosa con una sua amica. È stato bello sentirti di nuovo Laura senza essere per forza "la mamma di" o "la moglie di" .

giovedì 2 dicembre 2021

ansia da viaggio

Io sono una ansiosa di mio, e la situazione sanitaria mondiale di certo non aiuta a stare sereni. È fondamentalmente il motivo per cui non sono più partita per Sharm: una vacanza con l'ansia di non sapere se chiudono le frontiere dall'oggi al domani e di portare a casa souvenir incoronati varietà omicron (non ci è ancora dato sapere se è più  pericolosa e in che modo) non è una vacanza. Però bisogno di staccare ne ho, perciò ho organizzato un fine settimana a Milano, con la convinzione che, essendo territorio EU, sia sicuro e rilassato. Di fatto ora che sono seduta con 2 ore di anticipo sull'orario previsto per la partenza e l'ansia si è smorzata parecchio, la pratica per volare in Italia non è diversa da quella per volare in Egitto  che ho seguito a giugno ne da quella per la Germania per il Volo di ritorno: oltre a certificazioni vaccinali, vogliono sapere dove sei stato negli ultimi 14 giorni e dove starai per il tuo soggiorno. Ma lo realizzo ora, che mi sento relativamente tranquilla, non stamattina a casa. 
Quando sono stata l'ultima volta a Sharm, è andato tutto liscio: ansia modesta, carte tutte a posto. Poi a 24 ore dalla partenza la compagnia aerea, che mi obbligava a fare scalo ad Istanbul, mi manda un SMS richiedendomi un PCR test che non sapevo e che non avrei potuto ottenere in tempo utile.
 Il panico.
Faccio controlli, aiutata anche dal diving, per scoprire che ai passeggeri in transito, non è richiesto. Insultarli è il minimo. Però mi ricordo che sono rimasta in ansia tutto il giorno, e al check in lo steward scherzando mi dice che non mi avrebbe fatto partire scatenando un pianto isterico. 
Con questa esperienza pregressa, oggi sono partita da casa in super ansia e con un sacco di anticipo. Per la verità volevo arrivare in aeroporto con circa 2 ore di anticipo, non di più: con il check-in online si fa un po' prima. Ma mio marito che oggi è in home office poteva portarmi solo per le 10 oppure avrei dovuto prendere l'autobus. Quindi super anticipo, coda al check in di sicurezza inesistente, ma colpo di scena! A quale valigia fanno il controllo antiesplosivo? La mia.
Facciamo un salto indietro al 2016 o 2017, non ho voglia di scervellarmi per ricordare esattamente quando, comunque volo charter per Sharm sa Francoforte. Una coda pazzesca, le due ore prima volano, e i check-in di sicurezza, interminabili. A chi blindano lo zaino per allarme esplosivo? A me. A meno di mezz'ora dalla partenza. La polizia che deve essere presente non arriva, l'impiegato della security non può fare niente. Panico: Luca e le ragazze sono passati indenni. Poi la polizia arriva circa un quarto d'ora dopo e l'aereo è in ritardo. 
Credo che l'ansia se ne andrà prima o poi, quando la situazione sanitaria sarà tornata normale. O forse no.

venerdì 26 novembre 2021

Viaggio manzoniano

Disclaimer: questo post ha contenuti blasfemi (ma non espliciti): se siete sensibili (ma tanto, eh!), non leggete.

