Ieri sono stata a colloquio con una psicologa.
Ebbene si non me ne vergogno, e non mi vergogno nemmeno a dire che non è la prima volta.
Ci sono andata perchè sclero, un po' troppo.
Così da quell'ora e mezza sono venute fuori un po' di cose, che mi hanno dato lo spunto per ripartire.
La prima su tutte è che vivo in un limbo di se, ma e forse, che non mi portano da nessuna parte e che non sono solo scelti da me ma anche dettati da circostanze quali l'impaludimento dell'economia, che non permette di attuare progetti, e nel mio caso psecifico il cambiar casa, che 60 mq per 4 umani e 4 gatti sono un po' stretti.
Così il pratica il concetto espresso da Luca con 5 parole, " 1-fare 2-pace 3-con 4-me 5-stessa" è lo stesso espresso dalla dottoressa, cioè prendere in pugno quelle situazioni di incertezza che posso far variare io e dargli una piega.
La prima fra tutte è veterinario o casalinga?
Purtroppo non è una scelta facile: al momento tengo il piede in entrambe le staffe senza decidermi se l'una o l'altra, ma ora basta: o casalinga, facendo il veterinario per me e i miei genitori, o veterinario sperando di trovare una soluzione che mi permetta quantomeno di poter essere presente come mamma e non di sacrificare tutto per 5 euro all'ora lordi. E questo con un limite di tempo.
Oltre a questo ritorno a fare la jolly in clinica, la solita vecchia clinica, che mi offre il miraggio di un buon guadagno lavorando a percentuale. Già un miraggio perchè una notte che va male sono solo 30 euro lorde: giust'appunto il carburante della macchina. Se va bene, beh è un altro paio di maniche, ma non c'è da illudersi.
Ritorno a fare la jolly non tanto per una questione di "è un lavoro" (perchè a conti fatti anche ad avere un turno proprio, è un lavoro a roulette: c'è la notte che fai cassa e la notte che non fai niente), ma per togliermi di casa e avere del tempo per me, che non sia l'oretta risicata di chiacchiere (e grazie al cielo che c'è!) al nuoto, e che non sia frustrante come andare in clinica al mattino e vedere i colleghi che per mancanza di lavoro si mettono a chattare in internet. E giacchè all'ordine devo rimanerci iscritta ormai tutto l'anno, anche se allo scadere del termine decidessi di fare la casalinga, già che l'ordine mi tocca pagarlo almeno li sfrutto fino in fondo quei 165 euro.
Oltre a questo oggi pomeriggio mi presento in un altra clinica, mai vista, ma almeno ci provo. Ammetto che non sono molto fiduciosa. Il panorama lavorativo è: "sacrifica tutta quella che è la tua vita per un lavoro senza dignità ne rispetto", però se non ci provo non potrò mai sapere, e mal che vada avrò solo una deludente conferma di timori, dubbi e scarsa autostima.
Quindi dalla melma paludosa dell'incertezza, stamattina ho deciso di destreggiarmi in equilibri precari di autostima e competenze. E non so come ne uscirò, ma una cosa è certa: ne uscirò vetrinaria o casalinga.
Ebbene si non me ne vergogno, e non mi vergogno nemmeno a dire che non è la prima volta.
Ci sono andata perchè sclero, un po' troppo.
Così da quell'ora e mezza sono venute fuori un po' di cose, che mi hanno dato lo spunto per ripartire.
La prima su tutte è che vivo in un limbo di se, ma e forse, che non mi portano da nessuna parte e che non sono solo scelti da me ma anche dettati da circostanze quali l'impaludimento dell'economia, che non permette di attuare progetti, e nel mio caso psecifico il cambiar casa, che 60 mq per 4 umani e 4 gatti sono un po' stretti.
Così il pratica il concetto espresso da Luca con 5 parole, " 1-fare 2-pace 3-con 4-me 5-stessa" è lo stesso espresso dalla dottoressa, cioè prendere in pugno quelle situazioni di incertezza che posso far variare io e dargli una piega.
La prima fra tutte è veterinario o casalinga?
