Appartengo a quella vasta fascia intermedia tra gli eco-ambientalisti duri e puri, e quelli che "chissenefrega". Ho conosciuto virtualmente un tizio che viveva senza automobile e senza frigorifero. Ho visto con i miei occhi e ci ho litigato, persone che gettavano l'immondizia dove gli pare o che non si curava di differenziarla, "perché anziché abbassarmi la tassa sui rifiuti me l'hanno alzata". Ed ora vi faccio una confessione: sebbene in Germania si faccia la differenziata nello stesso modo su tutta la nazione, compresa la frazione umido, io l'umido lo butto nell'indifferenziato, perché nel mio condominio ho dei menefreghisti ignoranti che nel bidone dell'umido ci buttano anche plastica, carta e qualsiasi cosa gli pare. Vorrei prenderli a sberle.
Il 2018 é l'anno della coscienza eco-ambientalista per me. Quello del "posso fare qualcosa di più per l'ambiente" e sinceramente non trovo che sia così facile come decantano vari blog eco-bio-amb-sasticazzi-isti per tre motivi:
Il 2018 é l'anno della coscienza eco-ambientalista per me. Quello del "posso fare qualcosa di più per l'ambiente" e sinceramente non trovo che sia così facile come decantano vari blog eco-bio-amb-sasticazzi-isti per tre motivi:
- ridurre l'impatto ambientale dell'immondizia a partire dal come fare la spesa non sempre si concilia con soluzioni economiche valide tipo pagare 3 euro al litro il latte per prenderlo in bottiglia di vetro anzichè a 70 Cent/litro, e no non divento vegana per risparmiare del tutto.
- le abitudini sono dure a morire: se una abitudine personale é difficile da cambiare immaginatevi farlo per tutta una famiglia. Sì può ma ci va del bello e del buono.
- capire effettivamente cosa è meglio per l'ambiente. Quando scelgo di prendere lo jogurt in plastica che in vetro, entrambi riciclabili, mi chiedo sempre quale dei due materiali, nel essere riciclato abbia il minor impatto ambientale, anche nel lungo termine. Io sono già scettico-diffidente di mio, figuratevi quindi la mia posizione di fronte al cosa sia meglio/peggio senza un adeguato studio. Dei "sentito dire" nati da "non ho capito un cazzo ma lo dico lo stesso a parole mie che non si sa mai", il mondo ne è pieno e ne potrebbe fare volentieri a meno.
Basta passare ad altri reparti salumi carni e formaggi e siamo alla stessa stregua: se non vuoi spendere 5 volte tanto prendi la trita per le polpette in vaschetta porzionata da mezzo chilo, oppure la paghi molto di più e la prendi al banco macelleria che te la mette in un sacchettino di plastica a volte doppio. Idem per i salumi, i formaggi e per il pesce, salvo qualche rara eccezione in cui usano l'alluminio. Insomma senza plastica è difficile poter acquistare qualcosa. E se non è plastica è tetrapak, di cui tanto ho sentito parlare di raccolta differenziata e riciclo ma non ne so più nulla ( vero anche che me ne sono un po' disinteressata).
E' davvero frustrante, e non ti mettono nella condizione di poter scegliere di acquistare senza o con meno plastica: se vuoi spendere poco o il giusto devi assolutamente portarti a casa la plastica. Pensavo infatti di passare all'acquisto di mastellini da kilogrammo di jogurt magro, pensando che almeno avrei avuto meno plastica da buttare, ma santo cielo, da 50 centesimi al kilo nella confezione da mezzo, si passa a 2 euro nella confezione da kilo!
Per vincere la battaglia con la plastica e segnare un punto per l'ambiente, non si deve mettere i 2 centesimi di costo sul sacchetto, ma far ragionare chi crea gli imballi, aiutare le persone a smettere di ossessionarsi con l'igiene, che tanto poi la frutta e la verdura la lava lo stesso prima di mangiarla, potersi portare i contenitori da casa e non parlo delle borse della spesa: parlo del sacchetto per le mele e del contenitore per la carne trita.
Poi potremo pensare di togliere l'elastan dal tessuto per mutande che le rende più comode e abolire il tessuto di pile che è tanto caldo ma che contribuiscono a creare il fenomeno della microplastica.
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