 "Questo viaggio non s'ha da fare!" 
Ecco perchè " viaggio manzoniano: mica poteva essere un post serio ed appassionante sulla letteratura manzoniana, di cui proprio non saprei da dove partire.
Tutto ma proprio tutto fin dall'inizio non quagliava: 
  • quando andare scegliendo la meno peggio delle settimane;
  • trovare un volo che mi permettesse di assistere alla gara di figlia grande che fino a lunedì non mi voleva tra il pubblico, e permettere a Luca la partecipazione alla festa di Natale del THW (ognuno ha le sue ricorrenze intoccabili), volo che noi si trova a meno di non stare in ballo quasi 24 ore;
  • alberghi esauriti unico posto in albergo affidabile prenotato on line con compagnia terza a booking che non so manco come si chiami

cara grazia che diving, mare e tassista sono sempre gli stessi!

alla fine, o meglio al principio di questa odissea, opto per partire da Dusseldorf, anzichè Colonia, volando con Egyptair che mi offriva un bel volo con scalo al Cairo della durata complessiva di 9 ore ma arrivando abbastanza presto per riuscire a dormire quel tanto che basta per reggere 2 immersioni la mattina seguente. Un po' più caro di Turkish airlines, ma vuoi mettere la figata di stare in giro di meno ed arrivare ad un orario decente?
Poi cerco un albergo: il diving che ha una convenzione con una struttura, purtroppo non mi è di aiuto: l'ultima camera riservata per loro, è stata data via il giorno prima. Mi affido ai soliti siti on line: sito rinomato, affidabile, mi trova una camera esattamente nell'albergo di cui sopra ( ma non quello che volevo io) però attraverso un sito terzo con cui non è assolutamente possibile mettersi in contatto, se non attraverso il servizio di assistenza clienti del sito rinomato di cui sopra che, guarda che storia, ti dice che: " poichè la prenotazione è gestita da un sito terzo si prega di contattare direttamente l'albergo": io volevo solo avvisare che non avrei potuto fare il check in prima dell'una di notte!

Comunque nel giro di un oretta sistemo tutto: volo, albergo, parcheggio per la macchina, diving. Sono abbastanza tranquilla: l'unica preoccupazione è il nuovo limite doganale egiziano che limita le bevande alcoliche  ad 1 litro per persona, e questo mi limita ad una sola bottiglia di vino. Poco male: devo solo trovare il vino che mi hanno chiesto, e comunque ho un piano B.

Il mio viaggio, a parte le solite ansie pre-partenza croniche ( avrò tutto? speriamo non ci siano intoppi/imprevisti etc...) scorre tranquillo 
fino
a
giovedì
scorso.