Purtroppo non è una scelta facile: al momento tengo il piede in entrambe le staffe senza decidermi se l'una o l'altra, ma ora basta: o casalinga, facendo il veterinario per me e i miei genitori, o veterinario sperando di trovare una soluzione che mi permetta quantomeno di poter essere presente come mamma e non di sacrificare tutto per 5 euro all'ora lordi. E questo con un limite di tempo.
Oltre a questo ritorno a fare la jolly in clinica, la solita vecchia clinica, che mi offre il miraggio di un buon guadagno lavorando a percentuale. Già un miraggio perchè una notte che va male sono solo 30 euro lorde: giust'appunto il carburante della macchina. Se va bene, beh è un altro paio di maniche, ma non c'è da illudersi.
Ritorno a fare la jolly non tanto per una questione di "è un lavoro" (perchè a conti fatti anche ad avere un turno proprio, è un lavoro a roulette: c'è la notte che fai cassa e la notte che non fai niente), ma per togliermi di casa e avere del tempo per me, che non sia l'oretta risicata di chiacchiere (e grazie al cielo che c'è!) al nuoto, e che non sia frustrante come andare in clinica al mattino e vedere i colleghi che per mancanza di lavoro si mettono a chattare in internet. E giacchè all'ordine devo rimanerci iscritta ormai tutto l'anno, anche se allo scadere del termine decidessi di fare la casalinga, già che l'ordine mi tocca pagarlo almeno li sfrutto fino in fondo quei 165 euro.
Oltre a questo oggi pomeriggio mi presento in un altra clinica, mai vista, ma almeno ci provo. Ammetto che non sono molto fiduciosa. Il panorama lavorativo è: "sacrifica tutta quella che è la tua vita per un lavoro senza dignità ne rispetto", però se non ci provo non potrò mai sapere, e mal che vada avrò solo una deludente conferma di timori, dubbi e scarsa autostima.
Quindi dalla melma paludosa dell'incertezza, stamattina ho deciso di destreggiarmi in equilibri precari di autostima e competenze. E non so come ne uscirò, ma una cosa è certa: ne uscirò vetrinaria o casalinga.
Che angoscia! Con la crisi che avanza, le nostre certezze e i nostri progetti vanno a farsi benedire! Spero che tu trovi la tua strada e che la tua scelta possa regalarti la serenità.
RispondiEliminaCarmen
Ecco brava ! così si fa!
RispondiEliminaLa società ed i genitori stessi ci programmano per fallire : tutti ci vogliono perfetti. IMPOSSIBILE!
Quindi se anche si va dal psicologo è semplicemente un APRIRE UN LIBRETTO DELLE ISTRUZIONI perché nessuno nasce imparato!!! Quando si arriva ad un certo punto in un vicolo cieco: bisogna uscirne, se abbiamo bisogno di qualcuno che ci guidi, chi può giudicare se siamo o meno manchevoli
Nella fatica di arrivare a coprire tutto, con la nostra bella sindrome della Crocerossina, ci troviamo esauste, spompate, confuse, deluse, martoriate dai nostri sensi di colpa, da una realtà patinata e perfetta dei giornali e dei media che non corrisponde alla nostra stanchezza ai nostri piedi gonfi, alla pancia ed al seno cadente ecc. alle crisi esistenziali di fronte alle esigenze di crescita dei figli.
Quindi continua ad andare dalla psicologa fin tanto che non riesci a fare chiarezza nella tua vita, poi il resto scivola da solo !
in groppa al riccio!!!!
Guarda Renata, come dicevo ieri alla psicologa la mente è come un armadio disordinato, e andare da lei (o collega) e aprire l'armadio e buttare tutto sul letto per fare ordine. A volte basta buttare sul letto e poi riesci a sistemare tutto da sola, altre volte.... beh chiami la "Carla Gozzi" della situazione e ti fai dare una mano!
RispondiEliminaAncora non mi capacito del perchè nel collettivo nazionale ci si dovrebbe vergognare di dire di andare dallo psicologo....io lo metterei obbligatorio, dalla scuola, al posto dell'ora di religione.
RispondiEliminaLe analisi dallo psicoterapeuta sono il migliore investimento che si può fare nella propria vita.
In bocca al lupo per le tue scelte.