In genere è il tempo di permanenza in acqua di un immersione, o almeno così è stando al mio log book da 8 immersioni.
Il giorno dopo essere stata al Canyon, non mi sono fatta sfuggire l'occasione di fare un immersione "leggera" da riva in occasione del "battesimo subacqueo" di una tizia e del review di una nostra amica: se devo fare pratica, la si fa anche in 3 metri d'acqua, e l'assetto, cioè rimanere ferma come un pesce ad una determinata profondità, è più difficile a 3 che a 18 metri sotto.
Così mi ritrovo in acqua: io, la battezzanda e la ripetente, accoppiate rispettivamente con Tommy ( un assistente), Carlo, e Rudy compensando l'inesperienza delle une con l'esperienza degli altri.
Non voglio vantarmi ora, ma effettivamente col review fatto a luglio e un immersione il girono prima ero quella con meno ansia addosso, e non c'è nemmeno da biasimarle giacchè una si immergeva per la primissima volta in vita sua e l'altra riprendeva dopo 7 anni di inatitvità: in pratica per una è provare ad andare in bici senza rotelle e per l'altra tornarci su. Questo comporta il fatto che secondo la legge prima del subacqueo neofita "prenditi il tempo che ti serve che nessuno ci corre dietro" (cosa piuttosto reale ad 1,5 metri d'acqua con 200 bar nella bombola) mi ritrovo con dei tempi morti, a maggior ragione se ci metto anche un momento di impanicamento della battezzanda, che passo cantando a gesti " i due liocorni" sott'acqua lasciando nello sgomento il mio compagno.
Poi si fanno gli esercizi base del review: svuotamento della maschera teoricamente parziale e totale con metti e togli la maschera, svuotamento erogatore con aria residua polmonare o con tasto svuotamento, recupero erogatore, aria condivisa, hovering e pivoting. Mi rendo conto che le cose vanno meglio perchè Carlo che comunque fa il maestrodelle danze pare essere soddisfatto della disinvoltura con cui faccio le cose, tanto da permettersi di scherzare con l'esercizio dell'aria condivisa, chiedendomi "a gesti" (sott'acqua si parla così) quanto lo pago per avere l'aria da lui. Segue risposta in francese gesticolato e si continua con la regolarità dell'esercizio.
Poco dopo si parte per la "passeggiata".
Il mio scopo è stare attenta all'assetto e alla pinneggiata. Dell'assetto sono soddisfatta, alla pinneggiata ci sto attenta, ma devo impararla davvero: non ci vuole molto che ti ritrovi a sbattere addosso a chi ti sta davanti rischiando che un suo colpo di pinna di strappi maschera ed erogatore, e non è la cosa più bella del mondo.
La passeggiata ha un ritmo di continue partenze e fermate: un po' seccante per la verità perchè non capisco, ma mi compiaccio di vedere che riesco a stare ferma ad una certa profondità, in posizione verticale senza fare lo yo-yo cosa che mi permette di guardarmi intorno e vedere un anemone, l'unico di tutto il circondario, e un sacco di stelle marine che non avevo mai visto prima sott'acqua.
E poi si " vola" sopra un campo di posidonie, ricci di mare, qualche castagnola, ed altri pesci sempre più soddisfatta di come sto andando, della pinneggiata, troppa, ma efficace, dell'assetto, della postura, del "curarmi" di un compagno di immersione perchè non torppo in ansia per me stessa.
E alla fine decido che si può riprendere ad immergersi.
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