pirili pirili pirililì ( la mia suoneria è Halawet shamsemet, un brano tratto da un film di Mammoud Reda)
" signora B sono la maestra di figlia piccola, la può venire a prendere a scuola che è stata a contatto con un bambino che ha un caso positivo in famiglia?"
Esco dal lavoro, rispolvero tutte le mie conoscenze del catechismo in modo decisamente non ortodosso con l'unica preoccupazione che: " cazzo una quarantena di 14 gg mi fa saltare il viaggio!"
Figlia piccola è in lacrime, perchè lei vede già svanire la sua uscita di Branco che sarebbe iniziata oggi e terminata domenica ( l'uscita scout è arrivata DOPO aver prenotato tutto).
Da tutto questo si evince una cosa sola: tale madre tale figlia! mica siamo preoccupate che lei, figlia piccola possa essere positiva nella sua età non vaccinabile! no ci preoccupiamo tutte e due delle cose che non potremmo fare per colpa della quarantena, mica dello stato di salute! siamo proprio delle butte persone.  Torniamo a casa, arriva la mail dall'ufficio di igiene che dice che a partire dal 5 giorno dal contatto si può fare un test semplice o pcr e in caso di negatività tornare a scuola. Fantastico! Il contagio viene contato da Mercoledì così figlia piccola fa il test domenica, è negativa ( perchè nonostante non ci fosse l'oblbigo lei ha indossato la maschera tutto il tempo). Io tiro  un sospiro di sollievo, figlia picocla in parte, perchè ho dovuto contattare il capo branco appena possibile per informarlo della situazione, e cortesemente mi ha chiesto di non mandare Valeria all'uscita per la tranquillità di tutti.
  • Lunedì è una giornata tranquilla, tutto sembra placido.
  • Martedì la mia collega mi avvisa che il fattorino M. è risultato positivo e che per questo motivo dovremmo testarci quotidianamente tutte noi che abbiamo fatto i controlli aeroportuali con lui. Rispolvero di nuovo i ricordi del catechismo in modo non ortodosso ed inizio a contemplare anche l'antico testamento, perchè nonostante la terza vaccinazione l'idea di vedere 2 linee rosse sullo schnell-test è possibile e non mi garba affatto.
  • Mercoledì messaggio SMS di Egyptair: il suo volo per Sharm di domenica sera è stato cancellato, ma può prendere quello delle 10 del mattino di Lunedì. Rispolvero Catechismo, antico testamento e vangelo secondo Giovanni. Quindi parte una serie di telefonate e mail per sistemare la situazione: le immersioni del lunedì saltano, Egyptair mi offre il pernotto a spese sue al Cairo ma ti devi recuperare i bagagli e rifare il check-in lunedì mattina, il tassista è "meshi mafish muskela ( va bene no problem) fammi sapere solo il numero del tuo volo", il diving mi tiene buono il pacchetto, e l'albergo mi dice che la prenotazione non me la cambiano, non danno via la cmera per il check in il giorno seguente, ma la notte persa la devo pagare ugualmente. Gli unici non contattati sono quelli del parchegigo di Dusseldorf.
  • Giovedì lezione di danza. Il mio insegnante è Egiziano, del Cairo. mi da una dritta importantissima: prendi l'albergo attaccato all'aeroporto che se prendi quello distante non sai che traffico ci possa mai essere e non vuoi rischiare di perdere il volo.
  • Venerdì, cioè oggi, inizio ad assaporare il viaggio che insomma negli ultimi giorni aveva visto qualche nuvola, fino a quando mio marito attorno alle 16 mi manda questa immagine:


Catechismo, antico testamento, vangelo secondo Giovanni e secondo Luca ( che mi sembra appropriato)

 e a seguire:


con tanto di conferenza stampa della Ursula von der Leyen (che fino ad oggi non sapevo chi fosse).

Catechismo, antico testamento, vangelo secondo Giovanni e secondo Luca, Matteo e Marco, lettere di san paolo apostolo a chiunque le abbia volute mandare, appendici varie ed excursus breve ma non troppo nelle scritture apocrife.

Decido che il rischio non vale la pena e cancello il viaggio.

Ora ho una gran voglia di piangere e non sono sicura sia per il viaggio mancato, ma più per lo stress che questo viaggio mi ha portato sia nelle cose importanti che in quelle meno importanti. Lo stress per i rimborsi quando se e come arriveranno, ci pensiamo un altor giorno, che per il moemnto le sacre scritture le ho esaurite.

domenica 17 ottobre 2021

Parigi

Se non fosse per il covid e le relative difficoltà a viaggiare con minorenni che non possono ancora vaccinarsi, a PA-RI-GI non ci sarei stata, perciò:
 grazie covid!
Pensavo fosse solo enfasi cinematografica: cenerentola a Parigi, il diavolo veste Prada, Emily in Paris, insomma americani che sognano l'Europa, ma mi devo ricredere Parigi è:

Magica, 
divina, 
meravigliosa,
mozzafiato,
unica,
indescrivibilmente bella,

e non te la scorderai mai.


Siamo stati fortunati abbiamo avuto 5 giorni di bel tempo, con solo un paio di ore di grigio e di freddo per un "tuffo" continuo nella bellezza ad ogni angolo. 

Parigi è un esperienza Sensoriale a tutto tondo:
è piacere per la vista con le architetture ottocentesche volute da Napoleone (che non ringrazierò mai abbastanza per aver imposto la facciata neogotica al duomo di Milano)  e per i negozi che si susseguono l'un l'altro, panorama che per me ha un dolce ricordo della Milano della mia infanzia;
per il palato corteggiato ad ogni secondo da bistrot, boulangerie e chioschi di crepes (e per la verità ne ho visto solo uno a les Invalides): dimagrire è impossibile, capisco perchè i parigini vanno a correre lungo la Senna;
per il tatto calpestando il ciottolato delle Quais, sedendosi sulle panche di marmo o di legno disseminate dovunque;
per le orecchie, perchè il francese non lo capirò ma coccola le orecchie abituate alla lingua in cui dire "ti amo" sembra la cosa più orribile del mondo,
per l'olfatto che ti riporta alla realtà: passeggiando per Boulevard de Magenta sulla via per le Sacre Coeur il sogno sostenuto dai profumi che ti ricordano i duty free aeroportuali o dall'odore del pane si alterna di tanto in tanto con quello dell'urina, ricordandoti che nella bellezza del mondo c'è sempre qualche lato oscuro che non deve essere dimenticato.


Ci siamo stati solo 5 giorni e devo dire che sono troppo pochi. L'essenziale lo abbiamo visto: ho fatto camminare due pigre colossali per km portandole da les Marais ( dov'era il nostro albergo)  al Sacre Coeur e ritorno,  poi a Notre Dame, dal Louvre alla Torre Eifel, ma non fidatevi di Maps, perchè vi farà fare la strada più corta ma meno bella passando sul retro dell'assemblea nazionale, seguite la Senna; dal Louvre all' Hard Rock Cafe e poi in albergo; Avenue des Champs Elyseés con tappa al Disney Store, Adidas, Mac, Montblanc e Mac Donalds (in Francia hanno panini diversissimi e non hanno il royal TS) fino al Arc de Triomphe. Ci è venuto in aiuto anche un bus turistico che altrimenti la vista della torre Eifel dal Trocadero, l'Opera, la Sorbona, Place de la Concorde ed altro che ora mi sfugge, ce li saremmo persi. 
Per venire incontro alle figlie siamo andati anche alla Citè des Enfans secondo il consiglio trovato su questo blog dove casualmente abbiamo incontrato un altra famiglia Milanese a da lì continuato la giornata insieme, dando una svolta del tutto inattesa ma piacevole al nostro viaggio, e a Les Cafè des Chats, vicino a place de la Bastille (nella metrò sono segnati i perimetri dei muri e del fossato) popolato ovviamente da gatti davvero paffuti (ma comunque attratti dalle briciole di hamburger).
Abbiamo saltato il Louvre, e a malincuore ho saltato il Museè d'Orsay, dove volevo davvero andarci, per smorzare i musi lunghi delle figlie che non erano sufficientemente preparate al senso di "vistare un altra città", Ma se il Louvre e Orsay li ritroverò lì la prossima volta, la mostra su Albert Uderzo (che ho scoperto essere veneto) termina a fine ottobre, ed è stata  una piacevole oretta alla scopetta di tutto quello che ha fatto oltre al famoso villaggetto dell'Armorica.


Parigi mi ha anche fatto venire una gran nostalgia di Milano: anche se la mia città non c'è quasi più, intendo i miei negozi le linee dei mezzi che usavo, ma il camminare tra la folla, i negozi aperti, le panetterie che non appartengono a grandi catene di distribuzione e che sono aperte dalla mattina alla sera (e non chiudono alle 4 del pomeriggio), il traffico caotico con una densa popolazione di moto e motorini, il mercato all'aperto in Boulevard Richard Lenoir (che è poi Canal St. Martin tombinato), mi hanno riportato nella mia città per tutte quelle cose che qui tra Colonia e Bonn non trovo e che mi mancano.

giovedì 29 luglio 2021

Campo scout in 3...2...1.


E cosí oggi inizia la tua avventura da „guida“ secondo la definizione italiana, da „pfadfinder“ secondo quella tedesca. Il primo campo di reparto. Anche se il vostro campo scout é di tutto il gruppo: lupetti reparto e clan insieme, la tua avventura di reparto parte in modo diverso, e per fortuna, da quella dei lupetti, che con un età variabile tra i 6 e i 10 anni vengono un po' piú coccolati e portati direttamente in loco. A voi è riservato una route di 5 giorni prima di arrivare a destinazione. Voi lo chiamate hyke (haik) noi la chiamavamo route, mentre l'hyke era un'attività all'interno del campo scout stesso della durata di 2 giorni: uno per arrivare ad un luogo di destinazione, l'altro per tornare indietro. Io ho i miei dubbi da mamma e da scout, e conviverci non è facile. No non voglio essere con te per fare la mammina pancina, ma vorrei solo potermi fidare un po´ di più delle tue capo squadriglia, che purtroppo mi hanno dato talvolta spiacevoli impressioni, l'ultima stamattina alle 6.30 quando con un messaggio whazzapp ti comunicavano che dovevi portarti il pranzo al sacco. So che sarai fantastica. So che nelle difficoltà farai del tuo meglio. E non mi preoccupo delle piccole cose, ma delle disorganizzazioni che non sono tua responsabilità ma che potresti dover affrontare. E non ti nascondo che però vorrei partire anch´io. Non per stare con te proteggerti etc. ma perchè mi mancano i campi scout, perchè sono un esperienza bellissima.

giovedì 22 luglio 2021

A Sharm dove le strade ti danno del T.U.

 „ ah che titolo poetico, che titolo romantico!“

No, no avete capito male: la poesia in questo titolo la trovi solo quando in una grigia giornata di Luglio che sembra Ottobre, ti trovi a scarabocchiare sul bordo del tuo manuale-bigino di "tutto quello che devi sapere per lavorare in un posto di controllo frontaliero" il profilo della punta sud del Sinai da Naama bay a Marina Travco.
 E all´improvviso capisci.
 C´é chi per orientarsi usa la luce del sole, e chi invece é portato per perdersi anche restando fermo. Io appartengo a quella categoria di mezzo che il sole lo usano solo per sapere se è giorno o notte e che per orientarsi sfruttano la memoria di percorsi già fatti. Ma a Sharm questo non vale. Cioé i percorsi a Sharm esistono e sono obbligati ma sono come dire „ sharmesi“. Per enorme fortuna dei turisti e degli automobilisti, a Sharm, dove non si sa bene se esista un limite di velocità o se il minimo consentito é di 100 km/h esclusi i dossi rallentatori e i check point della polizia, non esistono quasi per nulla incroci, ma solo inserzioni a T che sboccano su strade a senso unico e perciò obbligano a svoltare a destra.
In pratica se sei in macchina e vuoi proseguire dritto devi:
Svoltare a destra
Proseguire per una quantitá indefinita di metri che varia da 100 a qualche km fino alla prima U turn
Fare inversione
Ripercorrere in direzione opposta il tratto di strada appena fatto
Svoltare a destra nella strada che era davanti a te circa 50 km prima e mezzo secolo fa.
Le U turn sono ben fatte con tanti di spartitraffico che ti permettono di rallentare, girare ed inserirti senza creare rallentamenti o rischiare incidenti, ma rendono semplicemente il percorso più lungo e talvolta piú complesso.
SE invece sei a piedi é tutt´altro discorso: ti fermi a bordo strada, attendi il momento giusto per attraversare mentre qualche tassista ti suona, attraversi e sei dove volevi. Sicuramente hai fatto prima e pagato di meno che col taxi.
In base la principio del T.U. della viabilità sharmese, per una come me che basa l'orientamento sulla sequenza "albero, panchina fermata dell'autobus" ( fermo restando che comunque a Sharm alberi e panchine non ne trovi un granché) e a ritroso, orientarsi vien difficile.
Perció dal Gamila Mishmagout per andare ad Old Market in taxi devi:
  • Svoltare a destra,
  • Percorrere 2 km in direzione nord
  • U turn,
  • Percorrere 2 km e 200 metri in direzione sud con magnifico cartello „ Cairo 500 km“ che un po' d´ansia te la mette addosso: sia mai che il tassista abbia capito male
  • Alla rotonda degli uffici comunali svolta a destra,
  • Giù per la discesa in curva continua
  • Dritto per un altro buon km
  • U turn
  • Prosegui nell'altra direzione per un km meno 50 metri
  • E dritto fino al semaforo di Old Market.  

A Old market c´é l'unico semaforo funzionante di Sharm. Ce n´é un altro a Soho, ma non l'ho mai visto acceso. Questo invece è vivo e vegeto ed é  stato messo, credo, per permettere ai turisti scaricati dai pullman provenienti dai resort di spostarsi dal parcheggio pubblico ( fornito astutamente di strada a doppio senso che permette anche ai taxi una rapida inversione in entrambe le direzioni) all´area commerciale, dove verranno accolti dal quel guazzabuglio linguistico inimitabile e delizioso che é lo Sharmese (per maggiori informazioni rimando alla mia bibbia sub che manco a dirlo sapete già qual é) .
Il semaforo è un punto strategico: prendi un taxi prima di esso e qualsiasi percorso si accorcerà magicamente di non so quanto.
Se invece da Old market vuoi tornare in taxi al Gamila Mishmagout, devi:
Prendere il taxi prima del semaforo cosí il percorso si accorcia magicamente (altrimenti devi arrivare fino all´orologio di Old Market che é in direzione Marina e fare inversione)
Percorrere la strada parallela a quella del semaforo, che dall'altra parte non c'è perché non ci sono negozi turisitcamente attrattivi ( ma se vuoi i falafel buoni lì ci devi andare) ripercorrere il curvone, che stavolta è in salita
Arrivare a vedere gli uffici comunali e...
Andare dritto.
Svoltare a sinistra alla rotonda che sta dietro agli uffici comunali e alla questura, svoltare di nuovo a sinsitra alla rotonda successiva incontrando in sequenza la questura e gli uffici comunali, alla terza totonda vai dritto, 200 metri dopo svolti a destra e sei quasi arrivato al Gamila Mishmagout
 
Se invece vai a piedi….

Dal Gamila Mishmagout attraversi lo stradone, vai verso gli uffici comunali svolti a destra giù per la discesa, finita la discesa attraversi di nuovo e vedi in lontananza il semaforo. Per tornare indietro fai lo stesso percorso a ritroso, solo che al posto di scendere, Sali.

A furia di darti del T.U. Le strade di Sharm ti fanno perdere il senno e finisci col credere che Hadaba é a nord, Old Market all'estrema punta sud attaccato a Ras Mohammed, e che il Gamila Mishmagout è in una specie di bolla spazio temporale circondata dal deserto che a seconda di come si gira é piú vicina al Cairo o a Israele.

lunedì 28 giugno 2021

no ma io prendo il primo volo e torno tra anthias e carangidi!

Ore 5.30 anche qui a maggior distanza dall'equatore il sole è già sorto.
Su una giornata grigiognola.
Con una leggera foschia.
E 17 gradi.

Mi faccio il caffè, servo e riverisco il gatto. "voglio cibo, giardino e acqua dal rubinetto aperto, subito": non pago ma pretendo e non ti dico manco grazie.

Il clima mi suggerisce jeans lungo e felpina leggera.

Ore 7.30 arriva in ufficio la collega che  spalanca le finestre perché oggi farà molto caldo: 28 gradi.  Sabato alle 13 ne avevo 36. Ho già tirato fuori dal cassetto la cappa di lana che uso quando la temperatura scende troppo e me la sono messa sulle gambe.

No non c'è la posso fare. Salto sul prossimo volo e torno al caldo.